Documento del Consiglio Federativo
dell' Or.S.A.-Ferrovie
Roma, 23 settembre 2008
L'Or.S.A., nell'espressione del Consiglio Federativo, esprime solidarietà ai lavoratori dell'Alitalia coinvolti nella vicenda che li vede vittime della scellerata gestione di incapaci, inadeguati, super pagati manager, che nell'ultimo decennio si sono avvicendati alla guida della compagnia aerea di bandiera, delle cui responsabilità, anche in termini risarcitori, non sembra potersi ipotizzare neanche la possibilità.
Solidarietà a tutti i lavoratori di Alitalia, di terra e di volo, che continuano a prestare la loro opera anche in un momento oggettivamente difficile, subendo le conseguenze del malgoverno e le cui prospettive sono appese al filo di una pseudo trattativa che vede da un lato il Governo pilatescamente defilato sul versante dei lavoratori, ma che d'altro canto, si è mostrato pronto ad intervenire in deroga ai principi della libera concorrenza e ad offrire ai soliti noti la polpa ricca del trasporto aereo, accollando alla collettività il ramo in perdita.
In questo scenario hanno gioco facile gli imprenditori della c.d. cordata che si è offerta di acquistare Alitalia, in prospettiva di un'impresa che presenta rischi che non possono certo ritenersi rilevanti (prova ne è la corsa agli slot intrapresa da tutte le più grandi compagnie europee che mirano a "conquistare" il traffico aereo italiano).
L'esperienza di altre aziende pubbliche "vendute" ai privati (vedi telecom) rende sempre vivo il timore che una volta sfruttato il business (tre anni senza concorrenza) la collettività possa ritrovarsi di fronte al problema di doversi accollare un servizio comunque necessario al sistema Paese.
Contemporaneamente non possiamo nasconderci la seria preoccupazione per il metodo relazionale, tutt'altro che democratico, con cui è stata condotta la c.d. trattativa, soprattutto per la "selezione" operata dal Governo di sindacati che, ancorchè scarsamente o affatto rappresentativi, avevano scelto di firmare un qualsiasi accordo ancor prima che il negoziato si sviluppasse, prescindendo dunque da qualsiasi contenuto; questione che evidenzia il grave vulnus esistente nel nostro sistema materiale a causa della mancata attuazione del dettato costituzionale.
Come troppo spesso accade, nel nostro Paese, si è cercato di calare sulla testa dei lavoratori un accordo stipulato da "rappresentanti" non soltanto privi di mandato rappresentativo, ma palesemente sfiduciati dai lavoratori stessi.
Dobbiamo ritenere i paradossali proclami, diffusi e profusi dai segretari generali di organizzazioni di scarsissima (se non nulla) rappresentatività, recentemente "sdoganati", nonostante una pregressa, pluriennale assenza dai problemi dei lavoratori, come un tipico esempio di malcostume, incompatibile con civili e democratiche relazioni sindacali.
Va rigettata e contrastata l'idea stessa di poter affermare un sistema di relazioni industriali in cui le Organizzazioni Sindacali, solo per essere le organizzazioni confederali "preferite", siano, indipendentemente dalla loro reale rappresentatività, chiamate a decidere sulle importanti questioni concernenti tutti i lavoratori (piani industriali, organizzazione del lavoro, ristrutturazioni, ecc.), mentre le altre organizzazioni sindacali vengano chiamate, solo a seguire, a contare e risolvere i problemi degli esuberi e le criticità in un quadro caratterizzatio dal dictat: prendere o lasciare!
Il Consiglio Federativo dell'Or.S.A. impegna pertanto la Segreteria Generale ad intraprendere nei confronti di tutto il sindacalismo, in particolare autonomo, di base e professionale, tutte le iniziative più idonee ed efficaci per correggere quella che appare sempre più la deriva di democratiche relazioni industriali nel nostro Paese.
Roma, 23 settembre 2008
p. Il Consiglio Federativo