Il viaggio inizia a San Carlos de Bariloche (BRC), città della Patagonia argentina nella provincia del Rio Negro, a ridosso della Cordigliera delle Ande e affacciata sul lago Nahuel Huapi.
Pochi sanno che a Bariloche ha sede il centro di gestione di un importante programma satellitare, nell’ambito del quale è stata sviluppata una collaborazione speciale con l’Italia.
La città è invece conosciuta dai più per le sue montagne, per il lago, il suo stile architettonico inconfondibilmente tedesco e per essere stata il rifugio di mezzo III Reich dopo la seconda guerra mondiale.
Il ritorno a Buenos Aires ce lo organizzano gli “ospiti”, ed ecco quindi che alle 10:55 del mattino mi accingo a tornare nella capitale federale su un loro volo, operato dalla LADE (Lineas Aereas del Estado).
La compagnia, una delle più antiche dell’Argentina, è di proprietà della Fuerza Aerea Argentina, di cui impiega tre tipologie di aeromobili: Fokker F-28, Saab 340 e DHC-6 Twin Otter.
La LADE è stata creata allo scopo di assicurare la mobilità nelle regioni della Patagonia argentina, ed opera secondo un calendario stagionale servendo una decina di aeroporti con voli multi-scalo.
Quando ho saputo che avrei viaggiato con il loro Fokker F-28-1000 ne sono stato contento, essendo un aereo della mia infanzia di cui credo ne volino ormai pochissimi esemplari.
Quando l’ho visto arrivare all’aeroporto l’entusiasmo è un po’ scemato, lasciando spazio ad una leggera fifa.
Evvabbè, ormai è fatta. Il primo dubbio sorge già dal monitor. Ma non andavamo a Buenos Aires?
Arriva il nostro “giovanotto”, TC-52, matricola 11074, primo volo con Fokker il 19 settembre 1973. Mannaggia a me che vado anche a cercare l’età di st’affare su internet.
La fauna di BRC è scarsa, anche se la mattina si concentrano la gran parte dei voli per altre destinazioni regionali e per Buenos Aires. Questo B-737/800 di AA mi sembra andasse a Mendoza.
Saliamo sul bus, praticamente coetaneo dell’aereo, e andiamo verso il nostro Fokker.
Mamma mia, l’età da vicino si vede tutta. Ma chi me l’ha fatto fare!
L’aereo appartiene al II squadrone della Prima Brigata Aerea, ed è dotato (come tutti i F-28 argentini, credo) di portellone laterale da carico. Particolare come sempre la forma dei finestrini.
L’aereo è proprio piccolino, ma sembra tenuto molto bene.
I Rolls Royce Spey sembrano veramente due sigarilli in confronto agli attuali propulsori.
Vengono caricate prima le assistenze, mentre i reattori producono anche al minimo un rumore assordante.
Ruotino anteriore
Queste credo siano le antenne dell’apparato radio, in una versione preistorica delle attuali.
Ci prepariamo a salire anche noi.
Non c’è assegnazione del posto, e a bordo ci sono già altri passeggeri provenienti dallo scalo precedente, a Neuquén. Il volo è pieno a tappo.
Beata gioventù a bordo. A bordo non sono presenti le cappelliere, introdotte solo alla fine degli anni ’70.
L’equipaggio è composto dai due piloti (un Capitano e un Colonnello), un altro non meglio specificato in cockpit e 4 assistenti di volo, che indossano una divisa blu scuro coni gradi al polso.
Uscita di emergenza
Evvabbuò, facciamo coraggio e mettiamoci a sedere all’11F, vista ala e a 3 cm dal rumorosissimo motore.
Il vetro è molto graffiato e noto che ogni oblò è marchiato con il nome degli aerei. Da bambino ricordo che anche il DC-9 e il B-727 avevano il nome stampato sul bordo della tendina.
Condizionatore vintage.
Le poltrone, fotografate prima che arrivassero tutti.
Ancora le poltrone
I loghi della FAA e della Prima Brigata Aerea
FAA
I°BA
Il portellone di carico, visto dall’interno.
Particolare della cappelliera, aperta e non molto spaziosa.
Ormai siamo a bordo. Si parte. Rullaggio sulla pista di Bariloche.
Decollo.
Bariloche e il Lago Nahuel Huapi dall'alto.
*** FINE PRIMA PARTE ***
Leggi sulla rivista Aviazione Civile la storia della LADE e i suoi futuri sviluppi.
Pochi sanno che a Bariloche ha sede il centro di gestione di un importante programma satellitare, nell’ambito del quale è stata sviluppata una collaborazione speciale con l’Italia.
La città è invece conosciuta dai più per le sue montagne, per il lago, il suo stile architettonico inconfondibilmente tedesco e per essere stata il rifugio di mezzo III Reich dopo la seconda guerra mondiale.
Il ritorno a Buenos Aires ce lo organizzano gli “ospiti”, ed ecco quindi che alle 10:55 del mattino mi accingo a tornare nella capitale federale su un loro volo, operato dalla LADE (Lineas Aereas del Estado).
La compagnia, una delle più antiche dell’Argentina, è di proprietà della Fuerza Aerea Argentina, di cui impiega tre tipologie di aeromobili: Fokker F-28, Saab 340 e DHC-6 Twin Otter.
La LADE è stata creata allo scopo di assicurare la mobilità nelle regioni della Patagonia argentina, ed opera secondo un calendario stagionale servendo una decina di aeroporti con voli multi-scalo.
Quando ho saputo che avrei viaggiato con il loro Fokker F-28-1000 ne sono stato contento, essendo un aereo della mia infanzia di cui credo ne volino ormai pochissimi esemplari.
Quando l’ho visto arrivare all’aeroporto l’entusiasmo è un po’ scemato, lasciando spazio ad una leggera fifa.
Evvabbè, ormai è fatta. Il primo dubbio sorge già dal monitor. Ma non andavamo a Buenos Aires?

Arriva il nostro “giovanotto”, TC-52, matricola 11074, primo volo con Fokker il 19 settembre 1973. Mannaggia a me che vado anche a cercare l’età di st’affare su internet.

La fauna di BRC è scarsa, anche se la mattina si concentrano la gran parte dei voli per altre destinazioni regionali e per Buenos Aires. Questo B-737/800 di AA mi sembra andasse a Mendoza.

Saliamo sul bus, praticamente coetaneo dell’aereo, e andiamo verso il nostro Fokker.

Mamma mia, l’età da vicino si vede tutta. Ma chi me l’ha fatto fare!

L’aereo appartiene al II squadrone della Prima Brigata Aerea, ed è dotato (come tutti i F-28 argentini, credo) di portellone laterale da carico. Particolare come sempre la forma dei finestrini.

L’aereo è proprio piccolino, ma sembra tenuto molto bene.

I Rolls Royce Spey sembrano veramente due sigarilli in confronto agli attuali propulsori.

Vengono caricate prima le assistenze, mentre i reattori producono anche al minimo un rumore assordante.

Ruotino anteriore

Queste credo siano le antenne dell’apparato radio, in una versione preistorica delle attuali.

Ci prepariamo a salire anche noi.

Non c’è assegnazione del posto, e a bordo ci sono già altri passeggeri provenienti dallo scalo precedente, a Neuquén. Il volo è pieno a tappo.

Beata gioventù a bordo. A bordo non sono presenti le cappelliere, introdotte solo alla fine degli anni ’70.

L’equipaggio è composto dai due piloti (un Capitano e un Colonnello), un altro non meglio specificato in cockpit e 4 assistenti di volo, che indossano una divisa blu scuro coni gradi al polso.

Uscita di emergenza

Evvabbuò, facciamo coraggio e mettiamoci a sedere all’11F, vista ala e a 3 cm dal rumorosissimo motore.

Il vetro è molto graffiato e noto che ogni oblò è marchiato con il nome degli aerei. Da bambino ricordo che anche il DC-9 e il B-727 avevano il nome stampato sul bordo della tendina.

Condizionatore vintage.

Le poltrone, fotografate prima che arrivassero tutti.

Ancora le poltrone

I loghi della FAA e della Prima Brigata Aerea

FAA

I°BA

Il portellone di carico, visto dall’interno.

Particolare della cappelliera, aperta e non molto spaziosa.

Ormai siamo a bordo. Si parte. Rullaggio sulla pista di Bariloche.
Decollo.
Bariloche e il Lago Nahuel Huapi dall'alto.
*** FINE PRIMA PARTE ***
Leggi sulla rivista Aviazione Civile la storia della LADE e i suoi futuri sviluppi.
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