Impronte digitalizzate, lettori ottici, niente file al controllo passaporti
Si parte a Roissy-Charles de Gaulle. Basterà iscriversi al servizio ed essere cittadini Ue
A Parigi la frontiera self-service
così nasce lo scalo del futuro
Per i poliziotti, il sistema è sicuro al 99,97 per cento
PARIGI - Il nome non seduce, anzi sembra fatto per fungere da repellente: "Parafes". E a un italiano che ha nozioni maccheroniche del francese può perfino sembrare un qui pro quo, quasi una parolaccia. In realtà, "Parafes" è solo una delle migliaia di sigle molto amate dall'amministrazione transalpina: e cioè "passaggio automatizzato rapido alle frontiere esterne di Schengen". Che tradotto vuol dire, passare i controlli di polizia solo grazie a un dito o meglio a un'impronta digitale. Dal 16 novembre, l'aeroporto parigino di Roissy-Charles de Gaulle comincerà a introdurre i macchinari necessari a evitare il "controllo umano" dei passaporti. Anziché nel mondo di Orwell i viaggiatori entreranno in quello delle schedature digitali, sia pur su base volontaria.
I francesi non sono i primi a lanciarsi nell'avventura. Sistemi simili sono già sperimentati in Portogallo, Gran Bretagna, Olanda e Germania. Il fine è semplice: rendere più veloce il passaggio delle frontiere, farlo passare "da tre-quattro minuti a pochi secondi", come ha detto il ministro dell'Immigrazione, Eric Besson. E ridurre così i poliziotti di guardia o perlomeno snellire la gestione dei loro orari.
Il nuovo sistema funziona in maniera semplice. E' riservato ai maggiorenni, cittadini dell'Unione europea, dello spazio economico europeo e della Confederazione elvetica. I quali dovranno compiere prima di tutto un atto volontario e preliminare: presentarsi in un ufficio della polizia di frontiera all'aeroporto e iscriversi al servizio. Dovranno presentare un passaporto a lettura ottica, fornire i dati del loro stato civile e lasciare le impronte digitali elettroniche di otto dita. La formalità sarà sbrigata rapidamente, dicono i poliziotti, e l'iscrizione sarà valida per cinque anni e registrata su uno schedario informatico nazionale.
Concretamente, il passeggero iscritto potrà varcare la frontiera passando attraverso un portellone automatico. In pratica, una doppia porta vetrata, simile a quella che dobbiamo superare per entrare in una banca. Per ottenere l'apertura della prima porta, il viaggiatore dovrà appoggiare un passaporto su un lettore ottico. La macchina, appena riconosciuta la validità del documento, aprirà il primo battente. Il passeggero entra, la prima porta si richiude. A questo punto, bisognerà inserire un dito in un altro lettore ottico, che verificherà l'impronta digitale e la sua corrispondenza con il passaporto controllato qualche secondo prima. La seconda porta si aprirà, il passeggero sarà così uscito dal paese. Il sistema, secondo i poliziotti, è sicuro al 99,97 per cento. Sei porte automatizzate saranno aperte il 16 novembre, altre ventuno saranno installate negli aeroporti parigini nel prossimo biennio, per poi essere esteso al resto del paese.
http://www.repubblica.it/2009/10/se...gi-aeroporto/parigi-aeroporto.html?ref=hpspr1
Si parte a Roissy-Charles de Gaulle. Basterà iscriversi al servizio ed essere cittadini Ue
A Parigi la frontiera self-service
così nasce lo scalo del futuro
Per i poliziotti, il sistema è sicuro al 99,97 per cento
PARIGI - Il nome non seduce, anzi sembra fatto per fungere da repellente: "Parafes". E a un italiano che ha nozioni maccheroniche del francese può perfino sembrare un qui pro quo, quasi una parolaccia. In realtà, "Parafes" è solo una delle migliaia di sigle molto amate dall'amministrazione transalpina: e cioè "passaggio automatizzato rapido alle frontiere esterne di Schengen". Che tradotto vuol dire, passare i controlli di polizia solo grazie a un dito o meglio a un'impronta digitale. Dal 16 novembre, l'aeroporto parigino di Roissy-Charles de Gaulle comincerà a introdurre i macchinari necessari a evitare il "controllo umano" dei passaporti. Anziché nel mondo di Orwell i viaggiatori entreranno in quello delle schedature digitali, sia pur su base volontaria.
I francesi non sono i primi a lanciarsi nell'avventura. Sistemi simili sono già sperimentati in Portogallo, Gran Bretagna, Olanda e Germania. Il fine è semplice: rendere più veloce il passaggio delle frontiere, farlo passare "da tre-quattro minuti a pochi secondi", come ha detto il ministro dell'Immigrazione, Eric Besson. E ridurre così i poliziotti di guardia o perlomeno snellire la gestione dei loro orari.
Il nuovo sistema funziona in maniera semplice. E' riservato ai maggiorenni, cittadini dell'Unione europea, dello spazio economico europeo e della Confederazione elvetica. I quali dovranno compiere prima di tutto un atto volontario e preliminare: presentarsi in un ufficio della polizia di frontiera all'aeroporto e iscriversi al servizio. Dovranno presentare un passaporto a lettura ottica, fornire i dati del loro stato civile e lasciare le impronte digitali elettroniche di otto dita. La formalità sarà sbrigata rapidamente, dicono i poliziotti, e l'iscrizione sarà valida per cinque anni e registrata su uno schedario informatico nazionale.
Concretamente, il passeggero iscritto potrà varcare la frontiera passando attraverso un portellone automatico. In pratica, una doppia porta vetrata, simile a quella che dobbiamo superare per entrare in una banca. Per ottenere l'apertura della prima porta, il viaggiatore dovrà appoggiare un passaporto su un lettore ottico. La macchina, appena riconosciuta la validità del documento, aprirà il primo battente. Il passeggero entra, la prima porta si richiude. A questo punto, bisognerà inserire un dito in un altro lettore ottico, che verificherà l'impronta digitale e la sua corrispondenza con il passaporto controllato qualche secondo prima. La seconda porta si aprirà, il passeggero sarà così uscito dal paese. Il sistema, secondo i poliziotti, è sicuro al 99,97 per cento. Sei porte automatizzate saranno aperte il 16 novembre, altre ventuno saranno installate negli aeroporti parigini nel prossimo biennio, per poi essere esteso al resto del paese.
http://www.repubblica.it/2009/10/se...gi-aeroporto/parigi-aeroporto.html?ref=hpspr1