CAGLIARI. Lo scalo di Cagliari-Elmas diventerà famoso per la sofisticata tecnologia inserita negli strati di ricostruzione della vecchia pista che, domani, tornerà a essere teatro di partenze e arrivi dopo due anni di lavori, finiti al momento giusto per non rovinare il record di Enac, ente nazionale aviazione civile ormai «virtuoso» col suo 90 per cento di opere chiuse entro i termini Ue. Ieri l’inaugurazione della pista e un suggerimento: lavorate per diventare scalo sovraregionale (magari comunitario), Cagliari deve crescere. Gli altri scali dell’isola: da valorizzare, ma sulla vocazione turismo e low cost. L’aeroporto comunitario supera i cinque milioni di passeggeri l’anno: un traguardo ancora lontano per Cagliari-Elmas, ma non impossibile perché l’aerostazione, oggi troppo grande, è stata progettata per quei numeri e, da domani, la pista che funzionerà notte e giorno, faccia bello o cali la nebbia, potrà ricevere aerei di dimensioni finora mai viste. Ma per mettersi in competizione «come anche l’Europa chiede», all’aeroporto manca qualcos’altro: le piazzole di sosta. Lo ricordava ieri Vincenzo Mareddu presidente di Sogaer alla cerimonia di inaugurazione, presenti il governatore Cappellacci e la presidente del consiglio regionale Lombardo, tenuta nella saletta business dell’aerostazione dopo il minuto di silenzio in segno di partecipazione alla tragedia vissuta in queste ore dalla popolazione abruzzese. Dunque Mareddu ha detto che «col rifacimento della pista sono quasi completate le infrastrutture. La pista potrà ricevere aerei molto più grossi, capaci di accompagnare la crescita a due numeri dei traffici avvenuta nel 2008. La pista sussidiaria è nuova, quella principale adesso è nuova, ma all’aeroporto resta una carenza strutturale: il sedime aeroportuale è scarso, le attuali 16 piazzole per l’aviazione generale e commerciale sono insufficienti. L’aeroporto ha bisogno di terreni per ampliare le aree di sosta, altrimenti sarà impossibile ospitare altri aerei e, quindi, crescere. Alla Regione ricordo che ci sono ulteriori fondi Fas disponibili da utilizzare in sinergia con la società di gestione: l’80 per cento dei fondi per la nuova pista (23 milioni di euro), arrivano dall’Unione europea». Claudia Lombardo presidente del consiglio regionale ha ricordato che «i sardi ancora oggi rivendicano una politica tariffaria più favorevole perché la continuità divenga effettiva e ci consenta una maggiore mobilità in Italia e in Europa» e che «nelle politiche future di rilancio di tutte le attività produttive, l’aeroporto di Cagliari ha un valore strategico». Ugo Cappellacci: «Sono felice di essere qui dove si è lavorato per due anni senza causare disagi ai passeggeri: è il modo giusto di procedere. Questa muova infrastruttura è precondizione di sviluppo: siamo in una congiuntura difficile, bisogna lavorare per l’emergenza, ma non si deve perdere di vista la programmazione per il futuro e un’infrastruttura come questa guarda al futuro». A proposito di futuro, Vito Riggio, presidente di Enac: «Oggi bisogna continuare a fare investimenti per essere pronti con le infrastrutture fra un anno quando la crisi si avvierà verso la fine. Noi di Enac siamo pronti per stipulare un’intesa con la Sardegna che poi confluirà nell’accordo quadro Stato-Regione e permettere così a questa pista fra le più moderne di far aumentare il traffico aereo. Per questo bisogna fare i piazzali: noi abbiamo una parte dei fondi necessari». L’aeroporto di Cagliari può avere buon gioco nella «necessaria riorganizzazione del sistema aeroportuale italiano». L’Unione europea (spiegava Riggio) chiede aeroporti sopra i 5 milioni di passeggeri: naturalmente «di questi ce ne può essere uno, gli altri si devono specializzare. E’ stato calcolato che da qui all’anno prossimo 34, 35 compagnie aeree falliranno con perdite di 5 miliardi di euro: la crescita degli scali deve essere studiata attentamente». La Sardegna forse può ambire a un aeroporto di grandi dimensioni se si apre al mondo, per cominciare al Mediterraneo: «Cagliari è uno scalo che deve crescere, Alghero e Olbia devono essere valorizzati ma - diceva Riggio in margine all’inaugurazione - la loro vocazione è turistica e low cost». La partita europea, insomma, la Sardegna ha speranza di giocarla con Cagliari-Elmas. Tre scali nell’isola bastano: «Senza ferrovie, bisogna fare strade per collegarli, non moltiplicare quelli che ci sono». Infine, sui costi. «Attenti a non scendere sotto una certa soglia - ammoniva Riggio - l’Italia è a zero incidenti per sei milioni di passeggeri: a questi numeri deve restare. Se si pretende di scendere troppo con le tariffe le compagnie finiscono per trascurare aspetti come la sicurezza».
(La Nuova Sardegna)
(La Nuova Sardegna)