SEA - Piano industriale


dan969

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27 Maggio 2008
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Ieri Bonomi ha presentato il Piano. Piuttosto impegnativo, perché copre un arco di tempo lungo, fino al 2016. Il Piano è construito su due opzioni (che sono anche gli obiettivi):

1) modello hub (se con Lufthansa le cose andranno bene)

2) modello "Grande aeroporto internazionale" p2p, se invece per qualche ragione non andasse per il verso giusto la prima.

Infatti mentre per l'opzione 2 i fattori sono tutti abbastanza controllabili da SEA, per la 1 molto dipende da soggetti esterni (LH innanzitutto).
Nel primo caso comunque è previsto un aumneto medio del MOL nel periodo di 4,5%/anno, nel secondo del 2,3%/anno.

Obiettivi funzionali all'attuazione del piano:
- aumento della redditività (anche attraverso un ridisegno del business sourcing: 50% dei ricavi sul non-aviation)
- garantire la sostenibilità finanziaria degli investimenti

Due fasi temporali:

1) 2008-2010 per recuperare i numeri del 2007 (in termini di pax, cioè 33.6 mln sul sistema) nell'ipotesi hub (2008-2012 nell'ipotesi grande aeroporto itnernazionale)

2) 2010-2016 per crescere fino a oltre 42 mln pax/anno (nell'ipotesi hub) con proiezione a 50 mln pax/anno al 2022 (2025 nell'ipotesi grande aeroporto internazionale).

Investimenti per 1.4 mld euro per:
- 3/3 T1 (in corso)
- Restyling T2 (in corso)
- Cargo City (coperture, urbanizzazione)
- Sistemi di volo, Sistemi informativi, Attrezzature
- Altri edifici (p.es. nuovo hangar manutenzione, nuovi piazzali per Aviazione generale, interventi VV.FF)
- Terza pista
- primo lotto T3
- nuovo parcheggio LIN
- altri interventi LIN (adeguamento BHS, infrastrutture di volo, reti e impianti, manutenzioni, ecc.)

Finanziamento del piano (leve):
- Efficientamento
- Sviluppo di aree di business al momento non coperte (p.es. real estate e nuovi spazi commerciali e restyling pspazi esitenti)
- (importantissimo) risanamento handling (che produce perdite di oltre 40 mln/anno) dimezzando le perdite entro il 2010.

Bonomi alla presentazione ha detto chiaramente che la questione LIN si porrà se la porrà il nuovo hub carrier (e, se le cose dovessero andare avanti, la porrà). Nell'opzione grande aeroporto internazionale, invece, chiaramente LIN resta aperto e anzi può crescerre.

Altrettanto chiaramente ha detto che il piano non prevede alcun ritorno di AZ. Se si presenterà, allora se ne parlerà, ma allo stato dei fatti se di hub carrier si deve parlare, l'unico dato concreto è quello di LH.

Considerazioni personali
E' chiaro che - soprattutto in questo periodo - che il tema è molto delicato. E lo è non solo in relazione ad AZ (e AP), ma anche in termini di rapporti politici a livello locale e tra gli azionisti (scazzo Moratti-Formigoni, prossime elezioni provinciali, ecc.). Naturalmente lo è anche da un punto di vista sindacale (p.es. sull'handling). Dunque quello che può permettersi di dire Bonomi in pubblico credo proprio che sia meno di quello che in realtà è (ha dato buon esempio di riservatezza tra ottobre e aprile mentre conduceva le trattative con LH). Io penso che l'ipotesi di forte riduzione delle attività su LIN sia più concreta di quanto non dica.

Scusate se sono andato un po' via con l'accetta, ma volevo essere meno chilometrico di quanto non sia già stato.
 
- (importantissimo) risanamento handling (che produce perdite di oltre 40 mln/anno) dimezzando le perdite entro il 2010.
La saga del clientelismo di Cattaneo e Formigoni.
E' uno scandalo continuare a buttare decine di milioni l' anno in SEA Handling e prevedere che continui all' infinito, solo per garantire a spese del contribuente milanese la base elettorale dei suddetti.

Dimezzare le perdite nel 2010, sempre che le cose vadano bene, è assolutamente inaccettabile. SEAH va risistemata SUBITO e se Bonomi non ne è capace che la venda, come ha fatto AdR oppure la regali ai dipendenti. Risanamento vorrebbe dire eliminare le perdite ORA.

Con questa gente Milano è diventata Mastella-land, del resto i democristiani sono come la cicoria.
 
La saga del clientelismo di Cattaneo e Formigoni.
E' uno scandalo continuare a buttare decine di milioni l' anno in SEA Handling e prevedere che continui all' infinito, solo per garantire a spese del contribuente milanese la base elettorale dei suddetti.

Dimezzare le perdite nel 2010, sempre che le cose vadano bene, è assolutamente inaccettabile. SEAH va risistemata SUBITO e se Bonomi non ne è capace che la venda, come ha fatto AdR oppure la regali ai dipendenti. Risanamento vorrebbe dire eliminare le perdite ORA.

Con questa gente Milano è diventata Mastella-land, del resto i democristiani sono come la cicoria.

Intervento qualunquista e pure cannato: quando sono state fatte le assunzioni "dorate" in SEAH Catteneo probabilmente era ancora all'Università (come studente) !!!

SEA e SEAH sono "proprietà" del Comune di Milano e non della Regione e storicamente le assunzioni "pesanti" erano a LIN e non a MXP.
 
2 considerazioni:

- altri interventi LIN (adeguamento BHS, infrastrutture di volo, reti e impianti, manutenzioni, ecc.)
= ahia!

- primo lotto T3
= ovvero?
 
Intervento qualunquista e pure cannato: quando sono state fatte le assunzioni "dorate" in SEAH Catteneo probabilmente era ancora all'Università (come studente) !!!

SEA e SEAH sono "proprietà" del Comune di Milano e non della Regione e storicamente le assunzioni "pesanti" erano a LIN e non a MXP.
Hai cannato tu.
Ho un amico che siede nel cda di SEAH e da anni mi racconta per filo e per segno quello che succede nelle riunioni, compreso il fatto che Cattaneo apre la bocca e nessuno osa ribattere. SEAH non si risana e non si vende perché è un feudo elettorale di Cattaneo e Formigoni. Si danno dei palliativi, ma la sostanza è che SEAH serve a loro e costa agli azionisti, con cui dev' esserci qualche do ut des, sempre che si ammetta che azionista è il Comune di Milano e non, in ultima analisi, i suoi cittadini, che perdono soldi e basta. Peggio che con Alitalia, che almeno serve a qualcosa.

Il contratto integrativo di SEAH è eticamente uno schifo, ma non si tocca perché così piace a qualcuno. Sulle assunzioni non sto nemmeno a discutere, chiunque abiti in Lombardia sa quanto contino il governatore e il suo braccio destro, negli apt ma ovviamente nella sanità. Non è qualunquismo dire la verità.

SEAH è assolutamente inutile a SEA, fa quel che fanno gli altri handler e una realtà privata come AdR si è liberata da tempo dell' handling. SEA lo tiene per clientelismo politico, non per motivi industriali. E ogni settimana PERDE soldi che andrebbero investiti nel miglioramento delle strutture.
 
Hai cannato tu.
Ho un amico che siede nel cda di SEAH e da anni mi racconta per filo e per segno quello che succede nelle riunioni, compreso il fatto che Cattaneo apre la bocca e nessuno osa ribattere. SEAH non si risana e non si vende perché è un feudo elettorale di Cattaneo e Formigoni. Si danno dei palliativi, ma la sostanza è che SEAH serve a loro e costa agli azionisti, con cui dev' esserci qualche do ut des, sempre che si ammetta che azionista è il Comune di Milano e non, in ultima analisi, i suoi cittadini, che perdono soldi e basta. Peggio che con Alitalia, che almeno serve a qualcosa.
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I "mali" di SEAH vengono da più lontano, ante era Catteneo e addirittura ante Formigoni che pure è presidente da tempo immemorabile.
 
I "mali" di SEAH vengono da più lontano, ante era Catteneo e addirittura ante Formigoni che pure è presidente da tempo immemorabile.
E lorsignori che cosa fanno?
Niente o quasi.

Ripeto, SEAH non serve che a loro. Per SEA i suoi azionisti la sparizione di SEAH dal bilancio sarebbe una manna dal cielo, che non accadrà perché bisogna proteggere gli interessi politici dei suddetti, esattamenta come succede a FCO, dove però son più furbi e AdR si è levata la soma dell' handling.
 
non conosco la situazione di SEA ma ancorche' vi fossero vasti clientelismi, resta la vexata quaestio di come si fa il bilancio dell' handling; se accetto una low-cost, per esempio, la quale mi porta x milioni di pax che vanno a gonfiare la rendita del land-side, con parcheggi etc, ma che non paga il vero costo dell' attivita' di handling air e land-side, l' "handling" sara' sempre da spremere perche' sempre e comunque in rosso.
 
non conosco la situazione di SEA ma ancorche' vi fossero vasti clientelismi, resta la vexata quaestio di come si fa il bilancio dell' handling; se accetto una low-cost, per esempio, la quale mi porta x milioni di pax che vanno a gonfiare la rendita del land-side, con parcheggi etc, ma che non paga il vero costo dell' attivita' di handling air e land-side, l' "handling" sara' sempre da spremere perche' sempre e comunque in rosso.

Questa è un'osservazione intelligente; un'altra sarebbe quella di constatare che Cattaneo e Formigoni si stanno dando da fare per sviluppare lo scalo e quindi dare lavoro a più persone, anche nell'handling.
Non siamo un UK, qui è impossibile o quasi licenziare.
 
Il lavoro di SEA su SEAH è già iniziato. Non perché si sia all'imporvviso svegliato qualcuno, ma perché se SEA continua a ricapitalizzare SEAH prima o poi qualcuno pone la questione a livello europeo. E allora sono dolori.

I casini in SEAH sono iniziati prima di Formigoni e Cattaneo, ma è vero che il giro CDO_CL ci ha messo del suo. Sfortunatamente a SEA non è consentito quello che invece è stato consetito ad ADR (vita la vicinanza ai centri decisionali politici romani): scaricare 3.000 dipendenti dell'handling su AZ.

Detto questo è la realtà delle cose (un po' come in AZ) che sta convincendo sia le clientele sia i sindacati a mollare un po' il colpo su SEAH: se si continua così vanno tutti a casa. Punto. Credo che Bonomi sia tutto sommato un buon negoziatore e troverà anche qualcosa da mettere sul piatto (tipo un qualche accordo con un qualche partner, soprattutto se va avanti la partita con Lufthansa, visto che i tedeschi sono gli unici altri in Europa ad avere handlign in mano a società controllate dalle società di gestione degli scali).

Sarei meno pessimista sul punto. E poi comunque è UN punto rispetto a un piano che mi pare abbastanza di grande respiro. No?
 
2 considerazioni:

- altri interventi LIN (adeguamento BHS, infrastrutture di volo, reti e impianti, manutenzioni, ecc.)
= ahia!

- primo lotto T3
= ovvero?

Su LIN che dire?
Se LH va avanti, la cosa più intelligente che si potrebbe fare sarebbe smatellare tutto e utilizzare quei 4 milioni di mq per una bella operazione immobiliare (raccattando risorse per MXP).
Se invece dovesse andare in fumo (per la crisi o perché qualcuno mette i bastoni tra le ruote in particolare sui bilaterali) allora potrebbe diventare un APT di super-lusso.

Il T3 dovrebbe essere il termina posto a sud-sud-ovest del T1 (direi fondamentalmente a servizio della terza pista, ma non solo) che servirebbe ad aumentare la capacità in vista dei 50 mio pax/anno del 2022. Il primo lotto - per quanto ha detto ieri Bonomi - partirebbe verso la fine del periodo di validità del Piano (2015-2016, direi). Suppongo, dunque, che avrà un layout modulare da realizzare gradualmente (tipo i "terzi" del T1).
 
Non siamo un UK, qui è impossibile o quasi licenziare.
Però si può vendere/privatizzare e SEAH non si vende, esclusivamente per tornaconto politico. A Roma l' hanno fatto, a Milano si fa come in mastella-land.
Non si può negare che Formigoni e Cattaneo a Malpensa coltivino parecchio il tornaconto politico personale e tra le loro abitudini evidentemente c' è quella democrisitana di organici e stipendi fuori mercato.
 
Malpensa, la Sea costruisce il terzo terminal
Crolla il numero dei passeggeri per l'effetto Alitalia. Bonomi: investire nei momenti di crisi per essere più competitivi

MILANO - Un terzo terminal a Malpensa. Mentre crolla il numero dei passeggeri per l'effetto Alitalia e la recessione si fa sentire anche nel settore aeroportuale, il presidente e ad della Sea Giuseppe Bonomi annuncia nuovi progetti di sviluppo per il periodo 2009-2016. «Chi investe in questi momenti di sofferenza, sarà più competitivo al momento della ripresa», è la ricetta di Bonomi, che ieri ha presentato il piano di investimenti di un periodo volutamente così esteso, in modo da poter integrare gli effetti positivi che verranno generati dall'Expo. Intanto, è crisi, come dimostrano le cifre: la Sea prevede di chiudere il 2008 con 28,8 milioni di passeggeri in transito nei due scali di Linate e Malpensa, rispetto ai 33,6 milioni registrati nel 2007.
«Ma il calo che si registrerà quest'anno — puntualizza Bonomi — è inferiore a quello generato da Alitalia che abbiamo contrastato con diversi interventi e accordi ». L'obiettivo è dunque di recuperare il terreno perduto, sia per l'uscita del vettore nazionale sia per la crisi che sta abbattendo l'economia mondiale, investendo 1,4 miliardi di euro. Tra gli interventi più importanti segnalati da Bonomi, c'è la realizzazione del primo lotto del Terminal 3, oltre alla costruzione della terza pista a Malpensa. Nello scalo varesino verrà anche incrementata la capacità del Terminal 1, mentre per il Terminal 2, a sempre più netta vocazione low cost, è in programma un restyling.

E Linate? Anche per il city airport è previsto un restyling dell'aerostazione, «mirato soprattutto ai clienti del mondo degli affari». L'intero piano punta a migliorare efficienza e servizi in vista della data magica, quella del 2015. «Con l'Expo — anticipa Bonomi — è previsto un traffico aggiuntivo di 2 milioni e mezzo di passeggeri». Dopo la crisi, dunque, è calcolato che serviranno da 3 a 5 anni per tornare ai livelli di passaggi del 2007. Ma nel 2022 si toccherà quota 50 milioni grazie, appunto, a tutti i provvedimenti presi nel frattempo. Fra l'altro, Sea punta a ridurre le perdite della società di handling, anche attraverso un nuovo modello organizzativo che si sta discutendo con i sindacati.

Bonomi ha poi annunciato la volontà di promuovere un'alleanza industriale tra gli aeroporti del nord Italia: «Non vogliamo annettere, ma non possiamo non essere consapevoli della leadership che esercitiamo su quest'area territoriale ». Infine, Bonomi ha confermato la possibile acquisizione del 100 per cento di Malpensa Energia (oggi al 51 per cento di proprietà di Sea, mentre le quote rimanenti sono di A2A), su cui verranno realizzati investimenti che consentiranno anche il completamento della centrale di cogenerazione di Linate. Dal punto di vista delle strategie, il presidente dell'azienda aeroportuale ha ripetuto che «l'obiettivo prioritario, per quanto di maggiore complessità realizzativa, rimane quello di tornare ad essere un hub». In quest'ottica, Bonomi guarda a Lufthansa, «che non è l'hub carrier di Malpensa ma potrebbe diventarlo. I prodromi ci sono e io mi limito a constatarlo».

C'è anche un messaggio per le istituzioni: «La politica si occupi di quello che le compete, compresa la necessaria pianificazione del trasporto italiano. Non si occupi invece di attrarre vettori, visto che è un tema che attiene alle imprese». Detto questo, il piano è articolato su un doppio livello: ci sarà una prima fase, nel biennio 2009-2010, di «contingency » per affrontare la doppia crisi (Alitalia e recessione), cui ne seguirà una di sviluppo che prevede sia l'ipotesi dell'Hub che quella del Grande aeroporto nazionale. E la possibilità di un ritorno di Alitalia? «Questo piano — risponde Bonomi — si basa proprio sull'uscita di Alitalia. Come potrebbe prevederne un rientro? ».

Quanto alle voci sul nuovo piano cui sta lavorando BancaIntesa, «stiamo parlando di qualcosa che al momento non esiste. Se arriverà un nuovo piano industriale, lo valuteremo». Il consigliere Marco Cormio (Pd) approva la linea scelta dalla Sea «che ci pare seria e responsabile». «Certamente — aggiunge Cormio — occorreranno notevoli investimenti sugli scali e il Comune dovrà sostenere l'azienda in questa importante operazione di sviluppo. Ci auguriamo che il sindaco, con altrettanto senso di responsabilità, condivida il percorso e assuma decisioni che possano agevolare l'azienda nella ricerca delle risorse indispensabili alla realizzazione del Piano Industriale».

Elisabetta Soglio - Corriere della Sera




Linate si rifà il look: corsie e mezzi pubblici
I lavori di ristrutturazione del city airport partiranno tra poche settimane e dovrebbero essere completati entro fine settembre

MILANO - In attesa di conoscere il destino di Malpensa, l'altro scalo cittadino si rifà il look. Per Linate è pronta la rivoluzione. Viabilistica, innanzitutto. Ma non solo. Perché l'obiettivo è sempre quello, l'Expo del 2015. E allora: telecamere per delimitare le corsie riservate ai mezzi pubblici (bus e auto pubbliche) e separarle da quelle del traffico privato. Il capolinea della 73 (l'autobus che collega lo scalo al centro cittadino) spostato davanti agli arrivi, doppia corsia per i taxi, più posti auto riservati alla sosta breve, car sharing e - in prospettiva - velostazione e potenziamento dei collegamenti attraverso la creazione di una linea Atm diretta in stazione Centrale. «Non sappiamo ancora se all'interno della velostazione ci sarà un semplice servizio di affitto biciclette o se ospiterà un anche un punto di bike-sharing», spiega Croci. Previsto anche lo spostamento delle autovetture a noleggio (quelle con conducente) in un'apposita area, con tanto di desk per le prenotazioni delle auto posizionato all'interno dell'aeroporto. Un modo per contrastare il fenomeno dell'abusivismo, piaga ormai datata dello scalo cittadino. Regolare, disciplinare, razionalizzare. Un aeroporto piccolo deve essere ordinato. Biglietto da visita per la città che per l'evento del 2015 si prepara ad ospitare 29 milioni di visitatori. A ogni tipologia di mezzo corrisponderà allora un'area diversa: quella riservata ai taxi, quella per i bus e un'altra destinata alle auto a noleggio. Soddisfatto anche Raffaele Grassi, tassista e consigliere comunale d'opposizione per la Lista Ferrante: «Finalmente il progetto arriva a compimento. Per noi è importante soprattutto dal punto di vista della fluidificazione della viabilità per le azioni di contrasto agli abusivi». La supplica che viene dalla categoria ora è un'altra. «Sistemare i servizi igienici dell'area intorno allo scalo, magari aggiungendo dei wc chimici », dice Grassi. I lavori partiranno tra poche settimane e l'assessore ai Trasporti Edoardo Croci confida che tutto sia pronto entro la fine di settembre. «Miglioreremo l'accessibilità allo scalo sia per i mezzi pubblici che per quelli privati, separando i flussi di traffico e potenziando le alternative per muoversi dallo scalo. E privilegiando comunque il trasporto pubblico ». In attesa poi che in quel di Linate arrivi anche la fermata della stazione della linea 4 della metropolitana. Entro il 2015, ovviamente.

Andrea Senesi - Corriere della Sera