Alberghi, tremila licenziamenti e a Firenze crolla il turismo Usa
Almeno tremila lavoratori per strada dal novembre prossimo. La più grossa crisi aziendale della città
Tremila lavoratori per strada dal novembre prossimo. Almeno tremila, si dice. La più grossa crisi aziendale della città.
Tra le richieste degli albergatori "Un aeroporto più efficente"
Sono, tra diretti e appartenenti all'indotto, i dipendenti che gli alberghi licenzieranno perché «ci dispiace moltissimo, ma non possiamo fare altro di fronte a una crisi del turismo che ha colpito Firenze più di qualsiasi altra città d'Italia», come spiega il vicepresidente nazionale degli albergatori di Confindustria, vice presidente di Confindustria fiorentina e lui stesso albergatore in città, Riccardo Zucconi.
Si parla di mille dipendenti diretti degli alberghi, più migliaia di lavoratori delle cooperative che sempre più spesso vengono usati negli alberghi per sostituire il lavoro fisso e altri dell'indotto. Migliaia di persone che rischiano di trovarsi per strada senza neanche poter approfittare degli ammortizzatori sociali cui i lavoratori del turismo non hanno diritto. Licenziati punto e basta. Niente paracadute.
E niente sicurezze neanche per i lavoratori con il posto fisso perché la maggioranza degli alberghi fiorentini ha una media di 40 o 50 camere, meno di 15 dipendenti e nessun obbligo a non licenziare.
Zucconi spiega che come Confindustria cittadina ha già convocato la settimana prossima i sindacati del turismo: «Non tanto per trovare una impossibile mediazione perché abbiamo l'acqua alla gola e il personale è il solo costo che possiamo tagliare. Piuttosto per lavorare insieme di buona lena a una svolta. Pur con la crisi in atto, Firenze, se ben curata e se tutti ci impegnassimo in ugual misura, ha ancora frecce al suo arco per risalire la china».
Il ragionamento è presto fatto, secondo Zucconi. «La nostra è la città più colpita - dice - Già i nostri alberghi non si riempivano in media più del 55-60%. Recentemente secondo noi albergatori si è avuto un calo che si aggira intorno al 15-20% e già nelle previsioni di due mesi fa il 2009 si profilava come un anno orribile. Figuriamoci adesso, dopo questo crac».
Non è ancora chiaro però perché Firenze stia peggio. «Perché ha solo un turismo di piacere - è la risposta - Milano si salva con gli affari e i congressi, Roma ha il turismo di piacere, ma anche quello degli affari, della politica, del mondo cattolico, Venezia era perpetuamente in overbooking e mandava la gente a dormire a Mestre, si è ridimensionata ma ce la fa».
I turisti vengono sempre meno, ma, soprattutto, quando vengono non spendono: per gli alberghi secondo Zucconi il problema non è tanto avere le camere vuote quando doverle svendere e non guadagnare più. «I pochi turisti che resistono lo fanno in virtù nostra e delle compagnie aeree low cost - dice - Siamo arrivati anche a svendere camere da tre o quattrocento euro a novanta euro. Il prezzo ormai non è più quello ufficiale, lo fanno il cliente e internet, basta andare a vedere».
Racconta anche che il barman di uno dei suoi alberghi contava ogni giorno 150 euro di entrate dal bar, ora è a 10: «Gli ospiti si fermano in giardino a chiacchierare ma non ordinano niente, al massimo si portano la bottiglia minerale da fuori».
Ecco perché, finito il mese di ottobre che è per tradizione il più redditizio, gli albergatori taglieranno i dipendenti. «Sarà un dramma anche per noi: viviamo a contato di gomito e sono di famiglia, ma non c'è scelta». Non c'è per barman, direttori, concierge, cameriere senza cassa integrazione, mobilità corta o lunga, prepensionamenti e tutto quanto in genere permette perlomeno di attutire il dramma dei licenziamenti. Mentre le strutture alberghiere continuano a crescere in città.
Zucconi parla di impegnarsi tutti, ma cosa può Firenze in una crisi globale? «È, o meglio sarebbe, comunque una delle dieci città più desiderate del mondo. Ci basterebbe che si smuovesse qualcosa - dice - che i Grandi Uffizi aprissero e non fossero continuamente rimandati, o che ci dessero il nuovo palacongressi, o che l'aeroporto fosse più efficiente e la città meglio tenuta».
Forse è anche un problema di prezzi, magari i turisti vanno altrove perché qui si spende troppo. E' possibile, secondo Zucconi ma non è colpa degli albergatori: «Noi scontiamo i prezzi ma non serve se poi tutto il resto, il taxi, il ristorante, lo spettacolo, i negozi sono cari».
Anzi, lui ha un'idea. Per la verità confessa che gliel'ha suggerita il patron del Cibreo e presidente di Confesercenti cittadina, Fabio Picchi, ma la rilancia: «Perché non offrire in febbraio, quando la città è vuota, Firenze gratis? Dieci euro la camera, 3 la cena, 1 il cinema. Sa quanta attenzione attirerebbe la città?».
Repubblica
Almeno tremila lavoratori per strada dal novembre prossimo. La più grossa crisi aziendale della città
Tremila lavoratori per strada dal novembre prossimo. Almeno tremila, si dice. La più grossa crisi aziendale della città.
Tra le richieste degli albergatori "Un aeroporto più efficente"
Sono, tra diretti e appartenenti all'indotto, i dipendenti che gli alberghi licenzieranno perché «ci dispiace moltissimo, ma non possiamo fare altro di fronte a una crisi del turismo che ha colpito Firenze più di qualsiasi altra città d'Italia», come spiega il vicepresidente nazionale degli albergatori di Confindustria, vice presidente di Confindustria fiorentina e lui stesso albergatore in città, Riccardo Zucconi.
Si parla di mille dipendenti diretti degli alberghi, più migliaia di lavoratori delle cooperative che sempre più spesso vengono usati negli alberghi per sostituire il lavoro fisso e altri dell'indotto. Migliaia di persone che rischiano di trovarsi per strada senza neanche poter approfittare degli ammortizzatori sociali cui i lavoratori del turismo non hanno diritto. Licenziati punto e basta. Niente paracadute.
E niente sicurezze neanche per i lavoratori con il posto fisso perché la maggioranza degli alberghi fiorentini ha una media di 40 o 50 camere, meno di 15 dipendenti e nessun obbligo a non licenziare.
Zucconi spiega che come Confindustria cittadina ha già convocato la settimana prossima i sindacati del turismo: «Non tanto per trovare una impossibile mediazione perché abbiamo l'acqua alla gola e il personale è il solo costo che possiamo tagliare. Piuttosto per lavorare insieme di buona lena a una svolta. Pur con la crisi in atto, Firenze, se ben curata e se tutti ci impegnassimo in ugual misura, ha ancora frecce al suo arco per risalire la china».
Il ragionamento è presto fatto, secondo Zucconi. «La nostra è la città più colpita - dice - Già i nostri alberghi non si riempivano in media più del 55-60%. Recentemente secondo noi albergatori si è avuto un calo che si aggira intorno al 15-20% e già nelle previsioni di due mesi fa il 2009 si profilava come un anno orribile. Figuriamoci adesso, dopo questo crac».
Non è ancora chiaro però perché Firenze stia peggio. «Perché ha solo un turismo di piacere - è la risposta - Milano si salva con gli affari e i congressi, Roma ha il turismo di piacere, ma anche quello degli affari, della politica, del mondo cattolico, Venezia era perpetuamente in overbooking e mandava la gente a dormire a Mestre, si è ridimensionata ma ce la fa».
I turisti vengono sempre meno, ma, soprattutto, quando vengono non spendono: per gli alberghi secondo Zucconi il problema non è tanto avere le camere vuote quando doverle svendere e non guadagnare più. «I pochi turisti che resistono lo fanno in virtù nostra e delle compagnie aeree low cost - dice - Siamo arrivati anche a svendere camere da tre o quattrocento euro a novanta euro. Il prezzo ormai non è più quello ufficiale, lo fanno il cliente e internet, basta andare a vedere».
Racconta anche che il barman di uno dei suoi alberghi contava ogni giorno 150 euro di entrate dal bar, ora è a 10: «Gli ospiti si fermano in giardino a chiacchierare ma non ordinano niente, al massimo si portano la bottiglia minerale da fuori».
Ecco perché, finito il mese di ottobre che è per tradizione il più redditizio, gli albergatori taglieranno i dipendenti. «Sarà un dramma anche per noi: viviamo a contato di gomito e sono di famiglia, ma non c'è scelta». Non c'è per barman, direttori, concierge, cameriere senza cassa integrazione, mobilità corta o lunga, prepensionamenti e tutto quanto in genere permette perlomeno di attutire il dramma dei licenziamenti. Mentre le strutture alberghiere continuano a crescere in città.
Zucconi parla di impegnarsi tutti, ma cosa può Firenze in una crisi globale? «È, o meglio sarebbe, comunque una delle dieci città più desiderate del mondo. Ci basterebbe che si smuovesse qualcosa - dice - che i Grandi Uffizi aprissero e non fossero continuamente rimandati, o che ci dessero il nuovo palacongressi, o che l'aeroporto fosse più efficiente e la città meglio tenuta».
Forse è anche un problema di prezzi, magari i turisti vanno altrove perché qui si spende troppo. E' possibile, secondo Zucconi ma non è colpa degli albergatori: «Noi scontiamo i prezzi ma non serve se poi tutto il resto, il taxi, il ristorante, lo spettacolo, i negozi sono cari».
Anzi, lui ha un'idea. Per la verità confessa che gliel'ha suggerita il patron del Cibreo e presidente di Confesercenti cittadina, Fabio Picchi, ma la rilancia: «Perché non offrire in febbraio, quando la città è vuota, Firenze gratis? Dieci euro la camera, 3 la cena, 1 il cinema. Sa quanta attenzione attirerebbe la città?».
Repubblica