Riusciremo mai a vederla realizzata??
Tratto da VareseNews di Oggi :
"Malpensa - Martedì 18 novembre Sea, alla Bocconi, presenta il documento del Mitre di Washington: grande attesa per quelli che potranno essere gli sviluppi per lo scalo varesino
Terza pista, finalmente in Italia il progetto degli americani
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Il conto alla rovescia è ormai finito. Martedì 18 novembre il progetto di terza pista elaborato su mandato di Sea dal Mitre, centro di ricerca statunitense per lo sviluppo avanzato del sistema aeronautico, arriva in Italia e verrà presentato a sindaci, amministratori locali, giornalisti interessati e altri (pochi) eletti all’Università Bocconi di Milano. Qualcuno ha già avuto il privilegio di recarsi negli Usa per vedere dal vivo la simulazione del progetto. Il documento, diffuso dall’agosto 2006, si basa sugli studi dei tecnici americani che per due anni (e 1,2 milioni di euro di costi) hanno valutato le opzioni per una possibile prossima costruzione della terza pista a Malpensa con paralleli sviluppi dello scalo della brughiera. Il momento è topico, la crisi di Alitalia ha coinvolto pesantemente anche l’aeroporto varesino e forse il futuro disegnato due anni fa non è esattamente coincidente con quello attuale, ma Sea e il suo presidente Giuseppe Bonomi non si sono mai tirati indietro, programmando investimenti ingenti e pianificando allargamenti dello scalo. Lo studio dei 16 ricercatori di Washington prevedeva un trend di crescita costante che rendeva necessaria la costruzione della tanto contestata terza pista, indispensabile per gli americani valutando sicurezza operativa, capacità aeroportuale e impatto del rumore. Non è un’opera che si può realizzare in breve tempo: ci vorranno anni, scrivono gli esperti del Mitre, e le operazioni su tre piste, una delle quali dovrebbe funzionare in modo indipendente rispetto alle altre due, richiede lo sviluppo di procedure nuove, attualmente non in uso in Italia e un addestramento ad hoc dei controllori di traffico aereo. Tra le ipotesi valutate, una sola è stata giudicata valida per l’ubicazione della terza pista: lunga 2400 metri, parallela e collocata a sud ovest dell’attuale coppia di piste, orientata 1211 metri ad ovest della pista 35L, con uno spostamento di quest’ultima di 280 metri a sud, per permettere le partenze indipendenti dalla nuova pista. Il posizionamento della terza pista e il forte incremento di traffico in un lungo lasso di tempo previsto nello studio del Mitre non provocherà un aumento (definito nel testo della ricerca “trascurabile”) dell’esposizione al rumore per le comunità circostanti, salvo per una “moderata esposizione” che interesserà una piccola parte di Tornavento, frazione di Lonate Pozzolo già in parte delocalizzata. Nella ricerca si specifica che “ci sono promettenti sviluppi tecnologici in grado di contribuire a ridurre il rumore sulle aree sensibili e (…) si stanno introducendo in tutto il mondo nuove metodologie di navigazione in grado di ridurre la dispersione del tracciato di un volo”. Con la terza pista, si legge ancora nel documento, lo scalo di Malpensa sarebbe a posto per almeno altri 15 anni. Intanto su alcuni siti specializzati on line cominciano già a diffondersi voci e discussioni sulla realizzazione del progetto infrastrutturale, con i consigli per chi deve comprare casa nei pressi dello scalo e le aree da evitare con cura perché a rischio delocalizzazione futura [...]. Ovviamente ambientalisti e comitati anti-Malpensa hanno un’idea del tutto opposta rispetto a quella favorevole all’allargamento di Sea e dei suoi sostenitori. Ma sarà un dibattito lungo e una partita tutta da giocare."
Tratto da VareseNews di Oggi :
"Malpensa - Martedì 18 novembre Sea, alla Bocconi, presenta il documento del Mitre di Washington: grande attesa per quelli che potranno essere gli sviluppi per lo scalo varesino
Terza pista, finalmente in Italia il progetto degli americani
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Il conto alla rovescia è ormai finito. Martedì 18 novembre il progetto di terza pista elaborato su mandato di Sea dal Mitre, centro di ricerca statunitense per lo sviluppo avanzato del sistema aeronautico, arriva in Italia e verrà presentato a sindaci, amministratori locali, giornalisti interessati e altri (pochi) eletti all’Università Bocconi di Milano. Qualcuno ha già avuto il privilegio di recarsi negli Usa per vedere dal vivo la simulazione del progetto. Il documento, diffuso dall’agosto 2006, si basa sugli studi dei tecnici americani che per due anni (e 1,2 milioni di euro di costi) hanno valutato le opzioni per una possibile prossima costruzione della terza pista a Malpensa con paralleli sviluppi dello scalo della brughiera. Il momento è topico, la crisi di Alitalia ha coinvolto pesantemente anche l’aeroporto varesino e forse il futuro disegnato due anni fa non è esattamente coincidente con quello attuale, ma Sea e il suo presidente Giuseppe Bonomi non si sono mai tirati indietro, programmando investimenti ingenti e pianificando allargamenti dello scalo. Lo studio dei 16 ricercatori di Washington prevedeva un trend di crescita costante che rendeva necessaria la costruzione della tanto contestata terza pista, indispensabile per gli americani valutando sicurezza operativa, capacità aeroportuale e impatto del rumore. Non è un’opera che si può realizzare in breve tempo: ci vorranno anni, scrivono gli esperti del Mitre, e le operazioni su tre piste, una delle quali dovrebbe funzionare in modo indipendente rispetto alle altre due, richiede lo sviluppo di procedure nuove, attualmente non in uso in Italia e un addestramento ad hoc dei controllori di traffico aereo. Tra le ipotesi valutate, una sola è stata giudicata valida per l’ubicazione della terza pista: lunga 2400 metri, parallela e collocata a sud ovest dell’attuale coppia di piste, orientata 1211 metri ad ovest della pista 35L, con uno spostamento di quest’ultima di 280 metri a sud, per permettere le partenze indipendenti dalla nuova pista. Il posizionamento della terza pista e il forte incremento di traffico in un lungo lasso di tempo previsto nello studio del Mitre non provocherà un aumento (definito nel testo della ricerca “trascurabile”) dell’esposizione al rumore per le comunità circostanti, salvo per una “moderata esposizione” che interesserà una piccola parte di Tornavento, frazione di Lonate Pozzolo già in parte delocalizzata. Nella ricerca si specifica che “ci sono promettenti sviluppi tecnologici in grado di contribuire a ridurre il rumore sulle aree sensibili e (…) si stanno introducendo in tutto il mondo nuove metodologie di navigazione in grado di ridurre la dispersione del tracciato di un volo”. Con la terza pista, si legge ancora nel documento, lo scalo di Malpensa sarebbe a posto per almeno altri 15 anni. Intanto su alcuni siti specializzati on line cominciano già a diffondersi voci e discussioni sulla realizzazione del progetto infrastrutturale, con i consigli per chi deve comprare casa nei pressi dello scalo e le aree da evitare con cura perché a rischio delocalizzazione futura [...]. Ovviamente ambientalisti e comitati anti-Malpensa hanno un’idea del tutto opposta rispetto a quella favorevole all’allargamento di Sea e dei suoi sostenitori. Ma sarà un dibattito lungo e una partita tutta da giocare."
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