AEA chiede a Bruxelles di congelare gli slot per ridurre la capacità
Sospendere la regola che impone la rinuncia e successiva riassegnazione degli slot non utilizzati. È questo il provvedimento che l’AEA, l’associazione delle compagnie aeree europee, ha chiesto all’Unione Europea per fronteggiare la crisi di traffico e tagliare la capacità offerta senza perdere la possibilità di una successiva ripresa sugli scali più appetibili come Londra Heathrow, Parigi Charles De Gaulle o Milano Linate.
Le attuali regole prevedono l’obbligo di utilizzare almeno l’80% degli slot assegnati e la riassegnazione - in base a criteri trasparenti ed imparziali - di quelli non utilizzati. In tempi normali, la regola è facile da rispettare e tende allo sfruttamento più efficiente di una risorsa preziosa. In tempi di crisi, con i dati IATA che sanciscono il crollo verticale del traffico, la normativa costringe a effettuare più voli, con costi operativi maggiori e riempimenti minori. Sospenderla, sostiene AEA, agevolerebbe le razionalizzazioni richieste dal difficile momento e potrebbe persino salvare qualche vettore.
Dietro la richiesta fatta a Bruxelles, riferita dall’agenzia Reuters, si intravede la gravità di una crisi economica che si continua ad analizzare a colpi di aggiustamenti successivi. Ma si intravede anche il desiderio di non rimescolare le carte. Un po’ come - ci si passi il paragone - quando in Formula 1 scende in pista la "safety car" in attesa che venga rimossa un’auto incidentata. Se la regola dell’80/20 restasse in vigore sugli aeroporti più ricchi di traffico i vettori dominanti - tradizionalmente i "padroni di casa" - potrebbero veder approdare nuovi concorrenti, magari low cost che oggi operano da scali secondari facendo di necessità virtù. A questo si aggiunga che, prima della crisi, gli slot su alcuni aeroporti sono stati anche trasferiti a titolo oneroso, come fece Alitalia a fine 2007 a Londra. Con la perdita degli slot si annullerebbero anche le eventuali patrimonializzazioni degli slot, magari in termini di avviamento commerciale delle rotte. E anche questo inciderebbe sulla capacità competitiva delle compagnie nel momento più aspro.
Due considerazioni si impongono già ora. La prima è che la richiesta non è troppo diversa, nella sostanza, dalla temporanea sospensione di certe norme sulla concorrenza introdotta in questo Paese nell’ambito della soluzione della crisi Alitalia. La seconda è che - chiedendo la discesa in pista della "safety car" - oggi persino i paladini della concorrenza chiedono di essere protetti dalle sue conseguenze estreme. Parafrasando il celebre Comma 22 si potrebbe dire che "Chi è pazzo può chiedere di essere esonerato dalle regole della concorrenza, ma chi chiede di essere esonerato non è pazzo". È difficile prevedere quale sarà la decisione di Bruxelles. Dedalonews
Speriamo che la UE dica no altrimenti si congelerà di fatto la situazione di aeroporti come LIN, MXP o FCO, impedendo a chi vuole aprire nuove rotte di poterlo fare.
Sospendere la regola che impone la rinuncia e successiva riassegnazione degli slot non utilizzati. È questo il provvedimento che l’AEA, l’associazione delle compagnie aeree europee, ha chiesto all’Unione Europea per fronteggiare la crisi di traffico e tagliare la capacità offerta senza perdere la possibilità di una successiva ripresa sugli scali più appetibili come Londra Heathrow, Parigi Charles De Gaulle o Milano Linate.
Le attuali regole prevedono l’obbligo di utilizzare almeno l’80% degli slot assegnati e la riassegnazione - in base a criteri trasparenti ed imparziali - di quelli non utilizzati. In tempi normali, la regola è facile da rispettare e tende allo sfruttamento più efficiente di una risorsa preziosa. In tempi di crisi, con i dati IATA che sanciscono il crollo verticale del traffico, la normativa costringe a effettuare più voli, con costi operativi maggiori e riempimenti minori. Sospenderla, sostiene AEA, agevolerebbe le razionalizzazioni richieste dal difficile momento e potrebbe persino salvare qualche vettore.
Dietro la richiesta fatta a Bruxelles, riferita dall’agenzia Reuters, si intravede la gravità di una crisi economica che si continua ad analizzare a colpi di aggiustamenti successivi. Ma si intravede anche il desiderio di non rimescolare le carte. Un po’ come - ci si passi il paragone - quando in Formula 1 scende in pista la "safety car" in attesa che venga rimossa un’auto incidentata. Se la regola dell’80/20 restasse in vigore sugli aeroporti più ricchi di traffico i vettori dominanti - tradizionalmente i "padroni di casa" - potrebbero veder approdare nuovi concorrenti, magari low cost che oggi operano da scali secondari facendo di necessità virtù. A questo si aggiunga che, prima della crisi, gli slot su alcuni aeroporti sono stati anche trasferiti a titolo oneroso, come fece Alitalia a fine 2007 a Londra. Con la perdita degli slot si annullerebbero anche le eventuali patrimonializzazioni degli slot, magari in termini di avviamento commerciale delle rotte. E anche questo inciderebbe sulla capacità competitiva delle compagnie nel momento più aspro.
Due considerazioni si impongono già ora. La prima è che la richiesta non è troppo diversa, nella sostanza, dalla temporanea sospensione di certe norme sulla concorrenza introdotta in questo Paese nell’ambito della soluzione della crisi Alitalia. La seconda è che - chiedendo la discesa in pista della "safety car" - oggi persino i paladini della concorrenza chiedono di essere protetti dalle sue conseguenze estreme. Parafrasando il celebre Comma 22 si potrebbe dire che "Chi è pazzo può chiedere di essere esonerato dalle regole della concorrenza, ma chi chiede di essere esonerato non è pazzo". È difficile prevedere quale sarà la decisione di Bruxelles. Dedalonews
Speriamo che la UE dica no altrimenti si congelerà di fatto la situazione di aeroporti come LIN, MXP o FCO, impedendo a chi vuole aprire nuove rotte di poterlo fare.