PARTE TERZA - CONCLUSIONE DELL'OT DELL'OT E RITORNO
Il viaggio continua e arriviamo in un paese sconosciuto che invece si è rivelato la sorpresa del viaggio: Maloy.
Qui una panoramica con la nostra nave in bella vista.
Innanzitutto è un paese con una struttura urbana vera e propria (vie del passeggio, negozi, ristoranti, ecc.) ed è l'unico posto tra quelli visitati durante il viaggio nel quale chi ci abita si dà da fare per proporre servizi ai crocieristi, tra l'altro a prezzi onesti.
Infatti, una volta scesi, la nostra attenzione è subito catturata da un tizio che affitta una dozzina di Quad nuovi di pacca. 2 ore, 100 Euro, andata!
La dotazione comprende, tuta impermeabile, sottocasco, casco, e guanti. Lì per lì mi dico: ma non avremo caldo? Pochi minuti dopo aver iniziato il viaggio ringrazierò invece di aver avuto tutta quella roba addosso.
Ad accompagnarmi per il primo giro ho il mio secondogenito, gasatissimo. Non ho mai guidato un quad in vita mia e devo dire che pensavo fosse meno impegnativo. Invece impone molta attenzione, entrambe le mani sempre sul manubrio (se ti prude il naso, sopporta), ciclistica davvero strana (c'è una sorta di lag tra quando sterzi e quando lui si muove), odioso acceleratore a levetta da azionare e tenere premuto col pollice (dopo 15 minuti avevo i crampi).
Metà del viaggio: la formazione rocciosa di Kannenstein, che non è troppo distante e che permette di esplorare la baia dietro a Maloy.
https://maps.app.goo.gl/NKq2SF4E6BfMtegRA
Partiamo e dopo 5 minuti il tempo cambia: pioggia e nuvole basse, temperatura sui 10 gradi... giusto per far capire, questa la panoramica.
La strada è stretta, ogni tanto qualche camion e bus ci costringono a fermarci in un dei pochi slarghi disponibili perché altrimenti in due non si passa.
Dopo circa 20 minuti di acqua e freddo, arriviamo. Ora il cielo si è anche aperto, con quella rapidità tipica delle latitudini nord europee.
La vista della baia è molto suggestiva, tant'è che come prossima tappa decidiamo di andare a vedere il faro che si vede in piccolo sulla sinistra
Questa la roccia, plasmata dal mare in migliaia e migliaia di anni di intenso lavorio.
E' tempo di tornare per far fare un giro anche agli altri, davvero carina come esperienza.
Lasciato il potente mezzo, ci facciamo due passi verso il ponte, in una zona dove sono ancora presenti alcuni resti di bunker, anche perché qui nel 1941 ci fu una battaglia tra inglesi e nazisti, come descritto da questa targa.
La Germania nazista aveva infatti pesantemente occupato gran parte della Norvegia, strategica per la sua posizione costiera.
Quando furono costretti alla ritirata, l'ordine era bruciare e distruggere tutto, esattamente ciò che successe ad esempio ad Honningsvag, che fu letteralmente rasa al suolo con gli abitanti costretti a fuggire.
La sede del club del frisbee...
La chiesa locale, chiusa nel momento stesso in cui siamo arrivati.
Al momento di andarsene con la nave, la sorpresona che ha definitivamente consacrato Maloy nel mio cuore: un DJ set sulla banchina, con musica a palla e bandiere per salutarci. Ma, non contenti di ciò, ad un certo punto spunta, sotto una pioggia torrenziale, un cantante che intona Delilah di Tom Jones (cantando da Dio). Una canzone così oggi comporterebbe una giusta crocifissione in pubblica piazza, visto che parla senza mezzi termini di un efferato femminicidio, ma ai tempi divento un successo, seppur criticata.
Il cantante l'ha scelta perché questa canzone esalta le sue indubbie qualità vocali, sia come intonazione che come potenza.
Il risultato, complice la pioggia, è incredibile e molti passeggeri applaudono e salutano nonostante il diluvio. Un grande, vorrei tanto sapere chi sia.
Eccolo in un breve filmato, in tutto il suo bagnatissimo splendore:
Tap to view!
photos.app.goo.gl
Ultima tappa norvegese il giorno dopo: Vik.
Nel parcheggio delle auto...
Vik è molto carina
Qui si trova una delle 28 chiese medioevali in legno della Norvegia, una cosa incredibile e protetta dall'UNESCO. Questa è del XII secolo.
Me la immagino intagliata a mano con l'ascia da un emulo di Floki.
L'interno, meravigliosamente buio
L'ingresso laterale:
Un must assoluto per chi va in Norvegia!
Un'altra chiesa storica, in pietra.
La baia, con la nave al centro
Mostri degli abissi messi ad essiccare e utilizzati come trofei.
E' tempo di risalire a bordo ed affrontare il ritorno ad Amburgo.
Bellissimo viaggio, bellissimi posti.
Favoleggio col mio primogenito di una futura visita alle Svalbard )l'avamposto abittato più a nord del mondo), a vedere quel pezzo di storia vivente che è il complesso minerario semi-abbandonato di Pyramiden, dove qualche forumista di cui non faccio il nome ma solo il nick (Dancrane) è pure già stato.
Arriviamo in perfetto orario ad Amburgo e ci prendiamo una camera di hotel per la comodità di avere un appoggio ed un deposito bagagli fino a sera, quando prenderemo il treno per il ritorno ad Innsbruck.
Si fa sera e andiamo in stazione in formazione serrata: le donne al centro, io ed i due ragazzi in formazione a testuggine romana.
Arriviamo al tabellone delle partenze e... il treno non c'è.
Guardo e riguardo, non c'è. Chiedo al vicino ufficio informazioni: "ah, si arriva tra 10 minuti al binario 14, tranquillo".
Il treno arriverà effettivamente dove mi hanno detto, ma sempre senza indicazioni sui tabelloni. Della serie: o sei DB o non esisti (vedi foto)!
Qualche ultima considerazione su questo servizio.
Le cuccette sono parecchio ingombranti, per cui il corridoio è molto stretto e quando sali a bordo, tra valigie e altro, far spazio a chi deve passare non è banale e nemmeno silenzioso (se accade nel mezzo della notte).
Qui si vede bene il poco spazio a disposizione.
Questa la zona bagni, distinta tra uomini e donne. Bagni non male, va detto.
In ultimo, il molto apprezzato pannello informativo.
Arriviamo ad Innsbruck, in perfetto orario stavolta.
In sintesi, il NightJet con sleeping pod individuali è un prodotto interessante ma ha dei limiti dei quali bisogna essere consapevoli: misure bagagli e rumorosità notturna in primis ma ci aggiungerei anche il prezzo, non proprio cheap.
La Norvegia, invece, merita di essere visitata, anche più volte, perché è una terra magica ed affascinante (anche se cara arrabbiata, come si suol dire).
Grazie a tutti per aver seguito il TR OT ed anche l'OT dell'OT.