Airbus. A380 ad idrogeno: via ai test


OneShot

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Paris
Oggi, 21 settembre 2020, Airbus si propone l'anno 2035 come possibile data in cui farà volare i primi aerei ad emissione zero.
Tre nuovi modelli: un turbofan, un turboprop ed un blended-wing body.
Qui la presentazione dal sito del costruttore:

E qui il link per assistere alla diretta Che avrà inizio a breve (14:00 CEST):
 
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Ci saranno moltissimi soldi che la UE si è imposta di investire nell'ambito della sostenibilità, emissioni zero, riduzione della CO2 ecc ecc e questo è un buon modo per Airbus per accedere a dei finanziamenti (probabilmente a costo zero, financo regalati) con cui dare una svolta al settore aerospaziale.
Se sono riusciti a far volare il Concorde e l'A380, abbiamo ottime speranze che la grandeur transalpina ci partorisca un aereo "clean".
Lo vedo già, con la sua moderna linea ed il nome di battesimo: Greta Thumberg! stampiglato sul muso.
 
Ci saranno moltissimi soldi che la UE si è imposta di investire nell'ambito della sostenibilità, emissioni zero, riduzione della CO2 ecc ecc e questo è un buon modo per Airbus per accedere a dei finanziamenti (probabilmente a costo zero, financo regalati) con cui dare una svolta al settore aerospaziale.
Se sono riusciti a far volare il Concorde e l'A380, abbiamo ottime speranze che la grandeur transalpina ci partorisca un aereo "clean".
Lo vedo già, con la sua moderna linea ed il nome di battesimo: Greta Thumberg! stampiglato sul muso.

Ho ascoltato parte della webcast, e m'e' piaciuta molto. Soprattutto perche' e' la prima volta che, con discreto culo, scrivo qualche giorno prima che Airbus e Boeing devono investire in nuovi aerei e, zacchete, ecco qui l'annuncio sui nuovi sviluppi. Mi riservo di buttar giu' qualcosa in futuro, ma mi ha interessato molto la svolta sull'idrogeno e il fatto che le batterie, per Airbus, non sono il futuro. Suppongo che sappiano cio' che dicono (hanno investito, e molto, nell'eVTOL), ma sara' una bella sfida lavorare sull'H2. Soprattutto considerando che (e vado a memoria, roba dal liceo) l'H2 e' difficile da manipolare e soprattutto ancora adesso non ci sono modi 'green' per estrarlo.
 
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Se non sbaglio, già venti anni fa si parlava di aerei criogenici, ovvero con combustibile gassoso (come l'H2) allo stato liquido, il ché richiederebbe moltissima energia.
Mi ricordo di avveniristici modelli con vistose gobbe, stile 747, ma per tutta la lunghezza della fusoliera. Questi progetti vengono puntualmente studiati ogni qualvolta il petrolio schizza alle stelle. Che sia la volta buona!
 
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Interessante, chissà cos'è cambiato.

Tra l'altro credo che Leeham abbia pubblicato degli articoli sull'idrogeno in aviazione.
 
Scusate una domanda: l'articolo parla di una tecnologia a zero emissioni, con il potenziale per ridurre le emissioni dei velivoli del 50%. Immagino si riferisca al fatto che il combustibile è una delle componenti che contribuiscono alle emissioni, quali sono le altre?
 
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Scusate una domanda: l'articolo parla di una tecnologia a zero emissioni, con il potenziale per ridurre le emissioni dei velivoli del 50%. Immagino si riferisca al fatto che il combustibile è una delle componenti che contribuiscono alle emissioni, quali sono le altre.
Passeggeri, inclusi gli equipaggi. Molto dipende dal catering, ovviamente.
 
Negli anni 80 i russi stavano gia' realizzando aerei con motori all'idrogeno, nella fattispecie si e' trattato di un Tu154, ridenominato Tu155. L'articolo che allego é in tedesco; il solito google translator puo' aiutare sicuramente.


Volo' anche con LNG, in un secondo momento. La voce di en.wikipedia omette l'idrogeno.

 
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Giusto pochi giorni fa leggevo un articolo su alcuni possibili progetti di mega-centrali ad energie rinnovabili, ma che trovandosi in zone remote e disabitate, il trasferimento di elettricità a grande distanze (verso grandi centri abitati o industriali) sarebbe molto inefficiente con le normali linee di trasmissione. Una possibile soluzione è di produrre idrogeno in loco per poi trasportarlo altrove dove serve. Un metodo valido anche per accumulare energia proveniente da forme di produzione variabili o intermittenti (eolico, maree, ...).

Lo studio di Airbus è interessante ma mi chiedo come intendano immagazzinare grosse quantità di H2 liquido in serbatoi criogenici che sono ingombranti, pesanti e hanno limiti come forma (suppongo grossomodo sferici o cilindrici, come nei razzi spaziali), infatti nell'articolo scrivono che non si trova nelle ali ma nella fusoliera.
Poi c'è il discorso sicurezza: l'idrogeno è estremamente infiammabile a differenza del kerosene che brucia si, ma ad alte temperature o con fonti di calore molto intenso (ricordo un video di un test dove un fiammifero acceso veniva fatto cadere in una chiazza di JET A1, e si spegneva come se fosse acqua, per dimostrare le proprietà degli additivi anti-incendio). Con l'idrogeno basta una perdita in piccole concentrazioni per rischiare un incendio o un'esplosione... Basti vedere quanto è bruciato in fretta l'Hindenburg dove il gas non si trovava nemmeno ad alta pressione.
Si potrebbe usare per voli cargo senza pax né piloti ma a questo punto l'orizzonte temporale è ben più in là del 2035... Speriamo non sia un progetto showcase ma che abbia ricadute concrete.
 
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Scusate una domanda: l'articolo parla di una tecnologia a zero emissioni, con il potenziale per ridurre le emissioni dei velivoli del 50%. Immagino si riferisca al fatto che il combustibile è una delle componenti che contribuiscono alle emissioni, quali sono le altre?

Oltre ai problemi derivanti da avere falkux a bordo direi che l'articolo fa riferimento all'aviazione in generale: è improbabile che di qui al 2035 tutti gli aerei siano ad idrogeno...
 
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Oltre ai problemi derivanti da avere falkux a bordo direi che l'articolo fa riferimento all'aviazione in generale: è improbabile che di qui al 2035 tutti gli aerei siano ad idrogeno...
È proprio questo il mio dubbio: l'articolo parla di emissioni degli aeromobili non di aviazione in generale. Chiaramente è alquanto impossibile che al 2035 tutti gli aerei saranno a idrogeno, per cui mi chiedevo a cosa facesse riferimento l'articolo.
Interessante comunque, anche alla luce delle difficoltà espresse da Challenger. Ci sono comunque prototipi di auto a idrogeno già realizzati, quindi sono fiducioso che riusciranno a tirar fuori qualcosa di concreto anche sugli aerei. Grazie per il chiarimento!
 
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Progetti sicuramente fighissimi! Però, solo io sono scettico sul comfort di un Blended-Wing?
 
L'idrogeno ha anche la antipatica caratteristica di occupare molto volume (anche se poco peso) per una determinata quantità di energia e di avere molecole molto piccole - che quindi tengono a sfuggire da serbatoi e giunti che sono stagni per molecole più grandi.
Non a caso oggi praticamente tutti i primi stadi dei razzi sono alimentati a RP1 (tendenzialmente simile al Jet Fuel, salvo avere meno additivi e impurità) o a metano.
 
Tutto molto interessante:se ci si mettono, credo abbiano idee altrettanto interessanti per la gestione di sua allegria idrogeno che penso sia il punto nevralgico della riuscita del progetto.


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Come certamente sapere, easyJet sta lavorando insieme ad Airbus nella progettazione dello ZEROe. In un workshop che si è tenuto di recente, sono emersi alcuni dettagli interessanti: il combustibile a idrogeno liquido sarà contenuto in appositi serbatoi criogenici alla temperatura di meno260°C, nella parte posteriore della fusoliera, non nelle ali.
 
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Come certamente sapere, easyJet sta lavorando insieme ad Airbus nella progettazione dello ZEROe. In un workshop che si è tenuto di recente, sono emersi alcuni dettagli interessanti: il combustibile a idrogeno liquido sarà contenuto in appositi serbatoi criogenici alla temperatura di meno260°C, nella parte posteriore della fusoliera, non nelle ali.
Pure un bel risparmio, non dovranno più imbarcare ghiaccio secco per i trolley.
 
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Come certamente sapere, easyJet sta lavorando insieme ad Airbus nella progettazione dello ZEROe. In un workshop che si è tenuto di recente, sono emersi alcuni dettagli interessanti: il combustibile a idrogeno liquido sarà contenuto in appositi serbatoi criogenici alla temperatura di meno260°C, nella parte posteriore della fusoliera, non nelle ali.

Il problema è che sistemando i serbatoi nella fusoliera si va ad occupare un volume normalmente destinato alla cabina passeggeri (o comunque al carico pagante), mentre con i serbatoi integrati nelle ali, o posti nel cassone alare, questo non avviene. Mi domando come possa risultare economicamente efficiente, e competitiva con i velivoli attuali, una soluzione del genere.