Di grazia, posto che FCO è già presidiato e che MXP non piace, secondo te dove dovrebbe/potrebbe essere collocato l'hub di Air Italy?
Biella-Verrone.
Di grazia, posto che FCO è già presidiato e che MXP non piace, secondo te dove dovrebbe/potrebbe essere collocato l'hub di Air Italy?
Strategia multi-hub - 30 aerei a OLB, 30 a CAG, e una decina sia a TTB che a FNU.Di grazia, posto che FCO è già presidiato e che MXP non piace, secondo te dove dovrebbe/potrebbe essere collocato l'hub di Air Italy?
Strategia multi-hub - 30 aerei a OLB, 30 a CAG, e una decina sia a TTB che a FNU.
Certo che da come erano partiti mi aspettavo tutta un' altra musica...invece mi sa che siamo alle solite!
La rivincita dei 51 dipendenti che da Olbia dovevano essere deportati a Malpensa per conservare il proprio posto di lavoro. Ma la vita è più un duro selciato che un comodo sofà. Le scelte di un’azienda sono legate a equilibri e risultati. Una convinzione tutta italiana immagina il Qatar come uno Stato che galleggia su gas e petrolio. Un nababboemirato ricco ma sprovveduto che ha troppi soldi per comprenderne il valore. Ma i manager arabi conoscono il business meglio di molti guru europei dell’economia. I qatarioti si sono comprati pezzo dopo pezzo i tesori pregiati di mezzo pianeta. Da Harrods alla Costa Smeralda, dalla maison Valentino alla casa di produzione Miramax. Solo per parlare di alcuni degli investimenti del Fondo sovrano del Qatar. Nell’ impero economico del colosso globale che ha moltiplicato i suoi petrodollari Air Italy è un piccolo investimento. Ma solo in apparenza. I vertici di Qatar Airways non hanno acquistato Meridiana, società che volava basso, per un atto di gentilezza. Per ingraziarsi i sardi e la Regione. Ma perché era indispensabile avere una compagnia con bandiera europea per dare l’assalto ai cieli del vecchio continente. Meridiana costava poco ed era stata svuotata di dipendenti e costi con l’operazione di salvataggio da parte della Regione e dello Stato. Ma era più un marchio che una compagnia, valeva poco più di 80 milioni di euro e la sua flotta era costituita solo da una manciata di Md80, aerei con oltre 30 anni di servizio. Più adatti al museo che alla pista. L’accordo con l’Aga Khan, proprietario della compagnia, che solo negli ultimi 7 anni aveva versato 600 milioni di euro per evitare il profondo rosso del vettore, consentiva al Qatar di avere il controllo della società. Un cavallo di Troia per entrare dentro uno dei mercati più ricchi. Anche se sulla base delle regole Ue il Fondo sovrano può arrivare al massimo al 49 per cento. Ma di fatto a decidere è il Qatar. Come ha dimostrato lo tsunami di queste ore. È vero che Rigotti è un uomo legato all’Aga Khan, ma in questo momento lui, e gli altri manager accompagnati all’uscita, pagano sia la difficoltà di raggiungere gli obbiettivi industriali, sia i rapporti sempre più tesi con Stato e Regione. Air Italy non ha ancora presentato il suo piano industriale. La volontà di puntare sulle rotte a lungo raggio e su Malpensa non ha prodotto i risultati attesi. Per ora. Le voci di un buco di 140 milioni di euro dopo pochi mesi di attività erano subito state smentite dai manager. Ma nessuno di loro aveva dato cifre, numeri, conti. Vero carburante della fiducia di mercati e investitori. Pesa non solo il passo incerto sul mercato globale dei cieli. Il fallimento sembra più dal punto di vista diplomatico. Nessuno in Sardegna ha percepito la volontà dei manager di voler lasciare il cuore della compagnia nell’isola. Al contrario le prime mosse sono sembrate orientate a catapultare Air Italy lontano da Olbia. Il trasferimento dei 51 dipendenti a Malpensa si è trasformato in un simbolo. Gente che doveva usare un computer non la cloche di un aereo. E avrebbe potuto farlo da Olbia o dalla Cina con la stessa efficacia. Alla fine i dipendenti trasferiti sono stati 8. Ma il contrasto era diventato conflitto. In mezzo ci sono stati un paio di incontri al Ministero dei Trasporti. Un paio di interviste al curaro. Rigotti ha puntato il dito contro la politica regionale. L’assessore ai Trasporti Carlo Careddu non nasconde la sua sfiducia verso l’ex ad di Air Italy e l’ex senatore Gian Piero Scanu ne ha chiesto in modo netto l’allontanamento. L’incontro della delegazione della Regione con l’ambasciatore del Qatar in Italia è diventato un acceleratore della rivoluzione in Air Italy. Nessuno lo dirà mai, ma a pesare sulle scelte c’è anche la geopolitica dei rapporti tra Italia e Qatar. Il Fondo sovrano ha investito molto sul nostro Paese. E la Sardegna è tra i pezzi pregiati. C’è un filo rosso che collega la Costa Smeralda, Air Italy e Mater Olbia. Tre investimenti ad alto valore aggiunto, che il Qatar deve difendere.
Impossibile pensare di non avere rapporti di buon vicinato con la politica. La Regione vuole che Olbia resti il cuore di Air Italy. E anche i freddi manager qatarioti dovranno dimostrare di avere sensibilità, perché mai come ora le ragioni del cuore fanno bene anche alla ragione sociale.
Cioè? Sai qualcosa riguardo all'icapacità dei nuovi manager?
Re: Articolo della "nuova sardegna" citato da AZ209
Io vorrei solo far notare la frase "i dipendenti deportati a Malpensa" ma quello che l'ha scritta ha idea di cosa voglia dire essere deportati? Per non parlare della differenza fra deportati e trasferiti. Per me quella frase squalifica tutto il contenuto dell'articolo.
Roba da matti
E' da ebeti continuare a non rendersi conto che i politici sono lo specchio della società che li elegge.
Per cui se Pili scrive cose fuori dal mondo, è perchè c'è una parte di cittadini-elettori che a quelle caxxate vuole credere.
Quanto ai cittadini sardi, non hanno nessun diritto di attendersi qualcosa da parte di un'azienda che è privata e non è una onlus al loro servizio.
Re: Articolo della "nuova sardegna" citato da AZ209
Io vorrei solo far notare la frase "i dipendenti deportati a Malpensa" ma quello che l'ha scritta ha idea di cosa voglia dire essere deportati? Per non parlare della differenza fra deportati e trasferiti. Per me quella frase squalifica tutto il contenuto dell'articolo.
Roba da matti
Chiarissimo e condivisibile. Rimane in piedi l'altra questione....Riferire il termine “deportati” rispetto ad un trasferimento del luogo di lavoro a 40 minuti di volo, peraltro previsto da contratto e norma, qualifica sia chi ha scritto l’articolo sia chi lo legge e non si indigna.
Chiarissimo e condivisibile. Rimane in piedi l'altra questione....
Quella delle battute senza nessun tipo di ammonizione. Non cascare dal pero dai...Quale?
Quella delle battute senza nessun tipo di ammonizione. Non cascare dal pero dai...
E' un piacere leggere e condividere quanto hai scritto.Al momento, mi pare che Pili sia stato trombato in tutte le ultime elezioni alle quali si e' presentato, e quindi non rappresenti piu' nessuno se non se stesso.
Ammetto di non essere informatissimo, ma mi pare che al momento sia solo il Leader di una delle innumerevoli formazioni politiche "identitarie" sarde, assolutamente minoritaria.
Un personaggio che fa rumore per essere notato, come tanti altri in quest'epoca, quindi non prodotto esclusivo della regione sarda ma in ottima compagnia con tanti suoi equivalenti continentali.
La miglior difesa, sta nell'ignorarlo totalmente.
In aggiunta: personalmente, da cittadino sardo, le sorti di Meridiana mi sono sempre interessate piuttosto poco....come credo alla maggioranza dei sardi non gravitanti su Olbia, in genere (sicuramente alla gran maggioranza delle mie conoscenze).
Qui invece sono d'accordo solo in parte. La sostenibilità di una IG "Olbiacentrica", oggigiorno è semplicemente impossibile. E le continue iniezioni di capitale da parte di KAK sono lì a dimostrarlo.Ovvio che ad Olbia le cose siano diverse, come lo sono a Roma quando si parla di AZ etc....e quindi che la "Regione Sarda" (ente istituzionale) si possa occupare di una realta' industriale che e' comunque una delle piu importanti sul suo territorio.....mi sembra legittimo.
Cosi come mi sembra legittimo il fatto che IG possa ignorare le rimostranze della regione e gestire in autonomia e liberta, secondo le leggi vigenti, il suo Business.
Ognuno e' giusto faccia la sua parte, no?