Della C dedicata, dei conflitti e delle pene (per il rientro) – TR: FCO-DXB-DOH-FCO


Seaking

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1 Febbraio 2012
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Roma
Questa è la cronaca di un viaggio molto piacevole che ho fatto a fine anno scolastico con i miei figli per tornare in un posto dove abbiamo abitato per diversi anni: gli Emirati.

Il piano è semplice: sfruttare il volo diretto di ITA su DXB operato con il 321Neo, provare la C dedicata, relazionarne qui per la gioia di chi tra noi ha sempre creduto nelle potenzialità di tale configurazione, stare giù un paio di settimane (io in smart working, i miei figli in giro con gli amici) e rientrare con lo stesso vettore.

Si vola con biglietti staff in C (dedicata, ovviamente).
Facile? Sulla carta, si.

Disclaimer: sarà un TR con relativamente poche foto ma tante considerazioni, sia riguardanti i voli presi, sia la mèta del viaggio e le differenze da me percepite a distanza di qualche anno da quando ci abitavo. Ci sarà anche una ampia disamina riguardo gli imprevisti capitati. E che imprevisti!

Si parte in una bella giornata di inizio giugno, sole, temperatura giusta, tutto perfetto. Il trenino per FCO della FL1, rinnovato qualche anno fa con i nuovi treni Jazz, fa egregiamente il suo mestiere e ci lascia a Fiumicino Aeroporto poco prima delle 9.

Arrivati al T1, andiamo ai banchi accettazione staff per mollare i bagagli e prendere le carte di imbarco stand-by, mentre quelle definitive ci verranno date a chiusura volo presso banchi dedicati ubicati airside, tra i gate 12 e 14 (se ben ricordo).

Il giro dell’area commerciale è d’obbligo (nel senso più letterale del termine) ma tutto sommato piacevole anche perché FCO si conferma davvero gradevole da vedere e da girare: c’è parecchia gente in giro ma gli spazi sono ampi, puliti e ariosi e questo rende più facile passarci del tempo e perdersi un po’ tra i molti negozi presenti. Come vedremo più avanti, il confronto con il T1 di DXB è impietoso, una roba sciatta anni ’90 che mai mi sarei aspettato di trovare a Dubai.

Si fa l’ora della chiusura volo, so già che difficilmente salteranno fuori 3 posti nella C dedicata, ma spero in qualcosa disponibile in Premium Economy. Ho comunque il vincolo che, per motivi di età, mia figlia deve necessariamente volare con me, quindi mi serve un 2+1.

E alla fine il 2+1 salta fuori: peccato che siano 2 in Economy per noi e la C dedicata per mio figlio. La Premium aveva infatti un solo posto libero, per cui non abbiamo potuto approfittarne.

Volo con riempimento stellare, infatti: 0C, 1P, ed un altro paio di posti liberi in Y (oltre ai nostri).

Per fortuna ci viene assegnata la fila 31, dotata comunque di un ottimo extra legroom (sono 1,92 ma avevo spazio per accavallare le gambe).
Il bellissimo colore della livrea.
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Dettaglio di uno degli sticker (pensavo i decori a poppa fossero dipinti ma al tatto sembrano decisamente sticker).
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Il legroom nelle file extra legroom
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Menzione particolare per l’IFE: mi è piaciuto molto, sia per dimensione che per qualità dei contenuti, con una mappa molto bella e con una discreta quantità di film.
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Il servizio invece non è stato particolarmente esaltante, con in più la grave pecca di non aver fatto il passaggio prima del decollo per verificare che tutti avessero lo schienale in posizione verticale. Al decollo, i due dementi di fronte a me avevano infatti lo schienale abbassato come se niente fosse: in centinaia di voli fatti, questa è stata la prima che mi è capitata una cosa del genere.

Il pasto servito, nella norma.
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In arrivo a DXB, in orario.
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Una sola foto fatta da mio figlio che stava davanti... neanche il tempo di dirgli fai qualche foto, che era già sparito...
Alla mia domanda su come avesse trovato il servizio in J, l’articolatissima risposta è stata: “figo!”
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In attesa del trenino, con stazione automatica davvero affollata. Di “crolli del traffico” qui non c’è traccia…
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Passo da AVIS per prendere la macchina: memore del servizio davvero top di AVIS a MUC mi dico “chissà qui che figata, siamo pur sempre a Dubai!”. Errore: al T1 arrivi trovo un banchetto scrauso, molto anni ’90, due poveri tizi indiani che ci mettono 20 minuti a prendere nota delle informazioni che avevo già fornito sul sito in fase di prenotazione, fotocopie e firme su carta a go-go. Alla fine rimedio una X-Trail con 50.000 km ed un graffio sul posteriore. La distanza con la BMW X4 nuova di pacca e con 25 km (!) che presi tempo fa a MUC è davvero incolmabile, ma tant’è.

Piccola divagazione: trovo che il settore autonoleggio sia rimasto davvero indietro, con tentativi di digital transformation ancora zoppicanti (le app talvolta sono carine, ma il back end probabilmente è lo stesso da 30 anni), moltissima disparità di servizio a seconda del Paese, limiti totalmente anacronistici nel 2025 come ad esempio l’obbligo di avere la carta di credito fisica per il blocco della cifra trattenuta a mo’ di deposito (roba da matti in un’epoca dove con il wallet fai tutto). Tanto per dirvi, a distanza di tre giorni dall’inizio del noleggio, la app mi diceva “Il suo noleggio avrebbe dovuto iniziare tre giorni fa”… nnamo bbene!

Ad ogni modo, preso possesso del potente mezzo, si parte alla volta di Abu Dhabi dove resteremo fino al 19, con rientro previsto in Italia il 22.
Piccolo OT su Abu Dhabi: l’ho trovata cambiata, con usi e costumi un po’ più rilassati rispetto a qualche anno fa.

Più ragazze local che girano disinvoltamente senza velo, negozi di alcolici oramai ogni due per tre, local che bevono alcol (noto solo ora che l’uno è l’anagramma dell’altro) negli hotel oramai senza più aspettare la seconda serata, weekend allineato con quello del resto del mondo (con in più il plus del venerdì semifestivo), ecc.. il processo di occidentalizzazione procede a spasso spedito, a quanto pare.

Ah, dimenticavo: invasione a tappeto di auto cinesi, ne ho contate a decine e decine in giro per le strade.

Nei giorni di permanenza ad Abu Dhabi lavoro da casa ma la sera ci facciamo qualche giro ed il weekend ne approfitto per tornare al Louvre, che avevo visto solo il giorno dell’apertura nel 2017.

Il Louvre merita sicuramente un OT.
Sotto la cupola, che regala giochi di ombre spettacolari.
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Meravigliosa statua bicefala antica 9.000 anni, trovata una quarantina di anni fa ad Ain Ghazal, in Giordania. Dal momento che questa ed altre statue erano state originariamente seppellite sotto terra, il loro stato di conservazione è straordinario e la loro incredibile espressività è rimasta intatta.

Guardarle da vicino lascia letteralmente a bocca aperta, credetemi. 9.000 anni, ancora faccio fatica a crederci!
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Stele preistorica trovata in Arabia Saudita. Impressionante vederla dal vivo.
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Un ritratto del Fayyum, un tipo di ritratto funebre su legno risalente al periodo del cosiddetto antico Egitto romano (tra il I sec. AD ed il II sec. DC) che veniva utilizzato come maschera funeraria della mummia. Presso l’oasi di Fayyum (da cui prendono infatti il nome i ritratti), ne sono stati trovati circa 600.

Vividezza dei colori e cura dei dettagli impressionanti.
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Venendo a tempi più recenti, il “Filosofo in meditazione” di Rembrandt del 1632.
L’uso sapiente di luci ed ombre dona a questo piccolo dipinto una forte carica introspettiva che lo rende molto interessante da ammirare.
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Armatura ottomana per cavaliere e cavallo realizzata tra il XV ed il XVI sec.
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Il famosissimo ritratto di George Washington eseguito dal pittore inglese Gilbert Stuart nel 1822, quando Washington era oramai morto da tempo. Interessante notare l’arcobaleno che si intravvede sullo sfondo, da intendersi come immagine allegorica di terra promessa e nuova speranza.
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Tempi ancora più recenti, con due Picasso.
Donna con mandolino, del 1910
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Ritratto a matita di Yuri Gagarin, a cavallo tra gli anni ’50 e ’60. Nella sua semplicità, stupendo.
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E per finire, un Kandinsky, che personalmente adoro: “Giallo, rosso, blu” del 1925. Sono rimasto diversi minuti a guardarlo.
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Usciamo fuori e prima di andare via riesco a fare una foto decente allo Zayed National Museum che mi riprometto di visitare al mio prossimo giro.
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Qui accanto c’è anche la Abrahamic Family House, ovvero la prima zona di culto nella regione nella quale sono presenti all’interno dello stesso complesso una chiesa, una moschea ed una sinagoga. Inaugurata nel 2023, è diventata rapidamente una delle mete iconiche di Abu Dhabi.
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Architettura bellissima e profondo significato spirituale.
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L'interno della chiesa
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La firma del Patto di Abramo, avvenuta nel 2019 ad Abu Dhabi e qui ricordata con questa fotografia
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FINE PARTE PRIMA.