disagi su un volo Ryanair Cagliari - Roma Ciampino


flightunlimited

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21 Marzo 2009
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Mercoledì 03 marzo 2010
Cagliari, 25 febbraio, partenza per Roma Ciampino con il volo Ryanair (FR 4801) delle 21.10. Solita routine, solite regole: check in fatto preventivamente on-line (altrimenti non si sale a bordo), documento alla mano che deve coincidere con quello dichiarato sul foglio d'imbarco, un solo bagaglio. Soliti anche gli scenari che i viaggiatori più cinici e smaliziati, un po' sadicamente (diciamocelo), amano immaginarsi. Quelli che tentano invano di comprimere il contenuto della propria valigia per farci entrare quel che non possono portare con sé. Quelli che, ignari dei tranelli del low cost più gettonato d'Europa, si lamentano del supplemento che hanno dovuto pagare e intanto s'inalberano, meschini: non voleranno più con la compagnia irlandese, dicono, epperò sono lì. Quelli che, come me, pensano ormai di essere inattaccabili su tutti i fronti: Ryanair non mi fregherà mai.
E invece. Al gate d'imbarco la prima, sgradita sorpresa: il volo ha un ritardo di quasi tre ore. Partenza prevista: ore 23.55. Pazienza. Con quattro chiacchiere e un po' di lavoro da smaltire il tempo passerà. Alle 23 circa, casualmente, intercetto un breve dialogo fra un passeggero, anche lui in partenza per la capitale, e il caposcalo (dichiarerà lui stesso di farne mansioni): la mia destinazione potrebbe essere l'aeroporto di Fiumicino anziché Ciampino. Stavolta, a inalberarmi, sono io: chiedo spiegazioni, domando perché la notizia non venga diffusa alle decine di passeggeri in attesa, minaccio di denunciare l'accaduto il giorno dopo, chiedo di parlare con il caposcalo o un responsabile. Il caposcalo è lui, gentile ma fermo: non si può sapere se sbarcheremo a Fiumicino o a Ciampino. Bisogna pazientare. Mi aspetto almeno un annuncio ufficiale: niente, nemmeno quello.
Il tempo, intanto, passa. Quasi allo scoccare della mezzanotte chiedo ancora al caposcalo se ci sono novità: una persona mi attende a Ciampino, vorrei almeno poterle dire che arriverò invece a Fiumicino (soluzione probabilissima, data l'ora tarda). Niente. Fiumicino o Ciampino? Non si sa. Il caposcalo mi dice che si sta attendendo un'eventuale (fantomatica?) autorizzazione per un'estensione dell'orario di chiusura del piccolo aeroporto dell'urbe; sono quasi sicuro, da uomo di mondo aeroportuale - il Clooney protagonista di Sulle nuvole , bel film di Jason Reitman, mi fa un baffo; salgo ormai sugli aerei come fossero autobus: peccato non sia prevista una comoda tessera - che una concessione del genere difficilmente ci sarà. La conferma giunge qualche minuto dopo: sembra che a Ciampino compaia già l'avviso di dirottamento a Fiumicino del nostro aereo. Non mi rimane che mettermi in fila e attendere. Chiederò al personale della compagnia. Intanto il display sul gate d'imbarco segna la mezzanotte come ora di partenza; peccato che si sia già fatta mezzanotte e un quarto. È il mio turno. Chiedo, amleticamente: Ciampino o Fiumicino? Per l'ennesima volta: non si sa. Ce lo dirà (forse) il comandante.
Sull'aereo. È quasi mezzanotte e mezza, fra qualche minuto partiremo. Chiedo al capocabina, stavolta con un tono alterato, dove mai scenderemo; è mio diritto, e degli altri passeggeri, saperlo. Mi risponde, infastidito, che sto parlando a titolo personale (dietro di me, sentita la risposta, molti bofonchiano); saprete dove scenderete quando sarete scesi, la gentile aggiunta. Stavolta mi accendo: pretendo che si chieda al comandante. Va e torna: non si sa (guarda un po'), la decisione spetta all'aeroporto di Fiumicino. Tranquilli, comunque: fosse pure Fiumicino il luogo d'arrivo, ci saranno comodissimi e gratuitissimi pullman a portarci a Ciampino; a parlare sempre il capocabina, in un italiano sconnesso che non auguro a nessuno dei miei studenti. Irlandese? Macché, italianissimo. Ma non la fanno una prova in lingua, quelli della Ryanair, al personale in volo da assumere? Dimenticavo, sono irlandesi: gliela faranno in inglese.
A una mezz'ora dall'arrivo, l'agognato annuncio: scenderemo a Fiumicino. Una ragazza mi chiede, poco prima che l'aereo atterri: siamo a Fiumicino, vero? Non è che sia straniera e che non capisca bene la nostra lingua: è che l'annuncio è stato dato, dal pilota, solo in inglese. Sono tutt'altro che un bieco nazionalista in fatto di lingua, però quando è troppo è troppo: siamo in Italia o in una colonia dell'ex-impero britannico? Chiedere un annuncio bilingue è chiedere troppo?
All'una e mezza atterriamo. La persona che mi doveva venire a prendere è già lì: era stata a Ciampino, aveva letto del dirottamento, e con l'auto aveva raggiunto Fiumicino. Un ultimo sguardo, dal mezzo in partenza, agli altri passeggeri che si affacciano via via in strada; ne avrei portati volentieri un paio con me, ma l'auto che mi conduce via è una due posti. Degli autobus, ancora, nessuna traccia. Speriamo almeno che arrivino presto, e che questa notte da incubo abbia fine anche per i miei sventurati compagni di viaggio di un maledetto volo da Cagliari a Roma. massimo arcangeli
*Preside facoltà di Lingue
università di Cagliari
 
Mercoledì 03 marzo 2010
Cagliari, 25 febbraio, partenza per Roma Ciampino con il volo Ryanair (FR 4801) delle 21.10. Solita routine, solite regole: check in fatto preventivamente on-line (altrimenti non si sale a bordo), documento alla mano che deve coincidere con quello dichiarato sul foglio d'imbarco, un solo bagaglio. Soliti anche gli scenari che i viaggiatori più cinici e smaliziati, un po' sadicamente (diciamocelo), amano immaginarsi. Quelli che tentano invano di comprimere il contenuto della propria valigia per farci entrare quel che non possono portare con sé. Quelli che, ignari dei tranelli del low cost più gettonato d'Europa, si lamentano del supplemento che hanno dovuto pagare e intanto s'inalberano, meschini: non voleranno più con la compagnia irlandese, dicono, epperò sono lì. Quelli che, come me, pensano ormai di essere inattaccabili su tutti i fronti: Ryanair non mi fregherà mai.
E invece. Al gate d'imbarco la prima, sgradita sorpresa: il volo ha un ritardo di quasi tre ore. Partenza prevista: ore 23.55. Pazienza. Con quattro chiacchiere e un po' di lavoro da smaltire il tempo passerà. Alle 23 circa, casualmente, intercetto un breve dialogo fra un passeggero, anche lui in partenza per la capitale, e il caposcalo (dichiarerà lui stesso di farne mansioni): la mia destinazione potrebbe essere l'aeroporto di Fiumicino anziché Ciampino. Stavolta, a inalberarmi, sono io: chiedo spiegazioni, domando perché la notizia non venga diffusa alle decine di passeggeri in attesa, minaccio di denunciare l'accaduto il giorno dopo, chiedo di parlare con il caposcalo o un responsabile. Il caposcalo è lui, gentile ma fermo: non si può sapere se sbarcheremo a Fiumicino o a Ciampino. Bisogna pazientare. Mi aspetto almeno un annuncio ufficiale: niente, nemmeno quello.
Il tempo, intanto, passa. Quasi allo scoccare della mezzanotte chiedo ancora al caposcalo se ci sono novità: una persona mi attende a Ciampino, vorrei almeno poterle dire che arriverò invece a Fiumicino (soluzione probabilissima, data l'ora tarda). Niente. Fiumicino o Ciampino? Non si sa. Il caposcalo mi dice che si sta attendendo un'eventuale (fantomatica?) autorizzazione per un'estensione dell'orario di chiusura del piccolo aeroporto dell'urbe; sono quasi sicuro, da uomo di mondo aeroportuale - il Clooney protagonista di Sulle nuvole , bel film di Jason Reitman, mi fa un baffo; salgo ormai sugli aerei come fossero autobus: peccato non sia prevista una comoda tessera - che una concessione del genere difficilmente ci sarà. La conferma giunge qualche minuto dopo: sembra che a Ciampino compaia già l'avviso di dirottamento a Fiumicino del nostro aereo. Non mi rimane che mettermi in fila e attendere. Chiederò al personale della compagnia. Intanto il display sul gate d'imbarco segna la mezzanotte come ora di partenza; peccato che si sia già fatta mezzanotte e un quarto. È il mio turno. Chiedo, amleticamente: Ciampino o Fiumicino? Per l'ennesima volta: non si sa. Ce lo dirà (forse) il comandante.
Sull'aereo. È quasi mezzanotte e mezza, fra qualche minuto partiremo. Chiedo al capocabina, stavolta con un tono alterato, dove mai scenderemo; è mio diritto, e degli altri passeggeri, saperlo. Mi risponde, infastidito, che sto parlando a titolo personale (dietro di me, sentita la risposta, molti bofonchiano); saprete dove scenderete quando sarete scesi, la gentile aggiunta. Stavolta mi accendo: pretendo che si chieda al comandante. Va e torna: non si sa (guarda un po'), la decisione spetta all'aeroporto di Fiumicino. Tranquilli, comunque: fosse pure Fiumicino il luogo d'arrivo, ci saranno comodissimi e gratuitissimi pullman a portarci a Ciampino; a parlare sempre il capocabina, in un italiano sconnesso che non auguro a nessuno dei miei studenti. Irlandese? Macché, italianissimo. Ma non la fanno una prova in lingua, quelli della Ryanair, al personale in volo da assumere? Dimenticavo, sono irlandesi: gliela faranno in inglese.
A una mezz'ora dall'arrivo, l'agognato annuncio: scenderemo a Fiumicino. Una ragazza mi chiede, poco prima che l'aereo atterri: siamo a Fiumicino, vero? Non è che sia straniera e che non capisca bene la nostra lingua: è che l'annuncio è stato dato, dal pilota, solo in inglese. Sono tutt'altro che un bieco nazionalista in fatto di lingua, però quando è troppo è troppo: siamo in Italia o in una colonia dell'ex-impero britannico? Chiedere un annuncio bilingue è chiedere troppo?
All'una e mezza atterriamo. La persona che mi doveva venire a prendere è già lì: era stata a Ciampino, aveva letto del dirottamento, e con l'auto aveva raggiunto Fiumicino. Un ultimo sguardo, dal mezzo in partenza, agli altri passeggeri che si affacciano via via in strada; ne avrei portati volentieri un paio con me, ma l'auto che mi conduce via è una due posti. Degli autobus, ancora, nessuna traccia. Speriamo almeno che arrivino presto, e che questa notte da incubo abbia fine anche per i miei sventurati compagni di viaggio di un maledetto volo da Cagliari a Roma. massimo arcangeli
*Preside facoltà di Lingue
università di Cagliari


Dove hai trovato questa lettera a dir poRco fantomatica con l'aeroporto dell'Urbe (Ehm Urbe is another airport mister!)..
 
Dove hai trovato questa lettera a dir poRco fantomatica con l'aeroporto dell'Urbe (Ehm Urbe is another airport mister!)..

non so se sia proprio fantomatica, quello che è descritto nella lettera accade e purtroppo non raramente,ha messo la firma, e non credo desideri sputtanarsi per poco. Poi, non tutti sono esperti come noi di aereoporti.
 
chissà perchè, questa storia del "casotto" degli annunci...avviene sempre solo e soltanto con Ryanair :)
Qui un altro che si lamenta del fatto che non gli venga fatto uno italiano. Altri che si lamentino che ne facciamo troppi. Ecco un'altra di quelle cose che dovremmo "limare" ritornando all'altro topic.....perchè è incredibile quanto un simpatico preside che non ha nient'altro da fare possa sparare a 0 su gente che fa il proprio lavoro. Ancora un caso, per la serie "Ryanair fornisce l'assist, e sti co**** accusano"
Queste cose succedono anche in altre compagnie aeree, eppure non si riportano articoli del genere.
Campa cavallo che l'erba cresce.
 

autorizzazione per un'estensione dell'orario di chiusura del piccolo aeroporto dell'urbe; sono quasi sicuro, da uomo di mondo aeroportuale - il Clooney protagonista di Sulle nuvole , bel film di Jason Reitman, mi fa un baffo; salgo ormai sugli aerei come fossero autobus

Ti sembra da prendere sul serio uno che scrive una cosa del genere?:D
 
autorizzazione per un'estensione dell'orario di chiusura del piccolo aeroporto dell'urbe; sono quasi sicuro, da uomo di mondo aeroportuale - il Clooney protagonista di Sulle nuvole , bel film di Jason Reitman, mi fa un baffo; salgo ormai sugli aerei come fossero autobus

Ti sembra da prendere sul serio uno che scrive una cosa del genere?:D

È una lettera/articolo, chiaro che romanzi un po'. C'è anche un po' di autoironia nel racconto, che risulta fastidioso solo nel punto in cui si atteggia da "lei non sa chi sono io, domani scrivo blablabla". Per il resto il racconto mi pare più che attendibile: non gli hanno saputo dire se e dove avrebbero dirottato, pur sapendo benissimo che a CIA c'è la regolamentazione sugli arrivi notturni. Mi preoccuperei più per il fatto che FR, con un ritardo di 2h+, non abbia fornito assistenza ai sensi della carta dei diritti del pax, come da pdf (pag. 13). Oltre le 3h di ritardo ci sarebbe anche la compensazione pecuniaria, e, visto che il pax-linguista non ne parla, mi viene il dubbio che nessuno ne sapesse nulla e nessuno l'abbia richiesta (anche se mi riungerebbe come novità sapere che FR paghi qualcosa).

Formalmente non ha sbagliato nulla: il piccolo aeroporto dell'urbe (=scalo di non grosse dimensioni al servizio della città di Roma) non può che essere Ciampino. Continuo a non capire :(

DaV