Della C dedicata, dei conflitti e delle pene (per il rientro) – TR: FCO-DXB-DOH-FCO


Seaking

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1 Febbraio 2012
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Roma
Questa è la cronaca di un viaggio molto piacevole che ho fatto a fine anno scolastico con i miei figli per tornare in un posto dove abbiamo abitato per diversi anni: gli Emirati.

Il piano è semplice: sfruttare il volo diretto di ITA su DXB operato con il 321Neo, provare la C dedicata, relazionarne qui per la gioia di chi tra noi ha sempre creduto nelle potenzialità di tale configurazione, stare giù un paio di settimane (io in smart working, i miei figli in giro con gli amici) e rientrare con lo stesso vettore.

Si vola con biglietti staff in C (dedicata, ovviamente).
Facile? Sulla carta, si.

Disclaimer: sarà un TR con relativamente poche foto ma tante considerazioni, sia riguardanti i voli presi, sia la mèta del viaggio e le differenze da me percepite a distanza di qualche anno da quando ci abitavo. Ci sarà anche una ampia disamina riguardo gli imprevisti capitati. E che imprevisti!

Si parte in una bella giornata di inizio giugno, sole, temperatura giusta, tutto perfetto. Il trenino per FCO della FL1, rinnovato qualche anno fa con i nuovi treni Jazz, fa egregiamente il suo mestiere e ci lascia a Fiumicino Aeroporto poco prima delle 9.

Arrivati al T1, andiamo ai banchi accettazione staff per mollare i bagagli e prendere le carte di imbarco stand-by, mentre quelle definitive ci verranno date a chiusura volo presso banchi dedicati ubicati airside, tra i gate 12 e 14 (se ben ricordo).

Il giro dell’area commerciale è d’obbligo (nel senso più letterale del termine) ma tutto sommato piacevole anche perché FCO si conferma davvero gradevole da vedere e da girare: c’è parecchia gente in giro ma gli spazi sono ampi, puliti e ariosi e questo rende più facile passarci del tempo e perdersi un po’ tra i molti negozi presenti. Come vedremo più avanti, il confronto con il T1 di DXB è impietoso, una roba sciatta anni ’90 che mai mi sarei aspettato di trovare a Dubai.

Si fa l’ora della chiusura volo, so già che difficilmente salteranno fuori 3 posti nella C dedicata, ma spero in qualcosa disponibile in Premium Economy. Ho comunque il vincolo che, per motivi di età, mia figlia deve necessariamente volare con me, quindi mi serve un 2+1.

E alla fine il 2+1 salta fuori: peccato che siano 2 in Economy per noi e la C dedicata per mio figlio. La Premium aveva infatti un solo posto libero, per cui non abbiamo potuto approfittarne.

Volo con riempimento stellare, infatti: 0C, 1P, ed un altro paio di posti liberi in Y (oltre ai nostri).

Per fortuna ci viene assegnata la fila 31, dotata comunque di un ottimo extra legroom (sono 1,92 ma avevo spazio per accavallare le gambe).
Il bellissimo colore della livrea.
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Dettaglio di uno degli sticker (pensavo i decori a poppa fossero dipinti ma al tatto sembrano decisamente sticker).
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Il legroom nelle file extra legroom
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Menzione particolare per l’IFE: mi è piaciuto molto, sia per dimensione che per qualità dei contenuti, con una mappa molto bella e con una discreta quantità di film.
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Il servizio invece non è stato particolarmente esaltante, con in più la grave pecca di non aver fatto il passaggio prima del decollo per verificare che tutti avessero lo schienale in posizione verticale. Al decollo, i due dementi di fronte a me avevano infatti lo schienale abbassato come se niente fosse: in centinaia di voli fatti, questa è stata la prima che mi è capitata una cosa del genere.

Il pasto servito, nella norma.
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In arrivo a DXB, in orario.
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Una sola foto fatta da mio figlio che stava davanti... neanche il tempo di dirgli fai qualche foto, che era già sparito...
Alla mia domanda su come avesse trovato il servizio in J, l’articolatissima risposta è stata: “figo!”
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In attesa del trenino, con stazione automatica davvero affollata. Di “crolli del traffico” qui non c’è traccia…
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Passo da AVIS per prendere la macchina: memore del servizio davvero top di AVIS a MUC mi dico “chissà qui che figata, siamo pur sempre a Dubai!”. Errore: al T1 arrivi trovo un banchetto scrauso, molto anni ’90, due poveri tizi indiani che ci mettono 20 minuti a prendere nota delle informazioni che avevo già fornito sul sito in fase di prenotazione, fotocopie e firme su carta a go-go. Alla fine rimedio una X-Trail con 50.000 km ed un graffio sul posteriore. La distanza con la BMW X4 nuova di pacca e con 25 km (!) che presi tempo fa a MUC è davvero incolmabile, ma tant’è.

Piccola divagazione: trovo che il settore autonoleggio sia rimasto davvero indietro, con tentativi di digital transformation ancora zoppicanti (le app talvolta sono carine, ma il back end probabilmente è lo stesso da 30 anni), moltissima disparità di servizio a seconda del Paese, limiti totalmente anacronistici nel 2025 come ad esempio l’obbligo di avere la carta di credito fisica per il blocco della cifra trattenuta a mo’ di deposito (roba da matti in un’epoca dove con il wallet fai tutto). Tanto per dirvi, a distanza di tre giorni dall’inizio del noleggio, la app mi diceva “Il suo noleggio avrebbe dovuto iniziare tre giorni fa”… nnamo bbene!

Ad ogni modo, preso possesso del potente mezzo, si parte alla volta di Abu Dhabi dove resteremo fino al 19, con rientro previsto in Italia il 22.
Piccolo OT su Abu Dhabi: l’ho trovata cambiata, con usi e costumi un po’ più rilassati rispetto a qualche anno fa.

Più ragazze local che girano disinvoltamente senza velo, negozi di alcolici oramai ogni due per tre, local che bevono alcol (noto solo ora che l’uno è l’anagramma dell’altro) negli hotel oramai senza più aspettare la seconda serata, weekend allineato con quello del resto del mondo (con in più il plus del venerdì semifestivo), ecc.. il processo di occidentalizzazione procede a spasso spedito, a quanto pare.

Ah, dimenticavo: invasione a tappeto di auto cinesi, ne ho contate a decine e decine in giro per le strade.

Nei giorni di permanenza ad Abu Dhabi lavoro da casa ma la sera ci facciamo qualche giro ed il weekend ne approfitto per tornare al Louvre, che avevo visto solo il giorno dell’apertura nel 2017.

Il Louvre merita sicuramente un OT.
Sotto la cupola, che regala giochi di ombre spettacolari.
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Meravigliosa statua bicefala antica 9.000 anni, trovata una quarantina di anni fa ad Ain Ghazal, in Giordania. Dal momento che questa ed altre statue erano state originariamente seppellite sotto terra, il loro stato di conservazione è straordinario e la loro incredibile espressività è rimasta intatta.

Guardarle da vicino lascia letteralmente a bocca aperta, credetemi. 9.000 anni, ancora faccio fatica a crederci!
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Stele preistorica trovata in Arabia Saudita. Impressionante vederla dal vivo.
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Un ritratto del Fayyum, un tipo di ritratto funebre su legno risalente al periodo del cosiddetto antico Egitto romano (tra il I sec. AD ed il II sec. DC) che veniva utilizzato come maschera funeraria della mummia. Presso l’oasi di Fayyum (da cui prendono infatti il nome i ritratti), ne sono stati trovati circa 600.

Vividezza dei colori e cura dei dettagli impressionanti.
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Venendo a tempi più recenti, il “Filosofo in meditazione” di Rembrandt del 1632.
L’uso sapiente di luci ed ombre dona a questo piccolo dipinto una forte carica introspettiva che lo rende molto interessante da ammirare.
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Armatura ottomana per cavaliere e cavallo realizzata tra il XV ed il XVI sec.
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Il famosissimo ritratto di George Washington eseguito dal pittore inglese Gilbert Stuart nel 1822, quando Washington era oramai morto da tempo. Interessante notare l’arcobaleno che si intravvede sullo sfondo, da intendersi come immagine allegorica di terra promessa e nuova speranza.
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Tempi ancora più recenti, con due Picasso.
Donna con mandolino, del 1910
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Ritratto a matita di Yuri Gagarin, a cavallo tra gli anni ’50 e ’60. Nella sua semplicità, stupendo.
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E per finire, un Kandinsky, che personalmente adoro: “Giallo, rosso, blu” del 1925. Sono rimasto diversi minuti a guardarlo.
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Usciamo fuori e prima di andare via riesco a fare una foto decente allo Zayed National Museum che mi riprometto di visitare al mio prossimo giro.
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Qui accanto c’è anche la Abrahamic Family House, ovvero la prima zona di culto nella regione nella quale sono presenti all’interno dello stesso complesso una chiesa, una moschea ed una sinagoga. Inaugurata nel 2023, è diventata rapidamente una delle mete iconiche di Abu Dhabi.
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Architettura bellissima e profondo significato spirituale.
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L'interno della chiesa
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La firma del Patto di Abramo, avvenuta nel 2019 ad Abu Dhabi e qui ricordata con questa fotografia
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FINE PARTE PRIMA.
 
Questa è la cronaca di un viaggio molto piacevole che ho fatto a fine anno scolastico con i miei figli per tornare in un posto dove abbiamo abitato per diversi anni: gli Emirati.

Il piano è semplice: sfruttare il volo diretto di ITA su DXB operato con il 321Neo, provare la C dedicata, relazionarne qui per la gioia di chi tra noi ha sempre creduto nelle potenzialità di tale configurazione, stare giù un paio di settimane (io in smart working, i miei figli in giro con gli amici) e rientrare con lo stesso vettore.

Si vola con biglietti staff in C (dedicata, ovviamente).
Facile? Sulla carta, si.

Disclaimer: sarà un TR con relativamente poche foto ma tante considerazioni, sia riguardanti i voli presi, sia la mèta del viaggio e le differenze da me percepite a distanza di qualche anno da quando ci abitavo. Ci sarà anche una ampia disamina riguardo gli imprevisti capitati. E che imprevisti!

Si parte in una bella giornata di inizio giugno, sole, temperatura giusta, tutto perfetto. Il trenino per FCO della FL1, rinnovato qualche anno fa con i nuovi treni Jazz, fa egregiamente il suo mestiere e ci lascia a Fiumicino Aeroporto poco prima delle 9.

Arrivati al T1, andiamo ai banchi accettazione staff per mollare i bagagli e prendere le carte di imbarco stand-by, mentre quelle definitive ci verranno date a chiusura volo presso banchi dedicati ubicati airside, tra i gate 12 e 14 (se ben ricordo).

Il giro dell’area commerciale è d’obbligo (nel senso più letterale del termine) ma tutto sommato piacevole anche perché FCO si conferma davvero gradevole da vedere e da girare: c’è parecchia gente in giro ma gli spazi sono ampi, puliti e ariosi e questo rende più facile passarci del tempo e perdersi un po’ tra i molti negozi presenti. Come vedremo più avanti, il confronto con il T1 di DXB è impietoso, una roba sciatta anni ’90 che mai mi sarei aspettato di trovare a Dubai.

Si fa l’ora della chiusura volo, so già che difficilmente salteranno fuori 3 posti nella C dedicata, ma spero in qualcosa disponibile in Premium Economy. Ho comunque il vincolo che, per motivi di età, mia figlia deve necessariamente volare con me, quindi mi serve un 2+1.

E alla fine il 2+1 salta fuori: peccato che siano 2 in Economy per noi e la C dedicata per mio figlio. La Premium aveva infatti un solo posto libero, per cui non abbiamo potuto approfittarne.

Volo con riempimento stellare, infatti: 0C, 1P, ed un altro paio di posti liberi in Y (oltre ai nostri).

Per fortuna ci viene assegnata la fila 31, dotata comunque di un ottimo extra legroom (sono 1,92 ma avevo spazio per accavallare le gambe).
Il bellissimo colore della livrea.
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Dettaglio di uno degli sticker (pensavo i decori a poppa fossero dipinti ma al tatto sembrano decisamente sticker).
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Il legroom nelle file extra legroom
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Menzione particolare per l’IFE: mi è piaciuto molto, sia per dimensione che per qualità dei contenuti, con una mappa molto bella e con una discreta quantità di film.
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Il servizio invece non è stato particolarmente esaltante, con in più la grave pecca di non aver fatto il passaggio prima del decollo per verificare che tutti avessero lo schienale in posizione verticale. Al decollo, i due dementi di fronte a me avevano infatti lo schienale abbassato come se niente fosse: in centinaia di voli fatti, questa è stata la prima che mi è capitata una cosa del genere.

Il pasto servito, nella norma.
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In arrivo a DXB, in orario.
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Una sola foto fatta da mio figlio che stava davanti... neanche il tempo di dirgli fai qualche foto, che era già sparito...
Alla mia domanda su come avesse trovato il servizio in J, l’articolatissima risposta è stata: “figo!”
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In attesa del trenino, con stazione automatica davvero affollata. Di “crolli del traffico” qui non c’è traccia…
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Passo da AVIS per prendere la macchina: memore del servizio davvero top di AVIS a MUC mi dico “chissà qui che figata, siamo pur sempre a Dubai!”. Errore: al T1 arrivi trovo un banchetto scrauso, molto anni ’90, due poveri tizi indiani che ci mettono 20 minuti a prendere nota delle informazioni che avevo già fornito sul sito in fase di prenotazione, fotocopie e firme su carta a go-go. Alla fine rimedio una X-Trail con 50.000 km ed un graffio sul posteriore. La distanza con la BMW X4 nuova di pacca e con 25 km (!) che presi tempo fa a MUC è davvero incolmabile, ma tant’è.

Piccola divagazione: trovo che il settore autonoleggio sia rimasto davvero indietro, con tentativi di digital transformation ancora zoppicanti (le app talvolta sono carine, ma il back end probabilmente è lo stesso da 30 anni), moltissima disparità di servizio a seconda del Paese, limiti totalmente anacronistici nel 2025 come ad esempio l’obbligo di avere la carta di credito fisica per il blocco della cifra trattenuta a mo’ di deposito (roba da matti in un’epoca dove con il wallet fai tutto). Tanto per dirvi, a distanza di tre giorni dall’inizio del noleggio, la app mi diceva “Il suo noleggio avrebbe dovuto iniziare tre giorni fa”… nnamo bbene!

Ad ogni modo, preso possesso del potente mezzo, si parte alla volta di Abu Dhabi dove resteremo fino al 19, con rientro previsto in Italia il 22.
Piccolo OT su Abu Dhabi: l’ho trovata cambiata, con usi e costumi un po’ più rilassati rispetto a qualche anno fa.

Più ragazze local che girano disinvoltamente senza velo, negozi di alcolici oramai ogni due per tre, local che bevono alcol (noto solo ora che l’uno è l’anagramma dell’altro) negli hotel oramai senza più aspettare la seconda serata, weekend allineato con quello del resto del mondo (con in più il plus del venerdì semifestivo), ecc.. il processo di occidentalizzazione procede a spasso spedito, a quanto pare.

Ah, dimenticavo: invasione a tappeto di auto cinesi, ne ho contate a decine e decine in giro per le strade.

Nei giorni di permanenza ad Abu Dhabi lavoro da casa ma la sera ci facciamo qualche giro ed il weekend ne approfitto per tornare al Louvre, che avevo visto solo il giorno dell’apertura nel 2017.

Il Louvre merita sicuramente un OT.
Sotto la cupola, che regala giochi di ombre spettacolari.
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Meravigliosa statua bicefala antica 9.000 anni, trovata una quarantina di anni fa ad Ain Ghazal, in Giordania. Dal momento che questa ed altre statue erano state originariamente seppellite sotto terra, il loro stato di conservazione è straordinario e la loro incredibile espressività è rimasta intatta.

Guardarle da vicino lascia letteralmente a bocca aperta, credetemi. 9.000 anni, ancora faccio fatica a crederci!
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Stele preistorica trovata in Arabia Saudita. Impressionante vederla dal vivo.
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Un ritratto del Fayyum, un tipo di ritratto funebre su legno risalente al periodo del cosiddetto antico Egitto romano (tra il I sec. AD ed il II sec. DC) che veniva utilizzato come maschera funeraria della mummia. Presso l’oasi di Fayyum (da cui prendono infatti il nome i ritratti), ne sono stati trovati circa 600.

Vividezza dei colori e cura dei dettagli impressionanti.
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Venendo a tempi più recenti, il “Filosofo in meditazione” di Rembrandt del 1632.
L’uso sapiente di luci ed ombre dona a questo piccolo dipinto una forte carica introspettiva che lo rende molto interessante da ammirare.
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Armatura ottomana per cavaliere e cavallo realizzata tra il XV ed il XVI sec.
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Il famosissimo ritratto di George Washington eseguito dal pittore inglese Gilbert Stuart nel 1822, quando Washington era oramai morto da tempo. Interessante notare l’arcobaleno che si intravvede sullo sfondo, da intendersi come immagine allegorica di terra promessa e nuova speranza.
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Tempi ancora più recenti, con due Picasso.
Donna con mandolino, del 1910
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Ritratto a matita di Yuri Gagarin, a cavallo tra gli anni ’50 e ’60. Nella sua semplicità, stupendo.
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E per finire, un Kandinsky, che personalmente adoro: “Giallo, rosso, blu” del 1925. Sono rimasto diversi minuti a guardarlo.
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Usciamo fuori e prima di andare via riesco a fare una foto decente allo Zayed National Museum che mi riprometto di visitare al mio prossimo giro.
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Qui accanto c’è anche la Abrahamic Family House, ovvero la prima zona di culto nella regione nella quale sono presenti all’interno dello stesso complesso una chiesa, una moschea ed una sinagoga. Inaugurata nel 2023, è diventata rapidamente una delle mete iconiche di Abu Dhabi.
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Architettura bellissima e profondo significato spirituale.
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L'interno della chiesa
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La firma del Patto di Abramo, avvenuta nel 2019 ad Abu Dhabi e qui ricordata con questa fotografia
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FINE PARTE PRIMA.
Grazie, bell'inizio! Ringrazia tuo figlio per la preziosa testimonianza fotografica della C dedicata, rara quanto la statua di 9000 anni fa! ;)

A proposito di strutture multi-religiose improntate ad una vaga proposta di pace e unita' fra i popoli, se venite a Chicago non perdetevi questa!

 
Grazie, bell'inizio! Ringrazia tuo figlio per la preziosa testimonianza fotografica della C dedicata, rara quanto la statua di 9000 anni fa! ;)

A proposito di strutture multi-religiose improntate ad una vaga proposta di pace e unita' fra i popoli, se venite a Chicago non perdetevi questa!

Se avessi una casa a Wilmette, dove sta il Baha’i, o li vicino a Winnetka, credo che sarei automaticamente in pace con chiunque di qualunque religione ;)
Interessante TR comunque. Continua presto.
 
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Reactions: East End Ave
PARTE SECONDA

Le giornate scorrono piuttosto veloci e anche lavorare da casa è agevole, viste le sole due ore di differenza riaspetto all’Italia.

La sera si esce, o per tornare in luoghi a noi cari, o per esplorarne di nuovi. Si, perché negli Emirati basta stare via qualche mese ed al ritorno il panorama potrebbe essere cambiato, anche in modo significativo.

Uno dei posti immancabili per me: il mercato della frutta e dei datteri di Al Mina, al porto. Fetido quanto basta, molto mediorientale, girando tra i suoi negozi trovi i migliori datteri della città, sia come varietà che come qualità.

Qui si contratta, ma con garbo, senza offendere l’intelligenza di chi ti sta di fronte. Esco con due chili di datteri e derivati cioccolatosi assolutamente dannosi per la salute ma non per l’anima. Ripeto, il posto è abbastanza fetido ma autentico e proprio per questo lo adoro. Qui, si narra, Ligabue trovò ispirazione per quella strofa di "Urlando contro il cielo" che recita: "Dai finestrini passa odor di mare, diesel, merda, morte e vitaaa". Verosimile.

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L’imponente complesso alberghiero dell’Hilton, presso quella zona relativamente nuova chiamata Yas Waterfront: una passeggiata dove prima c’era il nulla, ora piena di ristoranti e con un’arena per concerti. La mia impressione è che quest’area, come altre più ageé in giro per la città, abbia già visto passare l’euforia della novità e si stia assestando verso numeri ed entusiasmi più composti, tendenzialmente in occasione del weekend. Ci sono passato durante la settimana e l’impressione non era certo di affollamento, anzi… Da lontano fa comunque la sua porca figura.

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Se vi capita, comunque vale una visita.

Qui un piccolo dolce ordinato da Asia Asia… andava preso con due mani per quanto era grosso e ci ho messo buoni 10 minuti a finirlo.

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Altra novità del landmark (in realtà c’è da qualche anno oramai) è l’iconico Rixos Marina, che sorge non lontano dall’Emirates Palace. Non esattamente il mio genere ma da lassù la vista deve essere impagabile.

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Un altro quartiere nuovo e molto “In” è Mamsha, nella zona fighetta chiamata Cultural District, accanto al Louvre ed al futuro Guggenheim. Passeggiata sul mare aperto, case costosissime ed esclusività garantita fino a quando non sarà disponibile qualcosa di più grosso e più bello.

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La visione, quasi onirica, dello Zayed National Museum di notte.

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La breve passeggiata ad Al Bandar, zona molto expat, dove il ristorante che si vede sullo sfondo, il TIKI Pacifico, resiste da oltre 10 anni, ben oltre l’età media dei ristoranti della città, che hanno spesso cicli di vita simili in durata a quelli delle farfalle

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Ad Al Zeina, zona sempre molto expat, mi compare come un miraggio questo cartello. L’illusione è però breve, basta leggere cosa c’è scritto in piccolo…

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Ad ogni modo, nonostante questo scivolone gastronomico, mi dicono che Antonia sia diventato in breve tempo uno dei migliori ristoranti italiani in città.

Una foto dedicata a Yas Mall, a mio avviso tuttora il centro commerciale più bello della città

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Le giornate passano, la sera incontro amici e pure qualche forumista in incognito. Tutto sembra perfetto, tranne quando apro i siti di notizie… siamo partiti durante una situazione di relativa tranquillità (con la devastante eccezione di ciò che sta tuttora succedendo a Gaza) e all’improvviso ci troviamo di fronte ad un’altra guerra, perché quelle già presenti non bastano. Israele attacca l’Iran, l’Iran risponde, l’America fa la voce grossa e minaccia di utilizzare le sue GBU-57 per distruggere i bunker iraniani e con essi buona parte delle infrastrutture del programma nucleare… non sto tranquillo, so cosa significa: limitazioni e chiusure dello spazio aereo, rischio complessivo in aumento vista la vicinanza con i luoghi del conflitto, potenziali sospensione dei voli, ecc… qualcuno sospende subito (AFKL, United e qualche altro), mentre ITA ed LH continuano ma con corposo allungamento della rotta per evitare del tutto il Qatar ed entrare negli UAE da drio, ovvero da est.

La situazione dei voli ITA vede voli pieni fino al 22, giorno in cui vende circa 20 posti.

Con due notti già previste a Dubai proprio fino al 22 ed i voli pieni a tappo fino a quella data, decido che me la gioco comunque.

Il 20 ci trasferiamo quindi a Dubai, per due giorni di relax al Waldorf Astoria sulla palma.

L’hotel è relativamente nuovo (inaugurato nel 2014) e a mio avviso molto bello.

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Servizio impeccabile, stanze enormi, nulla da dire. Un posto che, per il prezzo che ho pagato, in Europa equivarrebbe forse ad un 4 stelle decaduto. Il rapporto qualità-prezzo delle strutture alberghiere emiratine è veramente top, c’è poco da aggiungere.

Alla nostra destra si vede l’Atlantis The Royal, una nuova struttura di design e sicuramente di grande impatto visivo.

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La mattina successiva, proprio davanti a noi, una villa da sogno che occupa la parte terminale di una delle “foglie” della palma…

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Nel frattempo i due giorni passano veloci e, se da una parte il volo ITA mantiene una disponibilità decisamente buona, dall’altra i venti di guerra si fanno più forti e mi ritrovo la sera a guardare su FR24 una dozzina di GOLD e RCH (nominativi dei KC-135 e KC-46) volare dagli USA verso l’Europa. No buono.

FINE PARTE SECONDA
 
Ultima modifica:
Quella disponibilità che vedevi però era fittizia, dovendo allungare la rotta i voli erano limitati a 140pax circa, giusti quei 20 circa in meno che tu vedevi disponibili.
 
Bello il Louvre, mi piacerebbe visitarlo, più per l'architettura che non per la collezione.
La porchetta di vitello sarà come il bacon... 'na mexda!!!! :D
 
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Reactions: BrunoFLR
Bello il Louvre, mi piacerebbe visitarlo, più per l'architettura che non per la collezione.
La porchetta di vitello sarà come il bacon... 'na mexda!!!! :D

La porchetta di vitello è come quei vegani che si ostinano a preparare cibo che assomiglia alla carne, tipo hamburger di tofu.
Sei vegano? Ok, buon per te. Ma perché allora mascherare cibo vegano come se fosse carne?

Idem negli Emirati: non puoi pubblicamente esporre foto di carne di maiale? Allora evita di chiamare porchetta ciò che non lo è nemmeno lontanamente!

Sono cose che mi suscitano reazioni alla Angelo Duro, per intenderci.
 
Ultima modifica:
PARTE TERZA

Come tutte le cose belle, anche il nostro soggiorno al Waldorf Astoria finisce e, dopo un’ultima sosta alla SPA, nel pomeriggio ci avviamo verso la città per passarci la serata ed aspettare che si facciano le 23. Il volo ITA è infatti previsto alle 01:50.

Obbligato dai ragazzi, facciamo tappa a Dubai Mall per cena e shopping last minute.

Il posto è e resta iconico, soprattutto per la zona esterna con le famose fontane del Burj Khalifa, che però ora sono chiuse per lavori.

Il panorama urbano è comunque sempre suggestivo da vedere. Notare l’insegna di Emaar, omnipresente a ricordare con la Dubai moderna l’hanno costruita loro.

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Cena d’obbligo da PF Chang, con scelta altrettanto d’obbligo di Dynamite Srimps e Pad Thai (non ho foto, ma valgono la pena).

Si fa una certa e, dopo aver impiegato circa 15 minuti ad uscire dal parcheggio da 16.000 posti auto, mi dirigo al T1 per la riconsegna dell’auto e per il rituale dei biglietti staff: presentazione al banco check-in, verifica documenti, preghiere propiziatorie contrapposte a riti apotropaici, ritorno alla chiusura volo e responso finale.

La situazione del volo è come ieri: vende circa 20 posti e non mi risulta gente rimbalzata dal giorno precedente. Non sono tranquillissimo ma penso: se nei due giorni prima, sulla stessa rotta allungata, sono partiti full, allora ce la faremo anche oggi.

L’addetto (handler locale) mi dice subito: tonight we have payload restrictions e mi fa tornare alle 00:40. In tutto siamo noi 3 (listati in J) e altri 3 staff non ITA, con priorità più bassa. Nutro quindi un certo ottimismo, ma resto inquieto fino alla fatidica ora.

Nel frattempo ammiro l’area landside del T1 di DXB: una autentica merxa, una roba di uno squallore che mai mi sarei aspettato qui.

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Quando ci presentiamo, l’addetto fa le consuete telefonate di chiusura volo, vedo che smanetta con un mazzetto di carte di imbarco e penso che alla fine partiremo tutti.

Errore, rimbalzati tutti. Nessuno (noi tre + due EK ed un LH) se lo aspettava, sinceramente. Mi immagino già il vano cargo pieno di un pesante carico di lingotti d’oro, e l’aereo che se ne va via col peso a pelo, nonostante i 20 posti vuoti a bordo…

Mi vengono anche in mente le fanfare trionfalistiche che dipingono il 321neo come la soluzione perfetta per rotte di medio raggio.

Andrebbe però raccontata al grande pubblico anche l’altra faccia della medaglia dell’utilizzo del narrow body su rotte da 6+ ore: sei sempre al limite, basta un niente (venti contrari, allungamento rotta, ecc.) e ti ritrovi con scelte operative da fare. La memoria va a quando mio figlio si ritrovò sulla AUH-FCO con Wizzair a fare uno stop non previsto a Sofia perché era necessario rifare carburante…

E’ già oltre l’una di notte e mi tocca 1) cercare un hotel e 2) cercare un volo commerciale per rientrare (operato con un WB, ça va sans dire, che col 321neo abbiamo già dato, grazie!).

Per l’hotel in due minuti trovo una soluzione rapida vicino all’aeroporto, dove arriviamo che è oramai l’una e trenta.

Mettersi a cercare una soluzione per tornare a casa a quell’ora non è il massimo, ma mi viene in soccorso mio figlio, noto smanettone, che già in taxi aveva “skyscannerizzato” tutto il network aviatorio mondiale per tornare a Roma quello stesso giorno, ma ad orari più decenti ed a prezzi accettabili.

La sua sentenza è netta: triangolando orari, prezzo, tipo di aeromobile e qualità attesa del viaggio salta fuori QR via DOH a 350 Euro cadauno. Partenza comoda alle 11:45 da DXB, sosta di qualche ora a DOH, ripartenza per FCO alle 16:00 con arrivo in serata. Entrambe le tratte operate con A-350.

L’idea di uno stop a DOH non mi esalta (la zona è abbastanza calda), ma alla fine cedo, anche perché QR opera da giorni senza restrizioni particolari, si sono fatte quasi le due e sono a pezzi.

Compro i biglietti al volo ma con mio figlio che funge da controllore per evitare che io faccia errori dovuti alla stanchezza.

Sono le 2, andiamo a letto per quanto possiamo. Io, diversamente giovane, dormirò comunque poco e male mentre i miei figli crolleranno schiantati sul letto, dormendo con la bolla al naso tipo Sampei. Beata gioventù.

Qualche ora dopo ci svegliamo e, come sempre accade in questo periodo, la prima cosa che faccio è andare sui siti delle news: prima pagina, caratteri cubitali “I B-2 americani attaccano l’Iran con le bombe anti-bunker”. Mi prende un discreto colpo perché penso che, forse con l’eccezione dell’Oman, tutti i Paesi del GCC vantano almeno una base americana, che ora è ufficialmente un bersaglio. Qatar in testa, ovviamente.

Più che per la nostra effettiva incolumità (che non ho mai valutato davvero a rischio), sono preoccupato per eventuali chiusure di spazio aereo. L’app di QR però ostenta una sfacciata sicurezza, senza accennare ad alcun cambiamento nell’operativo. Togliamoci dalle palle il prima possibile, che è meglio.

Fatta colazione, prendiamo dunque un taxi che ci porta al T1 a bordo di una BYD, ovviamente. Nel tragitto chiedo al tassista come si trova e lui, senza troppi giri di parole mi dice che rispetto alla Tesla la BYD è decisamente superiore e che non tornerebbe più indietro (ne aveva una prima di questa). La cosa non mi sorprende: credo che BYD oggi sia l’unico brand cinese veramente interessante tra i tanti (troppi) venuti fuori come funghi. Modelli attraenti come la Seal U DM-i ibrida credo avranno un grande successo anche da noi, mentre l’intera industria automobilistica europea starà a guardare.

Altra piccola digressione: sito e app di QR, da sballo.

In particolare trovo la app QR la più funzionale ed intuitiva tra le tante provate in vari viaggi. Veramente un ottimo prodotto, complimenti a QR.

In breve torniamo al fetido T1, molliamo le valige ed in breve siamo airside, la cui modernità e stile è pari alla zona landside. Una merxa.

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Visto che siamo un po’ in anticipo, approfitto della mia tessera Priority Pass per spendere una mezz’oretta con mia figlia presso la Ahlan Business Class Lounge: non male ma neanche nulla di che, è stato comunque comodo svaccarsi lì e bere qualcosa.

Si fa l’ora dell’imbarco: oggi siamo con A7-ALG, che ha 9 anni portati divinamente. Una cabina tenuta in modo davvero impeccabile. Bravissimi.

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Posto 29H, buon pitch e IFE fichissimo. Riempimento scarso, direi 50% circa.

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La cabina di Y

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Partiamo leggermente in ritardo ma arriviamo puntuali.

Questo il magro rancio servito quando mancava una manciata di minuti all’inizio della discesa.

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Volo piuttosto uneventful, ecco qui il nostro, in tutto il suo splendore

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DOH è un piccolo gioiello, non come il T1 di DXB

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Ci dirigiamo subito nella lounge Al Maha, per intenderci quella accanto all’orsacchiottone. Qui passeremo qualche ora, quindi viene anche mio figlio, l’unico per il quale devo pagare perché la mia tessera è 1 +1 e noi siamo ora in tre. Ad ogni modo l’accesso aggiuntivo è scontato a 30 Euro rispetto ai nominali 65 Euro.

La lounge è piuttosto bella, forse la più bella tra quelle del circuito Priority Pass e a quest’ora non è certo affollata. Passiamo lì circa tre ore, nella zona di destra che è quella relax (mentre in quella a sinistra si mangia e c’è quindi più viavai di gente).

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Si fa l’ora dell’imbarco e ci dirigiamo quindi al gate, tra turisti italiani in transito con ancora indosso il cappellino di paglia con scritto “Maldive”. Sembra un po’ di stare in un mondo a parte qui, ed io sembro l’unico ad avere veramente voglia di staccare le ruote da DOH e tornare a casa ASAP.

DOH funziona con una sorta di zona pre-imbarco, saggiamente divisa in zone per rendere più agevole il successivo imbarco.

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C’è parecchia gente, il volo sarà decisamente pieno.

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Ci porta a casa A7-ALB, che ha già compiuto un decennio. Anche in questo caso, portato egregiamente.
Si parte, evviva!

Il complesso di lusso in costruzione chiamato Dana Island.

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Breve passaggio di bevande

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Il pasto principale

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Mi rilasso guardando “Victoria & Abdul” film che, a dispetto del titolo un filo a doppio senso, parla della regina Victoria e dell’amicizia platonica con un suo cortigiano indiano. Film gradevole.

Il tempo passa e appena sotto Creta, all’ingresso della FIR di Atene, mi si stampa un sorriso compiaciuto in faccia.

La bella sharklet del 350 QR

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Peggio dei ragazzini, fotografo casa mia dall’aereo.

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Giochi di luce in piena golden hour in atterraggio a FCO.

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Atterriamo in orario, è fatta!

L’attesa per le valige è lunga e le nostre arrivano praticamente per ultime: immagino che l’ULD dei transiti lunghi sia stato caricato per primo, uscendo quindi per ultimo.

Bello ma con brivido, così definirei questo viaggio.

Esperienza con QR da ripetere assolutamente perché anche in Y è un gran viaggiare.

Grazie per aver seguito le mie peripezie fino a qui: spero di essere stato di spunto per qualcuno, qua e là.

Seguirà postfazione su utilizzo tier level e tessere varie.
 
Ma non avevi altri interline a disposizione? Io tra QR e uno SCUD avrei seriamente considerato il secondo.
 
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Ma non avevi altri interline a disposizione? Io tra QR e uno SCUD avrei seriamente considerato il secondo.

Nope, non sono più staff. Sono ospite.

P.S. hai saputo che Al Baker è in trattativa per rilevare il Toro e fare del granata il colore che unisce Doha con Torino?
Ti aspetta un grande futuro come tifoso!
 
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