Ryanair chiude le basi di Pescara e Alghero, e abbandona Crotone


Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
http://www.abruzzoweb.it/contenuti/...--ryanair-resta-senza-aumenti-tasse/590706-4/

RIUNIONE TRA D'ALFONSO E MATTOSCIO, IL 16 CONSIGLIO REGIONALE AD HOC
I VERTICI DELLA COMPAGNIA SI DICONO PRONTI A TORNARE SUI LORO PASSI
ABRUZZO, L'AEROPORTO VALE UN MILIARDO
RYANAIR RESTA SENZA AUMENTI TASSE


PESCARA - "Il contributo al Pil regionale che deriva dall'aeroporto, secondo studi economici, ammonta ad una cifra compresa tra i 750 milioni e il miliardo di euro. Lavoreremo fino all'ultimo per risolvere la situazione, pur sapendo che è una sfida estremamente difficile. Sono in corso da mesi interlocuzioni con imprenditori per costituire un fondo privato".

Così, all'Ansa, il presidente della Saga, società che gestisce l'aeroporto d'Abruzzo, Nicola Mattoscio, sulla chiusura annunciata della base Ryanair, e la riduzione dei collegamenti low cost a due sole destinazioni.

Il vettore irlandese trasporta poco meno di 500mila passeggeri sul totale di circa 600mila utenti che transitano nello scalo di Pescara e l''addio' da parte della compagnia potrebbe mettere a rischio le sorti dell'aeroporto.

Intanto oggi si è svolta una riunione tecnica in Regione, presenti, oltre a Mattoscio, il governatore dell'Abruzzo, Luciano D'Alfonso, e i soggetti interessati. D'Alfonso ha annunciato che a breve chiederà un incontro ai vertici Ryanair, mentre il 16 febbraio seduta straordinaria del Consiglio regionale.

"Sono allo studio varie ipotesi per la riduzione della tassa" dei passeggeri nei prossimi mesi, affermano intanto fonti del Ministero delle infrastrutture e trasporti interpellate sulla vicenda Ryanair (la low cost chiuderà due basi e diverse rotte contro l'aumento della tassa d'imbarco), ricordano comunque che "gli aumenti non potevano essere evitati per impegni assunti da governi precedenti".

Le stesse fonti riferiscono inoltre che "le minacce di interruzione dei servizi non sono utili a trovare una soluzione", senza dimenticare che le compagnie low cost "frequentemente hanno sostegni dagli aeroporti dei territori".

"Se il Governo rivedesse le sue decisioni siamo pronti anche noi a rivedere la nostra posizione", dice dal canto suo John Alborante, responsabile della comunicazione e del marketing di Ryanair.

Riguardo all'"emergenza", Mattoscio sottolinea che "ci era chiaro fin dai primi momenti che ci si trovava di fronte ad un cambiamento di strategie di mercato di Ryanair, che si sta riposizionando sul mercato diversamente, con maggiore attenzione ai grandi aeroporti e volendo anche accedere al traffico intercontinentale. Si è aggiunta la questione delle tasse - sottolinea il presidente della Saga - che Ryanair anche strumentalmente ha agitato, colpendo i contratti in scadenza. Occorre che si inventino modalità alternative di sostegno alla compagnia, diverse dalle sole risorse pubbliche".

Più in generale Mattoscio sottolinea che "se si vogliono vincere le sfide, che sono di sistema, occorre fare squadra, occorre attenzione da parte delle istituzioni regionali, governative ed europee. La questione - afferma il presidente della società che gestisce lo scalo di Pescara - va rivista sotto il profilo normativo, per nuovi diritti di cittadinanza e questione sociale europea. La situazione che si sta creando sarebbe una sconfitta rispetto agli obiettivi dell'Unione Europea".

E conclude: "Stiamo lavorando per stabilizzare il progetto industriale dell'aeroporto d'Abruzzo nel medio e lungo periodo, come rating irrinunciabile per la regione. Dal primo giorno in cui ci siamo insediati il nostro impegno va in questa direzione".

La società aerea ha annunciato che la compagnia low cost è pronta a tornare sui suoi passi qualora il governo decidesse di eliminare l'aumento delle tasse aeroportuali che hanno portato alla rinuncia dal 31 ottobre alle basi operative di Alghero e di Pescara e di eliminare i collegamenti con Crotone.

Concetti ribaditi anche in una lettera alla Sogeaal, società di gestione dello scalo algherese. Le posizioni della compagnia aerea, riportate sui quotidiani sardi, è precisata in una intervista rilasciata alla Nuova Sardegna da Alborante il quale ha ribadito che "l'aumento delle tasse è stato il motivo scatenante", ed ha spiegato che "per le compagnie aeree tradizionali, i cui biglietti costano anche centinaia di euro, è normale far ricadere gli aumenti di tasse sul consumatore, mentre per una compagnia che vende biglietti anche a 4 euro e 99 centesimi e non addebita ai clienti tasse aeroportuali l'incremento di una tassa può rappresentare anche un irragionevole aumento del 50%".

Senza considerare che "l'effetto retroattivo del provvedimento su biglietti già acquistati impedisce a chiunque di rivalersi sui passeggeri", precisa ancora il manager Ryanair per il quale "noi siamo sempre interessati a crescere e consideriamo un incremento di tasse come un danno a tale crescita per il turismo e l'economia del territorio".

Per ora ci hanno rimesso gli aeroporti regionali minori rispetto a scali di più ampia portata, "ma in futuro potrebbero rendersi necessari altri tagli", avverte Alborante. Il responsabile comunicazione della società irlandese assicura che non ci saranno licenziamenti per i dipendenti di stanza ad Alghero: "Saranno trasferiti, semmai saranno penalizzati i posti di lavoro dell'indotto".

L'ultima stoccata è ancora per il governo Renzi: "Non crediamo sia giusto costringere i privati a sborsare soldi per coprire costi sempre maggiori dovuti a tasse irragionevoli, come nemmeno far ricadere sui contribuenti i debiti (non investimenti) di aziende pubbliche (ma peggio ancora quando diventano private) in perdita".

In particolare per quanto riguarda lo scalo di Pescara, sempre il responsabile della comunicazione e del marketing di Ryanair, John Alborante, in un'intervista pubblicata sul quotidiano abruzzese Il Centro, in merito alla proposta di costituire un fondo economico da parte delle imprese con l'obiettivo di convincere Ryanair a rimanere in Abruzzo risponde: "Non crediamo sia giusto costringere privati a sborsare soldi per coprire costi sempre maggiori dovuti a tasse irragionevoli. Come nemmeno far ricadere sui contribuenti i debiti (non investimenti) di aziende pubbliche (o addirittura quando diventano private) in perdita".

E sulla tenuta dell'aeroporto di Pescara solo con due rotte Ryanair come Charleroy e Bergamo ha detto: "Bella domanda che però credo possa essere rivolta al gestore dell'aeroporto".

E infine, gli viene chiesto nell'intervista, Ryanair una volta riteneva che Pescara poteva essere il terzo scalo aereo di Roma: è un'idea definitivamente tramontata? "Se dovessero sussistere le condizioni logistiche ed economiche adatte non vedo problema, ma le decisioni del governo in tema aeroportuale non sembrano facilitare gli aeroporti regionali minori come quello di Pescara", conclude Alborante.
 
Quindi oltre alle baggianate a detta dei soliti politici, pronti a tirare fuori i soldi pubblici, l'aeroporto di PSR da 600.000 pax genera un pil regionale di circa un miliardo di euro ciò vuoi dire che il sistema aeroportuale italiano genera circa 250 miliardi di euro di pil nazionale!!!!
Credo che ormai ci dobbiamo rassegnare! Rayanair è il volano della ripresa economica dell'Abruzzo.
Se rapportato al solo vettore tenuto conto che in Italia trasporta circa 28 milioni di pax l'apporto di Rayanair al PIL
nazionale è attualmente di circa 46 miliardi di euro!!!
Ditemi che non è vero!!!
 
Se PSR e' il terzo aeroporto di Roma per male che vada agli abruzzesi gliene restano due. Non e' male, se non hai almeno due aeroporti non sei nessuno.
 
L'ultima stoccata è ancora per il governo Renzi: "Non crediamo sia giusto costringere i privati a sborsare soldi per coprire costi sempre maggiori dovuti a tasse irragionevoli, come nemmeno far ricadere sui contribuenti i debiti (non investimenti) di aziende pubbliche (ma peggio ancora quando diventano private) in perdita".

In particolare per quanto riguarda lo scalo di Pescara, sempre il responsabile della comunicazione e del marketing di Ryanair, John Alborante, in un'intervista pubblicata sul quotidiano abruzzese Il Centro, in merito alla proposta di costituire un fondo economico da parte delle imprese con l'obiettivo di convincere Ryanair a rimanere in Abruzzo risponde: "Non crediamo sia giusto costringere privati a sborsare soldi per coprire costi sempre maggiori dovuti a tasse irragionevoli. Come nemmeno far ricadere sui contribuenti i debiti (non investimenti) di aziende pubbliche (o addirittura quando diventano private) in perdita".


Chiaro riferimento ai debiti dei vari aeroporti di Alghero, Crotone, Pescara, Trapani...
 
Se PSR e' il terzo aeroporto di Roma per male che vada agli abruzzesi gliene restano due. Non e' male, se non hai almeno due aeroporti non sei nessuno.

al tempo ricordo che Pescara doveva essere spacciato per Roma quando Ryanair volava solo su scali minori sperduti nel nulla e non volava ne su CIA ne su FCO...
 
http://ilcentro.gelocal.it/regione/...cisione-presa-addio-1.12907999?ref=hfqaaqes-1

Pescara, Ryanair mantiene il punto: «Decisione presa, addio»
La compagnia conferma la chiusura della base dall’autunno conservando due rotte L’unico spiraglio è legato allo sconto-tasse, ma il vero problema è sui contributi
di Andrea Mori

PESCARA. «Il motivo scatenante della chiusura della base di Pescara, mantenendo solo due rotte a partire dal prossimo autunno, è l'aumento delle tasse aeroportuali deciso dal governo combinato con la scelta delle Regioni di tagliare i contributi alle compagnie low cost. E per ora non c’è trattativa che tenga: la decisione è presa». Lo dice John Alborante, direttore commerciale per l'Italia di Ryanair in un’intervista per Il Centro. L’unico spiraglio che la compagnia aerea low cost lascia aperto è nel caso in cui il governo elimini il balzello dei 2,50 euro decisio a dicembre.
Ma le tasse in genere vengono fatte ricadere sui costi dei biglietti. Stando così le cose quella delle tasse appare una scusa. Può spiegarci meglio questo meccanismo?
«Per compagnie aeree tradizionali dove i biglietti costano regolarmente centinaia di euro e dove magari aplicano la voce separata "tasse e surcharge", far ricadere sul consumatore qualsiasi aumento di tasse risulta candidamente normale. Per una compagnia dalle tariffe basse che applica prezzi a partire da 4.99 euro, 9.99. euro, 14.99 euro e non addebita ai clienti le tasse aeroportuali, un incremento di una tassa irragionevole di 2.50 euro equivale ad un aumento nel caso peggiore del 50%. Inaccettabile. Inoltre la tassa viene applicata con valore retroattivo su biglietti già acquistati e quindi per qualunque compagnia non c'è possibilità di rifarsi sui passeggeri.»
Quindi se la richiesta delle Regioni al governo di eliminare l'aumento delle tasse aeroportuali dovesse essere accolta, Ryanair manterrebbe la base Pescara?
«Se il Governo rivedesse la sua decisione siamo pronti anche noi a rivedere la nostra posizione. Siamo sempre interessati a crescere ed un incremento di tasse non può far altro che danneggiare tale crescita, il turismo e l'economia del territorio.»
Perché Ryanair chiudere e taglia a Pescara e non ad esempio ad Ancona o Bari? Quali le differenze?
«Purtroppo questo aumento di tasse è andato a penalizzare aeroporti regionali minori non aeroporti di più ampia portata. Altri tagli potranno comunque rendersi necessari in futuro se la situazione non cambia per altri aeroporti».

Le società aeroportuali sono tenute a indire le gare per le nuove rotte attraverso procedure di evidenza pubblica e manifestazione di interesse. La Saga (società aeroportuale di Pescara) lo ha già fatto, perché Ryanair non ha risposto?
«Abbiamo partecipato a vari bandi di gara regionali che ci hanno visto assegnare la possibilità di operare nuove rotte. Abbiamo partecipato ad altri che data la loro inaccettabilità non hanno avuto alcun vincitore».
Ryanair ha in questi anni potuto contare su un contratto con Saga attraverso il quale ha avuto incentivi. Adesso gli incentivi sono dimezzati. Che cosa dovrebbe fare la Regione Abruzzo per convincere Ryanair a restare a Pescara? In concreto qual è l'investimento di cui parliamo?
«Tutti gli accordi commerciali Ryanair rispettano le regolamentazioni EU e Ryanair non riceve aiuti di Stato di alcun genere».
Che cosa pensa della nuova policy industriale avviata dalla società di gestione di Pescara?
«Non ne sono al corrente. Se potesse mandarmi ulteriori informazioni gliene sarei grato».
Che cosa perdono i lavoratori Ryanair?
«Ai dipendenti Ryanair delle basi che andramo a chiudere in Italia è stata offerta la possibilità di trasferimento ad altre basi operative. Saranno i posti di lavoro che si sono creati nell'indotto che verranno penalizzati».
E’ stato proposto di costituire un Fondo economico da parte delle imprese con l'obiettivo di convincere Ryanair a rimanere in Abruzzo, come valutate questa iniziativa?
«Non crediamo sia giusto costringere privati a sborsare soldi per coprire costi sempre maggiori dovuti a tasse irragionevoli. Come nemmeno far ricadere sui contribuenti i debiti (non investimenti) di aziende pubbliche (o addirittura quando diventano private) in perdita»
Può il bacino ed il mercato dell'aeroporto di Pescara resistere solo con due rotte Ryanair come Charleroi e Bergamo?
«Bella domanda che però credo possa essere rivolta al gestore aeroportuale».
Ryanair una volta riteneva che Pescara poteva essere il terzo scalo aereo di Roma: è un'idea definitivamente tramontata?
«Se dovessero sussistere le condizioni logistiche ed economiche adatte non vedo problema, ma le decisioni del governo in tema aeroportuale non sembrano facilitare gli aeroporti regionali minori come Pescara».
 
al tempo ricordo che Pescara doveva essere spacciato per Roma quando Ryanair volava solo su scali minori sperduti nel nulla e non volava ne su CIA ne su FCO...
Lo è stato per qualche tempo(2003/04)quando ancora Ryan non andava a Ciampino tanto che c'erano bus navetta che partivano dall'apt di Pescara e andavano direttamente a Roma dopo l'atterraggio dei voli di Londra e Francoforte che all'epoca erano pieni e giornalieri!
 
http://ilcentro.gelocal.it/regione/...cisione-presa-addio-1.12907999?ref=hfqaaqes-1

Pescara, Ryanair mantiene il punto: «Decisione presa, addio»
La compagnia conferma la chiusura della base dall’autunno conservando due rotte L’unico spiraglio è legato allo sconto-tasse, ma il vero problema è sui contributi
di Andrea Mori

PESCARA. «Il motivo scatenante della chiusura della base di Pescara, mantenendo solo due rotte a partire dal prossimo autunno, è l'aumento delle tasse aeroportuali deciso dal governo combinato con la scelta delle Regioni di tagliare i contributi alle compagnie low cost. E per ora non c’è trattativa che tenga: la decisione è presa». Lo dice John Alborante, direttore commerciale per l'Italia di Ryanair in un’intervista per Il Centro. L’unico spiraglio che la compagnia aerea low cost lascia aperto è nel caso in cui il governo elimini il balzello dei 2,50 euro decisio a dicembre.
Ma le tasse in genere vengono fatte ricadere sui costi dei biglietti. Stando così le cose quella delle tasse appare una scusa. Può spiegarci meglio questo meccanismo?
«Per compagnie aeree tradizionali dove i biglietti costano regolarmente centinaia di euro e dove magari aplicano la voce separata "tasse e surcharge", far ricadere sul consumatore qualsiasi aumento di tasse risulta candidamente normale. Per una compagnia dalle tariffe basse che applica prezzi a partire da 4.99 euro, 9.99. euro, 14.99 euro e non addebita ai clienti le tasse aeroportuali, un incremento di una tassa irragionevole di 2.50 euro equivale ad un aumento nel caso peggiore del 50%. Inaccettabile. Inoltre la tassa viene applicata con valore retroattivo su biglietti già acquistati e quindi per qualunque compagnia non c'è possibilità di rifarsi sui passeggeri.»
Quindi se la richiesta delle Regioni al governo di eliminare l'aumento delle tasse aeroportuali dovesse essere accolta, Ryanair manterrebbe la base Pescara?
«Se il Governo rivedesse la sua decisione siamo pronti anche noi a rivedere la nostra posizione. Siamo sempre interessati a crescere ed un incremento di tasse non può far altro che danneggiare tale crescita, il turismo e l'economia del territorio.»
Perché Ryanair chiudere e taglia a Pescara e non ad esempio ad Ancona o Bari? Quali le differenze?
«Purtroppo questo aumento di tasse è andato a penalizzare aeroporti regionali minori non aeroporti di più ampia portata. Altri tagli potranno comunque rendersi necessari in futuro se la situazione non cambia per altri aeroporti».

Le società aeroportuali sono tenute a indire le gare per le nuove rotte attraverso procedure di evidenza pubblica e manifestazione di interesse. La Saga (società aeroportuale di Pescara) lo ha già fatto, perché Ryanair non ha risposto?
«Abbiamo partecipato a vari bandi di gara regionali che ci hanno visto assegnare la possibilità di operare nuove rotte. Abbiamo partecipato ad altri che data la loro inaccettabilità non hanno avuto alcun vincitore».
Ryanair ha in questi anni potuto contare su un contratto con Saga attraverso il quale ha avuto incentivi. Adesso gli incentivi sono dimezzati. Che cosa dovrebbe fare la Regione Abruzzo per convincere Ryanair a restare a Pescara? In concreto qual è l'investimento di cui parliamo?
«Tutti gli accordi commerciali Ryanair rispettano le regolamentazioni EU e Ryanair non riceve aiuti di Stato di alcun genere».
Che cosa pensa della nuova policy industriale avviata dalla società di gestione di Pescara?
«Non ne sono al corrente. Se potesse mandarmi ulteriori informazioni gliene sarei grato».
Che cosa perdono i lavoratori Ryanair?
«Ai dipendenti Ryanair delle basi che andramo a chiudere in Italia è stata offerta la possibilità di trasferimento ad altre basi operative. Saranno i posti di lavoro che si sono creati nell'indotto che verranno penalizzati».
E’ stato proposto di costituire un Fondo economico da parte delle imprese con l'obiettivo di convincere Ryanair a rimanere in Abruzzo, come valutate questa iniziativa?
«Non crediamo sia giusto costringere privati a sborsare soldi per coprire costi sempre maggiori dovuti a tasse irragionevoli. Come nemmeno far ricadere sui contribuenti i debiti (non investimenti) di aziende pubbliche (o addirittura quando diventano private) in perdita»
Può il bacino ed il mercato dell'aeroporto di Pescara resistere solo con due rotte Ryanair come Charleroi e Bergamo?
«Bella domanda che però credo possa essere rivolta al gestore aeroportuale».
Ryanair una volta riteneva che Pescara poteva essere il terzo scalo aereo di Roma: è un'idea definitivamente tramontata?
«Se dovessero sussistere le condizioni logistiche ed economiche adatte non vedo problema, ma le decisioni del governo in tema aeroportuale non sembrano facilitare gli aeroporti regionali minori come Pescara».

Quindi se non è giusto far pagare ai contribuenti e non è giusto far pagare ai privati CHI PAGA LA RAYANAIR per tenerla a PSR?
Sbaglio o questi super manager venuti dalla perfida Albione ci prendono letteralmente per il c..o?
 
Abbiamo viaggiato senza Ryan Air prima , lo faremo adesso.
Crotone va chiuso da tempo e potenziata Lamezia : spero ne approfittino .
Alghero troverà altri vettori che faranno tratte già aperte da FR , di certo non a 19 euro ma a un prezzo di mercato.
E la spiegazione di Ryan Air sulle tasse , come direbbe il vecchio Di Pietro "che ci azzecca" ? I pax dei voli che manterranno, anche se non più basati ad AHO ma provenienti dall'estero, pagheranno sempre quel balzello , quindi ?
 
Abbiamo viaggiato senza Ryan Air prima , lo faremo adesso.
Crotone va chiuso da tempo e potenziata Lamezia : spero ne approfittino .
Alghero troverà altri vettori che faranno tratte già aperte da FR , di certo non a 19 euro ma a un prezzo di mercato.
E la spiegazione di Ryan Air sulle tasse , come direbbe il vecchio Di Pietro "che ci azzecca" ? I pax dei voli che manterranno, anche se non più basati ad AHO ma provenienti dall'estero, pagheranno sempre quel balzello , quindi ?

Quoto
 
Abbiamo viaggiato senza Ryan Air prima , lo faremo adesso.
Crotone va chiuso da tempo e potenziata Lamezia : spero ne approfittino .
Alghero troverà altri vettori che faranno tratte già aperte da FR , di certo non a 19 euro ma a un prezzo di mercato.
E la spiegazione di Ryan Air sulle tasse , come direbbe il vecchio Di Pietro "che ci azzecca" ? I pax dei voli che manterranno, anche se non più basati ad AHO ma provenienti dall'estero, pagheranno sempre quel balzello , quindi ?

Già diversi anni fa FR abbandonò AHO, subentrando alitalia in tre rotte ed anche in questo caso ben sovvenzionate. Non è il caso di farne una tragedia, sottostando a questi ricatti. Ciò non significa, però, che questo ennesimo balzello sia corretto posto che sia stato veramente introdotto per il motivo addotto da Ryanair.
 
Sulla "Nuova Sardegna" odierna compare, a firma di Silvia Sanna, un Intervista al responsabile comunicazione e marketing di Ryanair, Mr. John Alborante, della quale suggerisco la lettura integrale.

Riassumendo, però, l'abbandono delle basi in questione è solo dovuto all'aumento delle tasse aeroportuali. Basterebbe toglierle.....e Ryanair riconsiderebbe le proprie decisioni.

Volpones.......
 
A me invece quell'intervista piace, e' piena di contenuti, chiunque parli per conto di una azienda o un organizzazione deve per forza mettere del bias in quello che dice, entro certi limiti e' fisiologico, e questi di FR sono piu' di sostanza di altri, sta nell'intelligenza di chi legge tenere conto che la fonte e' parte in causa. Almeno non ci ammorbano con aria fritta senza significato come farebbero la maggior parte dei nostri politici e manager in analoga situazione, sono contenuti di parte da valutare, ma contenuti.

Ovviamente quando ci fa intendere che il motivo delle chiusure e' solo quell'imposta non gli crediamo, chiuderebbero e aprirebbero rotte comunque, come hanno sempre fatto, soprattutto adesso che e' in corso una concentrazione negli apt piu' grandicelli.

Curioso che FR e' nata negli aeroporti secondari e ora, per ultimi tra quelli che contano, li stanno lasciando. E' l'epilogo di un ciclo di molti anni.
 
A me invece quell'intervista piace, e' piena di contenuti, chiunque parli per conto di una azienda o un organizzazione deve per forza mettere del bias in quello che dice, entro certi limiti e' fisiologico, e questi di FR sono piu' di sostanza di altri, sta nell'intelligenza di chi legge tenere conto che la fonte e' parte in causa. Almeno non ci ammorbano con aria fritta senza significato come farebbero la maggior parte dei nostri politici e manager in analoga situazione, sono contenuti di parte da valutare, ma contenuti.

Ovviamente quando ci fa intendere che il motivo delle chiusure e' solo quell'imposta non gli crediamo, chiuderebbero e aprirebbero rotte comunque, come hanno sempre fatto, soprattutto adesso che e' in corso una concentrazione negli apt piu' grandicelli.

Curioso che FR e' nata negli aeroporti secondari e ora, per ultimi tra quelli che contano, li stanno lasciando. E' l'epilogo di un ciclo di molti anni.

Arrivati a questo punto possiamo dire che una società privata, tra l'altro straniera, si permette di decidere quali tasse pagare ?
Se le cose stanno così, non siamo alla frutta, siamo ben oltre, siamo all'ammazza caffè !
 
Arrivati a questo punto possiamo dire che una società privata, tra l'altro straniera, si permette di decidere quali tasse pagare ?
Se le cose stanno così, non siamo alla frutta, siamo ben oltre, siamo all'ammazza caffè !

Per una semplice questione aritmetica (conto approssimativo tralasciando le differenze di tasse aeroportuali tra i vari scali italiani) chi trasporta più passeggeri in un mercato è anche il principale "pagatore" di imposte aeroportuali, quindi è normale che intervenga nel dibattito quando queste sono incrementate. Giusto per fare un calcolo a spanne su 24 milioni di pax che ha FR nel mercato italiano quelli in partenza da scali italiani e assoggettati a tasse aeroportuali sono la metà e (considerando scali grandi e piccoli teniamo una media di 14 euro pax) valgono 168 milioni. Aggiungi i diritti di approdo, circa 500 euro/turnaroud e sono altri 36 milioni (24m diviso 165 media di pax a volo diviso 2). Quindi pagando oltre 200 milioni di tasse e diritti aeroportuali ha un giusto interesse a seguirne l'evoluzione.
 
Arrivati a questo punto possiamo dire che una società privata, tra l'altro straniera, si permette di decidere quali tasse pagare ?

Dai almeno Ryanair paga, pensa a colossi come Apple e Google solo per citarne due che recentemente hanno transato con l'agenzia delle entrate anni di gestione allegra del pagamento delle tasse italiane.
 
Dai almeno Ryanair paga, pensa a colossi come Apple e Google solo per citarne due che recentemente hanno transato con l'agenzia delle entrate anni di gestione allegra del pagamento delle tasse italiane.
Per onestà intellettuale bisognerebbe vedere la differenza tra gli incentivi che prende (sono soldi pubblici) e quanto versa di imposte allo stato.Le famose tasse di cui si parla sono a carico dei passeggeri, Rayanair è solo il sostituto d'imposta ( prende i soldi ai passeggeri e poi li riversa allo stato ... Se lo fa!).
 
Dai almeno Ryanair paga, pensa a colossi come Apple e Google solo per citarne due che recentemente hanno transato con l'agenzia delle entrate anni di gestione allegra del pagamento delle tasse italiane.

Il tuo discorso può anche starci.
Ma allora perchè non lo applichiamo ai 25 milioni di italiani ( sono esclusi gli evasori ed i mangia pane a tradimento ) che con le loro tase provvedono al sostentamento dello Stato ?
In fondo basterebbe organizzare una rivolta fiscale no ?
 
Io sarei ben contento se tutte le multinazionali che non fanno investimenti dalle nostre parti (l'Italia e' in fondo alla classifiche per gli investimenti esteri) ci spiegassero bene per iscritto i razionali sulla base dei quali li fanno altrove e non qui. Se la Inculet Ltd mette un centro di ricerca o uno stabilimento al di la del confine invece che qui e' tutto valore aggiunto non prodotto sul territorio, tasse e stipendi non pagati qui ecc..

Il fatto e' che il sistema attuale favorisce per definizione gli stranieri e quelli che si delocalizzano rispetto ai locali che non possono o non vogliono delocalizzarsi. Nelle norme fiscali di molte nazioni e' esplicitamente previsto che determinate imposte, ad esempio quelle sui redditi di impresa, siano piu' basse per gli investitori esteri .. e questa e' un'aberrazione dovuta a come funziona il sistema che e' stato creato... ma per quanto abberrante e per quanto richiederebbe di rivedere determinati trattati internazionali, dovremmo farlo anche noi, perche' finche' non lo facciamo ci impoveriamo di piu' di quelli che incentivano gli investimenti dall'estero. Ma questo e' completamente OT.
 
Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.