Ita Airways, sulla scrivania di Meloni la vendita e il dossier dei veleni
27 Ottobre 2022
Giorgia Meloni
ROMA – La vendita di Ita Airways e l’Ita-gate, lo scandalo che sta investendo la compagnia aerea pubblica, arrivano
sul tavolo di Giorgia Meloni. Un fascicolo sul vettore in via di privatizzazione viene aggiornato ogni giorno da Gaetano Caputi, il magistrato che,
scrive L’Espresso, sarà capo di gabinetto del premier.
Le carte confidenziali
Dopo il ritiro dei poteri all’ex presidente esecutivo Alfredo Altavilla, Ita Airways
accelera la sua indagine interna. La compagnia sta accertando, intanto, se suoi dirigenti abbiano intrecciato contatti non rituali con manager di Msc e Lufthansa (uniti in una delle due cordate interessate all’acquisto).
È il 21 febbraio 2022. Un gruppo di dipendenti di Ita
entra in possesso di un documento riservato. Parliamo dell’accordo - il Memorandum of Understanding - con cui Msc e Lufthansa delineano le modalità del loro assalto alla compagnia aerea italiana.
Il Memorandum of Understanding tra Msc e Lufthansa
Nel documento confidenziale c’è scritto, tra le altre cose,
che Msc e Lufthansa puntano al 100% di Ita. In queste ore, Ita sta verificando se tutti i suoi dipendenti avessero titolo a maneggiare il documento sensibile; e se davvero un suo dipendente abbia suggerito di correggere il documento in questo senso: “Verificare se non sia possibile prevedere
un ruolo esplicito per Itanella negoziazione eventualmente precisando che avverrà in nome e per conto del ministero dell’Economia”.

Il senso della correzione è chiaro: sarebbe utile che i compratori (Msc e Lufthansa) chiedessero una trattativa con Ita,
ridimensionando il ruolo del ministero.
Il ministero di sinistra
Ita si chiede anche se
la sua politica di comunicazione abbia perseguito il solo interesse aziendale, a partire dai “publiredazionali”: articoli che siti di informazione propongono dopo aver ricevuto un compenso dalle aziende. Questi articoli sono come gli altri, ma solo in apparenza, perché sono ispirati dalle aziende; e a volte sono scritti dalle aziende nella loro integralità.
Sotto la lente è finito un sito che ha chiesto 25 mila euro netti in cambio, tra le altre cose,
dei “publiredazionali” che Ita vuole in Rete tra marzo e dicembre 2022. Articoli di questo sito sono serviti in passato o sarebbero serviti nel futuro a uno scopo predefinito: colpire - anche con parole “al vetriolo” - avversari, aziende, personalità pubbliche? Questo Ita sta accertando.
Alessandro Rivera, a proposito di personalità pubbliche, è il Direttore generale del Tesoro. Un funzionario pubblico di alto grado, solido e senza macchia. Ita sta verificando se suoi dipendenti abbiano condiviso una bozza di articolo che - poco prima di citare Rivera - definisce il ministero “una struttura di superburocrati gran parte a matrice PD”. L’articolo, destinato a un altro sito di notizie, non è mai uscito in Internet.
La trattativa esclusiva
In queste ore,
il nuovo ministro dell’Economia Giancarlo Giorgettifarà una prima scelta su Ita. Entro il 31 ottobre deciderà se rinnovare la trattativa in esclusiva con Certares, Delta e Air France. Trattativa iniziata il 31 agosto. In verità Giorgetti ha sempre apprezzato la cordata alternativa (quella di Msc con Lufthansa).

Giancarlo Giorgetti (a destra) con Graziano Delrio (fotogramma)
Ma proprio il sospetto di contatti irrituali tra manager di Msc o Lufthansa e dipendenti di Ita - nei mesi della gara - pone al ministro un problema. È davvero possibile interrompere il negoziato con Certares, Delta e Air France? Non a torto, quest’ultima cordata si sente penalizzata dalle mosse di manager di Ita e dalle comunicazioni - ostili e spesso sommerse - che Ita ha diffuso.
Merita ora perfino l’esclusione?
Il nodo comunitario
Se il ministero continuerà
a trattare con Certares, Air France e Delta, certo porrà la questione della compagnia francese. Finora, nell’era Draghi, il ministero ha lavorato sull’ipotesi di cedere a Certares il 51% del nostro vettore conservandone il 49% (con i francesi e Delta come semplici partner commerciali).
Anche se presieduto da un cittadino europeo, Certares resta un fondo Usa. Per evitare una cessione di fatto agli americani, il governo Meloni si riserva di chiedere ad Air France un ingresso diretto nel capitale di Ita. Loro, i francesi, non potrebbero entrare perché l’Ue lo vieta. Ma Bruxelles, in colloqui informali con Air France,
ha aperto all’acquisto di una quota molto limitata di Ita, pari al 10%.
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