Soluzione AZ in corto finale?


Alitalia, Rocco Sabelli pronto al decollo
Sabato il piano d'Intesa all'esame del cda

di Rosario Dimito e Umberto Mancini

ROMA (24 luglio)- Rocco Sabelli alla cloche della Nuova Alitalia. Il top manager, salvo colpi di scena dell’ultima ora, sarà l’amministratore delegato della newco, come aveva anticipato Il Messaggero il 2 luglio. Guiderà una nuova società in cui si fonderanno alcuni asset della compagnia di bandiera con quelli della Air One di Carlo Toto. Gli azionisti della Nuova Alitalia - sempre secondo quanto risulta al nostro giornale - dovrebbero essere Benetton, Gavio, Marcegaglia, Ligresti, lo stesso Toto e l’armatore Aponte. E le banche: probabile l’intervento di Intesa che vorrebbe coinvolgere Nomura e Morgan Stanley. Ma le due banche estere, già sponsor di Toto, oltre alla profittabilità del piano, chiederebbero la discesa in campo della Superbanca come segnale concreto sulla riuscita dell’operazione. «Credo che per Alitalia siamo vicini alla conclusione» ha detto Silvio Berlusconi. Scajola conferma: rilanciaremo una compagnia a capitale italiano. Il ministro ha escluso che il prossimo consiglio dei ministri possa trovarsi sul tavolo il decreto di modifica della Marzano. Ma forse è solo tattica.

Chi lavora al piano di Intesa (Miccichè e Passera) - che sarà presentato sabato mattina al cda dell’Alitalia - conta in queste ore di trovare la disponibilità del Fondo Clessidra, soprattutto per la presenza delle Fondazioni bancarie nel capitale, mentre c’è una forte aspettativa per un possibile coinvolgimento anche di Mediobanca, che però non ha ancora analizzato il dossier. Gli investitori della Nuova Alitalia avrebbero già sul tavolo il piano della Superbanca, che sarebbe stato illustrato a grandi linee dallo stesso Sabelli, oltre che dai manager di Intesa. Anche se finora non sarebbe stato firmato da nessuno un confidentiality agreement. Nelle ultime 48 ore c’è stato infatti un vorticoso giro di incontri - anche ai massimi livelli politici - per mettere a punto quello che dovrebbe essere il progetto di rilancio e sviluppo della compagnia di bandiera. C’è qualcosa da limare ma il più sembra fatto. I maggiori dubbi sono stati superati per la forte spinta del ministro dell’Economia, mentre da più parti si consigliava di rinviare tutto alla fine di agosto. Tremonti vuole invece che la partita, fondamentale anche per l’immagine dell’Italia, trovi uno sbocco in tempi rapidi. Così sabato il consiglio di Alitalia esaminerà le linee guida del piano. Che non dovrebbe prevedere esplicitamente il ricorso alla Marzano per la contrarietà del presidente Aristide Police, ieri ricevuto a palazzo Chigi da Gianni Letta: dovrebbe accennare alla disponibilità di investitori ad acquisire rami d’azienda dell’attuale società. Police ritiene che con la Marzano ci sia continuità aziendale dal punto di vista dell’attività ma non di quello societatario. E il presidente ritiene che il cda ma anche il collegio sindacale e i revisori avrebbero difficoltà a certificare nella semestrale in calendario l’8 agosto, la sopravvivenza della società. Il cda di sabato potrebbe essere interlocutorio. Ed è probabile anche un altro board per approfondire il piano. La nuova Alitalia sarà più magra, ma la gestione degli esuberi verrà condivisa con i sindacati. Berlusconi ha detto che lo Stato se ne farà carico e che sono necessari sacrifici. Insomma, ammortizzatori in arrivo.

Di certo Alitalia verrà divisa in due, da un lato la parte sana, che dovrebbe produrre utili nel giro di tre anni, dall’altro la bad company costituita dall’attuale Alitalia senza la polpa e destinata a cambiare nome. In un secondo tempo arriverà il partner straniero.
 
Che non dovrebbe prevedere esplicitamente il ricorso alla Marzano per la contrarietà del presidente Aristide Police, ieri ricevuto a palazzo Chigi da Gianni Letta: dovrebbe accennare alla disponibilità di investitori ad acquisire rami d’azienda dell’attuale società. Police ritiene che con la Marzano ci sia continuità aziendale dal punto di vista dell’attività ma non di quello societatario.

Si confermerebbe lo scenario ipotizzato da Concorde ...

leggendo l'articolo però sembrerebbe che la marzano non verrebbe applicata a tutta alitalia,ma solo alla bad,ripeto sembrerebbe...a giorni sapremo
 
AFD, da quanto ho capito io Concorde diceva la stessa cosa:

alla mucca (AZ) applichi la Marzano (il tritacarne gigante) e la nuova AZ (chiamiamola IntesAz) si prende solo le fettine migliori, la vecchia AZ Marzanata viene lasciata a carico dello stato con conseguente eventuale fallimento

(scusa il paragone, è che ho fame).
 
AFD, da quanto ho capito io Concorde diceva la stessa cosa:

alla mucca (AZ) applichi la Marzano (il tritacarne gigante) e la nuova AZ (chiamiamola IntesAz) si prende solo le fettine migliori, la vecchia AZ Marzanata viene lasciata a carico dello stato con conseguente eventuale fallimento

(scusa il paragone, è che ho fame).
infatti non vedo differeneze con quanto scritto da concorde
 
AFD, da quanto ho capito io Concorde diceva la stessa cosa:

alla mucca (AZ) applichi la Marzano (il tritacarne gigante) e la nuova AZ (chiamiamola IntesAz) si prende solo le fettine migliori, la vecchia AZ Marzanata viene lasciata a carico dello stato con conseguente eventuale fallimento

(scusa il paragone, è che ho fame).
io avevo capito una cosa diversa dal post di concorde:
ovvero che la marzano verrebbe applicata a tutta az e poi la newco,che con az non avrebbe nulla a che fare andrebbe dalla commissariata az a comprare ciò che gli interessa

se invece è come dici te,allora non è altro che quello di cui i giornali parlano da circa un mese
aspettiamo concorde a dirci chi lo aveva capito meglio
andiamo a cena
 
formigoni rimpiange alitalia

(ASCA) - Milano, 24 lug - ''Ho sempre creduto nel ruolo di Malpensa come hub e ho sempre creduto che Alitalia (Milano: AZA.MI - notizie) risorgera' veramente se sara' capace di avere in Malpensa una propria base fortissima''. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, senza pero' voler entrare nel merito delle indiscrezioni di stampa sul nuovo piano di rilancio della compagnia di bandiera: ''E' difficile commentare le indiscrezioni''. Per il governatore lombardo, che oggi ha incontrato la stampa al palazzo della Regione, e' stata pero' l'occasione per ribadire con forza le proprie posizioni sulla necessita' di rilanciare lo scalo aeroportuale milanese: ''La mia impostazione e' sempre stata quella di una Malpensa che cresce con un vettore di riferimento come Alitalia e di un Alitalia che rinasce perche' ha un posizionamento forte nell'area piu' forte del paese che e' la Lombardia''. E di fronte alla ''soluzione vicina'' prospettata dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, Formigoni si dice ''ottimista'', ammetendo pero' che ''far rinascere Alitalia non e' impresa facile in un momento economico come quello attuale. Certamente ci saranno dei sacrifici. Pero' - ha concluso Formigoni - l'impegno di quanti si stanno dedicando ad Alitalia permette di guardare con serenita' al futuro''.
ma no???? davvero Formigoni tiene a AZ in MXP?
quale sensazionale notizia!
l'intervento di RF è la solita carrellata di facezie, ovvietà e colpi al cerchio e alla botta...
E poi noi sul forum ci lamentiamo perchè si sviscera troppo il caso AZ con il soliti discorsi.
Questi fanno la stessa a cosa..ma pagati da noi!
 
concorde ha parlato di marzano per tutta az
e poi new co
l'articolo parla di marzano per la bad company
si perchè, giustamente, dice che non vi sarà good e bad...tutta AZ sarà la bad, da cui verranno prese le parti migliori e messe nella Newco, a cui ovviamente non sarà applicata la Marzano, che verrà applicata ad AZ (ossia bad company). La parte di AZ che finirà nella Newco non avrà continuità aziendale con la vecchia.
 
AFD, da quanto ho capito io Concorde diceva la stessa cosa:

alla mucca (AZ) applichi la Marzano (il tritacarne gigante) e la nuova AZ (chiamiamola IntesAz) si prende solo le fettine migliori, la vecchia AZ Marzanata viene lasciata a carico dello stato con conseguente eventuale fallimento

(scusa il paragone, è che ho fame).

qui praticamente più che di pacchetto Intesa-SanPaolo-AZ si deve parlare di AZ in scatola della Marzattin...
 
Originalmente inviato da janmnastami

AFD, da quanto ho capito io Concorde diceva la stessa cosa:

alla mucca (AZ) applichi la Marzano (il tritacarne gigante) e la nuova AZ (chiamiamola IntesAz) si prende solo le fettine migliori, la vecchia AZ Marzanata viene lasciata a carico dello stato con conseguente eventuale fallimento

(scusa il paragone, è che ho fame).




airbusfamilydriver

io avevo capito una cosa diversa dal post di concorde:
ovvero che la marzano verrebbe applicata a tutta az e poi la newco,che con az non avrebbe nulla a che fare andrebbe dalla commissariata az a comprare ciò che gli interessa

se invece è come dici te,allora non è altro che quello di cui i giornali parlano da circa un mese
aspettiamo concorde a dirci chi lo aveva capito meglio
andiamo a cena




non state dicendo la stessa cosa?
 
Toto farà l’aumento di capitale
o conferirà AirOne
LUCA FORNOVO
TORINO -la stampa
Per la modifica della legge Marzano, necessaria per il salvataggio dell’Alitalia, occorre ancora del tempo. Lo stesso ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, ha fatto sapere che domani, nella riunione del Consiglio dei ministri, non verrà approvata alcuna riforma della Marzano. Forse di una legge salva-Alitalia se ne parlerà nella prossima riunione di Palazzo Chigi che potrebbe essere fissata venerdì 1° agosto. Ma è ancora tutto da vedere anche perché una frangia del governo nutre ancora qualche perplessità nel mettere mano alla Marzano e quindi pilotare Alitalia verso il commissariamento, che faccia da preludio a uno spezzatino della compagnia accompagnato da una gestione flessibile degli esuberi e dalla falcidia dei creditori, senza passare da un concordato. Perplessità che potrebbero essersi rafforzate specie dopo la visita di ieri a Palazzo Chigi del presidente di Alitalia, Aristide Police, piuttosto freddo verso l’ipotesi del commissariamento.

Ma se il governo prende tempo, domani a fare i primi passi per salvare Alitalia sarà l’advisor Intesa Sanpaolo che al vaglio del consiglio d’amministrazione della banca sottoporrà l’approvazione di una bozza del piano Fenice che contempla due diverse alternative, legate però da un filo comune: la partecipazione della AirOne dell’imprenditore Carlo Toto al rilancio della compagnia di bandiera. Probabilmente già domani o sabato la bozza del piano, predisposta dalla divisione corporate e investment banking, guidata da Gaetano Miccichè, verrà valutata dai vertici della Magliana.

La differenza sostanziale tra le due ipotesi è che nella prima, il piano A, Toto, attraverso Ap Holding, il veicolo che controlla AirOne, parteciperà - insieme a un gruppo di investitori industriali - all’aumento di capitale per salvare Alitalia. La nuova compagnia, la cosiddetta newco, acquisterà il ramo Alitalia per cassa e successivamente Toto incasserà denaro fresco cedendo alla nuova Alitalia il 100% delle azioni AirOne per cassa. Nel secondo caso, il piano B, invece Toto non parteciperà all’aumento di capitale ma la newco verrà capitalizzata solo da un gruppo di investitori, che potrebbero essere: il fondo Clessidra e i gruppi industriali Benetton, Ligresti, Gavio, Pirelli e Marcegaglia. Investitori che potrebbero apportare un capitale tra i 700 e gli 800 milioni. Anche in quest’ipotesi è previsto che la newco acquisti il ramo Alitalia per cassa. Solo successivamente l’imprenditore Toto conferirà il ramo AirOne in cambio di azioni della nuova compagnia di bandiera.

È chiaro, quindi, che in entrambi gli scenari Toto diventerà socio della nuova Alitalia, anche se resta ancora da definire quale peso avrà di preciso all’interno della compagine azionaria. Le due alternative prevedono, poi, due diversi impatti sull’organizzazione del gruppo. Nel piano A la nuova Alitalia dovrà ottenere dall’Enac la certificazione per operare con linea aerea solo per l’attività ex Alitalia. Mentre AirOne continuerà in una prima fase con la sua struttura, le certificazioni, i marchi e i codici. Le conseguenze organizzative del piano B comportano, invece, che la newco dovrà ottenere dall’Enac la certificazione per operare sia per l’attività ex Alitalia che per l’attività ex AirOne. Quindi un iter burocratico più lungo.

Entrambi i piani, come già detto, contemplano l’acquisizione da parte della newco delle attività della vecchia Alitalia ovvero: la flotta di aeromobili, le pertinenze immobiliari e circa 15 mila dipendenti, considerato che gli altri 5 mila sono in esubero. Ancora da sciogliere è il nodo del debito, se venga acquisito o meno e in che che proporzioni (a fine giugno l’indebitamento di Alitalia era di 1.121 milioni di euro). Nel caso che passi la riforma della Marzano, il piano di Intesa prevede che la nuova compagnia possa rilevare 400-500 milioni del debito collegato. Diversa è la questione se non ci sarà una nuova legge sulla ristrutturazione delle grandi imprese. In questo caso Intesa Sanpaolo propone ai vertici della Magliana che la newco non venga gravata delle passività del passato e di tutti i costi complessivi e generali, che non consentirebbero di rendere attiva una gestione pesantemente passiva. Secondo le stime dell’advisor, grazie al piano, Alitalia si ritroverà in cassa una dotazione di 800 milioni oltre all’apporto patrimoniale di Airone (valutato intorno ai 250-350 milioni) e il suo portafoglio di contratti per l’acquisto dei nuovi aerei. Un patrimonio complessivo che per la newco ammonterà a 1,4 miliardi e che se verrà varata una riforma della Marzano non correrà il rischio di essere fagocitato dal processo di liquidazione della vecchia società. Sempre con la nuova Marzano sarà possibile - d’accordo con i sindacati - anche una contrattazione individuale tra azienda e lavoratori per agevolare gli esuberi attraverso delle buonuscite. All’interno dei 5 mila esuberi ci sarebbero 550 piloti (140 solo per il cargo che dovrebbe essere ceduto), 1.100 assistenti di volo, 2.300 dipendenti di terra.
 
Alitalia, Rocco Sabelli pronto al decollo
Sabato il piano d'Intesa all'esame del cda

da il messaggero

di Rosario Dimito e Umberto Mancini
ROMA (24 luglio)- Rocco Sabelli alla cloche della Nuova Alitalia. Il top manager, salvo colpi di scena dell’ultima ora, sarà l’amministratore delegato della newco, come aveva anticipato Il Messaggero il 2 luglio. Guiderà una nuova società in cui si fonderanno alcuni asset della compagnia di bandiera con quelli della Air One di Carlo Toto. Gli azionisti della Nuova Alitalia - sempre secondo quanto risulta al nostro giornale - dovrebbero essere Benetton, Gavio, Marcegaglia, Ligresti, lo stesso Toto e l’armatore Aponte. E le banche: probabile l’intervento di Intesa che vorrebbe coinvolgere Nomura e Morgan Stanley. Ma le due banche estere, già sponsor di Toto, oltre alla profittabilità del piano, chiederebbero la discesa in campo della Superbanca come segnale concreto sulla riuscita dell’operazione. «Credo che per Alitalia siamo vicini alla conclusione» ha detto Silvio Berlusconi. Scajola conferma: rilanciaremo una compagnia a capitale italiano. Il ministro ha escluso che il prossimo consiglio dei ministri possa trovarsi sul tavolo il decreto di modifica della Marzano. Ma forse è solo tattica.

Chi lavora al piano di Intesa (Miccichè e Passera) - che sarà presentato sabato mattina al cda dell’Alitalia - conta in queste ore di trovare la disponibilità del Fondo Clessidra, soprattutto per la presenza delle Fondazioni bancarie nel capitale, mentre c’è una forte aspettativa per un possibile coinvolgimento anche di Mediobanca, che però non ha ancora analizzato il dossier. Gli investitori della Nuova Alitalia avrebbero già sul tavolo il piano della Superbanca, che sarebbe stato illustrato a grandi linee dallo stesso Sabelli, oltre che dai manager di Intesa. Anche se finora non sarebbe stato firmato da nessuno un confidentiality agreement. Nelle ultime 48 ore c’è stato infatti un vorticoso giro di incontri - anche ai massimi livelli politici - per mettere a punto quello che dovrebbe essere il progetto di rilancio e sviluppo della compagnia di bandiera. C’è qualcosa da limare ma il più sembra fatto. I maggiori dubbi sono stati superati per la forte spinta del ministro dell’Economia, mentre da più parti si consigliava di rinviare tutto alla fine di agosto. Tremonti vuole invece che la partita, fondamentale anche per l’immagine dell’Italia, trovi uno sbocco in tempi rapidi. Così sabato il consiglio di Alitalia esaminerà le linee guida del piano. Che non dovrebbe prevedere esplicitamente il ricorso alla Marzano per la contrarietà del presidente Aristide Police, ieri ricevuto a palazzo Chigi da Gianni Letta: dovrebbe accennare alla disponibilità di investitori ad acquisire rami d’azienda dell’attuale società. Police ritiene che con la Marzano ci sia continuità aziendale dal punto di vista dell’attività ma non di quello societatario. E il presidente ritiene che il cda ma anche il collegio sindacale e i revisori avrebbero difficoltà a certificare nella semestrale in calendario l’8 agosto, la sopravvivenza della società. Il cda di sabato potrebbe essere interlocutorio. Ed è probabile anche un altro board per approfondire il piano. La nuova Alitalia sarà più magra, ma la gestione degli esuberi verrà condivisa con i sindacati. Berlusconi ha detto che lo Stato se ne farà carico e che sono necessari sacrifici. Insomma, ammortizzatori in arrivo.

Di certo Alitalia verrà divisa in due, da un lato la parte sana, che dovrebbe produrre utili nel giro di tre anni, dall’altro la bad company costituita dall’attuale Alitalia senza la polpa e destinata a cambiare nome. In un secondo tempo arriverà il partner straniero.


sintesi:
creazione di una società senza debiti da dare ai privati e alle banche
creazione di una società con i debiti statale
 
sempre dal messaggero


Colaninno si tira fuori, Toto cerca ruolo e poteri
ROMA (24 luglio) - ROMA - Sarà una compagine sul modello Telco, ma più allargata. Con gli imprenditori, le banche anche se manca al momento il partner internazionale alla Telefonica, che è il socio d’opera nel nocciolo duro di Telecom. Nella nuova Alitalia in cui confluiranno marchio, rotte, parte dei dipendenti e delle attività dell’attuale compagnia divisa in due da una ”Marzano” e più o meno gli stessi asset di Air One, ci sarà però Carlo Toto che diversamente dagli altri compagni di cordata, fa l’imprenditore in questo settore.

Per aggregarsi, l’imprenditore abruzzese porrebbe alcune condizioni che al momento sarebbero ancora oggetto di discussione: un ruolo di primo piano per lui come la presidenza della compagnia. Salvo che non si opti per una presidenza operativa alla francese da attribuire a Rocco Sabelli, nel qual caso Toto potrebbe accontentarsi della vicepresidenza. Ma al di là del ruolo che pure ha una sua importanza, l’attuale patron di Air One guarda con attenzione alla governance legata ai meccanismi decisioni a lui spettanti e al valore attribuito alla Air One che confluisce nella nuova Alitalia. I 300-350 milioni della valutazione di Intesa Sanpaolo vengono considerati insoddisfacenti: la cifra che ha in testa si aggira sui 480 milioni. Che è poi un valore molto vicino ai 550 milioni stimati a dicembre scorso quando Air One, affiancata da Intesa, Nomura e Morgan Stanley ha cercato di contendere a Air France l’esclusiva su Alitalia. Sulle deleghe, l’industriale abruzzese vorrebbe voce in capitolo su tutte le decisione di ”business”: dalle scelte sugli aerei, alla gestione del personale, agli acquisti. Poteri che si incrociano però con quelli del capo-azienda e che difficilmente Sabelli sarebbe disposto quanto meno a condividere. Toto starebbe conducendo in prima persona il negoziato con la Superbanca, specie per quanto riguarda il suo ruolo futuro e le deleghe. Lasciando al suo advisor Goldman Sachs voce in capitolo sugli aspetti finanziari. Intesa ha il suo bel da fare per quadrare il cerchio. Ha dovuto incassare il quasi irreversibile passo indietro di Roberto Colaninno che puntava a diventare il leader nella nuova Alitalia anche nella carica (presidente) e a volere il coinvolgimento da subito del partner internazionale: al patron della Vespa piace soprattutto Lufthansa. Ma anche tra gli altri partner della nuova Alitalia la ripartizione degli oneri rappresenta un passaggio molto delicato. L’ingegnere Salvatore Ligresti potrebbe entrare tramite FonSai, compagnia quotata che potrebbe beneficiare di vantaggi derivanti dai contratti assicurativi sul corpo degli aeromobili e sulle polizze infortuni dei viaggiatori. Un capitolo a parte è rappresentato dalle banche. A parte l’aspettativa di una adesione di Mediobanca, c’è il ruolo che potrebbe ricoprire a regime Intesa il cui blasone di ”banca per il paese”, collaudato in Telco, potrebbe definitivamente consacrarsi in caso di successo di questa mission impossible.


sabelli non vuole lasciare la cloche a toto...
 
dal sole 24 ore
gianni dragoni

Alitalia vicina al capolinea. Capolinea per la situazione economico- finanziaria della società, che l'8 agosto presenterà i conti semestrali al consiglio di amministrazione e potrebbe essere costretta a dichiarare che il capitale è stato divorato dalle perdite. Capolinea anche per il lavoro di Intesa Sanpaolo, l'advisor scelto dal Governo che deve completare entro una decina di giorni il piano per l'ingresso di una «cordata italiana» nella società.

«Credo che si sia vicini ad una conclusione che potrà rilanciare una compagnia a capitale italiano significativa, utile per il rilancio di un Paese che è una delle grandi potenze mondiali», ha detto Claudio Scajola, ministro dello Sviluppo economico. E lo stesso Silvio Berlusconi, nell'incontro serale con i senatori Pdl, avrebbe riferito che la soluzione per Alitalia «è vicina», ma «serviranno sacrifici». Per sabato è convocato il consiglio di Alitalia. Se ci fossero novità dall'advisor il Cda potrebbe esaminare il piano. Ieri sera il presidente dell'aviolinea, Aristide Police, ha incontrato a Palazzo Chigi il sottosegretario Gianni Letta. Alla presidenza è arrivato anche Bruno Ermolli, il consulente incaricato da Silvio Berlusconi, in campagna elettorale, di organizzare la cordata italiana per bloccare il progetto di Air France- Klm. Anche se in serata Palazzo Chigi ha dovuto smentire che la sua visita fosse legata alla vicenda Alitalia. Sulla conclusione del lavoro per la nascita di una «nuova Alitalia » ci sono però ancora diversi punti interrogativi. Il principale riguarda l'effettiva disponibilità di imprenditori a versare i capitali necessari a ripartire. Il fabbisogno è indicato da fonti finanziarie in una somma tra 800 milioni e 1,6 miliardi di euro.
Tutti gli interpellati, tra cui il più interessato è Carlo Toto, patron di Air One, condizionano l'adesione alla nascita di una nuova società, la salvifica "newco", nella quale entrerebbe la parte buona della compagnia, con gli slot, gli aerei, ma non i debiti né gli esuberi, che sarebbero almeno 5-6mila. Dopo un lungo silenzio, si stanno allarmando i sindacati, dall'Anpac all'Ugl.Fabrizio Solari,della FiltCgil, ha rilevato che «se queste notizie fossero reali si peggiorerebbe addirittura la situazione proposta da Air France». Proposta al cui affossamento la Cgil ha dato un contributo determinante. La zavorra dovrebbe restare nella vecchia società, l'attuale Alitalia che finirebbe in amministrazione straordinaria o liquidazione. Sarebbe la bad company, piena di scorie, con un indebitamento finanziario netto superiore a un miliardo. Perché questo disegno si possa compiere gli advisor, Intesa con i legali dello studio Bonelli Erede Pappalardo, hanno chiesto al Governo una profonda modifica della legge Marzano. La prima ragione è accelerare la procedura ed evitare al commissario l'obbligo di fare una gara per cedere (o affittare) i rami d'azienda. Questi verrebbero invece pilotati verso la nuova società.

La seconda ragione è che la modifica legislativa dovrebbe creare uno schermo per evitare che i soci della " newco" vengano chiamati a rispondere dei debiti del passato. Una modifica di questa portata non appare semplice, tenendo conto dei rapporti con i creditori e con la Ue ( per gli aiuti di Stato). Il Governo non è unanime. È contrario a una nuova Marzano il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli.

Scajola ha escluso che al Consiglio dei ministri di domani venga varata una modifica della Marzano. «Ritengo di no», ha risposto, osservando però che «gli strumenti devono essere definiti, e quando qualcuno lavora bisogna lasciarlo lavorare in silenzio e rispettando il suo lavoro». Anche sui nomi dei partecipanti alla nuova società restano incertezze. Toto non conferirebbe liquidità ma Air One, una compagnia indebitata e con ordini per 60 jet Airbus 320. Dovrebbero entrare nella società Salvatore Ligresti e i concessionari autostradali Benetton-Atlantia e Gavio, premiati dalla recente legge che regala aumenti tariffari annuali pressoché automatici. Il veicolo per l'ingresso dovrebbe essere Igli, la società che controlla il 29% di Impregilo (a cui il Governo peraltro intende restituire l'appalto per il ponte di Messina) e riunisce, con quote paritetiche, Atlantia-Autostrade, Gavio, l'Immobiliare Lombarda di Ligresti. Ma questi soci non bastano. E sugli altri papabili ci sono ancora diverse incertezze

chissà se matteoli è contrario perchè suo figlio è pilota az
 
il messaggero

ROMA (25 luglio) - Obiettivo: creare un «campione nazionale in grado di contribuire allo sviluppo socio-economico del Paese». Struttura: un «polo di aggregazione delle attività valorizzabili di Alitalia e di quelle di AirOne, attraverso la costituzione di una newco ad hoc innovativa». Strategia: «rifocalizzazione e consolidamento sul mercato interno nel breve e medio raggio» e raggiungimento «di forti accordi di partnership con importanti carrier europei».

Ecco il “Piano Fenice” di Intesa-San Paolo per la Nuova Alitalia. Piano che domani planerà sul tavolo del consiglio di amministrazione della compagnia di bandiera per un primo approfondito esame. E che il Messaggero ha letto in anteprima nelle parti salienti. Si tratta di un corposo dossier di circa 70 pagine, con tabelle e grafici, diviso in 6 capitoli, che delinea ”filosofia“ e ”missione” della Nuova Alitalia insieme agli strumenti industriali, finanziari e tecnici per realizzare un progetto di sviluppo, in grado di dare redditività in 3 anni ai nuovi azionisti.

Lo schema - anticipato dal Messaggero - prevede la creazione di una società ad hoc, in cui dovrebbero confluire la parte sana di Alitalia (cioè rotte, aerei, slot) e quella di Air One (aerei e slot). In una “bad company”, destinata poi alla liquidazione, finirebbero invece i debiti e la parte non redditiva. In questa architettura una leva fondamentale sarebbe rappresentata dal ricorso alla legge Marzano corretta. Una revisione che consentirebbe al commissario di aggirare l'obbligo di aprire una gara per la cessione dei rami d'azienda. Inoltre, con la modifica della Marzano i nuovi azionisti non verrebbero chiamati a rispondere dei debiti.

CAMPIONE NAZIONALE. Mettendo insieme le due compagnie - si legge in una delle tante ”torte” del Piano Fenice, si punta a costruire un ”colosso nazionale“. In altre parole, Alitalia apporterà il suo 42% di quote di mercato al 23% di AirOne, dando alla Nuova società basi solide in patria. Raggiunto questo obiettivo si passerà allo step successivo, del resto già individuato: la ricerca per il mercato internazionale di un «forte partner» estero. Lufthansa è in pole position, e già in passato ha fatto capire di essere disponibile ad intervenire proprio alla luce di questa logica.

SEI AEROPORTI - Nel Piano Fenice è ben delineata la «rifocalizzazione» sul mercato interno attraverso una «operatività - si legge nel capitolo - poit to point sul breve e medio raggio dai principali aeroporti del Paese, servita da 6 basi» operative, con un ruolo significativo per Malpensa.

GLI AZIONISTI - Alla guida della Nuova Alitalia, come anticipato dal mostro giornale, ci sarà Rocco Sabelli, che verrà designato amministratore delegato. Potrà contare sull’appoggio di un nucleo forte: Benetton, Gavio, Ligresti, Aponte e Marcegaglia. Sabelli, che gode della stima dei nuovi azionisti e della fiducia di Corrado Passera e Gaetano Miccichè, avrebbe già illustrato più nei dettagli il Piano Fenice ai soci e disegnato lo scenario futuro. Alcuni dettagli, va detto, sono ancora da mettere a punto. Non solo perchè i soci vogliono confrontare le posizioni, ma anche perchè Alitalia vuol dire giustamente la sua sulla proposta dell’Adivisor.

ESUBERI - La gestione degli esuberi sarà molto a attenta e condivisa con le organizzazioni sindacali. Del resto lo stesso premier Berlusconi ha spiegato che verranno attivate tutta una serie di ammortizzatori sociali per rendere per quanto possibile ”indolori“ i tagli necessari.

LA DOTAZIONE FINANZIARIA. Tra 800 milioni e 1,6 miliardi. Ma anche qui l’assetto è ancora variabile.

LA ”FILOSOFIA“ - Il piano industriale e la struttura operativa è basata sostanzialmente su 2 pilastri: da una parte la valutazione dello scenario competitivo, in rapida evoluzione, e dall’altra, delle ragioni della crisi di Alitalia. Se queste sono le linee guida, c’è adesso da tradurle in atti concreti. Di passare cioè dalle parole ai fatti. Come vuole il ministro dell’Economia Tremonti. Anche se qualcuno mette ancora i bastoni tra le ruote.
 
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