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https://www.repubblica.it/economia/...iventera_la_low_cost_di_lufthansa_-335738231/
Lazzerini: "Ita non diventerà la low cost di Lufthansa”
di Aldo Fontanarosa
Intervista all'amministratore delegato della compagnia di bandiera nazionale: "Con i tedeschi cresceremo in Europa e Usa. Fs porterà i treni veloci al Leonardo da Vinci. Altavilla? Ho la fiducia del governo, non lascio".
ROMA -
Fabio Lazzerini, ad di Ita. Qualche settimana fa lei aveva detto che la lingua tedesca le piaceva. Dunque condivide l’alleanza con Lufthansa?
«Ita non avrebbe futuro se restasse da sola. Va posizionata dentro un’alleanza strategica con una compagnia di punta: e Lufthansa è la prima in Europa per flotta. Se il Consiglio dei ministri approverà la trattativa in esclusiva, cercheremo le opportunità dì sviluppo per noi e per loro. Questo, in Europa e anche sui mercati intercontinentali, a partire dal Nord America».
Dunque ha fatto bene il presidente esecutivo di Ita, Alfredo Altavilla, a guardare a Lufthansa, oltre che a Msc.
«Era nei suoi poteri cercare alleati e si è mosso con energia».
Il vostro rapporto va un po’ meglio?
«Io sono l’ad di Ita e lui è il presidente esecutivo con deleghe alla finanza, al personale e alle strategie. Ora, la storia industriale del nostro Paese dice che le diarchie non sempre hanno funzionato».
In ogni azienda dovrebbe comandare una sola persona.
«Ma Ita è un caso a sé. Da noi i poteri di ognuno sono ben definiti e non si sovrappongono. Il momento di Ita è delicato e c’è bisogno di entrambi, soprattutto in questa fase di trattative. Abbiamo fatto gioco di squadra e dovremmo continuare».
Ha mai pensato di lasciare?
«Mai. Questa compagnia è anche una mia creatura. Il nome, Ita, l’ho trovato io pensando al mondo dello sport in cui noi tutti ci identifichiamo. Al di là degli aspetti sentimentali, ho goduto della fiducia del secondo governo Conte, che mi ha nominato, ed ora ho quella del governo Draghi».
Cercavate un’alleanza che vi garantisse pari dignità. Ma Lufthansa è un gigante dei cieli e Ita, una startup piccola così.
«Abbiamo messo in piedi una compagnia aerea in 90 giorni. Quando ci sediamo al tavolo con gli altri vettori, ci dicono che è una impresa senza precedenti».
Ita resta minuscola.
«Non abbiamo un solo aereo in più del necessario. La nostra struttura è estremamente efficiente. Anche questo ci viene riconosciuto con ammirazione e ci dà forza nella ricerca di un’alleanza».
Ita non sarà, dunque, la low cost di Lufthansa?
«Non scherziamo. L’arrivo degli splendidi Airbus di nuova generazione farà di noi un vettore di alto rango, verde, con la flotta più giovane d’Europa nel 2025. Starà a noi e al nostro lavoro dimostrare che Ita può avere un ruolo importante in qualsiasi alleanza entrerà».
Socio di maggioranza di Ita sarà Msc, il gruppo del trasporto merci via mare e delle crociere.
«Siamo pronti. A tempo di record abbiamo stipulato contratti commerciali con 30 mila tra agenzie di viaggio e tour operator, e con 2 mila grandi aziende. Rapporti commerciali sono in essere con oltre 159 compagnie aeree. Il governo ci chiedeva di farci messaggeri della grandezza italiana nel mondo. Lo stiamo facendo attraverso True Italian Experience, un progetto per attrarre turisti nel nostro Paese. I croceristi sono un segmento importante dì sviluppo».
E le Ferrovie? Integrazione sfumata?
«Al contrario. Stiamo lavorando a un accordo - inizialmente commerciale e poi strutturale - per integrare aereo e treno. Una forte integrazione - che porti l’alta velocità a Fiumicino - può dare un impulso alla semplificazione di alcune rotte nazionali».
Quindi Fs studia un intervento forte a Fiumicino, se dovrà portare in aeroporto addirittura il binario ad alta velocità.
«Sì».
L’Ebit, il reddito operativo del 2021, è già negativo per Ita.
«Ita è una startup e i ritorni degli investimenti iniziali si producono nel tempo. La performance intanto è eccellente, per affidabilità operativa e sul piano commerciale».
I voli arrivano abbastanza puntuali.
«Abbastanza non è preciso. A gennaio siamo stati i primi al mondo per puntualità e ultimi per cancellazioni, evento rarissimo».
In verità avete annullato tanti voli per la variante Omicron.
«Il Covid-19, che non è certo una nostra colpa, ha investito tutte le compagnie al mondo. Noi, tra gennaio e febbraio, abbiamo ridimensionato la capacità offerta con una media del 17,4%. Le punte sulle tratte internazionali sono del 30,4%. Ma queste cancellazioni sono un merito».
Perché?
«Ci siamo dotati di una piattaforma che ci informa in tempo reale delle variazioni nelle vendite dei biglietti. Dunque abbiamo tempi di reazione rapidissimi e decidiamo subito quanti posti vendere».
Se le prenotazioni crollano, come può dire che la performance commerciale sta andando bene?
«Registriamo una ripresa delle prenotazioni nell’ordine del 15-20%, giorno su giorno, anche perché Paesi come il Regno Unito e la Spagna allentano le misure anti-Covid. Gli italiani, poi, hanno voglia di vita, di viaggi. Sono fiduciosi di spostarsi quest’estate e comprano Ita».