Incidente A330 Air France Rio-Parigi 01/06/2009

  • Autore Discussione Autore Discussione Edo75
  • Data d'inizio Data d'inizio

Un camionista che porta 40 tonnellate con rimorchio di notte mentre nevica su strade ghiacciate non ha diritto al massimo delle capacità psicofisiche ? E quindi non ha diritto in ogni caso a un certo tenore di vita, a curare la famiglia , gli interessi, al riposo, alla stabilità del lavoro ?
I tanti incidenti -con tanti morti- causati da camionisti creano morti di serie B ?


Scusate l' o.t.
P.S. non sono un camionista.

Ne hanno ASSOLUTAMENTE diritto, ed infatti non i possono colpare i piloti di avere questi diritti, quanto piuttosto i camionisti che dovrebbero chiederli
Ho avuto questa stessa discussione con un amico che portava pullman turistici e che era "obbligato" a guidare fino a 24h di fila... non sono i piloti ad avere dei privilegi, quanto i camionisti che non hanno diritti...
 
A quanto pare il governo vuole riprendere le ricerche del 330AF quest'inverno:



Plusieurs centaines de personnes se sont réunies samedi lors d'une cérémonie organisée en mémoire des 228 victimes du vol Rio-Paris du 1er juin. Certaines familles brésiliennes portaient des brassards pour dénoncer un «manque de transparence» de l'enquête française.

Cinq mois après le terrible crash inexpliqué du vol AF 447 au-dessus de l'Atlantique, les familles cherchent à faire leur deuil. Samedi, plusieurs centaines de proches des 228 victimes du Rio-Paris du 1er juin ont assisté à une cérémonie du souvenir sobre et émouvante. Cet hommage, auquel ont aussi participé des responsables français et brésiliens et les dirigeants d'Air France, s'est voulu discret, à l'écart de la presse, à la demande des familles. Mais il a aussi été l'occasion pour des familles brésiliennes de manifester leur mécontentement face au «manque de transparence», d'après elles, de l'enquête française.

«Cela a été une cérémonie imposante de dignité et de ferveur pour permettre aux familles de faire leur deuil», a déclaré à la presse le secrétaire d'Etat français à la Coopération Alain Joyandet, à l'issue de l'hommage. «Les familles ont été heureuses d'avoir pu mettre en commun cette douleur terrible», a-t-il ajouté, annonçant «qu'un mémorial érigé en France serait inauguré à la date anniversaire de l'accident», le 1er juin prochain.

La cérémonie s'est déroulée au belvédère Mirante do Leblon qui domine la mer, dans un quartier résidentiel du sud de Rio, en présence de quelque 500 proches des disparus et de plus d'une centaine de membres du personnel d'Air France. Une stèle a été dévoilée, constituée d'un panneau en cristal de plusieurs mètres, sur lequel ont été gravées 228 hirondelles - symbolisant les 228 victimes - qui paraissent s'envoler au-dessus de l'océan. La cérémonie a été simple : un acte œcuménique, une lecture de textes sacrés, des hommages lus par cinq familles, des musiques, une chanson écrite par l'épouse d'une victime. Et un moment très émouvant, selon un participant, quand les noms des 228 victimes ont été égrenés. Dans l'après-midi, les familles devaient embarquer à bord de bateaux et jeter des fleurs dans la baie de Rio.

Une nouvelle campagne de recherches en février

Un porte-parole de l'association brésilienne des victimes, Maarten Van Sluys, a rapporté qu'une soixantaine de proches de Brésiliens portaient un brassard noir «pour manifester silencieusement contre le manque de transparence de l'enquête des autorités françaises». Cette association, qui dit représenter trente-huit des cinquante-huit familles des victimes brésiliennes, a publié une lettre ouverte pour réclamer plus d'informations sur l'enquête, ainsi que le versement d'indemnités supérieures aux 17.000 euros déjà versés par les assurances. A la fin de la cérémonie, Maarten Van Sluys a remis cette lettre au ministre français. «Tout le monde veut la vérité, le gouvernement français veut la vérité, le gouvernement brésilien et les familles aussi qui veulent continuer à faire leur deuil», lui a répondu Alain Joyandet, ajoutant qu'une nouvelle campagne de recherches aurait lieu en février.

fonte: Le Figaro.
 
26 Novembre 2009 - 6:39 am

Onde invisibili, il nuovo scenario delle investigazioni aeronautiche
di Antonio Bordoni

All’indomani della sciagura del volo Air France AF447 Rio-Parigi, a chi ci interrogava sulle possibili cause rispondevamo che invece di parlare di fulmini, saette o turbolenze sarebbe stato opportuno indagare sul fronte di quanto accaduto in tre precedenti incidenti ai computer di bordo, più precisamente agli Air Data Inertial Reference Unit (ADIRU). Il 12 settembre 2006, il 7 ottobre 2008 e il 27 dicembre 2008 questi apparati elettronici avevano creato problemi ad analoghi velivoli Airbus A330 di Qantas.
Il più serio dei tre eventi fu quello occorso il 7 ottobre al velivolo immatricolato VH-QPA in volo fra Singapore e Perth. Con l’A330 livellato a 37.000 piedi, improvvisamente l’autopilota si disconnetteva con contemporanea apparizione sul display di avvisi di varie multiple failure. Ciò avveniva alle 12.40:28 e mentre l’equipaggio cercava di capire cosa stesse accadendo, alle 12.42:27 l’aereo improvvisamente assumeva un angolo in picchiata di 8.4° con perdita di quota di 650 piedi. Dopo aver riportato il velivolo a 37.000 piedi, alle 12.45:08 l’aereo ebbe una seconda picchiata questa volta con un pitch angle di 3.5° e perdita di quota di 400 piedi. Subito dopo l’equipaggio lanciò un messaggio PAN al centro di controllo chiedendo di essere dirottato a Learmonth. Alle 12.54, prendendo atto che a bordo vi erano numerosi passeggeri feriti seriamente, il PAN fu però tramutato in MAYDAY e l’aereo atterrò con la massima priorità a Learmonth alle 13.50.
Il primo rapporto su questo incidente è stato reso noto il 6 marzo 2009, senza pervenire ad alcuna conclusione definitiva. In quella occasione venivano sottolineati due punti. Era stato appurato che subito prima della disconnessione dell’autopilota, l’unità ADIRU-1 aveva iniziato a inviare dati errati (spikes) su vari parametri ai sistemi di comando del velivolo, mentre le altre due ADIRU avevano continuato a funzionare correttamente. Inoltre venne appurato che alcuni spike che riguardavano l’angle of attack non erano stati filtrati dai sistemi di controllo computerizzati e a causa di ciò i computer avevano comandato i movimenti di pitch-down. Altro non era stato possibile scoprire.
Il secondo rapporto preliminare
Pochi giorni fa l’Australian Transport Safety Bureau (ATSB) ha emesso un secondo rapporto preliminare per aggiornare lo stato delle indagini su questo insolito incidente. Con una certa sorpresa abbiamo notato che questa volta il rapporto - oltre a ricordare gli altri due eventi sopra menzionati - includeva anche l’incidente all’A330 Air France il quale, annota l’ATSB, «impattava l’oceano Atlantico ma le cause, mentre le indagini proseguono, rimangono per il momento non determinate». È bene ricordare che quando si redige un rapporto è prassi includervi tutti quegli eventi noti che hanno, o potrebbero avere, analogie con le indagini in corso.
Le novità sull’incidente Qantas riguardano specificatamente le ulteriori indagini condotte sugli apparati elettronici e sulle eventuali radiazioni che avrebbero potuto influire sul loro funzionamento, provenienti sia da fonti radioelettriche esterne ed interne. Sono stati analizzati l’in-flight entertainment system, i sistemi di radiocomunicazione, ed è stato fra l’altro fatto un volo di dieci ore il quale, per circa 120 minuti, ha sorvolato la stazione navale di radiocomunicazioni situata nei pressi di Learmonth. (Qui bisogna aprire una parentesi e ricordare come questa stazione militare e le sue emissioni sono state chiamate in causa - anche da questo autore - quale possibile potenziale fonte di disturbo all’avionica di bordo, soprattutto ricordando il fatto che gli altri due incidenti erano avvenuti nella medesima area.) In merito, il rapporto precisa che «the analysis did not reveal any anomalous results».
Senza voler pretendere di saperne più degli esperti, dobbiamo però annotare che una caratteristica delle trasmissioni militari (e in genere di tutte le cosiddette "utility stations") è la non continuità delle emissioni, nonché la variabilità della potenza con cui vengono irradiate. Questo significa che anche qualora le autorità in questione non fossero a conoscenza del volo, il non aver riscontrato anomalie potrebbe non essere significativo. D’altro canto va anche ricordato che l’area in questione è interessata da centinaia di voli giornalieri e che solo una manciata di voli nell’arco di tre anni ha riportato problemi.
Il rapporto prosegue indicando le approfondite analisi che sono state compiute sugli apparati ADIRU e qui scaturisce una novità rispetto al primo rapporto. Viene cioè indicato che questi apparati sono di frequente interessati ad un malfunzionamento denominato "dozing" a causa del quale l’unità cessa di fornire dati. Tuttavia, annota il rapporto, tenendo conto che l’equipaggio dispone di tre unità generalmente l’anomalia non è tale da causare effetti negativi dal punto di vista delle operazioni.
Ma la novità più consistente è il nuovo capitolo intitolato "Consideration of cosmic and solar radiation effects". Non stupisca l’aggettivo "consistente": non è affatto frequente trovare in un rapporto di investigazione aeronautica un apposito capitolo dedicato alle radiazioni solari e cosmiche. Bisogna innanzi tutto ricordare che vi è una costante corrente di radiazioni solari e di alta energia galattica che interagisce con la parte superiore che avvolge l’atmosfera terrestre. Tale interazione genera una cascata di particelle secondarie, in particolare neutroni, che può avere effetti sui sistemi di avionica di bordo. Di radiazioni solari riferite all’aviazione civile si è sempre parlato, ma in via primaria per collegarle alla salute degli equipaggi e del personale di cabina, senza chiamare in causa la sicurezza del volo.
Il rapporto precisa anche che il Single Event Effect (SEE) prodotto dall’impatto di una singola particella può causare un «serio errore, che si esplica in un danno permanente di un componente il quale non è recuperabile nemmeno risettando la corrente con la funzione OFF/ON». Le indagini su questo specifico fronte vanno avanti, specifica l’ATSB nel rapporto; quello che si cerca di appurare è se sussista un legame tra l’evento SEE e l’avaria dell’ADIRU, una avaria capace di generare gli spikes nei parametri delle unità.
Da queste ipotesi molto caute, la stampa australiana, ripresa semplicisticamente da quella italiana, ha tratto la notizia che i raggi cosmici potrebbero aver causato l’incidente.
Perché studiare le interferenze radio-elettriche?
Ora, tenendo bene a mente che il rapporto ad interim dell’ATSB non arriva ad alcuna causa conclusiva sull’incidente, crediamo non sia fuori luogo sottolineare che da quando l’aereo è guidato da sistemi elettronici, l’aspetto delle interferenze radio-elettriche sull’avionica di bordo è destinato ad assumere una sempre più marcata valenza. Il problema delle interferenze come causa del malfunzionamento degli apparati computerizzati era stato da noi avanzato, ma la stampa generalista ha trascurato l’argomento preferendo titoli di più facile effetto fino ad arrivare all’ipotesi dell’aereo "congelato". In passato le interferenze radio hanno riguardato solo la strumentazione dell’ILS, ma oggi non ci sarebbe da stupirsi se - malgrado le protezioni di cui gli apparati dispongono - producessero effetti indesiderati sui computer di bordo. Pur nella loro invisibilità le onde - siano esse emesse da un semplice apparato portatile di un passeggero (il telefonino!) o provenienti da emittenti militari o di natura cosmica - sono destinate, è il nostro modesto parere, ad assumere un ruolo di spicco nel campo della safety dell’aviazione civile.
Crediamo che questo possa essere il rovescio della medaglia che l’industria aeronautica paga nel mettere in linea velivoli costruiti e condotti con tecnologie innovative. La storia degli incidenti ai De Havilland Comet al tempo del passaggio dell’aviazione civile dall’elica crediamo sia nota a tutti. Questo non è naturalmente una forma di nostalgia per l’aereo meccanico. Più semplicemente si tratta di ricordare un passaggio quasi obbligato, con cui l’uomo si è sempre dovuto confrontare nel suo progredire. Se poi un giorno l’ATSB ci dirà di aver scoperto i motivi per cui i computer di bordo vanno in tilt e che le radiazioni di qualsiasi genere non c’entrano un bel nulla, di certo saremo i primi a rallegrarcene. Per il momento è importante che vengano prese nella giusta considerazione.

http://www.dedalonews.it/it/index.p...o-scenario-delle-investigazioni-aeronautiche/
 
26 Novembre 2009 - 6:39 am

Onde invisibili, il nuovo scenario delle investigazioni aeronautiche
di Antonio Bordoni

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Ci sono interi gruppi di ricerca che lavorano sul tema dei SEE inclusi quelli delle aziende che disegnano elettronica per l'aeronautica e lo spazio (quest'ultimo é ancora piu' esposto). Ogni nuova generazione di componenti viene testata proprio per questo prima di venir certificata per uso aeronautico. La fisica dietro questi effetti é nota e modelli esistono per simulare gli effetti su circuiti complessi. Niente di nuovo, per gli amanti del genere posso fornire vasta bibliografia (i proceedings di conferenze si trovano facilmente sul web).
Il problema resta un problema di software: come viene gestito un evento di questo tipo (che é inevitabile) ed é lo stesso problema di come gestire un guasto meccanico. Tra l'altro la probabilità che tutti i circuiti ridondanti di una funzione subiscano degli SEE contemporanei é molto piu' bassa di quella di avere, per esempio, tutti i tubi di pitot fuori uso.
Diverso il discorso sulle interferenze elettromagnetiche provenienti da apparati a terra o di bordo, ma in questo caso parliamo di fenomeni che sono ripetibili e continui, non improvvisi e casuali. Di nuovo la ridondanza e la logica di controllo software sono piu' al centro della questione che l'interferenza stessa che si sa bene come controllare con schermature e disaccoppiatori.

Ciao

Carlo
 
Ci sono interi gruppi di ricerca che lavorano sul tema dei SEE inclusi quelli delle aziende che disegnano elettronica per l'aeronautica e lo spazio (quest'ultimo é ancora piu' esposto). Ogni nuova generazione di componenti viene testata proprio per questo prima di venir certificata per uso aeronautico. La fisica dietro questi effetti é nota e modelli esistono per simulare gli effetti su circuiti complessi. Niente di nuovo, per gli amanti del genere posso fornire vasta bibliografia (i proceedings di conferenze si trovano facilmente sul web).
Il problema resta un problema di software: come viene gestito un evento di questo tipo (che é inevitabile) ed é lo stesso problema di come gestire un guasto meccanico. Tra l'altro la probabilità che tutti i circuiti ridondanti di una funzione subiscano degli SEE contemporanei é molto piu' bassa di quella di avere, per esempio, tutti i tubi di pitot fuori uso.
Diverso il discorso sulle interferenze elettromagnetiche provenienti da apparati a terra o di bordo, ma in questo caso parliamo di fenomeni che sono ripetibili e continui, non improvvisi e casuali. Di nuovo la ridondanza e la logica di controllo software sono piu' al centro della questione che l'interferenza stessa che si sa bene come controllare con schermature e disaccoppiatori.

Ciao

Carlo

Appunto:come gestire eventi simili?Esiste qualcosa in merito o si tratta ancora di studi?
 
un po mi spaventa questa cosa.non voglio dire che gli airbus sono fallimenti,però questi episodi sono gravi (rarissimi) però accadono.Forse il fatto di aver scelto moooolta più elettronica rispetto a boeing si sta rilevando penalizzante.anche perchè dagli incidenti si evince che nonostante siano più di uno i sistemi computerizzati (dicono tre) possono addirittura andare in "tilt" tutti e tre.io sono un ignorante,non è un flame,è solo un pensiero serio,è preoccupante che l' A330 abbia questo problema.
 
un po mi spaventa questa cosa.non voglio dire che gli airbus sono fallimenti,però questi episodi sono gravi (rarissimi) però accadono.Forse il fatto di aver scelto moooolta più elettronica rispetto a boeing si sta rilevando penalizzante.anche perchè dagli incidenti si evince che nonostante siano più di uno i sistemi computerizzati (dicono tre) possono addirittura andare in "tilt" tutti e tre.io sono un ignorante,non è un flame,è solo un pensiero serio,è preoccupante che l' A330 abbia questo problema.

Non vorrei sbagliarmi, abbiamo un esperto forumista di Tolosa che potrebbe aiutarci, ma da quello che mi ricordo non vedo tutto questo maggiore utilizzo di elettronica, la diversità di Airbus è che i comandi dell'aereo sono di tipo elettrico fly-by-wire (joystick), e non come Boeing di tipo meccanico (cloche); tra l'altro nel caso degli incidenti non è colpa di questo sistema
 
piccolo appunto... Cloche non è sempre uguale a meccanico... ci sono aerei con Cloche che hanno il Fly by wire...

il 777 per esempio

Grazie a tutti e due per le info, non lo sapevo proprio:o

Quindi questa greande differenza di elettronica non esiste proprio, neanche nei comandi.
Una domanda ma anche il 737 è Fly by wire:dubbio: Da quello che ho sentito no, ma potrei sbagliarmi
 
Non vorrei sbagliarmi, abbiamo un esperto forumista di Tolosa che potrebbe aiutarci, ma da quello che mi ricordo non vedo tutto questo maggiore utilizzo di elettronica, la diversità di Airbus è che i comandi dell'aereo sono di tipo elettrico fly-by-wire (joystick), e non come Boeing di tipo meccanico (cloche); tra l'altro nel caso degli incidenti non è colpa di questo sistema

Non riesco a capire questo accanimento con il fly-by-wire che é l'ultimo dei problemi visto che si riferisce solo a come sono trasmesse le informazioni alle superfici di controllo e che a mia conoscenza non ha mai posto il minimo problema ad aerei civili.
Il problema vero é quello della raccolta delle informazioni, il modo di trasmetterle ai piloti e la programmazione degli automatismi (autopilota, etc). E in questo, a quel poco che ne so, non é che ci siano molte differenze tra i vari fabbricanti di aerei.
La probabilità di guasti si tratta sempre con la ridondanza e l'indipendenza dei sensori, dei canali di trasmissione e dei calcolatori di bordo. Eventi tipo SEE o interferenze o perdita meccanica di un sensore sono compensate dal fatto che ce ne sono altri che restano funzionanti e che la probabilità che siano tutti fuori uso é cosi' bassa da essere accettabile.
Altro é essere sicuri che la logica di programmazione del calcolatore di bordo sappia interpretare correttamente le anomalie e scegliere l'azione adeguata, o che sappia fornire le buone informazioni ai piloti. E di nuovo, come dimostra l'incidente di Turkish Airlines a Amsterdam, non c'entra niente la quantità di elettronica a bordo.
Certo che l'opinione del forumista di Tolosa sarebbe interessante

Carlo
 
Credo che in realtà nessuno conoscerà mai con sicurezza le cause della tragedia. Immagino che gli esperti abbiano forti sospetti, ma non certezze.