Provo a salvare un thread che, altrimenti, merita solo la chiusura.
Qualche tempo fa successe qualcosa di simile a Malpensa dopo un nubifragio, e tra lo stesso tipo di strali che possiamo leggere in un questa discussione qualcuno ebbe l'ardire di avanzare una questione più interessante.
Ogni architettura viene progettata per determinate specifiche ambientali. Banale esempio di scuola: un edificio progettato a Catania avrà un sistema di vetrature diverso rispetto a un pari edificio costruito a Oslo, perché l'irraggiamento mediterraneo lo renderebbe un forno mentre nel Nord Europa esiste invece la necessità di aumentare luce e calore naturali. Ancora: al Soekarno-Hatta Jakarta sono sicuro abbiano pensato a sistemi di dispersione delle acque piovane diversi rispetto a quelli in uso al Fontanarossa di Catania, perché la piovosità dei due posti non è comparabile. Nell'architettura tradizionale sarda l'acqua si cerca di raccoglierla, non di disperderla, perché ce n'è poca e quando arriva è meglio tenersela.
Ora, non conosco i dettagli strutturali dell'aeroporto di Orio al Serio, ma ho tutte le ragioni per pensare che il problema non siano i soldi dati a FR invece che alla manutenzione del tetto. Semmai, credo che le varie soluzioni progettuali siano state dimensionate sulla base di precipitazioni medie annue (picchi compresi) che nulla hanno a che vedere con la bomba d'acqua dell'altro giorno, e dunque se ho dimensionato una struttura per gestire una quantità di acqua piovana pari a X e un giorno me ne arriva X +1000, allora l'allagamento è il minimo che mi posso apettare.
In Italia le cose sono fatte quasi sempre male, con tra l'altro un particolare occhio di riguardo (in negativo) per le opere pubbliche, ma il problema è molto più grave di quanto si pensi: negli ultimi anni stiamo assistendo a sempre più frequenti fenomeni metereologici "straordinari" e cioè diversi dall'ordinario, mentre è sull'ordinario che si basa il dimensionamento edilizio. Ci ritroviamo cioè con un patrimonio edilizio che si sta dimostrando inadeguato a soddisfare requisiti mutati nel tempo, con l'ulteriore problema che cioè avviene in un settore, quello appunto dell'edilizia, in cui i tempi di sostituzione sono incredibilmente lunghi.
Insomma compratevi le pinne e soprattutto mettetevi l'anima in pace, ché questa sarà a lungo la triste normalità.