Settore impenetrabile?


enomis2k

Utente Registrato
15 Gennaio 2009
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Chiedo subito venia, mi rendo conto che questo post possa risultare tedioso o inopportuno, capirei la sua cancellazione, nel caso.
Scrivo per esprimere il mio dispiacere a non lavorare in quello che è il mio settore, tolta una breve parentesi di 2 anni in easyJet presso la sede centrale per fare il graduate programme (esperienza fallimentare per diversi motivi), nei miei oltre 15 anni di carriera in corporate finance non ho mai nemmeno sfiorato la possibilità di entrare in un qualsiasi attore che operi nell'aviazione civile, e non me ne capacito.
Eppure i titoli all'apparenza non mi mancano, laurea triennale e magistrale in ingegneria gestionale, laurea triennale in filosofia, MBA alla Bocconi, 4 lingue, esperienze varie in Italia e all'estero, ma niente che riesca a far colpo (nuovamente) e mi permetta di mettere a frutto ciò che so/amo di più in assoluto.
Dove ho sbagliato? Cosa posso fare? Possibile l'AC sia così impenetrabile per chi non è vi è già dentro?
Grazie e scusate nuovamente lo sfogo.
 
non capisco troppo lo sfogo per dir la verità. anche io ho cercato in lungo e in largo di entrare in certe azienda o di lavorare in certi paesi e guess what? non mi hanno mai cagato assunto. il fatto di avere mille competenze e un buon cv non fa di una persona il candidato ideale, né rende obbligatoria l'assunzione da parte di un'azienda.

più in particolare... non capisco cosa vorresti fare, dove, come, a che condizioni, perché. che son poi tutte cose da considerare al di là del cv.
 
tolta una breve parentesi di 2 anni in easyJet presso la sede centrale per fare il graduate programme (esperienza fallimentare per diversi motivi)
Ricordo che applicai anch'io per quel programma, senza successo.

Mi spiace che per te sia stata un'esperienza fallimentare... come mai?
 
Trovo il tuo post molto onesto e tutt’altro che inopportuno.
Uno dei motivi per cui il settore dell’aviazione civile è così chiuso, anche a profili competenti e solidi, è l’estrema regolamentazione: ogni attore è fortemente vincolato da norme tecniche, certificazioni e logiche di compliance che rendono difficile l’ingresso “da fuori”. E’ un ecosistema un poco a sé che tende a muoversi per cerchie, con percorsi spesso (se non sempre) interni o relazioni costruite nel tempo.

Detto questo, non mollare. Spesso la via d’ingresso non è diretta, ma laterale.. ti racconto la mia esperienza, io volevo pilotare gli aerei militari, per l’accademia ero troppo alto. Allora ho capito che era meglio fare altro e poi trovare la strada. Ho fatto ingegneria chimica, la fortuna mi ha aiutato ad entrare nel farmaceutico ma gli aerei si sono allontanati ancora di piu e per un po’ ci ho rinunciato. Poi ho avuto l’intuizione, trovare qualcosa che accomunasse il farma all’aerospaziale. Mi sono spostato sui materiali per il farma ed i medical device, e da lì mi sono trovato a lavorare su applicazioni nei semiconduttori e infine nell’aerospaziale.

Il punto è che le competenze trasferibili esistono e devi essere bravo tu a trovare i contesti che le sappiano leggere…ci sono per esempio contesti contigui: aziende che forniscono materiali, componenti o servizi al mondo aviation (leasing, MRO, supply chain, packaging tecnico, advanced materials) e poi devi costruirti un network valido…eventi di settore, gruppi LinkedIn, alumni network. Si fa fatica a credere che nel 2025 esistano ancora le raccomandazioni ma spesso da pinco pallino ad Airbus, sono i canali informali a fare la differenza. E poi devi riposizionare il tuo percorso, oggi conta lo storytelling non l’esperienza in sé…La tua esperienza in corporate finance è un asset che va tradotto in un linguaggio più vicino all’aviazione: gestione del rischio, ottimizzazione capex, pianificazione risorse etc. etc.

Per il resto, in bocca al lupo!
 
Trovo il tuo post molto onesto e tutt’altro che inopportuno.
Uno dei motivi per cui il settore dell’aviazione civile è così chiuso, anche a profili competenti e solidi, è l’estrema regolamentazione: ogni attore è fortemente vincolato da norme tecniche, certificazioni e logiche di compliance che rendono difficile l’ingresso “da fuori”. E’ un ecosistema un poco a sé che tende a muoversi per cerchie, con percorsi spesso (se non sempre) interni o relazioni costruite nel tempo.

Detto questo, non mollare. Spesso la via d’ingresso non è diretta, ma laterale.. ti racconto la mia esperienza, io volevo pilotare gli aerei militari, per l’accademia ero troppo alto. Allora ho capito che era meglio fare altro e poi trovare la strada. Ho fatto ingegneria chimica, la fortuna mi ha aiutato ad entrare nel farmaceutico ma gli aerei si sono allontanati ancora di piu e per un po’ ci ho rinunciato. Poi ho avuto l’intuizione, trovare qualcosa che accomunasse il farma all’aerospaziale. Mi sono spostato sui materiali per il farma ed i medical device, e da lì mi sono trovato a lavorare su applicazioni nei semiconduttori e infine nell’aerospaziale.

Il punto è che le competenze trasferibili esistono e devi essere bravo tu a trovare i contesti che le sappiano leggere…ci sono per esempio contesti contigui: aziende che forniscono materiali, componenti o servizi al mondo aviation (leasing, MRO, supply chain, packaging tecnico, advanced materials) e poi devi costruirti un network valido…eventi di settore, gruppi LinkedIn, alumni network. Si fa fatica a credere che nel 2025 esistano ancora le raccomandazioni ma spesso da pinco pallino ad Airbus, sono i canali informali a fare la differenza. E poi devi riposizionare il tuo percorso, oggi conta lo storytelling non l’esperienza in sé…La tua esperienza in corporate finance è un asset che va tradotto in un linguaggio più vicino all’aviazione: gestione del rischio, ottimizzazione capex, pianificazione risorse etc. etc.

Per il resto, in bocca al lupo!
Sostenibilità. ESG.
E' un settore in crescita e che ha fame di gente che ci capisca qualcosa.

Però lavorare in certi ambienti, con certi modi ed in certe situazioni, che sia in una compagnia aerea o in una multinazionale, o in un'azienda non è che sia poi così diverso.

Per quello chiedevo cosa gli piacesse davvero fare.
Perché io, per esempio, ho bisogno del contatto, anche se sporadico (purtroppo), con la macchina, la rampa, andare in giro con un badge e far parte di quell'ingranaggio che permette a quei cosi di andare, tornare e ripartire senza fare "la palla de foco".
Se fossi chiuso in un ufficio a vedere solo fogli excel, grafici e presentazioni powerpoint e poi, magari, usufruire di uno zed o di una reso IATA perché ehi, sono impiegato alla voladadio airlines... boh... non credo mi sentirei appagato.
 
Sostenibilità. ESG.
E' un settore in crescita e che ha fame di gente che ci capisca qualcosa.

Però lavorare in certi ambienti, con certi modi ed in certe situazioni, che sia in una compagnia aerea o in una multinazionale, o in un'azienda non è che sia poi così diverso.

Per quello chiedevo cosa gli piacesse davvero fare.
Perché io, per esempio, ho bisogno del contatto, anche se sporadico (purtroppo), con la macchina, la rampa, andare in giro con un badge e far parte di quell'ingranaggio che permette a quei cosi di andare, tornare e ripartire senza fare "la palla de foco".
Se fossi chiuso in un ufficio a vedere solo fogli excel, grafici e presentazioni powerpoint e poi, magari, usufruire di uno zed o di una reso IATA perché ehi, sono impiegato alla voladadio airlines... boh... non credo mi sentirei appagato.

Sono d’accordo. Si tratta di capire come declinare competenze a disposizione in un ambito che può piacere. Se l’obiettivo è iniziare però, le strade sono quelle laterali, purtroppo se hai lavorato per anni in un settore diverso, non puoi andare a bussare a voladadio Airlines e dirgli “oh, assumetemi che vi spiego io come si fa” . Tutto qui
 
Ma esattamente cosa ti piacerebbe fare?
il sogno era essere parte dell'ambito fleet&network, la realtà è che essendo un CFO (ma di un gruppo piccino di turismo) non ho velleità diverse dal finance
E dove hai provato ad entrare?
qualsiasi attore del settore, dalle compagnie aeree agli aeroporti, principalmente, passando per handlers, costruttori, caterer e via discorrendo
non capisco troppo lo sfogo per dir la verità. anche io ho cercato in lungo e in largo di entrare in certe azienda o di lavorare in certi paesi e guess what? non mi hanno mai cagato assunto. il fatto di avere mille competenze e un buon cv non fa di una persona il candidato ideale, né rende obbligatoria l'assunzione da parte di un'azienda.

più in particolare... non capisco cosa vorresti fare, dove, come, a che condizioni, perché. che son poi tutte cose da considerare al di là del cv.
totalmente d'accordo, i titoli dicono pochissimo, specialmente nel mio caso, e non ho alcuna presunzione di venire cagato assunto solo perchè "io so' io", anzi. In ogni caso le condizioni ora come ora sono quelle di un padre di famiglia che, tra tante virgolette, non può scendere al di sotto di ciò che ha oggi, quando entrai in EZY feci un paio di passi indietro che oggi non rifarei, ecco
Ricordo che applicai anch'io per quel programma, senza successo.

Mi spiace che per te sia stata un'esperienza fallimentare... come mai?
ero il più "esperto" dell'intake, sia come età che soprattutto come conoscenza, anni luce avanti ma ciò non è mai contato nulla, nei placement che mi fecero fare, tra gli altri, dovevo accertarmi se alcuni pagamenti sospetti non fossero fatti con carta di credito/debito rubata, a dir poco degradante considerando i presupposti e l'esperienza già acquisita in ambito finance, inoltre c'era un focus estremo sull'ottenimento di una certificazione finanziaria (CIMA) che per me, all'epoca già dottore magistrale in ingegneria gestionale, era a dir poco ridondante, ma in UK questa contava più delle capacità lavorative e chi doveva studiare come me era 5 anni più giovane
Trovo il tuo post molto onesto e tutt’altro che inopportuno.
Uno dei motivi per cui il settore dell’aviazione civile è così chiuso, anche a profili competenti e solidi, è l’estrema regolamentazione: ogni attore è fortemente vincolato da norme tecniche, certificazioni e logiche di compliance che rendono difficile l’ingresso “da fuori”. E’ un ecosistema un poco a sé che tende a muoversi per cerchie, con percorsi spesso (se non sempre) interni o relazioni costruite nel tempo.

Detto questo, non mollare. Spesso la via d’ingresso non è diretta, ma laterale.. ti racconto la mia esperienza, io volevo pilotare gli aerei militari, per l’accademia ero troppo alto. Allora ho capito che era meglio fare altro e poi trovare la strada. Ho fatto ingegneria chimica, la fortuna mi ha aiutato ad entrare nel farmaceutico ma gli aerei si sono allontanati ancora di piu e per un po’ ci ho rinunciato. Poi ho avuto l’intuizione, trovare qualcosa che accomunasse il farma all’aerospaziale. Mi sono spostato sui materiali per il farma ed i medical device, e da lì mi sono trovato a lavorare su applicazioni nei semiconduttori e infine nell’aerospaziale.

Il punto è che le competenze trasferibili esistono e devi essere bravo tu a trovare i contesti che le sappiano leggere…ci sono per esempio contesti contigui: aziende che forniscono materiali, componenti o servizi al mondo aviation (leasing, MRO, supply chain, packaging tecnico, advanced materials) e poi devi costruirti un network valido…eventi di settore, gruppi LinkedIn, alumni network. Si fa fatica a credere che nel 2025 esistano ancora le raccomandazioni ma spesso da pinco pallino ad Airbus, sono i canali informali a fare la differenza. E poi devi riposizionare il tuo percorso, oggi conta lo storytelling non l’esperienza in sé…La tua esperienza in corporate finance è un asset che va tradotto in un linguaggio più vicino all’aviazione: gestione del rischio, ottimizzazione capex, pianificazione risorse etc. etc.

Per il resto, in bocca al lupo!
come non essere d'accordo, le vie laterali e il sapersi vedere/vendere sono più importanti di ogni titolo o conoscenza, e io ahimè son scarso forte in questo
Sostenibilità. ESG.
E' un settore in crescita e che ha fame di gente che ci capisca qualcosa.

Però lavorare in certi ambienti, con certi modi ed in certe situazioni, che sia in una compagnia aerea o in una multinazionale, o in un'azienda non è che sia poi così diverso.

Per quello chiedevo cosa gli piacesse davvero fare.
Perché io, per esempio, ho bisogno del contatto, anche se sporadico (purtroppo), con la macchina, la rampa, andare in giro con un badge e far parte di quell'ingranaggio che permette a quei cosi di andare, tornare e ripartire senza fare "la palla de foco".
Se fossi chiuso in un ufficio a vedere solo fogli excel, grafici e presentazioni powerpoint e poi, magari, usufruire di uno zed o di una reso IATA perché ehi, sono impiegato alla voladadio airlines... boh... non credo mi sentirei appagato.
come amo dire io sono molto più che un excel o dashboard c-level, adoravo l'odore di jet fuel al mattino a LTN ma poi sempre in ufficio stavo e starò, ma sarei ben felice di avere il contatto "fisico" con il metallo e gli addetti ai lavori in prima linea
Per chi è fresco di laurea suggerisco sempre di dare un'occhiata a questo master: https://www.cranfield.ac.uk/Campaigns/Aerospace-Aviation

Avevo diversi colleghi che erano stati selezionati da lì.
il passe-partout, nel graduate programme non dico la metà ma quasi dei partecipanti veniva da lì, e nel corso del tempo ne ho visti tantissimi che abbiano raggiunto piani alti partendo da là. solo che l'ho scoperto a 25 anni e laurea bell'e ottenuta...
 
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il sogno era essere parte dell'ambito fleet&network,
Dunque, fleet&network in genere offre due possibilità:
sei un drago che ha già una discreta esperienza, puoi ambire ad una sorta di direct entry, prendi il timone della situazione e cominci a gestire (ma dal punto di vista strategico, cioè decido dove mandare gli aerei, o dal punto di vista operativo, cioè valuto la fattibilità e poi applico quello che lo stratega chiede?).
oppure
non sai nulla di network, cogli un'opportunità e ti infili all'interno e poi impari.
Certo, immagino possa succedere ad un neofita che mostra la qualifica di CFO di apparire "overqualified" .
 
il adoravo l'odore di jet fuel al mattino a LTN ma poi sempre in ufficio stavo e starò, ma sarei ben felice di avere il contatto "fisico" con il metallo e gli addetti ai lavori in prima linea

Dillo a me… peccato non aver trovato nulla a DUS o in EW di appagante.
Comunque Cranfield, come già detto, é spesso la chiave che apre le serrature.

Certo, immagino possa succedere ad un neofita che mostra la qualifica di CFO di apparire "overqualified" .


Credo sia proprio uno dei problemi, in questo caso.
 
@enomis2k
Scusami, ma se cambi paese devi rifare le qualifiche. Vivo nel mondo anglosassone da parecchi anni e ho titoli accademici in ambito anglosassone. Se mai avessi voluto trovare lavoro in Italia, il titolo valido sarebbe stato la licenza liceale. CIMA è abbastanza comune nel Regno Unito per chi vuole lavorare nell'ambito della finanza. Quando sono passato da New York a Londra, ho dovuto rifare tutti gli esami per avere autorizzazioni in campo bancario che già avevo a New York. Ma, non lavorando per una banca americana, mi sono dovuto risorbettare una serie di esami quando avevo almeno dieci anni in più rispetto a quelli intorno a me.
 
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@enomis2k Se ti spingevano per avere CIMA allora vuol dire che il Graduate Programme che hai fatto era Finance e/o Commercial al piú (soprattutto se ti hanno messo a fare fraud). Strategy/Network & Alliancez, in BA almeno, la pescano da altri Graduate Programmes.

Io non voglio fare il saccente, ma la tua frase sul fatto che eri “dottore magistrale” e certi assignments nel GP erano umilianti, per me, è un po’ un “red flag”. Io avevo un MBA preso in una grande école francese e il mio primo placement è stato a fare un’analisi dell’utilizzazione dei Ground Support Equipment a LHR T5. Un mese prima ero a sentire un emerito pallone gonfiato di Nomura che parlava di stipendi a sette cifre e un mese dopo ero in compagnia di gente con, come titolo di studi, il battesimo. Gli correggevo le mail io, ho spiegato la differenza tra your e you’re a madrelingua inglesi. Ma è stata un’esperienza EPICA. Se sei agli inizi, devi fare gavetta.
 
Sapevo che avrei generato questi commenti, li avrei fatti anche io, ma purtroppo è lo scotto da pagare quando il tempo per rispondere non è tanto e non si ha il dono dell'umiltà scritta ma solo fattuale.
Non ero solo "dottore magistrale" in ingegneria gestionale, avevo già 3+ anni di esperienza lavorativa (NTV, Deloitte e Barilla), praticamente più di tutti gli altri 16 partecipanti al graduate programme messi assieme, e una conoscenza del settore infinitamente maggiore di chiunque altro nel mio intake e, a detta di molti colleghi, di gran parte dell'azienda.
Che ci si debba rimboccare le maniche e sporcare le mani non ci sono dubbi e sono il primo a dirlo, sempre fatto e continuo a farlo anche e soprattutto ora da responsabile di team, ma nemmeno fare le fotocopie o giù di lì, no? Il talento, o presunto tale poichè autodeterminato, va indirizzato, canalizzato, esaltato, non va appiattito o messo al livello di un 21enne che si trova lì per caso ed è davvero alla prima esperienza; magari avessi fatto gate agent, per citare, o lavorato on field, sarebbe stato un sogno. E invece dovevo verificare che il RAKCDG del lunedì non avesse avuto nessun caso di pagamento fraudolento, rispondendo a un "line manager" più giovane di me laureato in psicologia che aveva paura di volare.
Comunque, al di là del rancore e in realtà del dispiacere, rimane il fatto che io continuo a sbavare all'idea di rientrare nel settore ma mi sento come quello con la maglia numero 10 che non riesce a trovare spazio nel capannello di giocatori prima della partita.
Anche se in fondo, ne sono consapevole, se c'è da trovare un colpevole, devo solo guardarmi allo specchio.
 
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