Sia quel che sia, si arriva a Santa Fe. Bella, turistica quanto basta, poco casino in giro, tanta bella roba per fare shopping, famiglia contenta (la Amex un po’ meno, ma c’era da aspettarselo)
Qui, (ma anche ad Albuquerque, e un po’ dappertutto nel NM), il santo patrono la fa da padrone, che neanche a casa sua. Chiaramente il merchandising e’ in tema, un po’ profano, pero’ non mi sembra che il ragazzo si lamenti, bisogna fare girare il grano (e il marketing), perche’ il branding e’ importante (come direbbe il tizietto su FB/IG con simbolo il triangolo con l’occhio…)





Loretto Chapel. La scala che si vede ( chiamata anche scala dei miracoli), e’ stata costruita senza uso di colla o supporti, solo con inserti in legno, e soprattutto manca del pilone centrale di supporto. E, ovviamente, e' fatta di soli 33 scalini.
La balaustra e' stata aggiunta dopo, su richiesta delle suore che
avevano una strizza della madonna si sentivano timorate di Dio a scendere le scale senza supporto

Dopo tutto questo gira e rigira, tempo di cena. Come sempre, si sta leggeri, in un paese con il 99% di cucina Tex-Mex ……

Gira che ti rigira, dopo due giorni a Santa Fe, e’ tempo di finire l’anello (il giro intendo, non quello di Saruman), e dirigerci verso Albuquerque. Ci sono 3 opzioni:
1. La Turquiose Route (gia’ fatto)
2. La Interstate 25 (boring), e
3. Jemez Springs Valley Route. Filino piu’ lunga, ma tant’e’…..
Primo stop, altro all-time-classic. Purtroppo non visitabile per via dello shutdown, ma almeno puoi fare una foto al gate.
Paesaggi sempre bellissimi, con la roccia rossa tipica di tutta questa zona, che puoi trovare a ovest verso Arizona e Utah, fin oltre il Grand Canyon. Qui bisognerebbe allungare verso nord, dove trovi la caldera piu’ conosciuta, Yellowstone . Ma ci vorrebbero ancora un due o tre settimane extra, quindi per stavolta mi tocca passare.



E l’altimetro del telefono conferma che e’ come andare a Livigno….


