Una nazionalizzazione a tempo per salvare Alitalia. Nell’era del coronavirus anche la nuova procedura per tentare di salvare la compagnia deve adeguarsi allo scenario di mercato: drammatico, e soprattutto incerto. I potenziali candidati, da Delta a Lufthansa, al momento hanno ben altre priorità, alle prese come sono con le modifiche dell’operativo voli per far fronte alle cancellazioni, con ripercussioni pesanti sui conti che già fanno presagire una raffica di profit warning. I collegamenti tagliati nel gruppo tedesco arrivano a punte del 40% e interessano tutte le controllate: Austrian Airlines, Brussels, Eurowings e Swiss.
Secondo la Iata, l’associazione internazionale del trasporto aereo, tutte le compagnie aeree stanno registrando un forte calo della domanda. Gli esempi citati sono da brivido. Alla Iata risulta addirittura una compagnia aerea importante («a hub carrier») che ha visto azzerate le prenotazioni di voli per l’Italia, con una conseguente forte crescita delle richieste di rimborso. I no-show anche sono a livelli mai visti: un passeggero su 2 non si presenta all’imbarco, rinunciando persino al diritto di rimborso. Per questo l’associazione, a fronte dei tagli ai voli, chiede una moratoria per gli slot, che con le regole attuali vengono tolti se non utilizzati per almeno l’80%.
Le misure che anche Alitalia è stata costretta a prendere per reagire al calo della domanda avranno un forte contraccolpo sui ricavi. Il timore che rimbalza da Fiumicino ai piani alti del Ministero dello Sviluppo economico è che le inevitabili perdite possano ulteriormente diminuire l’appeal di Alitalia sul mercato. Oltre a consumare più velocemente del previsto i 400 milioni di euro del nuovo prestito ponte, finito anch’esso sotto la lente dell’Antitrust Ue come i 2 precedenti per altri 900 milioni di euro. Ecco perchè, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza da fonti politiche, in parallelo alla pubblicazione del bando e all’espletamento della gara, si lavora al piano alternativo che prevede un intervento diretto dello Stato, attraverso il Ministero dell’Economia.
Si rispolvera così anche la possibilità di convertire in azione parte del prestito ponte, cancellata dall’ultimo decreto che ha aperto la nuova fase della procedura di cessione affidata al commissario Giuseppe Leogrande e il dg Giancarlo Zeni. La dote iniziale viene stimata in almeno 600 milioni di euro per la sola parte volo. Una nazionalizzazione a tempo consentirebbe di aspettare tempi migliori per rimettere la compagnia sul mercato. Intanto si allunga l’elenco delle compagnie che hanno deciso di tagliare i voli da e per l’Italia. Dopo Delta che ha cancellato i voli per Milano, e Lufthansa, che ieri mattina ha annunciato riduzioni dell’operativo dal 25 al 40%, si è mossa anche Ryanair. La low cost irlandese taglierà fino al 25% dei voli per un periodo di 3 settimane, dal 17 marzo all’8 aprile dopo aver registrato «una forte flessione delle prenotazioni». (riproduzione riservata).
MF