[TR] I Mondiali, quelli belli.


TR coi botti! Spettacolare, come sempre, e sempre più.
Certo, la mancanza di Gian rende i ritmi meno frenetici, il viaggio meno avventuroso, ma in ogni caso di altissimo livello.
 
Complimenti per il TR, davvero molto interessante!!!

Grazie!

Ma certo. Vercellae delenda est

Amen!

TR coi botti! Spettacolare, come sempre, e sempre più.
Certo, la mancanza di Gian rende i ritmi meno frenetici, il viaggio meno avventuroso, ma in ogni caso di altissimo livello.

Grazie mille! Devo ammettere, i ritmi di GP sono difficili da tenere. A Bukhara mi buttava giu' dal letto alle 3 di mattina dicendo "Daicazzo andiamo a ballare, ho scoperto che c'e' un rave"; a Samarcanda faceva l'occhiobbrutto ai mariti per il puro gusto di attaccar rissa, e a ogni cena si doveva fare a gara di torcibudella locale. Dancrane perdonami, ma non sono piu' il ghepardo d'una volta.
 
Grazie mille! Devo ammettere, i ritmi di GP sono difficili da tenere. A Bukhara mi buttava giu' dal letto alle 3 di mattina dicendo "Daicazzo andiamo a ballare, ho scoperto che c'e' un rave"; a Samarcanda faceva l'occhiobbrutto ai mariti per il puro gusto di attaccar rissa, e a ogni cena si doveva fare a gara di torcibudella locale. Dancrane perdonami, ma non sono piu' il ghepardo d'una volta.

Non me ne parlare. Sono appena tornato da un breve viaggio con lui, e sono a pezzi.
 
Non me ne parlare. Sono appena tornato da un breve viaggio con lui, e sono a pezzi.

Sei riuscito, nell'ordine:

1 - A perdere il tuo volo, costringendo me e falkux a venirti a prendere a 500 km di distanza, la sera;
2 - A non prenotare la macchina (che, peraltro, ancora devi rimborsarmi, unitamente alla benzina), obbligando me a prenotarne un'altra al mattino per la sera;
3 - A pretendere di cenare appena arrivato, nonostante IO dovessi poi guidare per 200 km per raggiungere l'albergo, al quale, grazie al tuo ritardo, siamo arrivati ben oltre la chiusura del check in;
4 - A ronfare beatamente in macchina, emanando nel contempo gas tossici;
5 - A farti pagare il conto di mezzo pranzo, perchè non avevi più contanti;
6 - A tentare di fare perdere il volo di rientro a tutti perchè, non dovendo guidare per due ore, hai ben pensato di prenotare la navetta di rientro al parcheggio praticamente all'ora in cui ci saremmo dovuti imbarcare...

La prossima volta, prenotati un ombrellone a Ostia e stai a casa!

P.S.: TR decente.
 
Sei riuscito, nell'ordine:

1 - A perdere il tuo volo, costringendo me e falkux a venirti a prendere a 500 km di distanza, la sera;
2 - A non prenotare la macchina (che, peraltro, ancora devi rimborsarmi, unitamente alla benzina), obbligando me a prenotarne un'altra al mattino per la sera;
3 - A pretendere di cenare appena arrivato, nonostante IO dovessi poi guidare per 200 km per raggiungere l'albergo, al quale, grazie al tuo ritardo, siamo arrivati ben oltre la chiusura del check in;
4 - A ronfare beatamente in macchina, emanando nel contempo gas tossici;
5 - A farti pagare il conto di mezzo pranzo, perchè non avevi più contanti;
6 - A tentare di fare perdere il volo di rientro a tutti perchè, non dovendo guidare per due ore, hai ben pensato di prenotare la navetta di rientro al parcheggio praticamente all'ora in cui ci saremmo dovuti imbarcare...

La prossima volta, prenotati un ombrellone a Ostia e stai a casa!

P.S.: TR decente.

Contesto tutti i punti, con vigore, ad eccezione del 4.
 
VI – La lunga strada verso casa, Parte I

Come diceva il diversamente studiato che ci allenava nei Pulcini, Un gioco e’ bello quando dura poco, e quindi, ahime’ si deve iniziare il ritorno. Ma, come spesso accade in Asia Centrale, il viaggio puo’ essere una destinazione, se solo si vuole cercare. E io ho cercato, ah se ho cercato.
Dobbiamo andare, da Cholpon Ata, ad Almaty, la citta’ delle mele, e per farla breve (e ridurre i voli, visto che dopotutto siamo su aviazionecivile.org) si va via terra. Ci sono due modi per andarci, due valichi di frontiera. Uno, chiamato Kordai, e’ quello piu’ vicino a Bishkek, quello piu’ trafficato e quello piu’ veloce. L’altro e’ quello di Karkara, inchioscato su per una valle nell’angolo piu’ remoto di questa nazione triangolare, a nord di Karakol, in una valle in cui pochi vanno e che, di famoso, ha solo l’eliporto (oddio, piazzola in cemento) usato dalle spedizioni per il Tien Shan. Valico di confine, tra l’altro, aperto agli stranieri solo da qualche anno, e attivo solo per 8 mesi l’anno.

Ovviamente, andiamo a Karkara.

A riprenderci e’ sempre l’inossidabile Aibek. Il suo arrivo al nostro albergaccio e’ preannunciato solo dal rombo del diesel, e non dallo sfrigolio della trasmissione, per cui siamo sicuri che il russo, ai magazzini di Bishkek, ha fatto un buon lavoro. Zompiamo a bordo, salutando affettuosamente i nostri albergatori, e andiamo lungo la sponda del lago Issyk Kul.

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Passiamo Semerovka, col cartello che indica l’inizio della strada per Kyrchyn, e la nostalgia ci prende. Ma e’ solo un momento, perche’ dopo poco entriamo a Frunze e li, in un uno-due di socialismo, si palesa questa fermata di bus:

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Proseguiamo lungo un paesaggio abbastanza bucolico, con paeselli che si rincorrono l’un l’altro, tutti fatti piu’ o meno con lo stampino: izbe basse, con tetto in metallo, muri bianchi e infissi azzurri; i detriti della vecchia fattoria collettiva, probabilmente rapinata di tutto cio’ che aveva valore il giorno dopo la fine dell’URSS; il supermercatino locale; la moschea e la scuola, quest’ultima bella grossa e tutta in ghingheri, l’edificio piu’ in bolla di tutto il paese. Bene. Dopo qualche km, sempre su una strada con meno buche di una provinciale biellese, abbandoniamo il lago Issyk Kul, e ci addentriamo in una campagna rigogliosa. Si vedono persino le mietitrebbie.

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La frontiera di Karkara e’, dicevo, in fondo a una valle. Mi aspettavo un’altra valle come quelle tajike del Pamir: semiaride, fredde, battute dal vento. Invece ci troviamo in una specie di Svizzera: pascoli verdi, mucche pecore cavalli, arnie come se piovessero, boschi di larici e betulle che iniziano ad ingiallire. Niente di spettacolare, ma tutto veramente armonioso.

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Ad un certo punto, dopo l’ultimo villaggetto, la strada torna ad avere standard centrasiatici, ossia da statale diventa viottolo. Avanziamo a passo piu’ lento, e gl’incroci con altre auto si fanno molto rari. Alla fine, sbuchiamo in un vasto pianoro che, ci direbbe Alberto Angela, e’ di chiara origine glaciale. Da un lato c’e’ Kergen, Kyrgyzstan. Dall’altro, separato da una recinzione e parecchi giri di filo spinato, il Kazakhstan.

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Il passaggio della frontiera e’ rapido e indolore. Dall’altro lato, in Kazakhstan, le strade sono ancora pessime, ma perche’ in costruzione. Non appena arriviamo al punto che e’ stato completato, tutto cambia. Passa pochissimo tempo, e il clima e’ di nuovo cambiato. Via le montagne, via i boschi, ecco la steppa e la polvere.

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Ad un certo punto, arrivati oltre a delle colline, con una pianura che, sappiamo, si estende da qui agli Urali, migliaia di km più a ovest, prendiamo a destra. Corriamo su una strada asfaltata di fresco, con ancora squadre di operai che creano la massicciata, e corriamo fino ad arrivare ad una casetta piazzata nel nulla. Paghiamo un ingresso, guidiamo ancora un po’, e siamo qui.

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Alzi la mano chi conosce il Grand Canyon. Bene, ora alzi la mano chi conosce il Charyn Canyon. Immagino che siate un po’ meno, giusto?

Beh, a meno di due ore da Almaty, in una pianura altrimenti abbastanza piatta e monotona, c’è una spaccatura nel terreno profonda decina di metri: La Valle dei Castelli, che poi s’infila in una ripa scoscesa, scavata da un fiume, profonda ancora di più. Siamo in meno di 15 in tutta la zona.

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Riprendiamo il viaggio e, dopo un po’ di autostrada che una volta non c’era, e traffico che non avevo mai visto, siamo ad Almaty.

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Continua a breve con l’ultima parte.
 
Grazie delle foto. Pensa che nel lontano 1993 io facevo parte di un gruppo di consulenti sponsorizzato dalla World Bank per andare in giro nei paesi ex-URSS per vedere lo stato di automazione delle banche locali (l'idea era di giudicare quanto lavoro ci fosse da fare per farle entrare nei circuiti internazionali). Molti stati avevano organizzato un lato turistico alle nostre visite. Quando andammo ad Almaty - allora non esisteva Astana - ci portarono proprio al Charyn Canyon. Due cose diverse dalle tue foto (1) Era Febbraio (2) eravamo accompagnati da quattro energumeni dell'esercito (Tecnicamente erano le nostre guardie del corpo) che non ci fecero fotografare niente. Me lo ricordo come una grossa sorpresa, molto bello.
 
VI - La lunga strada verso casa, Parte II

Concludiamo questo TR. Eravamo rimasti ad Almaty, città che ritrovo non sotto una nevicata memorabile ma, invece, nel mezzo di un dolcissimo fine estate. Le vie sono piene di gente, i bar pure, le gonne sono corte e i sorrisi abbondanti. Non me la ricordavo così ben tenuta, di sicuro la città più vivibile del Centro Asia. Ho poche foto, anche perché giravamo senza macchina; passiamo un paio di giorni a berci caffè e acqua Borjomi nei bar, a mangiar mele e in generale a rilassarci.

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Il socialismo, però, è sempre dietro l'angolo

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Strani incroci veneto-kazako-irlandesi si palesano

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L'ultima sera, al tramonto, ci troviamo dalle parti della cattedrale e assistiamo all'ultimo evento matrimoniale gestito da quelli di Cerimonie che Passione. Li ho infatti contattati, ed eccovi lo spiegone che mi hanno mandato via cablogramma.

Caro 13900,

grazie per la testimonianza! Hai colto un magico momento del matrimonio della giovane Dinara e dell'aitante Krokodil, sposi promessi già ai tempi delle medie presso la scuola statale 153 di Priozersk.

La foto che hai fatto
(vedi sotto, NdR) li ritrae, assieme agli invitati, presi nell'antichissimo rito del "Cattura il colombo". Stando a ricerce antropologiche condotte dall'Università di Jena, lo scopo del giuoco è di acchiappare un pennuto e tenerlo in mano finché questi non defeca. Se non si muore di bilharzosi, porta bene. Grazie anche per aver notato i capelli della giovane Yevgenia, in primo piano. Non è stato facile portare la piastra all'interno del riformatorio criminale di Semipalatinsk dov'è reclusa per triplice omicidio, ma anche farle avere la libera uscita per questo giorno non è stato uno scherzo, credici.

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Sia come sia, dopo una sontuosa cena al ristorante georgiano su Kazibek Bi, ci tocca una sveglia antelucana per il volo di ritorno. Scivoliamo su strade sgombre, superstrade che l'altra volta non c'erano, e io so già che questo posto, malgrado tutto, mi mancherà. Arriviamo nella zona dedicata alle partenze nazionali e, dopo un momento di emozione - sembrava che il nostro volo sarebbe operato da un 321NEO - ci accomodiamo, invece, su un 321, ma CEO.

L'aereo è quasi vuoto; però, di sotto, le stive sono gonfie di merci, caricate in ottemperanza alle meglio norme di sicurezza da Gaspare e Orazio.

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Avendone caricate quanto basta, i due decidono che s'è fatta una certa ed è ora di andare a leggere la Gazza in ufficio.

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Noi, invece, stacchiamo. Non prima di aver guardato la variopinta flotta Air Astana:

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Questo doveva essere il nuovo aeroporto. Poi, boh. Sta di fatto che non è mai stato finito. Per quanto sia moderno, occidentalizzante e ben sviluppante, mi sembra di subodorare che il Kazakhstan non sia immune a un certo giro di mazzette e cose losche.

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Forse capisco perché mi piace Almaty. Ci son le montagne, e a me le montagne mancano.

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A presto Almaty.

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Poco dopo il decollo, ecco il servizio di colazione. Mille volte meglio di quello che diamo in BA su World Traveller plus in lungo raggio.

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Ozero Balkash. Sempre voluto vederlo, non so come mai.

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Ed eccoci su Astana, dove la temperatura è di gradi 6 centigradi. E' il 6 di settembre.

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Abbiamo un transito lungo, per cui porto 8200 a vedere un pochetto questa città, così strana. Gironzoliamo e saliamo, come direbbero al Vomero, n'copp u' Bayterek, per poi ritornare in aeroporto. Mi allieto di dirvi che i lavori per la metro di superficie sono ripartiti.

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Il tabellone, non proprio affollatissimissimo, del Nursultan Int'l:

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E il nostro ferro, che si rivela essere lo stesso dell'andata. Dietro di lui un 738MAX LOT, che non a caso viene usato su queste rotte e non per fare MXP-OLB. Ogni riferimento è casuale.

La cabina a bordo già la conoscete, per cui mi limito a parlare del menu:

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Parte il servizio bevande, e riparte il premiatissimo test del barbone. Al primo giro di birra mi viene servito - ovvove - un bicchiere, più i croccantini con sopra Little Tony.

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Ma ora della seconda bbira, il bicchiere è sparito. il volo è salvo.

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Non ho foto del cibo, tranne che di questa simpatica idea. Invece di dare un dessert, Air Astana su questo volo offre una scatoletta con, dentro, quattro o cinque caramelle e cioccolatini. A me piace.

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Come sempre con le cose belle, tutto finisce. Atterriamo a L'ondra, ci sorbiamo un taxi geologico fino al T4, e poi un'attesa ancor più geologica ai bagagli, allietati dalla splendida vista di cui sotto. Ritirato lo zaino, non rimane che la Piccadilly Line, che vi risparmio, e casa.

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Dai World Nomad Games è tutto.
 
Grazie delle foto. Pensa che nel lontano 1993 io facevo parte di un gruppo di consulenti sponsorizzato dalla World Bank per andare in giro nei paesi ex-URSS per vedere lo stato di automazione delle banche locali (l'idea era di giudicare quanto lavoro ci fosse da fare per farle entrare nei circuiti internazionali). Molti stati avevano organizzato un lato turistico alle nostre visite. Quando andammo ad Almaty - allora non esisteva Astana - ci portarono proprio al Charyn Canyon. Due cose diverse dalle tue foto (1) Era Febbraio (2) eravamo accompagnati da quattro energumeni dell'esercito (Tecnicamente erano le nostre guardie del corpo) che non ci fecero fotografare niente. Me lo ricordo come una grossa sorpresa, molto bello.

Pensa te! Dove altro sei andato? Hai delle foto del viaggio?

L'ultimo pezzo è spettacolarissimo. Molto bella la foto con i cavalli che galoppano e sollevano polvere in mezzo alla prateria.

L'assenza di Dancrane si nota, il racconto è assai più brioso!

DaV

Grazie Dave!
 
Pensa te! Dove altro sei andato? Hai delle foto del viaggio?

Assolutamente OT
All'epoca partecipai a sette 'indagini'. Nell'arco di quattro mesi - a parte Almaty - andammo a Tashkent (Ci portarono a Samarcanda), Dushanbe, Baku, AShgabat, Tbilisi e... Minsk. Ricordo visite ipercontrollate e guidate a Dushanbe e Ashgabat (non ci portarono da nessuna parte). Purtroppo foto perse come tante altre quando la mia unita' di storage fu allagata nel 2007.
Fine OT
 
Vabbè... ho aspettato la fine per conservare tutti i punti esclamativi e superlativi vari.

Incredibile! Spettacolare! Insuperabile!..!...!...!....!

Ciao!
 
TR unico e spettacolare!
Viaggio bellissimo e ottimo racconto

... e ci hai messo anche il grande Boris!!! :D
 
Assolutamente OT
All'epoca partecipai a sette 'indagini'. Nell'arco di quattro mesi - a parte Almaty - andammo a Tashkent (Ci portarono a Samarcanda), Dushanbe, Baku, AShgabat, Tbilisi e... Minsk. Ricordo visite ipercontrollate e guidate a Dushanbe e Ashgabat (non ci portarono da nessuna parte). Purtroppo foto perse come tante altre quando la mia unita' di storage fu allagata nel 2007.
Fine OT

Uazz, dev'essere stata un'esperienza. Quelli dovevano essere "anni" interessanti..

Vabbè... ho aspettato la fine per conservare tutti i punti esclamativi e superlativi vari.

Incredibile! Spettacolare! Insuperabile!..!...!...!....!

Ciao!

Grazie mille Edag!! Gentilissimo.

Bellissima l’ultima parte, quella senza citazioni dedicate a me!

Ma sei sempre nei ns Cuori.

Spettacolare, assolutamente spettacolare!
Grazie infinitamente per averci raccontato questa avventura.

Ciao
Marco

Grazie mille Marco!

TR unico e spettacolare!
Viaggio bellissimo e ottimo racconto

... e ci hai messo anche il grande Boris!!! :D

Grazie Jambock!
 
E che ne parliamo a fare... anche questo TR è semplicemente meraviglioso. Sembra una puntata di Overland. Complimenti!