*** Alitalia: al referendum vince il NO ***


Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
La region EMEA che ha sede a Torino, produce utili e in Italia ci sono 6 poli produttivi che dopo essere stati pozzi senza fondo ora producono a pieno regime ed esportano in tutto il mondo.

La sede della holdig è all'estero, ma non mi schiferei di un alitalia con sede legale all'estero ma realtà produttiva in Italia no?

15 anni fa producevamo in Italia 1.700.000 veicoli circa, ora ne produciamo 1.100.000

Non identificherei gli interessi della Fiat con quelli dell'Indystria automobilistica nazionale.....così come non identificherei AZ con quella del trasporto Aereo.

Averlo fatto, ha causato danni ad entrambi i comparti.
 
15 anni fa producevamo in Italia 1.700.000 veicoli circa, ora ne produciamo 1.100.000

Non identificherei gli interessi della Fiat con quelli dell'Indystria automobilistica nazionale.....così come non identificherei AZ con quella del trasporto Aereo.

Averlo fatto, ha causato danni ad entrambi i comparti.

Non voglio entrare nel merito, ma 15 anni fa producevi 1.700k di veicoli in perdita, ora ne produci 1.100k guadagnandoci......direi una bella differenza.
 
L'Italia non ha più una industria automobilistica, FCA ha solo qualche fabbrica in Italia, per il resto è ormai una azienda straniera.

È??? Fca è un azienda multinazionale , con core business in Italia e USA. Così come i concorrenti del settore.
 
Ora dopo 2 giorni dal no già un po' di posizioni sono cambiate: ora già sono garantiti 6 mesi di prestito ponte, nei quali bisogna o trovare un acquirente o un nuovo accordo. Aperture da più fronti sulla necessità di salvare Alitalia. Intanto sarebbe interessante capire quante sono calate le vendite in questi due giorni. Ma vuoi vedere che i signori del NO l' avranno vinta un' altra volta ??!!!
 
Ora dopo 2 giorni dal no già un po' di posizioni sono cambiate: ora già sono garantiti 6 mesi di prestito ponte, nei quali bisogna o trovare un acquirente o un nuovo accordo. Aperture da più fronti sulla necessità di salvare Alitalia. Intanto sarebbe interessante capire quante sono calate le vendite in questi due giorni. Ma vuoi vedere che i signori del NO l' avranno vinta un' altra volta ??!!!
Sei mesi vorrebbe dire arrivare in piena campagna elettorale, ci sarà da ridere...
 
È solo quello di cui sono convinti loro, pace all'anima loro
In ogni caso di piloti e di tecnici c'è sempre fame, un bel po' meno di AAVV
Fame si, ma ci guardano bene e in Italia non è facile come nel golfo o altrove dove possono rispedirli al mittente in 24 ore.
Già in Qatar avranno le loro belle gatte da pelare con quelli IG, figuriamoci se sbavano dalla voglia di portarsi a casa anche quelli AZ.
 
Posto l'interessante articolo.

Alitalia, ora si fa avanti Lufhtansa
Ma l’ipotesi è tagliare 9 mila posti


Vertice a Palazzo Chigi. Il prestito ponte durerebbe sei mesi ma c’è la tentazione di allungare i tempi. Il Tesoro esclude il coinvolgimento della Cassa depositi e prestiti per trovare nuove risorse. Il nodo del confronto con Bruxelles.

[FONT=main-condensed_light_italic]di Giuliana Ferraino e Lorenzo Salvia
[/FONT]

Un primo, informale, sondaggio da parte di Lufthansa è già arrivato. Con due punti fermi. Il primo è che la compagnia tedesca sarebbe interessata a rilevare Alitalia, ma solo dopo il fallimento. Prendendola a costo zero. Il secondo è che si farebbe carico solo di un pezzo della compagnia. Gli aerei di proprietà sono soltanto un terzo dei 120 al momento in dotazione. E potrebbero prendere tutti la via della Germania. Mentre per il personale, Lufthansa sarebbe disponibile a farsi carico al massimo di un quarto dei dipendenti: 3 mila su 12 mila. La compagnia tedesca non commenta le indiscrezioni. Nemmeno il governo italiano, però sull’ipotesi tedesca il ministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda si lascia sfuggire su Radio 24 un «lo spero», salvo poi precisare che «sarebbe interessante da esplorare».

Il negoziato con Lufhtansa

L’avvicinamento tra i due gruppi è avvenuto lo scorso autunno, quando Etihad ha dato in affitto a Lufthansa 38 aerei (più il personale) di Air Berlin, seconda compagnia tedesca in profonda crisi di cui gli arabi controllano il 29,2%. All’inizio di febbraio Etihad e Lufthansa hanno annunciato una corposa partnership commerciale. Ma sarebbe stato aperto anche il dossier Alitalia. E la drastica riduzione dei costi prevista dal nuovo piano industriale sarebbe dovuto servire a rendere più alettante un potenziale accordo. Ora superato. Sulle spoglie di Alitalia intanto si è già fatta avanti Malaysia Airlines, che si è candidata a prendere 6-8 Airbus A330.


Il prestito ponte

Se sul destino finale di Alitalia sembrano esserci pochi dubbi, i tempi sono ancora un’incognita. Dopo l’assemblea dei soci fissata per il 2 maggio, la liquidazione dovrebbe arrivare entro sei mesi. Toccherà ai commissari(in pole position figurano Luigi Gubitosi e Enrico Laghi) valutare se scegliere la vendita in blocco o lo spezzatino. Nel frattempo, a garantire la sopravvivenza, dovrebbe essere il prestito ponte da 3-400 milioni di euro, da concordare con Bruxelles. Per una volta Roma si è mossa in anticipo nella trattativa con l’Europa e i colloqui sono già cominciati in attesa dell’ufficializzazione del commissariamento. Ma non è detto. Ieri, in tarda serata, si è tenuto un nuovo vertice su Alitalia a Palazzo Chigi tra il premier Paolo Gentiloni e i ministri competenti Graziano Delrio, Giuliano Poletti, Carlo Calenda, alla presenza del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan.

La tentazione del rinvio a dopo le elezioni

Al di là delle smentite ufficiali, tra i renziani c’è anche l’idea di rinviare il capitolo finale dell’operazione a dopo le prossime elezioni politiche, che si dovrebbero tenere a febbraio. Perché la chiusura della ex compagnia di bandiera, al di là dei soldi necessari per tenerla in vita, potrebbe avere un effetto nelle urne. Di qui la tentazione di un prestito ponte più corposo, oltre il mezzo miliardo di euro, che potrebbe garantire ad Alitalia quasi un altro anno di vita. La strada non è facile, e non solo perché Bruxelles potrebbe dire di no.

Lo stop al coinvolgimento di Cdp

Il tentativo di chiedere le risorse aggiuntive a Cassa depositi e prestiti, ad esempio, dovrebbe cadere ufficialmente oggi, con una risposta del ministero dell’Economia a un’interrogazione parlamentare che esclude questa ipotesi. Il governo è stretto tra la necessità di trovare una soluzione il prima possibile e il tentativo di limitare i danni. Anche per questo il premier Gentiloni si dice «preoccupato» per quello che sta accadendo.


26 aprile 2017 (modifica il 26 aprile 2017 | 23:02)

 
Ma perche' solo in Italia le campagne elettorali si giocano attorno alla piu' sfigata della compagnie sfigate, quando il risultato e' chiaramente un lose-lose per tutti?

Il vecchio zio Silvio cavalcando in campagna elettorale la questione Alitalia e i capitani coraggiosi si portò a casa un 4-6% netto.

Secondo una ricerca svolta immediatamente dopo le elezioni, circa il 60% degli indecisi a una settimana dal voto, e che effettivamente decisero di votare il centrodestra, lo fecero per la questione Alitalia e i capitani coraggiosi.

In pratica, pesando le percentuali un tanto al chilo, Berlusconi stravinse quelle elezioni proprio grazie a quell'argomento.

Nel quale, peraltro, ragionevolmente non credeva nemmeno lui, avendo un innegabile fiuto imprenditoriale. Ma che era convinto gli avrebbe reso in termini elettorali. Ed ebbe ragione, nonostante le estreme perplessità della società che allora gli faceva i sondaggi che, prima della messa in opera della rappresentazione teatrale "salviamo l'italianità della compagnia di bandiera", ossia prima che l'argomento fosse pompato e messo nell'agenda della campagna elettorale, non aveva riscontrato una grande sensibilità dell'elettorato verso il tema e lo aveva escluso dalla lista degli argomenti sui quali incentrare l'attività di comunicazione.

Eppure, nonostante le indicazioni contrarie dei suoi sondaggisti e pure di qualche fedelissimo, Silvio ci credette e ci scommise.

E spese l'argomento come solo lui sapeva fare. Brandì la questione letteralmente come una clava, con la quale sferrò colpi al povero Prodi. Il quale, quasi come un pugile che si vede affrontato con un fioretto, non sapeva come replicare e quando tentava di farlo appariva goffo, lento e ferito.

Ma questo è ovvio.

Il povero Prodi tentava di rispondere con argomentazioni inappuntabili ma fredde, frutto della logica, della scienza dell'economia e della finanza, per così dire. Nulla che poteva scaldare l'elettorato. Per di più, quando l'argomento tecnico è usato per cercare di replicare ad una bufala pazzesca, ad una cosa che è inconcepibile per quanto è assurda, ecco che l'argomento risulta forzato, ancor meno efficace perché chi lo spende è stupefatto ed incredulo. Nervoso. E, quindi, il suo messaggio rischia di essere debole. Non ci credete? Guardate cosa sta succedendo in questi mesi con la questione vaccini.

Così avvenne che il centrosinistra di allora fu costretto ad inseguire un'agenda politica dettata dal centrodestra, dal mattatore Silvio, che mise al primo posto l'argomento Alitalia e lo costruì in modo da essere: facile, evocativo, ottimista, rassicurante.

Suonava un po' così..... Salviamo l'italianità, salviamoci dall'invasione dello straniero, cattivo e truffatore, colluso con il debole Prodi, tecnocrate asservito ai poteri forti dell'europa, che ha svenduto ai francesi la compagnia di bandiera, consegnando loro il popolo dei lavoratori, l'economia italiana fondata sul turismo e sulle aziende del nord che hanno bisogno di collegamenti diretti. Ma era talmente esagerato il messaggio che pareva che Prodi avesse pure venduto il colosseo, i quadri della galleria nazionale e, già che c'era, i lingotti del forziere della Banca d'Italia. E Silvio ed i suoi amici imprenditori, gente seria, del nord, operativa, che ci metteva il grano, ci avrebbero salvato da tutto questo.

Ora, di fronte ad argomenti del genere, se discuti menzionando i piani industriali ed i covenants richiesti dal sistema creditizio per la ristrutturazione del finanziamento dell'attivo circolante, perdi. Perdi in partenza.

E Prodi perse, clamorosamente. (in realtà il candidato premier per il centrosinistra era Veltroni ma per esigenze narrative uso la metonimia Prodi - operazione AF - centrosinistra, n.d.r.)

Perse non essendo riuscito a convincere della bontà ed unicità della soluzione nemmeno parte dell'elettorato che aveva gli strumenti per comprendere. Basti ricordare i molti che qui, nel forum, una comunità di esperti del settore, credettero ad una alternativa al piano elaborato da Prodi.

Come poteva non perdere Prodi? Come poteva convincere l'elettorato, il prof. Prodi, se questo è composto per la grande maggioranza da soggetti con le capacita cognitive e di elaborazione di un ragazzo di seconda media?

La gente ha creduto a Silvio.

La gente. La maggioranza dell'elettorato, che è una massa di ragazzini che, se decide che è bene informarsi ogni tanto, guarda 5 minuti al giorno di tg5 o tg1 o scorre i titoli dei post su Facebook e, soprattutto, che ha la memoria di una formica.

E che non ha tempo ne voglia che qualcuno gli ricordi cosa successe dieci anni fa'. Ci vuole troppo tempo e la concentrazione finisce dopo meno di un minuto. Il 70% dei video di informazione politica su Facebook viene chiuso dopo meno di un minuto di visualizzazione.

Così, siamo ad oggi.

La scena di ripete. Del resto, la storia è fatta di cicli sempre più vicini.

Cambiamo gli attori.

Dalla parte di chi detta l'agenda c'è Grillo ed il movimento. Dalla parte di chi insegue c'è il pd. Forza Italia non è pervenuta. Salvino deve ancora capire cosa gli conviene dire. Ma ci metterà un po', perché il pezzo è un po' eccentrico per lui.

E chi insegue si divide. Del Rio, Calenda, Padoan, ossia coloro che potremmo ascrivere alla categoria dei tecnici, di coloro che sanno qualcosa di specifico. Dall'altra il cacciatore di consenso, il politico puro, colui che non sa nulla se non come creare e mantenere il consenso. Renzi e i suoi generali.

E' cambiato il vento sulla questione Alitalia? No, il vento gira solo come lo si fa soffiare.

Basti vedere come sono mutate le dichiarazioni degli inseguitori dell'agenda politica. Siamo passati dal "mai più intervento dello Stato" al "prestito ponte", allungabile, variabile, vedremo, l'importate è che "si eviti il fallimento".

La compagnia di bandiera come l'orgoglio nazionale che va salvato. Va salvata, certamente, ma senza troppi soldi pubblici. (Che, per essere precisi, è esattamente ciò che disse Silvione all'epoca. Peccato che ci è costata una mezza finanziaria la mossa)

Il che, esattamente, significa dire la stessa cosa che dicono i 5stelle, ma tenendo buono chi ha qualche perplessità sul conto da pagare.

I cattivi, a sto' giro, sono sempre gli stranieri, questa volta delle lowcost. Ryanair per primi. Però ci sono anche dei cattivi nuovi: i manager incompetenti, perché i lavoratori non devono sempre pagare il conto degli errori di chi sbaglia. Sbaglia e viene pure pagato profumatamente. Quelli sono i cattivi, la casta colpevole di tutto. Stranieri e manager incapaci e farciti di soldi. Per quello la compagnia di bandiera è in difficoltà. Poi, ovviamente, c'è il contorno. Per cui senza la compagnia di bandiera l'Italia precipita nell'isolazionismo. Basta turismo, basta affari, la fine di tutto. (ovviamente una persona non affetta da analfabetismo di ritorno capisce che questa è na castroneria ma ricordiamoci le capacità cognitive medie della maggioranza degli elettori)

L'agenda della campagna elettorale, permanente nel nostro paese ma che nei prossimi dodici mesi avrà un picco di audience, è dettata.

La compagnia di bandiera è da salvare. Senza soldi pubblici.

Ma coi soldi delle partecipate, delle banche che finanziano con garanzia pubblica del 150%, degli enti previdenziali, dei giri di valzer che consentiranno di dire che la compagnia di bandiera è stata salvata (per un paio d'anni, ovviamente, poi se ne riparlerà) senza soldi pubblici. Solo indirettamente pubblici.

Ma è un oltraggio all'intelligenza, diranno gli scienziati. No, è la democrazia. Dove l'importante è convincere la gente, anche che la terra è piatta. Basta che usi argomenti persuasivi, anche se palesemente falsi. E' sufficiente che chi deve spiegar che sono falsi abbia bisogno di più di un minuto, più di un tweet, più di un mezzo post o che, in generale, risulti noioso.

Ecco perché, anche questa volta, Alitalia non fallirà, non chiuderà e farà tutto ciò grazie ai soldi di noi contribuenti. Tanto, la maggior parte dei contribuenti, chi più che meno, è fatta di evasori fiscali, quindi, questa maggioranza si sentirà in pace...... perché, tanto, non sono soldi miei.

p.s.
chi ha letto fino in fondo senza perdere la concentrazione ha capacità cognitive superiori alla media ;-)
 
Posto l'interessante articolo.

Alitalia, ora si fa avanti Lufhtansa
Ma l’ipotesi è tagliare 9 mila posti


Vertice a Palazzo Chigi. Il prestito ponte durerebbe sei mesi ma c’è la tentazione di allungare i tempi. Il Tesoro esclude il coinvolgimento della Cassa depositi e prestiti per trovare nuove risorse. Il nodo del confronto con Bruxelles.

[FONT=main-condensed_light_italic]di Giuliana Ferraino e Lorenzo Salvia
[/FONT]

Un primo, informale, sondaggio da parte di Lufthansa è già arrivato. Con due punti fermi. Il primo è che la compagnia tedesca sarebbe interessata a rilevare Alitalia, ma solo dopo il fallimento. Prendendola a costo zero. Il secondo è che si farebbe carico solo di un pezzo della compagnia. Gli aerei di proprietà sono soltanto un terzo dei 120 al momento in dotazione. E potrebbero prendere tutti la via della Germania. Mentre per il personale, Lufthansa sarebbe disponibile a farsi carico al massimo di un quarto dei dipendenti: 3 mila su 12 mila. La compagnia tedesca non commenta le indiscrezioni. Nemmeno il governo italiano, però sull’ipotesi tedesca il ministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda si lascia sfuggire su Radio 24 un «lo spero», salvo poi precisare che «sarebbe interessante da esplorare».

Il negoziato con Lufhtansa

L’avvicinamento tra i due gruppi è avvenuto lo scorso autunno, quando Etihad ha dato in affitto a Lufthansa 38 aerei (più il personale) di Air Berlin, seconda compagnia tedesca in profonda crisi di cui gli arabi controllano il 29,2%. All’inizio di febbraio Etihad e Lufthansa hanno annunciato una corposa partnership commerciale. Ma sarebbe stato aperto anche il dossier Alitalia. E la drastica riduzione dei costi prevista dal nuovo piano industriale sarebbe dovuto servire a rendere più alettante un potenziale accordo. Ora superato. Sulle spoglie di Alitalia intanto si è già fatta avanti Malaysia Airlines, che si è candidata a prendere 6-8 Airbus A330.


Il prestito ponte

Se sul destino finale di Alitalia sembrano esserci pochi dubbi, i tempi sono ancora un’incognita. Dopo l’assemblea dei soci fissata per il 2 maggio, la liquidazione dovrebbe arrivare entro sei mesi. Toccherà ai commissari(in pole position figurano Luigi Gubitosi e Enrico Laghi) valutare se scegliere la vendita in blocco o lo spezzatino. Nel frattempo, a garantire la sopravvivenza, dovrebbe essere il prestito ponte da 3-400 milioni di euro, da concordare con Bruxelles. Per una volta Roma si è mossa in anticipo nella trattativa con l’Europa e i colloqui sono già cominciati in attesa dell’ufficializzazione del commissariamento. Ma non è detto. Ieri, in tarda serata, si è tenuto un nuovo vertice su Alitalia a Palazzo Chigi tra il premier Paolo Gentiloni e i ministri competenti Graziano Delrio, Giuliano Poletti, Carlo Calenda, alla presenza del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan.

La tentazione del rinvio a dopo le elezioni

Al di là delle smentite ufficiali, tra i renziani c’è anche l’idea di rinviare il capitolo finale dell’operazione a dopo le prossime elezioni politiche, che si dovrebbero tenere a febbraio. Perché la chiusura della ex compagnia di bandiera, al di là dei soldi necessari per tenerla in vita, potrebbe avere un effetto nelle urne. Di qui la tentazione di un prestito ponte più corposo, oltre il mezzo miliardo di euro, che potrebbe garantire ad Alitalia quasi un altro anno di vita. La strada non è facile, e non solo perché Bruxelles potrebbe dire di no.

Lo stop al coinvolgimento di Cdp

Il tentativo di chiedere le risorse aggiuntive a Cassa depositi e prestiti, ad esempio, dovrebbe cadere ufficialmente oggi, con una risposta del ministero dell’Economia a un’interrogazione parlamentare che esclude questa ipotesi. Il governo è stretto tra la necessità di trovare una soluzione il prima possibile e il tentativo di limitare i danni. Anche per questo il premier Gentiloni si dice «preoccupato» per quello che sta accadendo.


26 aprile 2017 (modifica il 26 aprile 2017 | 23:02)

Era stato postato alcuni post sopra.
 
@I-DILA

Complimenti per l'ottima analisi, che però condivido solo in parte.
Un elemento fondamentale secondo me la percezione molto diversa di AZ che c'è oggi rispetto al 2008.
Anche ai tempi di Silvietto la nostra era considerata un carrozzone, ma aveva un peso ben maggiore di oggi: come share, come network LR, come numero di dipendenti alias voti, come importanza percepita dalla gente comune. Per quest'ultima non è stato difficile credere che una volta privatizzata (e si supponeva efficientata) attraverso i capitani coraggiosi, ci potesse essere un futuro per la compagnia. E in tutta onestà guardando la cosa con gli occhi di allora, la cosa poteva avere un senso. Non era necessario essere talebani o rincoglioniti per concedere ad AZ questa chance.

Oggi la situazione è molto diversa. Non solo è fallito l'esperimento di CAI, ma anche quello successivo di SAI. I viaggiatori utilizzano sempre meno AZ, mentre il cittadino medio continua a sentire i morsi della crisi che nel 2008 dalle nostre parti era agli albori. E sicuramente è meno incline di allora a buttare nel cesso soldi pubblici. Non vede di buon occhio nemmeno gli esborsi delle banche che oggi appaiono giganti dai piedi d'argilla, quando 9 anni sembravano colossi solidi come rocce.
Nel frattempo AZ ha abbandonato quasi tutto il traffico non afferente FCO con l'eccezione di LIN e in misura minima MXP. Liberando praterie per le efficienti LC. Che su quasi tutti gli altri scali, hanno totalmente sostituito l'ex compagnia di bandiera, della quale nessuno sente la mancanza se non per nostalgia. Di fronte ad una così forte percezione di inutilità per la maggior parte degli italiani e di fronte al risultato del referendum, difficilmente i cittadini dimenticherebbero un salvataggio-beffa prima delle elezioni. A maggior ragione se dovesse venir erogato un mega prestito ponte per scavallare in tranquillità il periodo elettorale.
Va detto che con ogni probabilità all'interno del bilancio dello stato ci sono sprechi e nefandezze tali da ridimensionare parecchio il peso di qualche centinaio di milioni da destinare ad AZ. Ma quest'ultima sta diventando a torto o a ragione un simbolo. Un'entità sempre più inutile popolata di privilegiati che nemmeno di fronte al rischio di un fallimento hanno accettato di ridursi i propri privilegi. Fidando ancora una volta sull'intervento dello stato.

Come ha scritto prima TW, oggi non è improbabile che salvare AZ faccia perdere voti piuttosto che farli guadagnare, ma i nostri impavidi rappresentanti vivono nel terrore di restare nella storia come quelli che fecero fallire AZ. E cercano disperatamente di passare il cerino a qualcun altro tra qualche mese. Al loro posto ci andrei piano, perchè stavolta potrebbe arrivare il conto anche a lor signori.
 
Eppure qualcuno parla di una roba del genere.
Dalla pagina FB di Roberta Lombardi (MoV): "Da valutare attentamente poi è la possibile sinergia dell’Alitalia con le altre grandi partecipate italiane: Finmeccanica, Trenitalia ed Eni."
Mi astengo da commenti per decenza.

P.S. Scusa Belumosi, sono arrivato in ritardo

Questi non riescono a gestire neanche l'Atac e ora pretendono di dare lezioni su come salvare l'Alitalia? Un mix di ignoranza, cinismo e opportunismo.
 
E per quale motivo dovrebbero assumerli?

perche' gli aerei volano con i piloti e gli assistenti volo,non con le ideologie da forum di farfallina
e ai signori di cae/parc aviation,che in queste ore hanno gia' organizzato l'ennesimo recruitment road show a roma e milano,interessa poco se voti SI,NO,FORSE,MAGARI
interessano solo le abilitazioni
chissa' invece come e dove si ricollocheranno i fantamanager che hanno bruciato milioni di euro in tutti questi anni
ad maiora
 
Ultima modifica:
Questi non riescono a gestire neanche l'Atac e ora pretendono di dare lezioni su come salvare l'Alitalia? Un mix di ignoranza, cinismo e opportunismo.

La cosa che mi fa incazzare è che sti buffoni pentastellati, che si presentano come la nuova politica, un soffio di legalità e coerenza, hanno fatto il diavolo a quattro per la vicenda MPS giusto per fare contro a Renzi e company (ben lungi da me difenderlo). Ora invece se lo stato ci mette soldi in AZ va bene. Evidentemente quelli di MPS non sono lavoratori italiani da salvaguardare, altrimenti non si spiega. Senza contare oltretutto che lo stesso movimento anni addietro si era espresso sulla vicenda AZ in modo un tantino diverso, forse perché ai tempi non se lo cagava nessuno?


Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk
 
@ I-DILA

Diciamocelo francamente, la vendita a zero debiti proposta da Prodi e poi cancellata dalla buffonata dei patrioti è rimasta una sorta di racconto mitologico della fatina buona solo perchè è rimasta sulla carta e non si è mai realizzata. Il piano AF aveva buchi grossi quanto le strade di Roma, e oggi viene ricordato come una manna dal cielo non caduta, solo in funzione della narrativa anti-questo o anti-quell'altro.
E' inutile pensare che ci fosse la soluzione facile e a portata di mano, e che non è stata colta per colpa dei soliti poteri forti. AZ era ed è un problema a sé, e tale resterà senza alcuna ipotesi di pozione miracolosa.

Concordo pienamente con belumosi, poi, nel ritenere che l'AZ di oggi - come peso e rilevanza - non è comparabile con quella di ieri. E come dice giustamente TW, quella di oggi è talmente malmessa e odiata dall'opinione pubblica che se ti azzardi a fare il populista ti fa perdere le elezioni prima ancora di esserti candidato.
 
Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.