Nuovo piano Alitalia: aeroporti e Regioni in preda al delirio


goafan

Utente Registrato
E' bastata la notizia che Alitalia volesse decentrassi su sei basi» (Milano, Roma, Venezia, Torino, Napoli e Catania) con «conseguente dislocazione del personale sul territorio» per mandare nel pallone aeroporti e regioni.

Senza avere capito niente di questo piano in Puglia, Emilia Romagna e Sicilia sono già iniziati i piagnistei sui presunti abbandoni e tagli di Alitalia.

I particolari dalle cronache regionali di Repubblica:


PUGLIA

Nuova Alitalia Bari resta a terra protesta Vendola

PIERO RICCI
Meno aerei, meno personale, meno voli. La missione futura di Alitalia e il suo piano di recupero firmato dal governo Berlusconi, mandano su tutte le furie Nichi Vendola. Perché sulla Puglia cade una grossa fetta dei tagli in programma. Così, in risposta, la Regione minaccia sfracelli sul tavolo del federalismo. Dalle sue vacanze, il governatore Nichi Vendola spara contro il governo e contro qualsiasi piano di ridimensionamento dei collegamenti aerei da e per la Puglia.
La considera una doccia fredda. Di più. Sfogandosi con il suo staff e i suoi più vicini collaboratori, Vendola parla di mina vagante sul tavolo del federalismo. Una doccia fredda - questa la considerazione del governatore - che arriva nel momento meno opportuno, perché finisce per vanificare gli investimenti (200 milioni di euro) sul sistema aeroportuale, e non tiene conto di una realtà in continuo sviluppo: il sistema pugliese è infatti quello che ha registrato tra i migliori risultati di crescita del 2008.
Per il trattamento riservato alla regione, Vendola è furibondo con i parlamentari pugliesi del centrodestra, ma soprattutto con il ministro Fitto: in passato aveva protestato per l´inefficienza dei collegamenti garantiti da Alitalia con gli scali pugliesi. Uno schiaffo, così lo giudica Vendola. Quel piano, per il governatore, non tiene conto neppure del rilancio pugliese sui mercati del Mediterraneo. E solo qualche giorno fa gli americani di Skyone pensavano a Palese per i loro investimenti. (La Repubblica - Bari)

BOLOGNA

Oggi sono previsti cinque aerei al giorno con quasi 200 mila passeggeri l´anno. Filetti: rapporto già tramontato

Niente più voli per Roma

La nuova Alitalia cancella il Marconi dai propri scali


Il piano per salvare Alitalia «cancella» l´aeroporto Guglielmo Marconi dalle linee della compagnia di bandiera. Eliminati i cinque voli al giorno per Fiumicino, la terza destinazione più richiesta tra i voli nazionali con quasi 200 mila passeggeri nel 2007. «Il collegamento con la capitale è una tratta importante - ha detto il direttore operativo del Marconi Massimo Kolletzek - questi voli forniscono un servizio al bacino di utenza e ogni servizio che serve al territorio è importante». La compagnia di bandiera ha nello scalo un´agenzia per l´emissione di biglietti, tecnici che lavorano alla manutenzione degli aerei e capi scalo di compagnia, un totale di oltre 20 dipendenti. Secondo Bruno Filetti, presidente della Camera di Commercio, l´ente che rappresenta il massimo azionista dell´aeroporto «il rapporto con Alitalia era qualcosa di tramontato».

Il piano per salvare Alitalia «cancella» l´aeroporto Guglielmo Marconi dalle linee della compagnia di bandiera. Il progetto Fenice, la base su cui si muove in queste ore la nuova cordata che dovrebbe nascere da una costola di Alitalia e Air One, eliminerebbe i cinque voli al giorno che partono da Bologna alla volta di Roma Fiumicino, l´unico collegamento aereo della città con la capitale, la terza destinazione più richiesta tra i voli nazionali con quasi 200 mila passeggeri nel 2007. Mentre ieri veniva varato il decreto del governo per salvare Alitalia, la notizia dell´abbandono dello scalo bolognese veniva letta all´aeroporto come una conseguenza logica di quel piano, che prevede di decentrare l´attività della nuova compagnia su Milano, Roma, Venezia, Torino, Napoli e Catania. «Il collegamento con la capitale è una tratta importante, per qualsiasi città in qualsiasi Paese del mondo - ha detto il direttore operativo Massimo Kolletzek - questi voli forniscono un servizio al bacino di utenza e ogni servizio che serve al territorio è importante».
Da Bologna partono cinque aerei Alitalia al giorno dal lunedì al sabato con destinazione Roma Fiumicino, mentre i voli sono ridotti a 4 la domenica. Una cifra in crescita negli ultimi anni, basti pensare che fino al 2005 le partenze erano solo tre, e la compagnia di bandiera ha nello scalo un´agenzia per l´emissione di biglietti, tecnici che lavorano alla manutenzione degli aerei e capi scalo di compagnia, un totale di oltre 20 dipendenti. Ma se il futuro del personale Alitalia è abbastanza incerto in linea generale, in queste ore predomina la prudenza rispetto all´attuazione reale del piano.
«Anche se questa notizia mi è stata riportata non più tardi di mezz´ora fa da molti colleghi, io sono per prendere con prudenza un piano che può ancora cambiare migliaia di volte - dice Kolletzek - basti pensare che la scorsa trattativa con Air France sembrava ormai cosa fatta. Restiamo in attesa e poi valuteremo». Questo epilogo sarebbe la logica conseguenza di un progressivo ritiro di Alitalia dallo scalo bolognese secondo Bruno Filetti, presidente della Camera di Commercio, l´ente che rappresenta il massimo azionista dell´aeroporto. «Il rapporto con Alitalia era qualcosa di tramontato, il futuro magari potrà anche riservarci aspetti positivi, ma l´aeroporto di Bologna era stato messo in quarto piano già da tempo, più sacrificati di così non si poteva - dice Filetti, che considera molto più strategico l´accordo stipulato con Ryan Air per i voli low cost - io spero comunque in un utilizzo razionale del nostro scalo, magari adesso starà a noi dimostrare che siamo un punto importante nella mobilità nazionale». Sulla difficile strada dello sviluppo di alcuni voli nazionali, in particolare quelli per Milano e Roma appunto, secondo Filetti, c´è anche lo sviluppo della linea ferroviaria ad alta velocità. «Quello per Roma sarebbe rimasto con tutta probabilità uno scalo tecnico di collegamento - dice il presidente della Camera di commercio - nel momento in cui tra due anni sarà a disposizione la linea del treno ad Alta Velocità. Del resto noi abbiamo bisogno di crescere, se ci fossimo affidati ad Alitalia, adesso saremmo rimasti a piedi». Diverse strategie per fronteggiare il ridimensionamento della compagnia di bandiera, un tempo importante operatore del Marconi, mentre oggi appare pronta a lasciare Bologna.
(La Repubblica - Bologna)

PALERMO

La compagnia investe sullo scalo di Fontanarossa. Terranova: "Altri vettori possono scommettere su Palermo"

L´Alitalia "taglia" Punta Raisi

Nel piano di rilancio c´è solo Catania. I sindacati: rischio trasferimenti


L´Alitalia punta sull´aeroporto di Catania e lascia al palo lo scalo palermitano. Il piano di rilancio della compagnia di bandiera non cita nemmeno l´aeroporto Falcone e Borsellino e, invece, scommette su Fontanarossa, che diventerà uno dei «sei scali base in Italia». L´Alitalia non investirà quindi su Palermo, né in termini di personale né di aumento delle tratte aeree, e si annunciano trasferimenti di dipendenti a Catania. I sindacati sono già in allarme: «Siamo molto preoccupati per i 180 lavoratori Alitalia dislocati al Falcone e Borsellino - dice la Filt Cgil - Chiederemo un intervento del governatore Raffaele Lombardo a difesa dello scalo palermitano». Ottimista invece la Gesap, la società che gestisce l´aeroporto: «Alitalia non lascerà Palermo, da noi comunque operano tanti altri vettori». L´Alitalia scommette sull´aeroporto di Catania e lascia al palo lo scalo palermitano. Il piano di rilancio della compagnia di bandiera non cita nemmeno l´aeroporto Falcone e Borsellino e punta dritto, invece, su Fontanarossa, che diventerà uno dei «sei scali base dell´Alitalia». Il risultato? La compagna non investirà su Palermo, né in termini di personale né di aumento delle tratte aeree, e si annunciano trasferimenti di dipendenti da Palermo a Catania. Per non parlare dei 7 mila esuberi programmati nel piano, che potrebbero travolgere proprio gli scali non strategici, tra cui appunto quello di Punta Raisi.
I sindacati sono già in allarme: «Siamo molto preoccupati per i 180 lavoratori Alitalia dislocati al Falcone e Borsellino - dice la Filt Cgil - Chiederemo chiarimenti alla nuova cordata d´imprenditori guidata da Roberto Colaninno e un intervento del governatore Raffaele Lombardo a difesa dello scalo palermitano».
La nuova Alitalia, della quale fanno parte 16 soci tra cui alcuni siciliani, come l´ex presidente del Banco Salvatore Mancuso con il fondo Equinox e l´immobiliarista Salvatore Ligresti, ha deciso d´investire tutto sull´aeroporto di Catania: oltre 6 milioni di passeggeri nel 2007 contro i 4,5 di Palermo, e 1,4 milioni di clienti Alitalia, contro l´1,3 registrati nel 2007 a Punta Raisi. Una scelta, quella dei nuovi proprietari della compagnia aerea, che non sorprende l´amministratore delegato della Gesap, la società che gestisce lo scalo palermitano: «Non penso che Alitalia voglia tagliare le rotte da Palermo, ma semplicemente investire nel futuro più a Catania che da noi - dice l´ad, Giacomo Terranova - Una scelta che non fa paura all´aeroporto palermitano: la tratta Alitalia Palermo-Roma è tra le più remunerative d´Italia, a esempio, e se la compagna aerea vorrà cedere degli slot che ha da noi, penso che non mancheranno altre compagnie interessate a rilevarle. Insomma è il mercato passeggeri che fa il successo di un aeroporto, e non penso che Alitalia voglia rinunciare di punto in bianco ai tanti clienti che ha qui. Noi siamo in salute e pronti a crescere».
La compagnia di bandiera italiana è il primo vettore del Falcone e Borsellino, anche se già da tempo ha attuato un piano di dismissione delle tratte da Palermo. Cancellati nel corso degli anni i voli per Genova, Venezia, Torino, Verona e Bologna. Oggi l´Alitalia ha solo tre tratte, una per Roma e due per gli scali milanesi. In tutto 15 voli al giorno che lo scorso anno hanno trasportato 1,3 milioni di passeggeri, il 30 per cento dei movimenti da Palermo. Il doppio della Wind-Jet, che con i suoi 665 mila passeggeri palermitani è il secondo vettore (segue l´Air One con 660 mila e Meridiana con 534 mila). Insomma Palermo dipende per quasi la metà dei passeggeri proprio dall´Alitalia. «Un dato che non ci preoccupa, siamo aperti al mercato e da noi operano già molti altri vettori» aggiunge Terranova.
A Punta Raisi lavorano 180 dipendenti Alitalia, tra hostess di terra, addetti allo scarico bagagli e alla manutenzione dei mezzi. E nel piano sono previsti, nella migliore delle ipotesi, «trasferimenti del personale sul territorio verso gli scali base», tra cui c´è Catania. E dire che l´investimento attuale di Alitalia sull´aeroporto etneo al momento è quasi minore rispetto a Palermo: una tratta in più (quella con Brindisi) 18 voli per appena 1,4 milioni di passeggeri e 163 dipendenti. Poco, considerando che Catania arriva complessivamente a quota 6 milioni di passeggeri: non a caso lo scorso anno l´Alitalia è stata superata a Fontanarossa dalla Wind-Jet che ha registrato oltre 2 milioni di clienti. «Evidentemente il gruppo riconosce al nostro aeroporto maggiori chance di sviluppo commerciale nel prossimo futuro - dice Gaetano Mancini, presidente della Sac, la società che gestisce lo scalo catanese - In pochi anni siamo passati dai 5 milioni di passeggeri del 2005 ai 6 del 2007. Un trend costante, che rende appetibile investire a Catania».
Chi di certo beneficerà della scelta Alitalia è il governatore Lombardo, che nello scalo etneo ha un vero e proprio feudo elettorale, e oggi è in buoni rapporto col sottosegretario Gianfranco Micciché, fratello di quel Gaetano a capo del corporate di Banca Intesa che ha varato il piano di rilancio.
I sindacati sono però molto preoccupati per il futuro dei dipendenti Alitalia di Palermo: «Chiederemo subito chiarimenti al nuovo presidente di Alitalia, Colaninno, e al governatore Lombardo - dice Giacomo Rota, segretario regionale della Filt Cgil - In Sicilia c´è una grande emergenza di collegamenti e d´infrastrutture viarie, un depotenziamento dell´aeroporto di Palermo per conto di Alitalia danneggerebbe solo i siciliani». Carmelo De Caudo, responsabile Alitalia della Cgil, teme comunque per gli esuberi annunciati: «Non capiamo perché Palermo venga considerata improduttiva dall´Alitalia e soprattutto siamo preoccupati per il futuro di tutto il personale, a Palermo ma anche a Catania (dove la compagnia ha altri 163 dipendenti, ndr)». (La Repubblica - Palermo)

CIAO
_goa
 
Si si in Puglia sono così in preda al delirio che annunciano addirittura una base Ryanair a Brindisi :D :D :D.

Ma si può essere così furbi? Secondo loro Alitalia collegherà solo le sei basi tra loro e basta ? Vabbè :)
 
ma se in questo settore (parlo del settore politico amministrativo), siamo ultimi in Europa, non lo siamo per caso.
 
Siamo ormai tristemente abituati alle infelici uscite pugliesi in campo aeronautico... in questa occasione i pugliesi sono davvero in pessima compagnia:morto:
 
Ragazzi consentitemi un copia e incolla dalla Gazzetta del Mezzogiorno realizzato dal giornalista (?) Franco Giuliano, Buona lettura e divertimento!

LE REAZIONI



MARCO FRANCHINI (direttore Adp)


"Questa previsione ci preoccupa - dice il direttore generale di Aeroporti di Puglia, Marco Franchini. Ci preoccupa perchè l'aereo, soprattutto per una regione del Sud come la Puglia resta il mezzo di trasporto più veloce per raggiungere il mondo. Speriamo che qualunque sia la riorganizzazione degli scali milanesi si tenga conto delle esigenze e dei diritti dei pugliesi. E che queste scelti non rappresentino un danno non solo dal punto di vista economico per il territorio e occupazionale per gli addetti, ma per la stessa crescita della Puglia. Una regione che si sta sviluppando e che sta investendo sul turismo, ha assoluta necessità del mezzo areo. Se la tragegia della nuova Alitalia dovesse effettivamente privilegiare alcune destinazioni al posto di altre, ciò rappresenterebbe una evidente distorsione del mercato che dovrebbe preoccupare, a questo punto, soprattutto la politica".
"Noi in questi anni - aggiunge Franchini - siamo cresciuti senza l'Alitalia attraendo altre compagnie non sempre con successo. Cercheremo di continuare su questa rotta, individuando sempre nuovi vettori per scongiurare una crisi tra le più gravi a livello mondiale".


FRANCESCO BOCCIA (Parlamentare Pd)


"Purtroppo - dice - siamo stati facili profeti. Del resto quando si gioca con le regole del mercato i rischi ai quali si va incontro sono esattamente quelli che oggi gli italiani saranno costretti a pagare per Alitalia. Con questa operazione alcuni imprenditori compreranno la parte attiva di Alitalia e i contribuenti italiani si accolleranno una parte di debiti della compagnia.
"Ancora una volta - aggiunge Boccia - questo Paese dimostra un cattivo rapporto con il mercato e i problemi di una azienda pubblica saccheggiata dal pubblico vengono spalmati sugli italiani. Questo è il modo per Berlusconi di concepire il mercato".
"E' una storia che si ripete. Probabilmente la cosa più grave di questa vicenda è che questa volta sono saliti proprio tutti, imprenditori di destra, di centro di centrosinistra. Ho sempre sperato che la politica in Italia prima o poi riuscisse a dimostrare la sua autonomia e quindi la sua supremazia rispetto all'economia e al capitalismo. Invece dalla vicenda Alitalia abbiamo probabilmente l'ultima conferma della debolezza della politica italiana rispetto agli interessi economici di pochi e alle regole di un capitalismo chiaramente malato. L'unica via di uscita è la speranza nei tanti piccoli e medi imprenditori sparsi in ogni provincia d'Italia che vanno avanti con le proprie forze senza aiuti di Stato e con una idea giovane e nuova del Paese e quindi del rapporto con la politica."
"Sugli effetti che questa scelta avrà sulla Puglia" Boccia si dice "lettarelmente basito. Pensare di tagliare fuori in un sol colpo gli investimenti sui trasporti fatti negli utlimi dieci anni solo perchè c'è una visione tutta "nordista" dello sviluppo del Paese è una cosa che non accetteremo mai e non consetiremo a nessuno, a partire da Berlusconi e i suoi amici, di realizzare".
"Chiedo formalmente - conclude Boccia - ai parlamentari di centrodestra e ai pricipali esponenti di governo, di prendere posizione su questa vicenda che penalizza il Sud e taglia fuori la Puglia".
Poi chiude con il riferimento alla sua Taranto: "Nonostante tutto questo, alla Puglia anche la beffa di vedere l'imprenditore dell'acciaio Emilio Riva, tra i finanziatori di questa operazione proprio negli stessi giorni nei quali a Taranto si sta discutendo degli investimenti sugli impianti per la riduzione della diossina. Soldi che non arrivano e che forse erano un po' più importanti della speculazione Alitalia".

MARIO LOIZZO (Assessore regionale ai Trasporti):

"Per come si annuncia il piano industriale vedo una penalizzazione fortissima della Puglia e del Mezzogiorno. Che avrà come effetti: primo la riduzione dei collegamenti sulle pricipali rotte dalla Puglia su Milano e Roma; secondo un aumento delle tariffe che la concorrenza aveva ridotto Infine: per quanto riguarda la Bud compani dove scaricheranno tuitti i debiti Adp rischia di non incassare circa quattro milioni di euro. Fino a questo momento non sappiamo come l'azienda in liquidazione farà fronte ai debiti vantati nei nostri confronti. Per noi significherebbe un rischio d'impresa altissimo. Alla fine di tutto questo in Puglia avremo anche degli efftti occupazionali sui due aeroporti che si dice sono già tagliati fuori dal Piano fatto apposta per salvare Malpensa. Significa che nella operazione degli esuberi gli scali pugliesi avranno delle ricadute occupazionali pesanti. Senza dire che l'isolamento della Puglia e gli effetti sul turismo e sulla economia in generale. Altro che federalismo".


ALESSANDRO LATERZA (Presidente Confindustria Bari):


La Puglia tagliata fuori dal piano della nuova Alitalia? Le indiscrezioni non credo che descrivano completamente gli effettivi sviluppi di Alitalia. Sono dell'avviso che la Puglia sarà considerata nella nuova rete dei collegamenti aeroportuali servita da Alitalia. Ovviamente c'è un problema: che il venir meno della concorrenza tra Alitalia e Air One creerà delle difficoltà sul piano tariffario per inziare, ma certamente gli effetti saranno inferiori a quello che avrebbe creato un collasso della compagnia. Inoltre c'è da considerare che dal sistema aeroportuale ci aspettiamo che la società aeroportuale crei nuovi accordi con altre compagnie. Perchè i numeri dicono che questo pugliese è un mercato interessante. Certamente la Puglia ha tutte le carte per essere un punto forte dei collegamenti europei. E comunque non credo che Alitalia non terrà conto di questa realtà. Ovviamente invece di discutere dobbiamo avere uno scatto di intelligenza e lavorare per cercare nuove compagnie e creare nuovi collegamenti".

ROCCO PALESE (Capogruppo alla Regione Puglia del Pdl):


"Si arrabbia e piange oggi il presidente Vendola perchè gli aeroporti pugliesi sono fuori dal piano di rilancio di Alitalia. Ma le sue sono solo lacrime di coccodrillo” perchè “per puro furore ideologico lui e la sua maggioranza hanno continuato a disinteressarsi della gestione” degli Aeroporti di Puglia, “ad opporsi alla privatizzazione e, soprattutto, a consentire che negli ultimi due anni di Governo Prodi, Alitalia continuasse a fare il bello e il cattivo tempo, cancellando voli su voli da e per Bari e Brindisi”. Lo sostiene il capogruppo di Fi alla Regione Puglia, Rocco Palese.
“Vendola – afferma Palese – oggi piange e invoca rivolte contro il governo Berlusconi” e “non trova di meglio da fare se non ricattare a mezzo stampa il Governo Berlusconi minacciando” che “se non si farà come dice lui per gli aeroporti, chiuderà il dialogo sul federalismo”.
“La Puglia di Vendola e il Governo Prodi – conclude – hanno massacrato il trasporto aereo pugliese con logiche menefreghiste e assistenzialiste, creando le condizioni perchè oggi i nostri aeroporti siano fuori mercato”.

VINCENZO DIVELLA (Presidente rovincia di Bari):


''Una scandalosa vergogna": cosi' il presidente della Provincia di Bari, Vincenzo Divella, commenta la decisione della 'new Alitalià di tagliare dal proprio circuito base gli scali aeroportuali pugliesi.
“E' lampante – dice – la scelta politica di aver voluto salvare, per esempio, l’aeroporto di Malpensa a discapito della Puglia. Il presidente Berlusconi ha preferito di gran lunga fare un favore a Umberto Bossi piuttosto che a Raffaele Fitto perchè ai suoi occhi, evidentemente, hanno due pesi specifici differenti”.

“Inizia dolorosamente e in modo fortemente preoccupante l'oscurantismo del Sud e della Puglia in particolare – prosegue il presidente della Provincia di Bari- a mio avviso siamo di fronte solo alla prima di una serie di manovre che ci penalizzeranno e che manderanno in fumo tutti gli sforzi fatti sul territorio pugliese in questi ultimi anni”.

“E' il momento che tutti i rappresentanti istituzionali della Puglia, di qualsiasi schieramento politico, alzino gli scudi contro una politica di Governo antimeridionalista e antipugliese”.
 
Una delle cose positive di questa vicenda e' che tutti i sorci che si sono mangiati il granaio saltano fuori e corrono disperati in tutte le direzioni quando il granaio va a fuoco, o la nave affonda.

Non ci sono solo qui... ci sono anche sorci a MI (per Lin e altro) a RM e altrove.

D'ora in poi le aziende devono essere gestite con logica industiale o soccombere, bellezze.
 
Che bello questo delirio....:) Finalmente si distinguono gli amministratori lungimiranti (ci sono?) da quelli che coltivano l'aeroporto dietro casa... Speriamo che Alipassera non cada nelle trame di questi politicotti e righi dritto.... Senza contare che questa gente sta sparando a zero conoscendo forse meno di gente del forum il piano industriale CAI... Mah...
 
Io no spik inglisc.

:D


Grande Mario :roll: :roll: :roll: :roll: :roll:


Loizzo%20Mario.jpg




MARCO FRANCHINI (direttore Adp)


"Questa previsione ci preoccupa [...]
e provare a trattare con altre compagnie quali Lufthansa no ? Troppo difficile vero!
 
Aerei, l´ira di Emiliano "Fitto ci sta distruggendo"

Il sindaco contro il ministro. Divella: vergogna


De Bartolomeo "Ci hanno fregato chi sta al governo non può fare finta di non vedere"

GIULIANO FOSCHINI
La scelta di tagliare fuori l´aeroporto di Bari dalla ristrutturazione di Alitalia è «un´ulteriore conferma della volontà di questo governo di isolare Bari. Una volontà che è tutta del ministro Raffaele Fitto nel nome di quella logica terribile, ricattatoria, che ha già inchiodato Bari per dieci anni». Michele Emiliano, sindaco di Bari e segretario regionale del Partito democratico, attacca a testa bassa il governo nazionale. «Paghiamo l´ottica nordista del governo Berlusconi ma soprattutto il modo di fare del ministro Fitto, uno che preferisce che il bambino muoia piuttosto che sia salvato dall´altro schieramento politico. Ma abbiamo il dovere di ribellarci a questa logica, a questo modo di fare politica che tende a bloccare tutto perché poi i singoli siano costretti ad andare con il cappello in mano dalla politica. La bandiera però qui non c´entra. Stiamo discutendo del futuro di una città e di un´area metropolitana: da anni parliamo di internazionalizzazione, stiamo provando a costruirci una credibilità in Europa, abbiamo aperto ponti per il turismo e i rapporti commerciali, non possiamo permettere che ci chiudano i collegamenti con il mondo. Spero che i parlamentari baresi del centrodestra dicano qualcosa perché non siano succubi di questo modo di pensare. Purtroppo ho però i miei dubbi che possa succedere».
Sulla stessa linea di Emiliano c´è anche il presidente della provincia di Bari, Vincenzo Divella. «È scandalosa - dice - la decisione di new Alitalia di tagliare dal proprio circuito base gli scali aeroportuali pugliesi. È lampante la scelta politica di aver voluto salvare, per esempio, l´aeroporto di Malpensa a discapito della Puglia. Il presidente Berlusconi ha preferito di gran lunga fare un favore a Umberto Bossi piuttosto che a Raffaele Fitto perché ai suoi occhi, evidentemente, hanno due pesi specifici differenti». Divella parla di una politica «oscurantista del governo nazionale nei confronti del Sud. A mio avviso - continua - siamo di fronte solo alla prima di una serie di manovre che ci penalizzeranno e che manderanno in fumo tutti gli sforzi fatti sul territorio pugliese in questi ultimi anni». «È il momento che tutti i rappresentanti istituzionali della Puglia, di qualsiasi schieramento politico, alzino gli scudi contro una politica di Governo antimeridionalista e antipugliese».
Dura anche la posizione di Confindustria. «Ci hanno dato una grande fregatura, questo è l´unico termine da utilizzare» sostiene il presidente regionale, Nicola De Bartolomeo. «L´operazione fatta sull´Alitalia ha due aspetti. Una puramente industriale e per i privati è davvero un grande affare. E´ stato offerto agli industriali il meglio di un´azienda, azzerato la concorrenza e dato la possibilità di tagliare le perdite. In sostanza si lascia tutto il marcio: se si guardano i numeri dell´operazione, c´è davvero da scandalizzarsi. E´ chiaro quindi che non si è trattato di un´operazione industriale ma puramente politica. E il problema è qui. Questa decisione nell´ottica territoriale produrrà dei danni gravissimi, forse irreversibili, ai cittadini e ai suoi imprenditori». Sul caso dell´aeroporto di Bari il presidente regionale di Confindustria ricorda «i miracoli fatti in questi cinque anni, con il traffico aereo raddoppiato e ora questa decisione non dà davvero merito, è suicida oltre che profondamente ingiusta. Ci sono persone, politici - continua - che hanno delle responsabilità nei confronti di questa terra, dei pugliesi. Non possono assistere a una maniera sbagliata di gestire le cose, non possono consentire che una coperta corta venga tirata soltanto da una parte del letto. Quando è successo il caso Malpensa, stava per venire giù la rivoluzione. Qui si lascia una regione a terra e chi è al governo fa finta di niente».


Situazione più critica a Brindisi dove ci sono numerosi lavoratori stagionali. Paura anche a Palese

Sindacati in allarme: "Posti a rischio"


"Il ruolo di Malpensa non sarà secondario rispetto al riassetto nel Sud"


ILARIA FICARELLA
Sale la tensione anche negli aeroporti di Puglia in attesa che sia chiarito il piano industriale della nuova società che dovrà guidare l´Alitalia. A temere sono i lavoratori stagionali della compagnia di bandiera i primi nella lista degli eventuali esuberi che saranno dichiarati.
Ma a questi si aggiungono anche gli stessi dipendenti della società che gestisce gli scali aeroportuali pugliesi, la Ap (Aeroporti di Puglia). Il timore è che un ridimensionamento dei voli Alitalia da e per Bari e Brindisi, di fatto il numero più corposo di collegamenti attivati, possa essere determinante anche nelle scelte della società nella definizione dei propri organici.
Al momento, Alitalia ha in Puglia 163 dipendenti. Cento sono concentrati nell´aerostazione "Karol Wojityla" di Bari; 63 sono invece quelli operativi a "Casale Papola" di Brindisi. La metà dei lavoratori brindisini ha contratti stagionali. "E questo – dice Riccardo Zotti, della federazione trasporti della Cgil – induce a pensare che nella definizione degli esuberi che la nuova Alitalia dovrà effettuare da qui a qualche giorno proprio gli stagionali saranno i primi a essere messi in lista". Certezze però per il momento non ce ne sono. "Nessuno sa dire come evolverà la situazione", conferma Zotti. E proprio questo fattore sta mettendo in allarme un po´ tutti i lavoratori del comparto. Anche gli stessi dipendenti della Aeroporti di Puglia sono in attesa i conferme o smentite all´ipotesi che il nuovo piano industriale dell´Alitalia comporti delle modifiche sostanziali anche al numero di collegamenti operativi dagli scali pugliesi. Attualmente dalla Puglia partono 38 voli Alitalia. Sono 25 quelli da e per Bari: si tratta di sei voli per Roma, cinque per Milano Linate, due per Milano Malpensa; a Bari fanno invece scalo sei voli da Roma, quattro da Milano Linate e due da Malpensa. In totale 13 sono invece i voli da e per Brindisi: due per Milano Linate e quattro per Roma; due in arrivo da Linate e cinque da Roma. L´incognita più grande resta ancora legata al ruolo che avrà l´aeroporto di Malpensa nella rinnovata geografia della compagnia di bandiera. Spiega il rappresentante della Cgil: "Com´è già stato per il piano presentato da Air France – resta determinante anche in questo caso capire se Malpensa continuerà a essere considerato un hub di Alitalia e l´eventuale decisione non sarà secondaria rispetto al riassetto generale anche nel Mezzogiorno".
Resta il fatto che i voli Alitalia rappresentano al momento per gli scali aeroportuali pugliesi la parte più corposa dei collegamenti. Svincolati da ogni incentivazione, utilizzata invece dalla Aeroporti di Puglia con fondi regionali per attivare nuovi voli (e incamerati in buona parte dalla compagnia MyAir), i voli Alitalia potrebbero essere cancellati senza che ne consegua penalità per la compagnia. E i dipendenti della società che gestisce gli scali pugliesi temono un ridimensionamento degli organici. Negli ultimi mesi, infatti, sono stati avviati una serie di contratti a tempo determinato proprio a servizio dei voli di Alitalia. Una modifica dell´attuale stato di cose potrebbe comportare il venir meno delle necessità lavorative.

La Repubblica - Bari

CIAO
_goa
 
Le compagnie low cost si candidano: pronte a sostituire i voli Alitalia per Roma

"Bacino strategico". Ma vogliono aiuti dal Marconi


"In questo piano conta il peso della Lega nel governo - dice Donata Lenzi, Pd - sentiranno le nostre ragioni"
"Bologna è l´ombelico dei trasporti d´Europa - dice Giuliano Cazzola, Pdl - una sciocchezza tagliarla fuori ora"


Le principali compagnie aeree italiane di stanza al Marconi affilano le unghie per aggiudicarsi la tratta Bologna-Roma, che sarebbe lasciata scoperta dal piano per la nuova Alitalia. In pole position ci sono Meridiana e AirOne, a anche Myair e Ryanair, che recentemente ha potenziato la presenza in città, non restano a guardare. Intanto scoppia la polemica politica attorno all´esclusione di Bologna dai "nodi" principali della nuova compagnia di bandiera.
Mentre le principali compagnie aeree italiane di stanza al Marconi affilano le unghie per aggiudicarsi la tratta Bologna-Roma, che sarebbe lasciata scoperta dal piano per la nuova Alitalia scoppia la polemica politica attorno all´esclusione di Bologna dai «nodi» principali della nuova compagnia di bandiera.
Nell´amarezza di chi, come Gian Luca Galletti, Udc, constata che «questa è solo l´ennesima dimostrazione che la città resta sempre in serie B, nel silenzio assordante delle istituzioni e del Pdl», e nella delusione di Donata Lenzi, Pd, che vede «prima di tutto logiche politiche e non strategiche dietro la scelta della città da cui deve ripartire Alitalia». Sta di fatto che i quasi 200 mila passeggeri che nel 2007 hanno volato sulla tratta Bologna - Roma rimarrebbero «a piedi» se la nuova compagnia di bandiera rinata dalle ceneri del crac dovesse eliminare lo scalo emiliano. Viaggiatori che rappresentano un «bacino di utenza molto interessante» per le altre compagnie che dicono di «non essere mai riuscite a inserirsi in questa tratta, storicamente presidiata da Alitalia». In pole position ci sono Meridiana, che collega Bologna con Palermo, Cagliari e Olbia e AirOne, che nel 2007 ha trasportato da Bologna 307 mila passeggeri e nei primi sei mesi del 2008 ha registrato un +2% con 144.000 viaggiatori diretti ad Alghero, Bari, Lamezia Terme, Napoli. Bologna è per queste compagnie un punto «strategico, importante, in evoluzione» della loro rete di collegamenti. Ma anche Myair non resta a guardare. «Myair è interessata a tutti i mercati potenzialmente in grado di attirare un grande bacino di traffico - dice Lorenzo Lorenti direttore commerciale della compagnia - auspico che l´aeroporto che ha il dovere di partecipare al rischio imprenditoriale ci venga incontro privilegiano le compagnie italiane a quelle straniere». Il riferimento è al recente accordo con Ryan Air, leader del low cost, che da ottobre collegherà importanti destinazioni europee. Ma tra i parlamentari eletti dal centro destra bolognese, c´è chi non si rassegna a quello che viene definito un «epilogo scellerato». «Bologna è destinata a diventare l´ombelico dei trasporti in Europa, sarebbe una sciocchezza tagliarla fuori adesso - dice Giuliano Cazzola, Pdl, in prima fila nella gestione del caso Alitalia - quella per Roma è una tratta redditizia, tagliarla non sarebbe certo un modo per uscire dalla crisi». Anche Fabio Garagnani conta che l´azione di pressing politico possa ancora salvare la «portata simbolica importantissima» della presenza di Alitalia.
«Cercheremo di agire come parlamentari bolognesi con gli strumenti che abbiamo - dice Garagnani - la presenza di Alitalia a Bologna è essenziale». Polemica Donata Lenzi, Pd, che dice: «In questo piano dovrebbe contare la centralità della città, non il peso della Lega all´interno del Governo. Noi cercheremo di far valere le nostre ragioni». Sconsolato Giacomo Venturi, vice presidente della Provincia: «Abbiamo lavorato per mettere in piedi tante infrastrutture di collegamento all´Aeroporto, per Alitalia sarebbe stato il momento di interloquire con quelle, non di andarsene».

Le conseguenze sull´occupazione si faranno sentire soprattutto sull´azienda che si occupa dell´handling

"Rischi concreti per stagionali e precari"


"Quel volo consente, via Fiumicino, i collegamenti internazionali"

«I primi a risentire le conseguenze dell´addio di Alitalia saranno i lavoratori stagionali o a tempo determinato della Bas, l´azienda che si occupa di handling per la compagnia di bandiera. Porteremo anche questo problema sul tavolo concordato con l´azienda per la prima settimana di settembre dove avremmo dovuto parlare di rinnovo integrativo aziendale». L´addio della nuova Alitalia allo scalo bolognese rappresenta, secondo Maurizio Lunghi della Cgil trasporti, una situazione «tutto sommato gestibile», perché ormai, dal punto di vista dei lavoratori, lo smantellamento degli uffici era cominciato da tempo. «A noi risulta la presenza di circa dieci impiegati negli uffici Alitalia, tra i quali alcuni erano in vista del pensionamento ed altri erano pendolari da Milano - spiega Lunghi - certo i tempi sono molto cambiati da quando la compagnia di bandiera gestiva da Bologna il traffico postale, con una ventina di voli serali e notturni. Sono passati solo pochi anni, ma sembra un altro mondo. Ormai chi ci rimette di più sono i lavoratori delle aziende che appaltano servizi come lo smistamento e la gestione dei bagagli, ogni crisi si ripercuote in primis su di loro, in questi casi parliamo di alcune decine di persone». Ma per gli addetti ai lavori, il volo Bologna-Roma non era una semplice tratta da mettere sullo stesso piano dello sviluppo dell´alta velocità, ad esempio. Il volo che rischia di saltare se il «piano Fenice» per il recupero della compagnia viene approvato era una specie di «porta sul mondo» dei voli intercontinentali, e questo ne spiega in gran parte anche il successo, che lo ha portato ad essere la terza meta italiana più richiesta.
«Quel volo consente prima di tutto il collegamento con un grande hub come quello di Roma Fiumicino che dà accesso a tanti voli intercontinentali - spiega Lunghi - chi deve andare in centro a Roma anche oggi, prima dell´introduzione della linea ad Alta Velocità, sceglie il treno». I tempi sono cambiati, anche il presidente della Camera di Commercio, Bruno Filetti, ha indicato nell´arrivo di Ryan Air la chiave di volta per il futuro sviluppo della società. Ma i sindacati non sono altrettanto ottimisti sul passaggio al low cost.
(e.c.)


La Repubblica - Bologna
 
Punta Raisi, appello all´Alitalia

Comune e Provincia: "Frenato lo sviluppo, garanzie dalla proprietà"


Il Pd accusa "Scelte dettate da interessi politici" Ricapitalizzata la Gesap

ANTONIO FRASCHILLA

Sos all´Alitalia da Provincia e Comune di Palermo. All´indomani dell´ufficializzazione del piano di rilancio della nuova compagna di bandiera, che prevede investimenti sull´aeroporto di Catania e non sul Falcone e Borsellino, il sindaco Diego Cammarata e il presidente della Provincia, Giovanni Avanti, chiedono «immediati chiarimenti» ai proprietari dell´Alitalia, la cordata d´imprenditori guidata da Roberto Colaninno che, con un investimento da un miliardo di euro, ha rilevato la vecchia compagnia sull´orlo del fallimento. Mentre il Partito democratico punta il dito sul governatore Raffaele Lombardo, che avrebbe favorito la scelta su Catania, il feudo elettorale costruito da presidente della Provincia.
Proprio ieri Comune e Provincia di Palermo hanno investito 2,3 milioni di euro per ricapitalizzare la Gesap, la società che gestisce l´aeroporto di Punta Raisi. Un investimento che arriva poche ore dopo la presentazione del piano di rilancio dell´Alitalia, che ha scelto come base operativa in Sicilia lo scalo etneo: in sintesi non investirà su nuove tratte a Palermo e si annunciano trasferimenti di personale della compagnia da Punta Raisi a Fontanarossa. Da qui la levata di scudi da parte di Comune e Provincia: «Proporrò all´attenzione del governo nazionale e di Alitalia - dice il sindaco Diego Cammarata - la realtà e le potenzialità dell´aeroporto Falcone e Borsellino, che ha fatto registrare, in pochi anni, un consistente sviluppo del flusso passeggeri e un miglioramento dei servizi offerti. Ho grande fiducia nelle prospettive di sviluppo del nostro scalo aeroportuale, al quale deve essere dato un ruolo adeguato nel progetto di riordino di Alitalia». L´assessore comunale al Turismo Raoul Russo definisce la compagnia italiana «essenziale per lo sviluppo turistico della città».
Oggi l´Alitalia gestisce solo tre tratte da Palermo, per Roma e Milano (Linate e Malpensa) con 1,3 milioni di clienti. Mentre sono 180 i dipendenti, tra hostess di terra, addetti ai bagagli e alla manutenzione dei mezzi. A Catania le tratte sono quattro e i clienti 1,4 milioni, mentre i dipendenti arrivano a quota 163. «Occorre riaffermare la centralità dello scalo aeroportuale di Punta Raisi che, per la qualità dei servizi offerti, per numero dei passeggeri e per posizione geografica, deve poter mantenere un livello qualitativo dei servizi sempre più alto - dice il presidente della Provincia, Giovanni Avanti - Chiederò chiarimenti ai vertici della nuova Alitalia in merito alla decisione di escludere l´aeroporto di Palermo dai sei scali base, perché credo che decisioni così importanti per lo sviluppo e la crescita di un territorio meritino adeguate spiegazioni».
Sul piede di guerra anche il Pd. «L´esclusione dell´aeroporto di Palermo dagli scali punto di riferimento della nuova Alitalia è un chiaro segnale dello spostamento del baricentro degli interessi della politica siciliana su Catania - dice il deputato regionale Davide Faraone - A Lombardo va ricordato che adesso è presidente di tutta la Regione e non più della sola provincia etnea». Per Faraone «le rassicurazioni dell´amministratore delegato della Gesap, Giacomo Terranova, in merito al rilevamento degli slot Alitalia da parte di altre compagnie non sono convincenti, perché Alitalia rispetto ad altri vettori ha dato garanzie di efficienza e affidabilità nella gestione dei servizi». Sul caso Punta Raisi interviene anche il deputato nazionale del Pd Tonino Russo: «Il depotenziamento del Falcone e Borsellino rischia di colpire non solo i passeggeri ma anche i lavoratori - dice Russo - Occorre evitare di mettere in discussione anche un solo posto di lavoro in una realtà dove già di disoccupati ce ne sono abbastanza».

La Repubblica - Palermo

CIAO
_goa