ALITALIA La nuova compagnia continua a perdere quota
Il trasporto aereo ha vissuto e sta vivendo uno dei periodi più difficili di sempre; i primi mesi dell’anno sono stati complicati sia per le compagnie aeree che per gli scali aeroportuali. Questi ultimi, nella quasi totalità, hanno visto contrazioni di traffico molto accentuate con riduzioni molto spesso vicine al 15% rispetto all’anno precedente.
La situazione europea ha visto le difficoltà maggiori in Spagna, dove il settore ha sentito maggiormente della contrazione del turismo legata alla crisi in atto con una diminuzione di quasi 20 punti percentuali. In Italia, così come in Gran Bretagna, la caduta del traffico è stata superiore al 10% nel primo trimestre.
Bisogna riscontrare che a partire dal mese di aprile, anche a causa della Pasqua posticipata, la crisi ha allentato la presa e i dati potrebbero indicare che “il peggio è passato”. Certo due mesi non sono indicativi e la caduta del traffico potrebbe riprendere nel momento in cui la crisi dovesse nuovamente fare sentire tutti i suoi effetti, ma è importante segnalare i dati positivi. La Spagna nel mese di maggio ha continuato la propria caduta con una contrazione del 12% del numero di passeggeri, mentre l’Italia, dopo un recupero nel mese di aprile (+1,5%), ha visto una contrazione a maggio di “solo” il 3,9%:
In questa situazione certamente ha influito l’andamento della compagnia di bandiera. A partire dall’aprile 2008, la vecchia Alitalia aveva attuato il “Piano Prato” e dunque da quel mese era stata attuata una razionalizzazione delle rotte e conseguentemente una diminuzione del numero di passeggeri. Dal gennaio scorso inoltre, con la fusione tra Alitalia e Airone, è nata la nuova Alitalia e questa nuova compagnia ha ulteriormente razionalizzato i voli, per potere riprendere la propria attività. L’Italia sconta dunque la ripartenza di Alitalia e i dati italiani devono essere analizzati insieme a quelli dell’ex compagnia di bandiera.
Sul Corriere Economia di lunedì 15 Giugno, in un articolo di Antonella Baccaro, sono riportati i dati circa i passeggeri della nuova Alitalia. Nel complesso nei primi 5 mesi del 2009, la nuova Alitalia ha trasportato 8,44 milioni di passeggeri, vale a dire 2,7 milioni di passeggeri in meno rispetto alla somma dei passeggeri Alitalia e Airone dello stesso periodo del 2008.
Nel complesso il mercato italiano ha perso 3,5 milioni di passeggeri dall’inizio dell’anno e questo significa che senza la ripartenza di Alitalia, la caduta del traffico italiano sarebbe stata contenuta a circa 800 mila passeggeri, su un totale di circa 38 milioni, pari a poco più del 2%. La crisi italiana del trasporto aereo, depurata dall’effetto Alitalia, in realtà sarebbe dunque molto più contenuta rispetto a tutti i paesi europei. Il mercato del trasporto aereo italiano rimane dunque vivace, come dimostrano gli investimenti di Lufthansa Italia ed Easyjet su Milano Malpensa e quelli di Ryanair su diversi scali italiani.
La quota di mercato della nuova Alitalia è pari 22,3% nei primi 5 mesi, in diminuzione rispetto a quella aggregata di Alitalia e Airone nello stesso periodo del 2008, che era pari al 27,1%. Certamente il momento di ripartenza della nuova Alitalia è stato il peggiore e si stima che alla fine dell’anno la compagnia possa trasportare circa 22,5 milioni di passeggeri, anche nel momento in cui il load factor dovesse salire a circa il 60% nei prossimi mesi.
Il Piano Fenice prevedeva di arrivare a 28 milioni di passeggeri il primo anno questa differenza potrebbe comportare diverse problematiche finanziarie, se oltretutto come affermato responsabile marketing e strategie di Alitalia, il prezzo medio del biglietto è inferiore a quello preventivato.
Il riposizionamento della nuova Alitalia si è fatto sentire pesantemente a Malpensa nel primo trimestre, ma a partire dal mese di aprile, lo scalo varesino ha visto un recupero del numero di passeggeri. Infatti, dopo il recupero di aprile (+7,9%), l’aeroporto ha continuato ad aumentare il numero di passeggeri anche nel mese di maggio, andando in controtendenza rispetto all’andamento generale del mercato italiano, con un aumento del 2,3%.
Questa crescita è da imputarsi prevalentemente ad Easyjet, ormai il primo operatore sullo scalo, e Lufthansa Italia. Questi due vettori, alla fine dell’anno, trasporteranno probabilmente da Malpensa circa 5 e 1,7 milioni di passeggeri rispettivamente, diventando i primi due operatori nell’aeroporto varesino. Alitalia ha deciso di focalizzare i propri interessi su Roma Fiumicino e questa è una scelta industriale che dovrà essere il mercato a giudicare giusta o sbagliata; certamente la compagnia non poteva continuare ad avere una struttura di doppio hub, che per troppi anni ha provocato enormi perdite. Questa struttura inefficiente era da imputarsi ad una gestione politica della compagnia aerea; era infatti proprio la politica che influenzava i manager dell’azienda pubblica che non sceglievano mai tra Roma e Milano, provocando di fatto un errore strategico.
Ora la separazione tra politica e azienda è iniziata con la privatizzazione, ma dovrebbe essere conclusa con delle regole uguali per tutti gli operatori. Questo significa eliminare il monopolio delle rotte domestiche che la nuova Alitalia mantiene grazie alla legge 166 del 2008 che è stata votata proprio dalla politica.
Gli ultimi dati di Malpensa evidenziano che rivolgendosi al mercato è possibile sviluppare il trasporto aereo. Certo l’azione politica dovrebbe essere molto più incisiva sulla liberalizzazione degli slot, con l’introduzione di un mercato di questi diritti e con una continuazione nell’azione di rinegoziazione degli accordi bilaterali, per sviluppare il trasporto aereo intercontinentale.
Se la nuova Alitalia avrà successo, questo dovrà essere legato a una buona gestione aziendale e non alla posizione dominante che gode sul mercato interno. La politica deve tornare a essere arbitro imparziale, ricordandosi una volta per tutte di evitare la gestione dell’aziende e liberalizzando il mercato.
fonte:
http://www.ilsussidiario.net - Economia & Finanza.