berlusconi: «avanti anche senza loro». Fantozzi avvia la cassa integrazione
Alitalia, Cai ritira l'offerta
Compagnia aerea italiana rifiutata la controproposta dei sindacati. Avviata la cassa integrazione
MILANO - Cai ritira l'offerta per l'Alitalia. Scaduto alle 15 e 50 l'ultimatum lanciato ai sindacati da Compagnia aerea italiana (Cai), pochi minuti dopo fonti vicine all'operazione hanno riferito che la cordata di imprenditori ha rinunciato al piano di salvataggio della compagnia. Rifiutata anche la controproposta inviata poco prima da Cgil e sindacati autonomi, secondo i quali l'intesa poteva essere ancora raggiunta «attraverso un negoziato, seppur in tempi brevissimi».La Cai aveva avvertito: senza consenso, sarà ritirata l'offerta. Cisl, Uil e Ugl erano pronte ad apporre la propria firma a un accordo con la nuova società, mentre la Cgil e le cinque sigle autonome dei piloti e degli assistenti di volo avevano inviato una lettera a Colaninno, al commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi, al ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, e al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi chiedendo un nuovo incontro.
LA CONTROPROPOSTA - Nella lettera, le sei sigle (Filt-Cgil, Anpac, Up, Anpav, Avia e Sdl) confermano «l'interesse e la disponibilità all'identificazione di un accordo sulle condizioni contrattuali di piloti, assistenti di volo e personale di terra», affermando di essere disposti «anche a fare sacrifici temporanei e straordinari». Oggetto principale della controproposta siglata in via Morgagni è «la ricerca di una revisione della struttura retributiva tale da consentire l'invarianza delle condizioni retributive in presenza di un aumento contrattato della produttività», inserendo il tutto nel «quadro di contratti nazionale relativi a ciascuna categoria». Altro punto fermo posto dai sindacati è la richiesta secondo la quale la discussione sugli esuberi di personale avvenga una volta raggiunto un accordo complessivo. «Anche con l'obiettivo di cogliere in pieno tutte le opportunità offerte dal mercato - scrivono i sindacati - e alla luce del favorevole trend del prezzo del carburante, ad oggi di oltre il 30% inferiore a quanto ipotizzato nel piano Cai, in caso dell'auspicato raggiungimento di un accordo complessivo sui temi di merito tra i sindacati e Cai, si determineranno l'implementazione del piano industriale nella parte inerente il dimensionamento degli organici necessari all'operatività dell'impresa». Per il leader dei piloti dell'Anpac, Fabio Berti, a questo punto è Cai a dover dire «sì o no».
CASSA INTEGRAZIONE - E mentre Fantozzi ha avviato l'iter per la cassa integrazione straordinaria per i dipendenti legati direttamente o indirettamente all'utilizzo dei 34 aerei già messi a terra (riguarderà 831 piloti per 12 giorni al mese, 1.383 assistenti di volo per 10 giorni al mese e 2.072 dipendenti di terra per 6 giorni al mese), è giunta anche la notizia di una cordata pronta al salvataggio di Atitech, la socetà di manutenzione che ha sede a Napoli.
BERLUSCONI: AVANTI ANCHE SENZA LA CGIL - Chi ha sempre mostrato di avere fretta di chiudere è anche il governo, che ritiene di aver fatto tutto il possibile nel proprio ruolo di intermediazione tra le parti. Non a caso è lo stesso Silvio Berlusconi oggi ad invitare a superare ogni indugio, anche senza il benestare della Cgil: «Io penso che si possa andare avanti anche senza». «Non faccio pronostici - ha aggiunto -, ma solo l'auspicio che si proceda». Dal canto suo, il leader della Cisl, Raffale Bonanni, spiega ad Affaritaliani.it di ritenere «singolare che una controproposta arrivi all'ultimo momento».
D'ALEMA: «INDEGNA AGGRESSIONE»- Intanto continua a fare discutere l'attacco lanciato lunedì sera dal premier Berlusconi contro la Cgil e il suo leader, che per il Cavaliere sarebbero i veri responsabili di un eventuale affossamento della trattativa. Massimo D'Alema parla di «indegna aggressione». E sull'utilità che sia firmato comunque questo accordo, eventualmente anche a naso turato pur di evitare il fallimento della compagnia di bandiera, l'ex vicepremier spiega che non è questione di sigle sindacali: «La situazione è grave per colpa della politica. La questione di fondo è che la soluzione trovi il consenso dei lavoratori, perché a guidare gli aerei o a fare le hostess non ci vanno i segretari confederali ma i lavoratori. Se Alitalia vuole tornare competitiva deve avere l’adesione e il consenso dei lavoratori, e non basta quello dei segretari dei sindacati».