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RIUNIONE TRA D'ALFONSO E MATTOSCIO, IL 16 CONSIGLIO REGIONALE AD HOC
I VERTICI DELLA COMPAGNIA SI DICONO PRONTI A TORNARE SUI LORO PASSI
ABRUZZO, L'AEROPORTO VALE UN MILIARDO
RYANAIR RESTA SENZA AUMENTI TASSE
PESCARA - "Il contributo al Pil regionale che deriva dall'aeroporto, secondo studi economici, ammonta ad una cifra compresa tra i 750 milioni e il miliardo di euro. Lavoreremo fino all'ultimo per risolvere la situazione, pur sapendo che è una sfida estremamente difficile. Sono in corso da mesi interlocuzioni con imprenditori per costituire un fondo privato".
Così, all'Ansa, il presidente della Saga, società che gestisce l'aeroporto d'Abruzzo, Nicola Mattoscio, sulla chiusura annunciata della base Ryanair, e la riduzione dei collegamenti low cost a due sole destinazioni.
Il vettore irlandese trasporta poco meno di 500mila passeggeri sul totale di circa 600mila utenti che transitano nello scalo di Pescara e l''addio' da parte della compagnia potrebbe mettere a rischio le sorti dell'aeroporto.
Intanto oggi si è svolta una riunione tecnica in Regione, presenti, oltre a Mattoscio, il governatore dell'Abruzzo, Luciano D'Alfonso, e i soggetti interessati. D'Alfonso ha annunciato che a breve chiederà un incontro ai vertici Ryanair, mentre il 16 febbraio seduta straordinaria del Consiglio regionale.
"Sono allo studio varie ipotesi per la riduzione della tassa" dei passeggeri nei prossimi mesi, affermano intanto fonti del Ministero delle infrastrutture e trasporti interpellate sulla vicenda Ryanair (la low cost chiuderà due basi e diverse rotte contro l'aumento della tassa d'imbarco), ricordano comunque che "gli aumenti non potevano essere evitati per impegni assunti da governi precedenti".
Le stesse fonti riferiscono inoltre che "le minacce di interruzione dei servizi non sono utili a trovare una soluzione", senza dimenticare che le compagnie low cost "frequentemente hanno sostegni dagli aeroporti dei territori".
"Se il Governo rivedesse le sue decisioni siamo pronti anche noi a rivedere la nostra posizione", dice dal canto suo John Alborante, responsabile della comunicazione e del marketing di Ryanair.
Riguardo all'"emergenza", Mattoscio sottolinea che "ci era chiaro fin dai primi momenti che ci si trovava di fronte ad un cambiamento di strategie di mercato di Ryanair, che si sta riposizionando sul mercato diversamente, con maggiore attenzione ai grandi aeroporti e volendo anche accedere al traffico intercontinentale. Si è aggiunta la questione delle tasse - sottolinea il presidente della Saga - che Ryanair anche strumentalmente ha agitato, colpendo i contratti in scadenza. Occorre che si inventino modalità alternative di sostegno alla compagnia, diverse dalle sole risorse pubbliche".
Più in generale Mattoscio sottolinea che "se si vogliono vincere le sfide, che sono di sistema, occorre fare squadra, occorre attenzione da parte delle istituzioni regionali, governative ed europee. La questione - afferma il presidente della società che gestisce lo scalo di Pescara - va rivista sotto il profilo normativo, per nuovi diritti di cittadinanza e questione sociale europea. La situazione che si sta creando sarebbe una sconfitta rispetto agli obiettivi dell'Unione Europea".
E conclude: "Stiamo lavorando per stabilizzare il progetto industriale dell'aeroporto d'Abruzzo nel medio e lungo periodo, come rating irrinunciabile per la regione. Dal primo giorno in cui ci siamo insediati il nostro impegno va in questa direzione".
La società aerea ha annunciato che la compagnia low cost è pronta a tornare sui suoi passi qualora il governo decidesse di eliminare l'aumento delle tasse aeroportuali che hanno portato alla rinuncia dal 31 ottobre alle basi operative di Alghero e di Pescara e di eliminare i collegamenti con Crotone.
Concetti ribaditi anche in una lettera alla Sogeaal, società di gestione dello scalo algherese. Le posizioni della compagnia aerea, riportate sui quotidiani sardi, è precisata in una intervista rilasciata alla Nuova Sardegna da Alborante il quale ha ribadito che "l'aumento delle tasse è stato il motivo scatenante", ed ha spiegato che "per le compagnie aeree tradizionali, i cui biglietti costano anche centinaia di euro, è normale far ricadere gli aumenti di tasse sul consumatore, mentre per una compagnia che vende biglietti anche a 4 euro e 99 centesimi e non addebita ai clienti tasse aeroportuali l'incremento di una tassa può rappresentare anche un irragionevole aumento del 50%".
Senza considerare che "l'effetto retroattivo del provvedimento su biglietti già acquistati impedisce a chiunque di rivalersi sui passeggeri", precisa ancora il manager Ryanair per il quale "noi siamo sempre interessati a crescere e consideriamo un incremento di tasse come un danno a tale crescita per il turismo e l'economia del territorio".
Per ora ci hanno rimesso gli aeroporti regionali minori rispetto a scali di più ampia portata, "ma in futuro potrebbero rendersi necessari altri tagli", avverte Alborante. Il responsabile comunicazione della società irlandese assicura che non ci saranno licenziamenti per i dipendenti di stanza ad Alghero: "Saranno trasferiti, semmai saranno penalizzati i posti di lavoro dell'indotto".
L'ultima stoccata è ancora per il governo Renzi: "Non crediamo sia giusto costringere i privati a sborsare soldi per coprire costi sempre maggiori dovuti a tasse irragionevoli, come nemmeno far ricadere sui contribuenti i debiti (non investimenti) di aziende pubbliche (ma peggio ancora quando diventano private) in perdita".
In particolare per quanto riguarda lo scalo di Pescara, sempre il responsabile della comunicazione e del marketing di Ryanair, John Alborante, in un'intervista pubblicata sul quotidiano abruzzese Il Centro, in merito alla proposta di costituire un fondo economico da parte delle imprese con l'obiettivo di convincere Ryanair a rimanere in Abruzzo risponde: "Non crediamo sia giusto costringere privati a sborsare soldi per coprire costi sempre maggiori dovuti a tasse irragionevoli. Come nemmeno far ricadere sui contribuenti i debiti (non investimenti) di aziende pubbliche (o addirittura quando diventano private) in perdita".
E sulla tenuta dell'aeroporto di Pescara solo con due rotte Ryanair come Charleroy e Bergamo ha detto: "Bella domanda che però credo possa essere rivolta al gestore dell'aeroporto".
E infine, gli viene chiesto nell'intervista, Ryanair una volta riteneva che Pescara poteva essere il terzo scalo aereo di Roma: è un'idea definitivamente tramontata? "Se dovessero sussistere le condizioni logistiche ed economiche adatte non vedo problema, ma le decisioni del governo in tema aeroportuale non sembrano facilitare gli aeroporti regionali minori come quello di Pescara", conclude Alborante.
RIUNIONE TRA D'ALFONSO E MATTOSCIO, IL 16 CONSIGLIO REGIONALE AD HOC
I VERTICI DELLA COMPAGNIA SI DICONO PRONTI A TORNARE SUI LORO PASSI
ABRUZZO, L'AEROPORTO VALE UN MILIARDO
RYANAIR RESTA SENZA AUMENTI TASSE
PESCARA - "Il contributo al Pil regionale che deriva dall'aeroporto, secondo studi economici, ammonta ad una cifra compresa tra i 750 milioni e il miliardo di euro. Lavoreremo fino all'ultimo per risolvere la situazione, pur sapendo che è una sfida estremamente difficile. Sono in corso da mesi interlocuzioni con imprenditori per costituire un fondo privato".
Così, all'Ansa, il presidente della Saga, società che gestisce l'aeroporto d'Abruzzo, Nicola Mattoscio, sulla chiusura annunciata della base Ryanair, e la riduzione dei collegamenti low cost a due sole destinazioni.
Il vettore irlandese trasporta poco meno di 500mila passeggeri sul totale di circa 600mila utenti che transitano nello scalo di Pescara e l''addio' da parte della compagnia potrebbe mettere a rischio le sorti dell'aeroporto.
Intanto oggi si è svolta una riunione tecnica in Regione, presenti, oltre a Mattoscio, il governatore dell'Abruzzo, Luciano D'Alfonso, e i soggetti interessati. D'Alfonso ha annunciato che a breve chiederà un incontro ai vertici Ryanair, mentre il 16 febbraio seduta straordinaria del Consiglio regionale.
"Sono allo studio varie ipotesi per la riduzione della tassa" dei passeggeri nei prossimi mesi, affermano intanto fonti del Ministero delle infrastrutture e trasporti interpellate sulla vicenda Ryanair (la low cost chiuderà due basi e diverse rotte contro l'aumento della tassa d'imbarco), ricordano comunque che "gli aumenti non potevano essere evitati per impegni assunti da governi precedenti".
Le stesse fonti riferiscono inoltre che "le minacce di interruzione dei servizi non sono utili a trovare una soluzione", senza dimenticare che le compagnie low cost "frequentemente hanno sostegni dagli aeroporti dei territori".
"Se il Governo rivedesse le sue decisioni siamo pronti anche noi a rivedere la nostra posizione", dice dal canto suo John Alborante, responsabile della comunicazione e del marketing di Ryanair.
Riguardo all'"emergenza", Mattoscio sottolinea che "ci era chiaro fin dai primi momenti che ci si trovava di fronte ad un cambiamento di strategie di mercato di Ryanair, che si sta riposizionando sul mercato diversamente, con maggiore attenzione ai grandi aeroporti e volendo anche accedere al traffico intercontinentale. Si è aggiunta la questione delle tasse - sottolinea il presidente della Saga - che Ryanair anche strumentalmente ha agitato, colpendo i contratti in scadenza. Occorre che si inventino modalità alternative di sostegno alla compagnia, diverse dalle sole risorse pubbliche".
Più in generale Mattoscio sottolinea che "se si vogliono vincere le sfide, che sono di sistema, occorre fare squadra, occorre attenzione da parte delle istituzioni regionali, governative ed europee. La questione - afferma il presidente della società che gestisce lo scalo di Pescara - va rivista sotto il profilo normativo, per nuovi diritti di cittadinanza e questione sociale europea. La situazione che si sta creando sarebbe una sconfitta rispetto agli obiettivi dell'Unione Europea".
E conclude: "Stiamo lavorando per stabilizzare il progetto industriale dell'aeroporto d'Abruzzo nel medio e lungo periodo, come rating irrinunciabile per la regione. Dal primo giorno in cui ci siamo insediati il nostro impegno va in questa direzione".
La società aerea ha annunciato che la compagnia low cost è pronta a tornare sui suoi passi qualora il governo decidesse di eliminare l'aumento delle tasse aeroportuali che hanno portato alla rinuncia dal 31 ottobre alle basi operative di Alghero e di Pescara e di eliminare i collegamenti con Crotone.
Concetti ribaditi anche in una lettera alla Sogeaal, società di gestione dello scalo algherese. Le posizioni della compagnia aerea, riportate sui quotidiani sardi, è precisata in una intervista rilasciata alla Nuova Sardegna da Alborante il quale ha ribadito che "l'aumento delle tasse è stato il motivo scatenante", ed ha spiegato che "per le compagnie aeree tradizionali, i cui biglietti costano anche centinaia di euro, è normale far ricadere gli aumenti di tasse sul consumatore, mentre per una compagnia che vende biglietti anche a 4 euro e 99 centesimi e non addebita ai clienti tasse aeroportuali l'incremento di una tassa può rappresentare anche un irragionevole aumento del 50%".
Senza considerare che "l'effetto retroattivo del provvedimento su biglietti già acquistati impedisce a chiunque di rivalersi sui passeggeri", precisa ancora il manager Ryanair per il quale "noi siamo sempre interessati a crescere e consideriamo un incremento di tasse come un danno a tale crescita per il turismo e l'economia del territorio".
Per ora ci hanno rimesso gli aeroporti regionali minori rispetto a scali di più ampia portata, "ma in futuro potrebbero rendersi necessari altri tagli", avverte Alborante. Il responsabile comunicazione della società irlandese assicura che non ci saranno licenziamenti per i dipendenti di stanza ad Alghero: "Saranno trasferiti, semmai saranno penalizzati i posti di lavoro dell'indotto".
L'ultima stoccata è ancora per il governo Renzi: "Non crediamo sia giusto costringere i privati a sborsare soldi per coprire costi sempre maggiori dovuti a tasse irragionevoli, come nemmeno far ricadere sui contribuenti i debiti (non investimenti) di aziende pubbliche (ma peggio ancora quando diventano private) in perdita".
In particolare per quanto riguarda lo scalo di Pescara, sempre il responsabile della comunicazione e del marketing di Ryanair, John Alborante, in un'intervista pubblicata sul quotidiano abruzzese Il Centro, in merito alla proposta di costituire un fondo economico da parte delle imprese con l'obiettivo di convincere Ryanair a rimanere in Abruzzo risponde: "Non crediamo sia giusto costringere privati a sborsare soldi per coprire costi sempre maggiori dovuti a tasse irragionevoli. Come nemmeno far ricadere sui contribuenti i debiti (non investimenti) di aziende pubbliche (o addirittura quando diventano private) in perdita".
E sulla tenuta dell'aeroporto di Pescara solo con due rotte Ryanair come Charleroy e Bergamo ha detto: "Bella domanda che però credo possa essere rivolta al gestore dell'aeroporto".
E infine, gli viene chiesto nell'intervista, Ryanair una volta riteneva che Pescara poteva essere il terzo scalo aereo di Roma: è un'idea definitivamente tramontata? "Se dovessero sussistere le condizioni logistiche ed economiche adatte non vedo problema, ma le decisioni del governo in tema aeroportuale non sembrano facilitare gli aeroporti regionali minori come quello di Pescara", conclude Alborante.