Meridianafly - Qatar Airways: trovato l'accordo

  • Autore Discussione Autore Discussione Blos
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La cosa paradossale è che sono in malattia i Piloti che hanno 0 ( zero) esuberi , quindi devo credere che le malattie siano solo per la decurtazione dello stipendio, mi pare di aver capito che sarebbe il 25% in meno su,le voci fisse ma che che verrebbe compensato da un aumento della produttività , o che le malattie siano solo per " simpatia " con le altre categorie .
Da un' altra parte però immagino che sia difficile andare a lavorare e fare finta di niente con una lettera di licenziamento in tasca , della serie : questo è il preavviso, a settembre lasci l'Azienda ma adesso lavora e fai finta di niente....non lo so......
 
La mia è probabilmente un’opinione azzardata e forse anche qui e là infondata, sicuramente rozza nell’analisi che dovrebbe portarmi alla sua formulazione, ma mi sono fatto l’idea che la difesa dei posti di lavoro c’entri oramai veramente poco nell’azione dei sindacati. Corollario conseguente è che, se fallisce l’azienda, pazienza...
Cerco di proporre una chiave di lettura di una vicenda, quella di Meridiana, altrimenti difficilmente comprensibile, per poter dare una risposta alla legittima domanda “Ma perché i sindacati si ostinano a mantenere certe posizioni se l’alternativa è il fallimento?”.
Quella che secondo me è la vera posta in gioco – non solo in questa vertenza – è il ruolo stesso del sindacato. Più precisamente il mantenimento delle sue posizioni di potere.
Basti vedere quante vertenze sono state aperte non sui contenuti specifici, ma perché modifiche all’organizzazione introdotte non erano state concordate con i sindacati stessi. Le cronache sono piene di esempi di questo tipo.
Ma forse c’è di più; il potere sindacale si è trasformato nel tempo: da mero potere di interdizione (il suo ruolo forse naturale) si è via via evoluto, prima nella contrattazione, fino a degenerare nella costruzione di un vero e proprio sistema di potere economico e politico.
Quello che è uscito recentemente sui giornali sulla gestione della mensa dell’ATAC a Roma è un esempio valido.
Certo, non tutti i sindacati possono aspirare a costruire o a far parte di sistemi di potere così articolati, lo possono fare i più grandi, meno un piccolo sindacato di base. Ma la matrice non è diversa: troppe volte i sindacati lottano per il mantenimento di una fetta di potere.
E quanto più i sistemi sono rigidi, tanto più facilmente si creano spazi per esercitare forme di potere.
Sarebbe auspicabile, invece, che si passasse da una strategia di difesa del posto del lavoro ad una che avesse come obiettivo la difesa del lavoro, approcci molto diversi fra loro, perché solo il secondo presuppone flessibilità nel mercato. Ma a questo punto sappiamo perché i sindacati non seguono questa strada.
La difesa dei posti di lavoro, l’obiettivo, chiamiamolo così, “apparente”, è però solo strumentale alla difesa di altro. E in questo senso mi sento di dire che i sindacati “usano” i lavoratori per altri scopi.
Non riuscirei altrimenti a spiegarmi molte posizioni anacronistiche, in difesa di strutture rese obsolete dalla storia, ma anche dalla geografia (le nazioni industriali non sono più, da anni, quelle occidentali, e i rapporti di lavoro sono irrimediabilmente e profondamente cambiati).
Ci tengo a dire che non soffro di pregiudizi antisindacali (benché in generale non li stimi). Questo perché 1) ho rispetto per la storia e per il ruolo che i sindacati hanno svolto in passato in molte circostanze, e perché 2) ancora oggi alcuni sindacalisti restano in prima linea a difendere i più deboli, per esempio contro i “caporali”, e questo resta un merito.
Ma in un mondo dove l’innovazione e il cambiamento sono la benzina dello sviluppo, o si trova un altro ruolo, oppure si finisce con l’essere marginali.



L'altra cosa strana è che la gran parte dei sindacati gli accordi li hanno firmati. Mi chiedo che mandato avevano? Chi rappresentavano? Che valore hanno degli accordi firmati con delle sigle che non rappresentano la forza lavoro?
 
L'altra cosa strana è che la gran parte dei sindacati gli accordi li hanno firmati. Mi chiedo che mandato avevano? Chi rappresentavano? Che valore hanno degli accordi firmati con delle sigle che non rappresentano la forza lavoro?

perchè le altre sigle non rappresentano la forza lavoro?
 
L'altra cosa strana è che la gran parte dei sindacati gli accordi li hanno firmati. Mi chiedo che mandato avevano? Chi rappresentavano? Che valore hanno degli accordi firmati con delle sigle che non rappresentano la forza lavoro?

A me viene da pensare che ogni sindacato gioca la sua partita al livello che gli compete.
Una grande organizzazione verosimilmente si impegna su obiettivi di scala nazionale, per esempio opponendosi a riforme strutturali (oggi il Jobs Act, ieri il taglio della scala mobile, per chi lo ricorda), ma a livello di vertenza aziendale non è detto che intravveda un rapporto favorevole fra (propri) benefici attesi e costi.
Diversamente, per una sigla attiva al solo livello aziendale, quello probabilmente è l’unico campo di gioco.
Comunque, è un discorso abbastanza teorico, ma potrebbe spiegare comportamenti differenti.
O magari hanno anche solo avuto una botta di saggezza: CISL e UIL non si opposero, all’epoca, al taglio della scala mobile.
 
La mia è probabilmente un’opinione azzardata e forse anche qui e là infondata, sicuramente rozza nell’analisi che dovrebbe portarmi alla sua formulazione, ma mi sono fatto l’idea che la difesa dei posti di lavoro c’entri oramai veramente poco nell’azione dei sindacati. Corollario conseguente è che, se fallisce l’azienda, pazienza...
Cerco di proporre una chiave di lettura di una vicenda, quella di Meridiana, altrimenti difficilmente comprensibile, per poter dare una risposta alla legittima domanda “Ma perché i sindacati si ostinano a mantenere certe posizioni se l’alternativa è il fallimento?”.
Quella che secondo me è la vera posta in gioco – non solo in questa vertenza – è il ruolo stesso del sindacato. Più precisamente il mantenimento delle sue posizioni di potere.
Basti vedere quante vertenze sono state aperte non sui contenuti specifici, ma perché modifiche all’organizzazione introdotte non erano state concordate con i sindacati stessi. Le cronache sono piene di esempi di questo tipo.
Ma forse c’è di più; il potere sindacale si è trasformato nel tempo: da mero potere di interdizione (il suo ruolo forse naturale) si è via via evoluto, prima nella contrattazione, fino a degenerare nella costruzione di un vero e proprio sistema di potere economico e politico.
Quello che è uscito recentemente sui giornali sulla gestione della mensa dell’ATAC a Roma è un esempio valido.
Certo, non tutti i sindacati possono aspirare a costruire o a far parte di sistemi di potere così articolati, lo possono fare i più grandi, meno un piccolo sindacato di base. Ma la matrice non è diversa: troppe volte i sindacati lottano per il mantenimento di una fetta di potere.
E quanto più i sistemi sono rigidi, tanto più facilmente si creano spazi per esercitare forme di potere.
Sarebbe auspicabile, invece, che si passasse da una strategia di difesa del posto del lavoro ad una che avesse come obiettivo la difesa del lavoro, approcci molto diversi fra loro, perché solo il secondo presuppone flessibilità nel mercato. Ma a questo punto sappiamo perché i sindacati non seguono questa strada.
La difesa dei posti di lavoro, l’obiettivo, chiamiamolo così, “apparente”, è però solo strumentale alla difesa di altro. E in questo senso mi sento di dire che i sindacati “usano” i lavoratori per altri scopi.
Non riuscirei altrimenti a spiegarmi molte posizioni anacronistiche, in difesa di strutture rese obsolete dalla storia, ma anche dalla geografia (le nazioni industriali non sono più, da anni, quelle occidentali, e i rapporti di lavoro sono irrimediabilmente e profondamente cambiati).
Ci tengo a dire che non soffro di pregiudizi antisindacali (benché in generale non li stimi). Questo perché 1) ho rispetto per la storia e per il ruolo che i sindacati hanno svolto in passato in molte circostanze, e perché 2) ancora oggi alcuni sindacalisti restano in prima linea a difendere i più deboli, per esempio contro i “caporali”, e questo resta un merito.
Ma in un mondo dove l’innovazione e il cambiamento sono la benzina dello sviluppo, o si trova un altro ruolo, oppure si finisce con l’essere marginali.

Standing ovation.

Aggiungo: la famosa foto dei sindacalisti guardando la partita dell'Italia è emblematica ed esplica plasticamente ciò da detto, a mio parere.

È criticabile non per l'azione in se, quanto piuttosto perché denota un approccio "funzionariale" del loro lavoro, ovvero sia "vado alla riunione", "vesto il ruolo del difensore del popolo" e poi "tolgo la maschera e mi rilasso tanto io il posto ce l'ho anche domani".
Ciò che intendo dire è che purtroppo la sensazione è che la loro azione sia una farsa, un'opera teatrale italiana dove tutto è propedeutico alla prosecuzione dello spettacolo nel tempo..
 
La cosa paradossale è che sono in malattia i Piloti che hanno 0 ( zero) esuberi , quindi devo credere che le malattie siano solo per la decurtazione dello stipendio, mi pare di aver capito che sarebbe il 25% in meno su,le voci fisse ma che che verrebbe compensato da un aumento della produttività , o che le malattie siano solo per " simpatia " con le altre categorie .
Da un' altra parte però immagino che sia difficile andare a lavorare e fare finta di niente con una lettera di licenziamento in tasca , della serie : questo è il preavviso, a settembre lasci l'Azienda ma adesso lavora e fai finta di niente....non lo so......

E tutti gli Stagionali, che vivono con questa consapevolezza, come fanno ad andare a lavorare?
 
perchè le altre sigle non rappresentano la forza lavoro?

Sembrerebbe di no, se no andrebbero a lavorare.
A parte la battuta, ripeto non voglio entrare nel merito degli accordi, ma evidentemente chi ha firmato o non aveva abbastanza iscritti o gli scritti non si sono sentiti rappresentati.
Credo che lo stesso problema lo avrà presto anche AZ.
 
Sembrerebbe di no, se no andrebbero a lavorare.
A parte la battuta, ripeto non voglio entrare nel merito degli accordi, ma evidentemente chi ha firmato o non aveva abbastanza iscritti o gli scritti non si sono sentiti rappresentati.
Credo che lo stesso problema lo avrà presto anche AZ.

Non ne sono sicuro, ma mi è sembrato di capire che i finti malati siano tutti in capo a IG e non a I9.
 
E tutti gli Stagionali, che vivono con questa consapevolezza, come fanno ad andare a lavorare?

E chiunque lavori in una azienda privata che oggi e c'è e tra sei mesi potrebbe non esserci più a causa di crisi, tendenze, eventi....? Mah....come farà mai il 90% dei lavoratori a dormire la notte ed alzarsi la mattina?!
Certa gente bigotta non ha capito che nel mondo attuale, il sindacato può fare il casino che vuole, ma ormai crea solo danni, cercando di non far cambiare le cose, ma il mondo cambia, pure spesso e rapidamente
 
E tutti gli Stagionali, che vivono con questa consapevolezza, come fanno ad andare a lavorare?

Tutti quelli che sono stati licenziati sono ex stagionali che hanno fatto stagioni anche per 10 anni di fila per vedere i contratti indeterminati e trovarsi nuovamente licenziati., quindi queste battute sono assolutamente fuori luogo.

La mia considerazione non era però su questo, che non discuto, ma sul fatto che se vieni licenziato sarebbe più logico lasciare il posto di lavoro in maniera contestuale ( dietro pagamento del mancato preavviso ) .
 
Tutti quelli che sono stati licenziati sono ex stagionali che hanno fatto stagioni anche per 10 anni di fila per vedere i contratti indeterminati e trovarsi nuovamente licenziati., quindi queste battute sono assolutamente fuori luogo.

La mia considerazione non era però su questo, che non discuto, ma sul fatto che se vieni licenziato sarebbe più logico lasciare il posto di lavoro in maniera contestuale ( dietro pagamento del mancato preavviso ) .

Francamente, parlando di Stagionali, non mi riferivo a quelli Meridiana ma alla moltitudine di persone che, in Italia, lavora appunto su base stagionale o di contratti a tempo: non hanno certezza di futuro, ma lavorano ugualmente con serietà perchè sono pagati per farlo.

Ora, sino a quando i Lavoratori Meridiana saranno pagati, non sarebbe meglio se lavorassero seriamente e senza boicottare la compagnia?
 
Quella che secondo me è la vera posta in gioco – non solo in questa vertenza – è il ruolo stesso del sindacato. Più precisamente il mantenimento delle sue posizioni di potere.

Secondo me hai centrato in pieno, a questo proposito suggerisco di leggere il libro "L'altra casta" di Stefano Livadotti, una inchiesta sul mondo sindacale che ha svelato privilegi e misfatti incredibili... Chissà perchè Report che indaga sempre su tutto non ha mai fatto un puntata sui maggiori sindacati italiani, ne verrebbero fuori delle belle...
 
Per restare sul pratico, l'accordo è stato firmato da tutte le parti?

altrimenti si parla sul nulla

I-SMEL
 
La mia è probabilmente un’opinione azzardata e forse anche qui e là infondata, sicuramente rozza nell’analisi che dovrebbe portarmi alla sua formulazione, ma mi sono fatto l’idea che la difesa dei posti di lavoro c’entri oramai veramente poco nell’azione dei sindacati. Corollario conseguente è che, se fallisce l’azienda, pazienza...
Cerco di proporre una chiave di lettura di una vicenda, quella di Meridiana, altrimenti difficilmente comprensibile, per poter dare una risposta alla legittima domanda “Ma perché i sindacati si ostinano a mantenere certe posizioni se l’alternativa è il fallimento?”.
Quella che secondo me è la vera posta in gioco – non solo in questa vertenza – è il ruolo stesso del sindacato. Più precisamente il mantenimento delle sue posizioni di potere.
Basti vedere quante vertenze sono state aperte non sui contenuti specifici, ma perché modifiche all’organizzazione introdotte non erano state concordate con i sindacati stessi. Le cronache sono piene di esempi di questo tipo.
Ma forse c’è di più; il potere sindacale si è trasformato nel tempo: da mero potere di interdizione (il suo ruolo forse naturale) si è via via evoluto, prima nella contrattazione, fino a degenerare nella costruzione di un vero e proprio sistema di potere economico e politico.
Quello che è uscito recentemente sui giornali sulla gestione della mensa dell’ATAC a Roma è un esempio valido.
Certo, non tutti i sindacati possono aspirare a costruire o a far parte di sistemi di potere così articolati, lo possono fare i più grandi, meno un piccolo sindacato di base. Ma la matrice non è diversa: troppe volte i sindacati lottano per il mantenimento di una fetta di potere.
E quanto più i sistemi sono rigidi, tanto più facilmente si creano spazi per esercitare forme di potere.
Sarebbe auspicabile, invece, che si passasse da una strategia di difesa del posto del lavoro ad una che avesse come obiettivo la difesa del lavoro, approcci molto diversi fra loro, perché solo il secondo presuppone flessibilità nel mercato. Ma a questo punto sappiamo perché i sindacati non seguono questa strada.
La difesa dei posti di lavoro, l’obiettivo, chiamiamolo così, “apparente”, è però solo strumentale alla difesa di altro. E in questo senso mi sento di dire che i sindacati “usano” i lavoratori per altri scopi.
Non riuscirei altrimenti a spiegarmi molte posizioni anacronistiche, in difesa di strutture rese obsolete dalla storia, ma anche dalla geografia (le nazioni industriali non sono più, da anni, quelle occidentali, e i rapporti di lavoro sono irrimediabilmente e profondamente cambiati).
Ci tengo a dire che non soffro di pregiudizi antisindacali (benché in generale non li stimi). Questo perché 1) ho rispetto per la storia e per il ruolo che i sindacati hanno svolto in passato in molte circostanze, e perché 2) ancora oggi alcuni sindacalisti restano in prima linea a difendere i più deboli, per esempio contro i “caporali”, e questo resta un merito.
Ma in un mondo dove l’innovazione e il cambiamento sono la benzina dello sviluppo, o si trova un altro ruolo, oppure si finisce con l’essere marginali.
Quoto in pieno, il problema è che hanno capito che con l'avvento degli emiri cambierà tutto nelle relazioni sindacali. O faranno un salto di qualità come giustamente sottolinei o saranno sempre più insignificanti ed ai margini.
 
Meridiana, in malattia il 70% dei piloti: scatta l’esposto in Procura

Il sindaco Nizzi: siamo vicini all’azienda, Delrio ha fatto un lavoro importante

OLBIA. Il 70% dei piloti e il 50% degli assistenti di volo di Meridiana in malattia. Il dato arriva dall’azienda, che lo sta mettendo nero su bianco in un esposto che i suoi legali presenteranno alla Procura di Tempio.

Lo sciopero del personale è stato indetto per martedì prossimo, 5 luglio, ma in questi giorni continuano le numerose assenze

L’assenza di massa di ieri - sempre legata al malessere dei dipendenti dopo i 300 licenziamenti fatti dalla compagnia aerea di Olbia (267 assistenti di volo, di cui 170 in Sardegna, e nessun pilota) - ha prodotto l’ennesima giornata nera dei cieli: trenta i voli cancellati, la maggior parte dei quali a Olbia. Meridiana ha usato altri aerei per non lasciare a terra le migliaia di passeggeri che stanno arrivando, o stanno lasciando, la Gallura. In particolare sono stati messi in servizio tre Boeing 767, da 300 posti, solitamente usati per i viaggi intercontinentali, e due Md 80 con al comando i piloti olbiesi.

Lo sciopero.
Alle assenze dal lavoro, cominciate il 27 giugno dopo la firma dell’accordo fra Governo e sindacati (Cgil, Cils, Uil, Ugl) che ha salvato Meridiana dal fallimento, come pubblicamente detto anche dal ministro dei Trasporti Graziano Delrio, si aggiunge anche la proclamazione di uno sciopero di 4 ore per martedì 5 luglio, indetto da chi l’accordo non l’ha firmato: Usb, Apm e Cobas.

Per Olbia è dunque uno stato d’emergenza, in piena stagione turistica. Un allarme che ha fatto prendere una posizione netta al sindaco Settimo Nizzi. «Come città, come amministrazione di Olbia siamo vicini all’azienda e non possiamo più stare a guardare quello che sta succedendo – dice Nizzi –. Vorrei far parlare i fatti: Meridiana è davanti a una strada senza uscita. L’accordo con Qatar Airways è l’unica possibilità per salvare la compagnia aerea e i suoi oltre mille dipendenti».

Qatar per salvare tutti.
Nizzi dice di comprendere perfettamente l’angoscia dei dipendenti licenziati. «Sono ben consapevole del dramma personale, familiare e sociale che vivono i 300 licenziati – spiega il sindaco di Olbia –. Ma sono altrettanto consapevole che senza l’accordo firmato da Governo e sindacati e senza l’ingresso di Qatar Airways, quel dramma si estenderà appunto ad altre migliaia di lavoratori che oggi sono salvi. Questo è un dato di fatto chiarissimo: l’Aga Khan, al quale dobbiamo tantissimo, non sosterrà più, da solo, Meridiana. Con Qatar Airways ci saranno invece possibilità di crescita della compagnia, che nei prossimi 3 anni potrà così riassorbire i 300 dipendenti ora licenziati e coperti dall’indennità pubblica. E proprio a questi ultimi mi rivolgo: perché possiate tornare al lavoro questa è la vostra vera possibilità, l’accordo Qatar-Meridiana».

Elogio da destra al governo.
Che il momento sia estremamente eccezionale lo dimostrano le parole che Nizzi, uomo di Forza Italia, pronuncia sul Governo e la Regione, guidati dal centrosinistra. «Il Governo ha fatto un lavoro importantissimo, in particolare il ministro Delrio. Hanno trovato Qatar Airways, hanno dato a Meridiana la possibilità di avere un futuro. E così anche la Regione. E i sindacati nazionali, Cgil, Cisl, Uil, Ugl, che hanno fatto quello che deve fare un sindacato: trattare e firmare accordi che salvino le aziende e i lavoratori».

L’appello ai dipendenti.
E sul momento nero di Olbia, con voli cancellati a raffica, il sindaco lancia un appello: «Capisco il malessere dei dipendenti, ma assentarsi al lavoro non è la risposta giusta. Fa male a loro, ai passeggeri, all’economia di tutta la Sardegna e non porta a niente. Credo che il senso di responsabilità prevarrà e che i dipendenti di Meridiana torneranno presto al lavoro».

http://lanuovasardegna.gelocal.it/r...piloti-scatta-l-esposto-in-procura-1.13762420
 
Da un' altra parte però immagino che sia difficile andare a lavorare e fare finta di niente con una lettera di licenziamento in tasca , della serie : questo è il preavviso, a settembre lasci l'Azienda ma adesso lavora e fai finta di niente....non lo so......

Immagino che i licenziamenti scattino a settembre perchè l'azienda deve dare da contratto 3 mesi di preavviso prima della messa in mobilità. Tuttavia in Meridiana dovevano prevedere che in questo periodo si sarebbero potuti avere scioperi e proteste, inoltre sono proprio i 3 mesi estivi dove Meridiana incassa la gran parte del fatturato che fa in un anno.

Se non sbaglio il contratto prevede che in caso di ristrutturazione aziendale (esuberi strutturali) l'azienda in alternativa al preavviso può pagare in anticipo questi 3 mesi alle persone coinvolte e farle uscire immediatamente. Considerando quanto stanno costando a Meridiana le riprotezioni e i noleggi in alta stazione estiva oltre al danno di immagine coi pax, forse era la soluzione migliore.
 
La mia è probabilmente un’opinione azzardata e forse anche qui e là infondata, sicuramente rozza nell’analisi che dovrebbe portarmi alla sua formulazione, ma mi sono fatto l’idea che la difesa dei posti di lavoro c’entri oramai veramente poco nell’azione dei sindacati. Corollario conseguente è che, se fallisce l’azienda, pazienza...
Cerco di proporre una chiave di lettura di una vicenda, quella di Meridiana, altrimenti difficilmente comprensibile, per poter dare una risposta alla legittima domanda “Ma perché i sindacati si ostinano a mantenere certe posizioni se l’alternativa è il fallimento?”.
Quella che secondo me è la vera posta in gioco – non solo in questa vertenza – è il ruolo stesso del sindacato. Più precisamente il mantenimento delle sue posizioni di potere.
Basti vedere quante vertenze sono state aperte non sui contenuti specifici, ma perché modifiche all’organizzazione introdotte non erano state concordate con i sindacati stessi. Le cronache sono piene di esempi di questo tipo.
Ma forse c’è di più; il potere sindacale si è trasformato nel tempo: da mero potere di interdizione (il suo ruolo forse naturale) si è via via evoluto, prima nella contrattazione, fino a degenerare nella costruzione di un vero e proprio sistema di potere economico e politico.
Quello che è uscito recentemente sui giornali sulla gestione della mensa dell’ATAC a Roma è un esempio valido.
Certo, non tutti i sindacati possono aspirare a costruire o a far parte di sistemi di potere così articolati, lo possono fare i più grandi, meno un piccolo sindacato di base. Ma la matrice non è diversa: troppe volte i sindacati lottano per il mantenimento di una fetta di potere.
E quanto più i sistemi sono rigidi, tanto più facilmente si creano spazi per esercitare forme di potere.
Sarebbe auspicabile, invece, che si passasse da una strategia di difesa del posto del lavoro ad una che avesse come obiettivo la difesa del lavoro, approcci molto diversi fra loro, perché solo il secondo presuppone flessibilità nel mercato. Ma a questo punto sappiamo perché i sindacati non seguono questa strada.
La difesa dei posti di lavoro, l’obiettivo, chiamiamolo così, “apparente”, è però solo strumentale alla difesa di altro. E in questo senso mi sento di dire che i sindacati “usano” i lavoratori per altri scopi.
Non riuscirei altrimenti a spiegarmi molte posizioni anacronistiche, in difesa di strutture rese obsolete dalla storia, ma anche dalla geografia (le nazioni industriali non sono più, da anni, quelle occidentali, e i rapporti di lavoro sono irrimediabilmente e profondamente cambiati).
Ci tengo a dire che non soffro di pregiudizi antisindacali (benché in generale non li stimi). Questo perché 1) ho rispetto per la storia e per il ruolo che i sindacati hanno svolto in passato in molte circostanze, e perché 2) ancora oggi alcuni sindacalisti restano in prima linea a difendere i più deboli, per esempio contro i “caporali”, e questo resta un merito.
Ma in un mondo dove l’innovazione e il cambiamento sono la benzina dello sviluppo, o si trova un altro ruolo, oppure si finisce con l’essere marginali.

...concordo con nicolap: post da incorniciare e tenere in ufficio. Autorizzami ti prego a quotarti la prox volta che con i sindacati dobbiamo discutere le loro diffide perché dei "poveri turnisti" escono tardi e non riescono a fare altro durante la giornata...
 
Meridiana, in malattia il 70% dei piloti: scatta l’esposto in Procura

Il sindaco Nizzi: siamo vicini all’azienda, Delrio ha fatto un lavoro importante

OLBIA. Il 70% dei piloti e il 50% degli assistenti di volo di Meridiana in malattia. Il dato arriva dall’azienda, che lo sta mettendo nero su bianco in un esposto che i suoi legali presenteranno alla Procura di Tempio.

Lo sciopero del personale è stato indetto per martedì prossimo, 5 luglio, ma in questi giorni continuano le numerose assenze

L’assenza di massa di ieri - sempre legata al malessere dei dipendenti dopo i 300 licenziamenti fatti dalla compagnia aerea di Olbia (267 assistenti di volo, di cui 170 in Sardegna, e nessun pilota) - ha prodotto l’ennesima giornata nera dei cieli: trenta i voli cancellati, la maggior parte dei quali a Olbia. Meridiana ha usato altri aerei per non lasciare a terra le migliaia di passeggeri che stanno arrivando, o stanno lasciando, la Gallura. In particolare sono stati messi in servizio tre Boeing 767, da 300 posti, solitamente usati per i viaggi intercontinentali, e due Md 80 con al comando i piloti olbiesi.

Lo sciopero.
Alle assenze dal lavoro, cominciate il 27 giugno dopo la firma dell’accordo fra Governo e sindacati (Cgil, Cils, Uil, Ugl) che ha salvato Meridiana dal fallimento, come pubblicamente detto anche dal ministro dei Trasporti Graziano Delrio, si aggiunge anche la proclamazione di uno sciopero di 4 ore per martedì 5 luglio, indetto da chi l’accordo non l’ha firmato: Usb, Apm e Cobas.

Per Olbia è dunque uno stato d’emergenza, in piena stagione turistica. Un allarme che ha fatto prendere una posizione netta al sindaco Settimo Nizzi. «Come città, come amministrazione di Olbia siamo vicini all’azienda e non possiamo più stare a guardare quello che sta succedendo – dice Nizzi –. Vorrei far parlare i fatti: Meridiana è davanti a una strada senza uscita. L’accordo con Qatar Airways è l’unica possibilità per salvare la compagnia aerea e i suoi oltre mille dipendenti».

Qatar per salvare tutti.
Nizzi dice di comprendere perfettamente l’angoscia dei dipendenti licenziati. «Sono ben consapevole del dramma personale, familiare e sociale che vivono i 300 licenziati – spiega il sindaco di Olbia –. Ma sono altrettanto consapevole che senza l’accordo firmato da Governo e sindacati e senza l’ingresso di Qatar Airways, quel dramma si estenderà appunto ad altre migliaia di lavoratori che oggi sono salvi. Questo è un dato di fatto chiarissimo: l’Aga Khan, al quale dobbiamo tantissimo, non sosterrà più, da solo, Meridiana. Con Qatar Airways ci saranno invece possibilità di crescita della compagnia, che nei prossimi 3 anni potrà così riassorbire i 300 dipendenti ora licenziati e coperti dall’indennità pubblica. E proprio a questi ultimi mi rivolgo: perché possiate tornare al lavoro questa è la vostra vera possibilità, l’accordo Qatar-Meridiana».

Elogio da destra al governo.
Che il momento sia estremamente eccezionale lo dimostrano le parole che Nizzi, uomo di Forza Italia, pronuncia sul Governo e la Regione, guidati dal centrosinistra. «Il Governo ha fatto un lavoro importantissimo, in particolare il ministro Delrio. Hanno trovato Qatar Airways, hanno dato a Meridiana la possibilità di avere un futuro. E così anche la Regione. E i sindacati nazionali, Cgil, Cisl, Uil, Ugl, che hanno fatto quello che deve fare un sindacato: trattare e firmare accordi che salvino le aziende e i lavoratori».

L’appello ai dipendenti.
E sul momento nero di Olbia, con voli cancellati a raffica, il sindaco lancia un appello: «Capisco il malessere dei dipendenti, ma assentarsi al lavoro non è la risposta giusta. Fa male a loro, ai passeggeri, all’economia di tutta la Sardegna e non porta a niente. Credo che il senso di responsabilità prevarrà e che i dipendenti di Meridiana torneranno presto al lavoro».

http://lanuovasardegna.gelocal.it/r...piloti-scatta-l-esposto-in-procura-1.13762420

Certo che se anche la politica TUTTA riconosce il problema ed e' capace di trovare una soluzione senza contrapposizioni a prescindere dal colore politico, allora puo' fare del bene alla comunita'. Chi rema contro ancora oggi si sta' veramente mettendo in cattiva luce. Pessima direi