13/11: C.d.A. Meridiana ad Olbia


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Niente di particolare. Quello che mi sembra strano è che basare un rilancio sul costo del lavoro che gli permette di risparmiare il 5% sul bilancio è uan bufala tremenda.
 
infatti adesso 2 aerei faranno la manutenzione e aturno la faranno tutti e 4 credo.
Non penso che con la prossima summer rimaranno 2 vetture.non ce la farebbero mai
 
LA NUOVA SARDEGNA - Trasporti e infrastrutture: Meridiana, l’Anpav a Broccia «Comprate le nostre azioni»
21.11.2008
Proposta per il 14% della compagnia in mano ai dipendenti
GUIDO PIGA OLBIA. «La Regione compri il pacchetto di azioni Meridiana in mano ai dipendenti». È l’offerta, tutta da studiare nei dettagli, che ha fatto ieri all’assessore ai Trasporti Sandro Broccia l’associazione degli assistenti di volo. Un 14 per cento che darebbe alla Regione un certo peso dentro il cda della compagnia. Sul fronte sindacale, ancora critiche al management e la conferma dello sciopero dei piloti il 25 novembre. L’Anpav, rappresentata da Fabrizio Contino e Francesca Gambella, ha portato direttamente all’attenzione della Regione la crisi di Meridiana. «E’ stato un incontro molto importante - dice Gambella - perché abbiamo avuto la possibilità di parlare con l’assessore Broccia, spiegandogli nel dettaglio i problemi della nostra compagnia aerea. Questo grazie all’interessamento del consigliere regionale Carmelo Cachìa». Durante l’incontro, l’Anpav ha chiarito che i 150 licenziamenti annunciati dalla compagnia sono ingiustigicati e ingiustificabili e ha chiesto alla Regione di intervenire con forza sull’amministratore delegato Gianni Rossi e sull’azionista di maggioranza. Approfittando della trattativa per l’ingresso della Sfirs, la finanziaria regionale, nel capitale di Meridiana, l’Anpav ha proposto a Broccia di acquistare il pacchetto di azioni, pari al 14 per cento, in possesso dei dipendenti. Una partecipazione, successiva all’accordo sindacale del 1997, che dà ai dipendenti poco potere, solo una presenza nel cda. Broccia non ha preso impegni, anche perché il dossier Meridiana richiede un’attenta valutazione (le azioni erano blindate) e perché, prima di tutto, è necessario conoscere la volontà dell’Aga Khan. In questo senso, ha preso posizione proprio Cachìa. Con una lettera aperta molto dura nei toni contro il cda, il consigliere regionale chiede che, dopo l’avvio della procedura per i licenziamenti (71 solo a Olbia), «parli la società. Che ha il dovere di parlar chiaro e di convincerci sulle misure che intende adottare, dopo averle discusse con le forze sindacali. A meno che il destino di Meridiana non sia già stato scritto (con riferimento a Eurofly, ndr). Se ciò fosse, sarebbe grave». Tocca all’Aga Khan, dunque, fare un passo in avanti. I sindacati sono in attesa. La Cgil ha fatto sapere che i lavoratori sono «determinati non solo a raggiungere un accordo, ma a difendere in tutti i modi la propria azienda». Lunedì, convocato dal delegato comunale ai Trasporti Gigi Carbini, ci sarà un incontro fra tutti le organizzazioni dei lavoratori. Un fronte che, dopo le divisioni sul contratto, è nuovamente unito contro i licenziamenti.
 
Ho saputo da chi era all'incontro che regione e AD sono ai ferri corti. Quest'ultimo vuole i piccioli ma non vuole che la prima entri nel CdA. Soru gli ha dato picche. Comunque è una crisi pilotata, leggendo la lettera di richesta di mobilità le motivazioni sono vaghe e imputare una crisi al costo del lavoro è assurdo, perchè se basano il rilancio sul costo del lavoro, sulla pelle dei più deboli allora questi potrebbero anche lavorare gratis ma non si risolverebbe nulla. Secondo me il problema è la carenza di strategie valide, il continuo smantellamento della rete di vendita per affidarsi solo al web e ai call center a pagamento. Una rete capillare di vendita ha più cura del cliente finale, è la cura del cliente dalla prenotazione all'arrivo aveva contraddistinto la qualità IG. Oggi questo è stato smantellato per correre dietro a modelli di impresa che sono nati e moriranno low, seguendo quei modelli con una struttura di 40 dirigenti si è già perso in partenza. I dipendenti hanno sempre fatto la loro parte e saputo riniunciare a ciò che gli spettava, ma non si sono visti cambiamenti da parte del management negli ultimi 10 anni, tranne la parentesi Sebastiani.
 
Io ci metterei pure la richiesta di 'protezione' da parte delle istituzioni, come ormai è prassi tra le 'grandi mamme mantenute'. A parole tutti liberisti, nei fatti ricattano le istituzioni e i lavoratori, nessuna moralità o senso di rsposanbilità sociale
 
imputare una crisi al costo del lavoro è assurdo, perchè se basano il rilancio sul costo del lavoro, sulla pelle dei più deboli allora questi potrebbero anche lavorare gratis ma non si risolverebbe nulla. Secondo me il problema è la carenza di strategie valide
Fin qui ti seguo e quoto. Non concordo su dettagli come la vendita web, a cui si affidano anche major con un blasone ben più nobile di IG, ma appunto sono dettagli.

Come anche nella questione AZ, parlare di costo del lavoro come unica causa della crisi è una semplificazione che fa comodo ad ambo le parti: il management scarica le proprie responsabilità su un capro espiatorio impopolare, il corporativismo sindacale ha gioco facile a dire che sono tutte scuse. Alla fine entrambi salvano la faccia ma la barca affonda, perché non vogliono riconoscere che l'azienda è in crisi per un conservatorismo al limite della schizofrenia, che provo a spiegare con due esempi. Chi ha la responsabilità della strategia fa quasi ridere, non avendo pensato per tempo a un network sostenibile col monopolio da CT che si sa finirà e la concorrenza anche straniera che incalza, volenti o nolenti. I sindacati dei dipendenti sembrano invece troppo ottimisti/ingenui, non realizzando che la sopravvivenza di IG passa necessariamente per sacrifici (non tanto in termini di retribuzione che pure dovrà essere maggiormente collegata alle ore lavorate, quanto di esuberi per ridimensionamento e diversa dislocazione del personale rimanente) al cui confronto quelli concessi in passato son robetta.
 
Boeing, in questo momento IG e' in crisi per via di AZ ma per altri motivi e non perche' sta nascendo CAI.. E neanche per i soldi.. Ma proprio perche' CAI a prodotto una categoria inca**ata di A/V e Piloti e una compagnia adesso che vuole cambiare modello non potra' mai farlo proprio per via delle condizioni socio/politiche che si sono create. Ora IG ha due possibilità o minacciare di chiudere baracca e burattini dentro all'armadio o instaurare un discorso valido con le parti sociali e dichiararsi disponibile ad un cambio di rotta assieme agli a/v piloti. La seconda risulta piu' difficile la prima invece no.. La regione ha detto niet all'entrata in capitale, perche' non ha piu' intenzione di sostenere con CT minori o altro, o almeno non entrera' sin quando non ci sara' un cambio di rotta dentro IG perche' la regione non vuole una linea major ma una low cost.
 
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