AZ: decreto legge ad hoc e nuovo coinvolgimento di Intesa


Az Banca Intesa nuovo advisor

Alitalia ha attivato contatti con Intesa Sanpaolo in qualità di advisor. Lo ha affermato il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, durante la conferenza stampa dopo il Cdm. «Alitalia ha attivato contatti con Intesa Sanpaolo come soggetto che può promuovere e ricercare un’offerta sul mercato tra uno o più soggetti» che porti alla privatizzazione di Alitalia.

Giulio Tremonti ha poi dichiarato che sarà il Cdm nel suo insieme, con una propria delibera, a procedere all’individuazione di uno o più soggetti che promuovano un’offerta per la privatizzazione di Alitalia, spiegando che il decreto approvato oggi dal Cdm che modifica la vecchia legge sulla privatizzazione delle società partecipate dallo stato in caso di eccezionalità e urgenza come per Alitalia.

Trovare una soluzione presto per la privatizzazione di Alitalia è la cosa migliore. Ne è convinto i ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che ha risposto inglese in conferenza stampa alla domanda su quali saranno i tempi della privatizzazione della compagnia. «Soon is better - ha detto Tremonti - i tempi sono imposti dalla criticità della situazione».
 
Alitalia: governo vara decreto che cambia le regole della privatizzazione
Tremonti: la ricerca di un nuovo azionista è l'unica alternativa

ROMA - Il caso Alitalia va verso una nuova svolta. Il Consiglio dei Ministri ha varato un decreto che cambia la procedura di privatizzazione di Alitalia. Il decreto prevede «una specifica deroga» alla legge 474 del '94 quanto «alle modalità con le quali procedere alle dismissioni delle partecipazione dello Stato».

Lo riferisce il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, nella conferenza stampa al termine del consiglio dei ministri. «Abbiamo varato un decreto per disinnescare il rischio di procedura liquidatoria. Il prestito ponte che era stato varato dal Governo Prodi serviva a tenere in piedi la società, il decreto di oggi prevede una specifica deroga per disinnescare il rischio di liquidazione» ha spiegato Tremonti.

IL DECRETO - La ricerca di un nuovo azionista per Alitalia «è l'unica alternativa» ha aggiunto Tremonti che ha indicato che «non è più procrastinabile un aumento di capitale sociale». Il governo «è pienamente consapevole di questa situazione». Tremonti ha sottolineato che «è noto che Alitalia versa in una situazione di profonda crisi finanziaria patrimoniale, industriale economica e gli ultimi dati diffusi dalla compagnia ne sono purtroppo testimonianza».

INTESA COME ADVISOR - Il governo pensa che Banca Intesa possa trovare «un'offerta sul mercato» per Alitalia. Intesa San Paolo sarà quindi l'advisor per la privatizzazione. Tremonti non esclude che Banca Intesa possa poi entrare nell'azionariato di Alitalia. «Dipende da Banca Intesa» dice Tremonti. «Il Cdm nel suo insieme, con una propria delibera, può procedere a individuare uno o più soggetti per l'offerta finalizzata al controllo di Alitalia» ha aggiunto Tremonti. Nel periodo che intercorre, ha aggiunto ancora il ministro dell'Economia «non sono dovuti obblighi informativi per le società quotate in Borsa».

PRESTITO PONTE - Con la norma che prevede la trasformazione del prestito-ponte ad Alitalia in patrimonio contenuta nel dl fiscale, il governo ha evitato che la compagnia portasse i libri in triibunale ha sottolineato ancora il ministro dell'Economia. Tremonti. «Il governo - ha detto Tremonti - ha previsto un ulteriore disposizione che modifica i termini del prestito-ponte e consente di disinnescare il rischio immediato dell’avvio di una procedura liquidatoria. Abbiamo dovuto, per raggiungere questo obiettivo, intervenire per modificarne i meccanismi di funzionamento perché con quel testo gli organi societari sarebbero andati in tribunale».

PASSERA - Il consigliere delegato di Intesa San Paolo, Corrado Passera, in precedenza non aveva commentato le indiscrezioni sul mandato ricevuto dal Tesoro per valutare il piano industriale di Alitalia. «Non ho nessun commento», aveva risposto a una domanda al riguardo. Passera era stato avvicinato a margine di una conferenza organizzata da Deutsche Bank.

(corriere.it)
 
Vi ricordate quando avevo detto che Intesa diceva no durante la campagna elettorale per non fare uno sgarbo a Prodi?
Oggi, magicamente è disponibile a rivedere le cose...è cambiato qualcosa in meglio in AZ rispetto a 2 mesi fa?
 
Vi ricordate quando avevo detto che Intesa diceva no durante la campagna elettorale per non fare uno sgarbo a Prodi?
Oggi, magicamente è disponibile a rivedere le cose...è cambiato qualcosa in meglio in AZ rispetto a 2 mesi fa?

non è cambiato nulla. Tutti rimangono sempre servili verso il potente di turno...
 
Vi ricordate quando avevo detto che Intesa diceva no durante la campagna elettorale per non fare uno sgarbo a Prodi?
Oggi, magicamente è disponibile a rivedere le cose...è cambiato qualcosa in meglio in AZ rispetto a 2 mesi fa?

Cambia il ruolo, da possibile partner finanziario ad advisor per cercare un investitore disposto a cacciare quattrini.
In tutta la vicenda, sarà da vedere se alla fine l'avere costretto AF al ritiro farà pervenire un'offerta migliore di quella dei francesi. Non sono un economista, ma rimango scettico.
 
Alitalia: governo vara decreto che cambia le regole della privatizzazione
Tremonti: la ricerca di un nuovo azionista è l'unica alternativa
(corriere.it)

Commentare quanto riassunto dal Corriere è come sparare sulla Croce Rossa, lo so.
Un prestito (parola che sottointende restituzione) diventa capitale (con qualche alchimia contabile e verbale) e quindi è già volato in cielo visto che AZ ha bisogno di ogni centesimo per tirare a campare e non ne aveva più.
Un aumento di capitale sociale al contempo non è procrastinabile, dicono, spendendo sempre soldi non loro.
AZ è ha tante di quelle crisi che farebbero prima a dire dove NON è in crisi ("se" ci fosse un settore dove non lo sia)
BancaIntesa che prima nicchiava ora è promossa come advisor. E l'Ermolli che fa? l'advisor dell'advisor. O forse Ermolli faceva i carotaggi e Intesa fa poi gli scavi? Ermolli non poteva fare, promettere molto, una Banca invece può molto, a destra e a manca (sia partiticamente parlando che non).
Passera non sarà più credibile neppure quando annuncerà di esistere al mondo. Ma poverino, l'ha fatto per ragione di stato per confondere tutti gli altri che si contendevano l'accesso all'acquisto di AZ. Tattica strategica, per vedere se qualcuno abboccava. come dicono alle slot machines "game over, insert another token".
Deroga speciale, come dire che oggi piove ma il sovrano ha decretato che ci sia il sole, quindi tutti a sorridere, abbronzatevi e lasciate a casa gli ombrelli..
Il meccaniso escogitato fa sì che vengano eliminati gli obblighi informativi per le società quotate in Borsa.
Quindi..chi ha avuto ha avuto..e scurdammece o' passato, cari azionisti privati tutti e contrinuenti vari.
Praticamente un'edizione aeronautica di "Affari Tuoi" (il titolo si può anche cambiare nell'uso dei pronomi)
Il tutto senza tenere conto di un'altra recente uscita governativa dove si annunciava che avrebbero pensato di nominare un amministratore con tutti i poteri per potere dialogare anche con i sindacati perchè il conto in termini di personale sarà duro e pesante (cito a memoria senza viroglette, ma il senso era quello).

Qualcuno deve ancora spiegarci perchè AF non andava bene....allora.
Se allora ci avessero anche dato un solo, unico e fottuto €uro simbolico per affitare AZ per 99 anni, avremmo sicuramente fatto un affare.
(non ricomonciamo con la solita questione dei dipendenti....occorre farsene una ragione...non c'è spazio per tutti...oppure è solo mentire a sè stessi)
 
Mi piace dire le cose come stanno (o, meglio, come le penso io): si è trattato di squallida speculazione elettorale.
 
Vuol dire che Alitalia non sarà piu' tenuta a comunicare mensilmente alla Consob i dati della liquidità?

Tremonti ha usato un modo sibillino per dire proprio quello.
E visto che l'ha detto tra le righe....e in modo non palese...chissà cosa nasconderà la cosa!
Spera che non tutti (il popolo bue) capiscano...
 
Mi piace dire le cose come stanno (o, meglio, come le penso io): si è trattato di squallida speculazione elettorale.
Penso che molti non possano non essere d'accordo con il tuo pensiero che riassume in modo pragmatico ed efficace l'intera storia. Al di là delle singole elucubrazioni e spaccature del capello che stiamo facendo per tenere calde le tastiere dei pc.. e per terapia liberatoria dell'inca**atura che abbiamo sull'argomento (altro scopo, sic! non ce l'hanno! diciamocelo pure)
:sconfortato:
 
Anche Aeroflot è pessimista

Da corriere.it
Alitalia: per Aeroflot impossibile risanarla
30 mag 17:21 Economia

MILANO - Aeroflot non crede a un possibile risanamento di Alitalia. Lo ha affermato il direttore esecutivo del vettore russo, Valery Olukov. "Forse un anno fa poteva essere ancora risanata. Ora sospettiamo che questa fase sia passata". L'ipotesi di una trattativa con Aeroflot era stata avanzata da Silvio Berlusconi, dopo il suo incontro in Sardegna con l'ex presidente russo Vladimir Putin. (Agr)

"Aspettiamo che questa fase sia passata...": se non traduco male, troppo costoso pensare di risanare, meglio l'acquisto all'asta fallimentare! Avanti Savoia...
 
Da corriere.it
Alitalia: per Aeroflot impossibile risanarla
30 mag 17:21 Economia
"Aspettiamo che questa fase sia passata...": se non traduco male, troppo costoso pensare di risanare, meglio l'acquisto all'asta fallimentare! Avanti Savoia...
Hai detto bene "Avanti Savoia", nel senso di Savoia Marchetti..nel senso che se manca il danè devono ripescare aerei dai musei...
 
Questo è il comunicato stampa dell'ANPAV riguardo la vicenda Alitalia:

Ancora conti in profondo rosso e nessuna novità sul percorso di privatizzazione dell’Alitalia.

Il 27 scorso il CdA dell’azienda ha approvato, tra mille difficoltà, il bilancio d’esercizio 2007, comunicando una perdita pari a 495 milioni di euro. Senza entrare nel dettaglio dei vari dati relativi ai ricavi del traffico di esercizio e a quelli di risultato operativo e debito finanziario, ampiamente noti, è evidente una situazione di progressivo deterioramento dei conti, che, in mancanza di una decisione rapida in merito all’acquisizione dell’azienda da parte di uno o più acquirenti, porterà a breve all’insostenibilità finanziaria ed industriale di Alitalia.

Sappiamo che è in atto, da parte del nuovo Esecutivo, un lavoro complesso e articolato per avviare l’operazione di ricapitalizzazione e privatizzazione della compagnia, sperando che chi è al lavoro su questa delicata partita abbia la piena consapevolezza che la ‘clessidra è agli ultimi granelli di sabbia’.

I lavoratori Alitalia, e i naviganti in particolare, stanno già subendo forti contraccolpi dalla riduzione di attività adottata da qualche mese, con notevoli ripercussioni sui livelli di produttività e sui redditi.

La mancanza di un assetto organizzativo razionale e le difficoltà, per il Sindacato, di individuare un interlocuzione con un management in grado di decidere e prendersi delle responsabilità, rendono difficile la risoluzione anche delle problematiche quotidiane.

E’ passato oramai qualche mese dall’uscita di scena del vettore francese Air France, e da allora, purtroppo, nessuna soluzione alternativa è stata adottata.

Confido che il Governo, e nello specifico il Ministero dell’Economia, possa al più presto ridare visibilità ad un disegno di privatizzazione sostenibile ed in grado di salvare e rilanciare la principale compagnia aerea del Paese.

L’agonia dura da troppo tempo, e possiamo solo auguraci che coloro che sono al capezzale di questo malato, siano in grado di individuare la giusta terapia, prima che qualcuno decida ‘di staccare la spina’.

Con tutte le drammatiche conseguenze che una tale decisione comporterebbe per migliaia di lavoratori e la credibilità industriale e politica del nostro Paese.

Roma, 29 MAGGIO 2008
 
sottolineo solo:
"I lavoratori Alitalia, e i naviganti in particolare, stanno già subendo forti contraccolpi dalla riduzione di attività adottata da qualche mese, con notevoli ripercussioni sui livelli di produttività e sui redditi."
 
Il ministro, Ermolli e il sentiero di guerra per il salvataggio

I colleghi hanno dovuto credergli sulla parola, perché in Consiglio dei ministri Giulio Tremonti non ha presentato il testo del decreto per il salvataggio di Alitalia. Lo ha solo illustrato. Era già accaduto con il decreto sui rifiuti che venissero secretati i siti delle discariche in Campania. E non è un caso che proprio su queste due «emergenze» il Cavaliere si giochi credibilità e prestigio. Rilanciare Alitalia «è una promessa fatta in campagna elettorale che dobbiamo mantenere», ha sottolineato Tremonti. Come a giustificarsi per un’offerta a scatola chiusa che in Consiglio ha suscitato dei mugugni, a cui ha dato voce il titolare per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito. Perché se è vero che la soluzione del «caso Az» viene messo in capo all’intero governo, il governo ha il diritto e il dovere di sapere. È un problema che Gianni Letta mostra di comprendere, «e avremo modo di discutere il decreto nel dettaglio. Però dopo». Adesso c’è un sentiero da percorrere, e per quanto sia stato studiato «d’intesa con il Colle» - come sostiene il sottosegretario alla presidenza - l’esito non è scontato. Raccontano di un Berlusconi ostentamente sereno, ma era lo sguardo del ministro dell’Economia che andava scrutato. È vero che è stato il premier a metterci la faccia su Alitalia, ma è l’altro che deve portare a compimento una missione avviata dal leader del Pdl prima del voto. Quando Tremonti era favorevole alla vendita di «Az» ad Air France.

Quando Berlusconi affidò a Bruno Ermolli il compito di costruire la «cordata italiana». Dopo il voto era inevitabile istituzionalizzare l’operazione, e nel passaggio di consegne erano inevitabili gli attriti che ieri il Financial Times ha evidenziato: «Tra Ermolli e Tremonti non sembra esserci una visione condivisa». La scelta poi di affidare a Banca Intesa il ruolo di advisor per la privatizzazione di Alitalia è parsa nel Palazzo come il segno che il superministro avesse voluto sconfessare il lavoro precedente, azzerandolo. Raffaele Bonanni, che segue la faccenda come fosse la ristrutturazione di casa sua, ritiene invece che siano «solo tensioni fisiologiche». «Tra chi? Tra quanti stanno nella cordata italiana, ovvio», sorride il leader della Cisl: «Perché la cordata c’è, altrimenti uno come Ligresti non si esponeva pubblicamente. Aspettano di conoscere l’esito della due-diligence sui conti di Alitalia, e intanto fanno a spallate sulle quote azionarie. È normale, mica sono dei filantropi. Troveranno un equilibrio. L’importante è che venga rilanciata la compagnia. Mi dicono sia iniziata la caccia a un manager d’acciaio, pare straniero». Insomma, le due strade - quella tracciata da Tremonti e quella di Ermolli - «non sono confliggenti», almeno così la pensa il sottosegretario Guido Crosetto: «Il lavoro di tessitura fatto prima delle elezioni verrà utile e si potrà saldare con il lavoro che compete al governo ».

Sarà solo una coincidenza, ma le parole di Bonanni - che con il Cavaliere parla spesso - coincidono con un ragionamento svolto giorni fa dal premier: «Gli imprenditori ci sono. Ora non è più un problema di soldi, è un problema di progetto». È questo il nodo, e non di poco conto. L’advisor serve - a detta di un autorevole ministro - per verificare chi sono gli investitori e quanto sono disposti a investire. Ma serve soprattutto per individuare la partnership industriale di Az. La spiegazione coincide con la tesi del segretario della Uil: «Un conto sono i soldi degli imprenditori pronti alla cordata, altro è trovare i partner di Alitalia. Perché ormai è chiaro che non può più essere uno solo». Le difficoltà - secondo Luigi Angeletti - sono state finora legate al fatto che «le compagnie straniere disposte alla trattativa volevano vedere i conti di Az. Per esempio, quanto costa il carburante? Rivelarlo, significa però mettere a nudo Alitalia dinnanzi alla concorrenza. Con Intesa come advisor il problema può essere superato».

Sarebbe però un errore considerare più facile l’impresa di qui in avanti, «anche perché - prosegue il leader sindacale - al momento il governo non è arrivato a una determinazione: se cioè vendere la compagnia così com’è, oppure passare prima da un processo di ristrutturazione». Il ventaglio di opzioni è ampio, e non esclude l’ipotesi del commissariamento. Per Berlusconi sono molte le variabili da valutare, e c’è ancora qualche colloquio da fare: secondo fonti accreditate, gli incontri con Bush e Sarkozy avrebbero in agenda anche il «caso Az». Come sui rifiuti, il Cavaliere si gioca credibilità e prestigio anche all’estero. E in Italia c’è chi non sembra disposto a fare sconti. Il governatore Roberto Formigoni, per esempio: «Siccome il compito che mi è stato assegnato è difendere la Lombardia, io difenderò Malpensa. Dicevano che i destini di Alitalia e del nostro scalo andavano tenuti distinti per salvare entrambi. Per ora il risultato è che vanno male entrambi. Ma aspetto ». Di tempo però non ce n’è molto. Tremonti ne era consapevole l’altro ieri, durante un vertice con i colleghi di governo Altero Matteoli e Claudio Scajola. Il 27 giugno ci sarà l’assemblea di Alitalia. Per allora servirà già una prima risposta.

Francesco Verderami - Corriere della Sera
 
Posto qui per non aprire altri topic.

British Airways e Ryanair schierate contro gli aiuti di Stato.

STANBUL - British Airways e Ryanair si schierano contro il prestito ponte varato dal governo a sostegno di Alitalia, intanto perché altera la concorrenza e poi perché la compagnia italiana "difficilmente può sopravvivere". In un'intervista rilasciata all'agenzia Ansa a margine dell'assemblea annuale dell'associazione delle compagnie aeree Iata a Istanbul l'amministratore delegato di British Airways, Willie Walsh, ricorda che Alitalia "è in una situazione di difficoltà incredibile perché la compagnia non ha più forza finanziaria. Io mi chiedo semplicemente come possa sopravvivere". Mentre il direttore finanziario di Ryanair James Dempsey definisce il prestito ponte "una cosa oltraggiosa".

Fonte: Repubblica
http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/economia/alitalia-21/stop-british/stop-british.html
 
Intesa San Paolo commenta su AZ:
Al 30 aprile 2008 ammontano a 174 milioni di euro le disponibilità e i crediti finanziari a breve del Gruppo Alitalia. Lo ha reso noto la società, ricordando che la liquidità risultava di 180 milioni di euro il 31 marzo scorso. Per quanto riguarda la Capogruppo Alitalia, al 30 aprile 2008 la posizione finanziaria netta è pari a 1.340 milioni di euro, con una lieve riduzione dell’indebitamento netto di 7 milioni (-0,5%) rispetto alla fine di marzo quando ammontava a 1.347 milioni. Intesa-SanPaolo ha intanto accettato l’incarico di advisor di Alitalia per ricercare una possibile soluzione della crisi della compagnia, e in questo ruolo, come ha spiegato il presidente del consiglio di gestione d’istituto, Enrico Salza, “metterà il massimo impegno nell’esaminare, in tempi brevi, la situazione patrimoniale e finanziaria della società per individuare le ipotesi di carattere industriale effettivamente disponibili”.
(ttgitalia.com)
 
Berlusconi: "Air France soluzione"
03 giu 17:22 Politica

Da Corriere.it
ROMA - ''Per il futuro, Alitalia avra' convenienza a trovare accordi con compagnie internazionali, ed Air France potrebbe essere un'ottima soluzione''. Lo ha affermato il premier Silvio Berlusconi, dopo il colloquio a Palazzo Chigi con il presidente francese Nicolas Sarkozy. (Agr)
Delle due, l'una:
a)Spera di riuscire a spuntare condizioni migliori di quelle della prima offerta di AF e, forse, salva la faccia;
b)Perde la faccia, ma tanto ha la maggioranza in Parlamento...