SpaceX Starship


Se implementeranno anche la funzione Direct to Cell, la connessione diretta con gli smartphone, la cosa potrebbe diventare interessante.. connessione a prezzi decenti praticamente ovunque e senza hardware dedicato..
 
Io sono affascinato dall'interno, mentre e' in volo a 26mila kmh, con il suo carico ortofrutticolo.

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Beh da parte mia posso dire che Starlink a bordo delle navi da crociera è una svolta. Un abbattimento dei costi (per i pax e crew che lo utilizzano) unito ad una ampiezza di banda fenomenale.
e sara' cosi' anche overwater, come gia' notato sopra anche UNITED ha pianificato il futuro con Starlink, guardate che video di lancio!

 
Hanno pubblicato il video dell'ammaraggio di Starship.


Io parcheggio decisamente peggio..
 
Se implementeranno anche la funzione Direct to Cell, la connessione diretta con gli smartphone, la cosa potrebbe diventare interessante.. connessione a prezzi decenti praticamente ovunque e senza hardware dedicato..

In arrivo:

 
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Ottimo, ora sta tutto a che tipo di accordi faranno con le compagnie tradizionali..

In Europa non credo possano fare veramente concorrenza alle tradizionali dato che la copertura 4 e 5G oramai è praticamente ovunque, però usarlo per il roaming extraUE potrebbe essere interessante..

In posti come Australia, Nord e Sud America e simili invece potrebbe essere ottimo per dare copertura alle aree non copribili coi ripetitori..
 
Mentre il Capo si diletta in politica i lavori non di fermano, IFT-7 a breve (per ora programmato il 13 gennaio alle 23 italiane)..


Grandi novità per questa missione:
_Starship Versione 2 (più grande, flap riposizionati, scudo termico evoluto [alcune piastrelle pure con raffreddamento attivo], linee carburante coibentate sottovuoto)..
_primo riutilizzo di un motore Raptor nel Booster..
_tentativo di rilascio di simulacri di satelliti Starlink..

La concorrenza però non è restata a guardare, il 12 Blue Origin lancerà il New Glenn (sviluppato con metodi più tradizionali)..

 
Nel frattempo questa mattina, dopo vari rinvii, Blue Origin ha lanciato con successo New Glenn. La telemetria del primo stadio è stata persa in fase di rientro a 84k piedi, per cui non è dato sapere cosa sia successo. Il secondo stadio ha invece raggiunto l’orbita prevista
 
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Nel frattempo questa mattina, dopo vari rinvii, Blue Origin ha lanciato con successo New Glenn. La telemetria del primo stadio è stata persa in fase di rientro a 84k piedi, per cui non è dato sapere cosa sia successo. Il secondo stadio ha invece raggiunto l’orbita prevista
Leggevo ieri che QF è costretta da un certo tempo a riprogrammare alcuni voli SYD JNB a causa della continua -e ovviamente pericolosa- caduta di detriti (mondezzai) spaziali lungo il tragitto sopra l’oceano indiano.
pessimo biglietto da visita per il cosiddetto progresso

.
 
E' normale e sara' sempre piu' normale che il Point Nemo (sud Pacifico) e il sud Indiano siano utilizzati per il rientro dei veicoli spaziali. Sono punti scelti perche' poco trafficati e inaccessibili, tranne per rotte sottilissime come Australia-Sudafrica.

In fondo e' solo traffico.
 
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Leggevo ieri che QF è costretta da un certo tempo a riprogrammare alcuni voli SYD JNB a causa della continua -e ovviamente pericolosa- caduta di detriti (mondezzai) spaziali lungo il tragitto sopra l’oceano indiano.
pessimo biglietto da visita per il cosiddetto progresso

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Letto anche io, il problema sembra essere la programmazione “variabile“ dei rientri (che con una costellazione di 5000 satelliti e 1000 rientri all’anno è abbastanza inevitabile. Certo anche questo diventa un argomento a disposizione degli ”avversari” delle costellazioni in orbita bassa
 
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E' normale e sara' sempre piu' normale che il Point Nemo (sud Pacifico) e il sud Indiano siano utilizzati per il rientro dei veicoli spaziali. Sono punti scelti perche' poco trafficati e inaccessibili, tranne per rotte sottilissime come Australia-Sudafrica.

In fondo e' solo traffico.
Normale e sempre più normale? Mondezza di rientro che cade nell oceano?
A posto, il futuro dei nostri figli e nipoti è tracciato.
 
Se va tutto bene e StarShip funziona come previsto avremo un lanciatore riutilizzabile al 100% che quindi non scarica hardware nell'oceano, almeno quando la missione e' nominale.

I satelliti continueranno pero' ad essere dismessi in questo modo a fine ciclo di vita.

Pero' e' un po' tardi per accorgersi che l'attivita' umana inquina, se calcoliamo il totale di emissioni e rifiuti che producono altre industrie e mezzi di trasporto non penso che i nosti figli siano spacciati per qualche booster o qualche satellice che si vaporizza o scarica qualche residuo sul sud pacifico. Sono fatti prevalentemente di metalli come alluminio, acciaio e plastica. Mi preoccuperei di piu' delle quantita' molto maggiori di olii lubrificanti esausti o batterie da dismettere o rifluti di plastica terrestri, piu' che altro con il conforto del pallottoliere e perche' sono composti a volte di materiali mediamente piu' inquinanti.

Gli astronomi si lamentano che i satelliti gli rovinano la visuale, ma viviamo benissimo lo stesso e manderemo i telescopi nello spazio.

Il problema ambientale piu' serio e' l'affollamente dell'orbita bassa LEO e geostazionaria GEO, e la Kessler sindrome, ma questo e' un altro discorso e impatta l'industria spaziale stessa.
 
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Normale e sempre più normale? Mondezza di rientro che cade nell oceano?
A posto, il futuro dei nostri figli e nipoti è tracciato.
Se vogliamo comunicazioni veloci non legate alle infrastrutture di terra l’unica soluzione sono i satelliti in orbita bassa, se vogliamo avere a disposizione una larghezza di banda decente dobbiamo avere tanti satelliti, di conseguenza tanti lanci. Complimenti a SpaceX che riutilizza, ad oggi, i primi stadi e in futuro anche i secondi - tutto inquinamento (e costi) in meno
 
Il rientro controllato dei booster migliora anche la sicurezza, gli spazioporti occidentali sono costruiti sul mare e scaricano a casaccio sull'oceano, ma quelli russi e cinesi sono in zone interne e scaricano a casaccio sulla terraferma, pure in zone molto popolate nel caso dei cinesi.
 
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