Ryanair: puntiamo a diventare compagnia n°1 in Europa


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@Aledeniz, tu stai costruendo da tempo la tua tesi (tua e solamente tua, é bene dirlo: le fonti che citi sono tutti tuoi articoli, pubblicati sul tuo blog. In giro non si legge una sola voce di qualcuno di autorevole in materia che sostenga lontanamente quanto sostieni tu) sull'assunto che una differenza di una manciata di euro "sposta" passeggeri e vettori da uno scalo ad un altro. La realtá non é cosí, vuoi perché da nessuna parte é stato documentato e certificato un simile collegamento tra le due cose, sia perché, a spanne, la differenza la farebbe casomai il costo del biglietto nel suo complesso, il che vorrebbe solo dire che, vista la modesta cifra in gioco, si pensa di fare affari con quella clientela che ha fatto della taccagneria il proprio mantra.
La veritá é che l'aeroporto non attrae persone e compagnie, che non ci vanno salvo che non vengano abbondantemente sovvenzionate per volare sullo scalo. Piaccia o non piaccia sentirselo dire.
 
Concludo facendo notare che purtroppo, ad ogni aumento della pressione fiscale aeroportuale, come quella recentemente avvenuta, corrisponde necessariamente una disincentivazione del trasporto aereo. Quale che sia la potenzialità del trasporto aereo in Italia, l'addizionale e l'IVA sui diritti comprimono il traffico aereo e lo sviluppo dello stesso. Ogni centesimo di pressione fiscale aggiuntiva causa necessariamente una diminuzione dei posti di lavoro del settore, a meno che tu non sia veramente convinto che l'Italia abbia raggiunto il suo potenziale sviluppo massimo, per cui aumentare la pressione fiscale aeroportuale, fino ad un certo punto, non comprima il traffico. A me pare sinceramente molto improbabile.

Qualche numero certificato, ovvero non tratto da tue elaborazioni o da pseudostudi sfornati da speudoconsulenti o pseudouniversità?
 
@Aledeniz, tu stai costruendo da tempo la tua tesi (tua e solamente tua, é bene dirlo: le fonti che citi sono tutti tuoi articoli, pubblicati sul tuo blog. In giro non si legge una sola voce di qualcuno di autorevole in materia che sostenga lontanamente quanto sostieni tu)

30 secondi di Google, il primo risultato che ho trovato:

Germany’s regional airports under political and economic pressure
Eric Heymann
Alexander Karollus
Deutsche Bank Research
...
Multiple factors cause low dynamics at regional airports
There are four main reasons for the disappointing development of passenger numbers at regional airports in Germany, and these are definitely connected:
...
- The introduction of aviation tax in Germany at the beginning of 2011 was especially drastic. Offerings from low-cost carriers dominate at regional airports, so their customers are more likely to be price-sensitive. The relative surcharge for the flat tax on the ticket price is highest in the price sensitive low-cost sector, which has a negative effect on demand. What is more, the proportion of business travellers is greater at larger airports than at regional airports, and their demand for tickets is less price-elastic.
Aviation tax caused some airlines to reduce their services at regional airports and/or switch to foreign airports in neighbouring border areas. In total, passenger volume at regional airports decreased by some 7% in 2011, but increased by about 6% at major airports. Although the aviation tax was a one-off measure, the after-effects are still being felt at the regional airports.
- Another development linked to aviation tax has had a negative impact on traffic numbers at regional airports in recent years. This is the trend of lowcost airlines gradually reducing their services at many regional airports and instead offering more flights at larger airports. Among the regional airports too, supply-side traffic flows have shifted from airports in rural areas to the city airports mentioned above. This development particularly applies to Ryanair, which currently also offers flights at larger airports such as Hamburg and Cologne. Most of the other major airlines in Germany have always focused predominantly on larger airports anyway.

da https://www.dbresearch.com/PROD/DBR_INTERNET_EN-PROD/PROD0000000000359528/Germany%E2%80%99s+regional+airports+under+political+and+ec.pdf
 
Qualche numero certificato, ovvero non tratto da tue elaborazioni o da pseudostudi sfornati da speudoconsulenti o pseudouniversità?

Ryanair vuole tra i 6 e gli 8 Euro a pax per imbarcare a TPS (vedi bilancio 2014 citato in altro thread). Se non glieli danno, non imbarca nessuno, quindi il numero di pax a TPS sarà 0.

Lo stato italiano chiede 9 Euro a pax per imbarcare a TPS (non di tasse o diritti, ma proprio di gabelle addizionali e imposte su tasse e diritti, cose per cui al pax non ritorna indietro alcuna controprestazione).

Domanda, perché i 6-8 Euro scontati a FR hanno un effetto (1,4-1,8 mln di pax aggiuntivi) e i 9 Euro aggiunti dallo stato non dovrebbero avere l'effetto opposto (ridurre il potenziale di traffico)?

Ed ovviamente, TPS è esemplificativo, in tutti i piccoli aeroporti regionali l'effetto di quel macigno fiscale sarà esattamente lo stesso, e cioè comprimere la domanda di traffico, ridurre i fattori di riempimento, rendere alcune rotte, se non tutte, ingiustificabili economicamente, e quindi la chiusura del piccolo aeroporto in questione.

Ripeto, se io volessi fare chiudere tutti i piccoli aeroporti, diciamo quelli da meno di 2 mln di pax annui, alzerei l'addizionale a 20 Euro a pax, da domani chiuderebbero tutti.
 
Ultima modifica:
alzerei l'addizionale a 20 Euro a pax, da domani chiuderebbero tutti.

Una nota: nello stesso tempo, quel genere di pressione fiscale, in certi paesi, o in alcune parti di alcuni paesi, ha probabilmente un effetto di flusso positivo per lo stato.

Provo a spiegarmi: far pagare una elevatissima APD nel Regno Unito deprime il traffico aereo, penalizza il settore turistico, sia in entrata che in uscita, ma fondamentalmente disincentiva i residenti a spendere all'estero, ed è probabile che dal punto di vista dello stato, ci sia anche un profitto (nel senso che quanto perso nel turismo è inferiore a quanto risparmiato nella bilancia commerciale). Paesi che mostrano un elevato sbilancio commerciale dovuto alla maggiore spesa turistica dei propri residenti che spendono da turisti all'estero, hanno una convenienza fiscale a deprimere il traffico aereo alzando l'imposizione fiscale sugli imbarchi (o comunque congegnata, sull'aviazione civile).

I paesi che vogliono sviluppare il settore turistico ovviamente hanno l'interesse opposto, cioè mantenere l'imposizione fiscale, e comunque tutti i costi aeroportuali, i più bassi possibili.

In Italia per fare cassa si potrebbero incrementare queste imposte in quegli aeroporti dove in ogni caso l'elasticità della domanda compenserebbe abbastanza l'effetto depressivo (dubito che pur adottando gli stessi livelli di pressione fiscale dell'ADP britannica, i numeri di VCE, LIN, FCO, forse anche MXP, cambierebbero di molto). In altre zone del paese, però, l'effetto depressivo, sia sul traffico aereo sia sullo sviluppo economico ad esso correlato, è ovviamente, e chiaramente, maggiore.

L'HB e la FN flat italiane non colpiscono probabilmente molto VCE o FCO, ma bastonano AHO o SUF.
 
Una nota: nello stesso tempo, quel genere di pressione fiscale, in certi paesi, o in alcune parti di alcuni paesi, ha probabilmente un effetto di flusso positivo per lo stato.

Provo a spiegarmi:

Per chi desidera un ipse dixit anche per questo aspetto:
The Impacts of Australia's Departure Tax: Tourism versus the Economy?
Peter Forsyth, PhD; Larry Dwyer, PhD; Tien Pham, PhD; Ray Spurr, M.Comm
Abstract: This study estimates the flow and expenditure effects of the recent increase in Australia's Passenger Movement Charge (PMC), as well as the economic impacts on the Australian economy and the tourism industry. After discussing the nature of the PMC, it outlines the types of industry stakeholder concerns as to its effects on tourism both before and after the recent increase. It then presents a framework developed by the authors that can be used to distinguish the effects of the increased PMC on the wider economy and on different tourism markets. A computable general equilibrium model is then used to estimate the economic impacts of the increased charge on different Australian tourism markets -inbound, outbound and domestic. The implications of the modelling results for the validity of the industry criticisms of the PMC are discussed. The results confirm that the tourism industry will suffer, though it also indicates that the Australian economy will gain-thus there is a clash between the industry and wider economic interests. The types of issues addressed in this paper can inform policy making regarding the gainers and losers from departure tax increases in tourism destinations generally.

Larry Dwyer is the Qantas Professor of Travel and Tourism Economics at the Qantas Professor of Travel and Tourism Economics of the UNSW. Peter Forsyth is Professor of Economics in the Department of Economics at the Monash University. He is the author of the "Competition between Major and Secondary Airports- Implications for Pricing, Regulation and Welfare" chapter of "Airport Competition in Europe".

Articolo citato e condensato da:
What impact do air travel taxes have on the economy?: report
David Simpson
...
But while tourism industries and airlines claim that air passenger taxes discourage travel and thus harm the wider economy, what does the evidence say? A report by the Centre for Economics and Policy in Australia attempts to model the impact of possible changes to Australia's air tax, the Passenger Movement Charge (PMC), on tourism output and the national economy. The report dated 15 March was added to the Tourism Research Australia website last week.

The PMC is a levy of Aus$47 on departing passengers, covering outbound international visitors and outbound Australian residents. Currently, around Aus$503 million is sourced from this tax.

The study considers the impacts of a 20% increase in the PMC. A computable general equilibrium (CGE) model is used to assess the impacts of the PMC on key macroeconomic variables, such as Gross Domestic Product (GDP), Gross National Income (GNI) and Economic Welfare, and on tourism industry indicators such as output and employment. The study also looks at the impacts on the international and Australian resident outbound travel segments.

The assessments rely on certain parameters in the model, for example making assumptions about tourism demand elasticity, for which estimates in the literature vary widely. However, simulation results suggest that raising the PMC will provide a net benefit to the Australian economy, which runs contrary to conventional wisdom. This is largely due to Australian residents substituting domestic travel, or other domestic spending, for outbound travel.

According to the simulation, taxing all persons travelling overseas, combined with a tourism market that has a larger outbound resident travel sector relative to international visitors, and is relatively non-responsive to price changes, will generate results that can provide net overall benefits to the destination economy. On balance, the tourism industry can gain or lose, depending on the balance of inbound and outbound travel, and on the extent to which domestic tourism is a substitute for outbound tourism.

In this assessment, the tourism industry loses from the PMC through its impact on inbound tourism; its primary source for growth. Regions more dependent on the international tourism sector (e.g. Tropical North Queensland) will lose more as a result of raising the PMC, relative to those regions who are less reliant on international tourism. Similarly, industries aligned with the international tourism sector lose unequivocally, while industries reliant on the Australian outbound travel sector (e.g. travel agents) also lose.

This suggests that the PMC works, in effect, as a transfer payment from tourism to non-tourism industries, as most of the total economic positive effects accrue to the non-tourism industries. This effect is magnified as there is no tourism-specific use of the extra Government revenue benefit from increasing taxation of non-residents, which although it is 'new income', is in effect an additional export tax, on top of existing taxes that international tourists pay.
The European experience
The effects of passenger taxes may vary between countries: Australia is in a different position to European countries, where travellers may have options to switch from air travel to rail, and airlines can change more of their long-haul flights to a neighbouring country with a different tax regime.

While Germany has followed the UK in imposing a tax with different bands according to distance to the capital city of the destination country (and Austria looks set to follow suit), Belgium and the Netherlands have previously done like Ireland, in introducing an air travel tax but subsequently abandoning it. The Dutch APD was abolished after representations from airlines as traffic at Amsterdam Schiphol Airport declined. The tax ranged from 11.25 to 45 euros, with an annual revenue target of 312 million euros, but the industry claimed the loss to the wider economy as a result of the tax was over a billion euros. Amsterdam airport had said that 1.3 million passengers were lost, as passengers went instead to Brussels or Dusseldorf.

"The airports didn't like it, the airlines didn't like it and tourists didn't like it - they were very quick to go over to Belgium or Germany and jump on a budget airline for half the price and go off on holiday - so abolishing it was a win-win for everyone," explained Robin Pascoe, editor of Dutchnews.nl, quoted on the BBC last year.

Belgium similarly introduced a departure tax in October 2008, but quickly withdrew it in 2009. But in Australia, with no land borders and New Zealand the only short-haul neighbour, the circumstances are different.
da http://www.cabi.org/leisuretourism/news/21558
 
Mi sembra che tu stia facendo l'assunzione che tutti questi stranieri (e non) siano arrivati in Puglia con voli diretti Ryanair.
Ovviamente non e' cosi'. Bisognerebbe avere dei numeri per poter capire piu' nel dettaglio chi ha volato con chi (diretto, con scalo ecc.), chi ha preso il treno, chi la macchina, chi la nave ecc.

no, non volevo far passare quel messaggio, ho usato infatti il termine "promozione turistica":
Sarebbero venuti lo stesso in puglia anche senza i soldi della promozione turistica?

Ovvio che non sono numeri totalmente ascrivibili all'aumento esponenziale dei asseggeri FR, ma in larga parte di sicuro è così (per amor di precisione, stiamo parlando dei 250'000 turisti estero in più rispetto al 2009) . Anche perchè, facendo un ragionamento serio, a parte alcuni tedeschi d'estate che fanno il viaggione con la macchina (per anni e anni compagni di vacanza sul gargano) tutti gli altri vengono in aereo (e vorrei ben vedere visto che la durata media dei soggiorni dei turisti stranieri in puglia è di 3,9 notti). Bus, treni, navi sono una ristrettissima minoranza. http://www.regione.puglia.it/web/files/Servizio%20Stampa%20G.R./dati_2014_def_rev1.1.pdf
ed infatti in questo documento della regione puglia si certifica che:

A)l'82% degli stranieri arriva in puglia con l'aereo e solo il 13% con la macchina.
B)"solo" il 25% dei turisti italiani arriva in puglia con l'aero (il 60% degli italiani va in macchina).

Oltretutto i principali turisti stranieri sono:
1)Germania: abbondantemente oltre i 100'000 turisti da tempo al primo posto.
2)Francia
3)Paesi bassi
4)Svizzera
5)uk

In soldoni, solo leggendo lo studio dell'università di bari si può avere una dea precisa della situazione, ma i dati turistici sembrano (sembrano) confermare AMPIAMENTE la conclusione che, almeno in puglia, finanziare la promozione turistica abbia larghissime ricadute sul territorio, al contrario di quanti molti qui sul forum dicano (per volgata comune e senza dati).

Ultima cosa, scusate se ricito, ma ho trovato ora i dati:
Qui sfugge un aspetto operativo non marginale: pur ammettendo che sia tutto legittimo, dagli aiuti alle porcate contrattuali, il dato di fatto innegabile è che se si vuole aiutare il turismo lo si deve fare tenendo bene a mente i concetti di comodità e flessibilità.

Il mantra che a muovere il turismo siano gli altospendenti come dicevo prima è molto poco reale.
Sempre dal documento di sopra:

Solo il 2% (due) degli stranieri (e 0,8%degli italiani) ha alloggiato in un 5 stelle o in un hotel di lusso. Più nello specifico su 2,2 milioni di notti prenotate dagli stranieri in puglia (dato 2011):
-solo 80'000 mila sono state passate in 5 stelle o superiori
-circa 1,6 milioni sono state passate in strutture 4 stelle o inferiori
-il resto, circa 400'000, sono state passate da parenti o amici
 
classic289, sono tutti numeri che supportano la tesi generale che piu' voli=piu' passeggeri=piu' spesa nel territorio di arrivo.
Credo che questo non lo nega nessuno. E' evidente che i voli Ryanair portano piu' persone (sia outbound che incoming) da/per lo scalo su cui opera.
Quello che invece mi risulta meno chiaro sia il motivo per il quale vadano sovvenzionati a senso unico e sensa alcuna trasparenza decine di milioni di soldi pubblici in nome di una 'promozione turistica' che in realta' sovvenziona per la gran parte la possibilita', diventata diritto divino, (in questo caso) dei pugliesi di volare a €19.99.
Oltretutto se il gestore (di proprieta' pubblica) dello scalo, come nel caso di TPS, perde continuamente vagonate di milioni, allora lo trovo semplicemente inaccettabile.
Se si vuole accentuare il grande impatto economico 'sul territorio', allora che venissero sovvenzionati da chi ne trarrebbe questo enorme beneficio, e cioe' da quello che sostieni, i privati.
 
Ryanair vuole tra i 6 e gli 8 Euro a pax per imbarcare a TPS (vedi bilancio 2014 citato in altro thread). Se non glieli danno, non imbarca nessuno, quindi il numero di pax a TPS sarà 0.

Lo stato italiano chiede 9 Euro a pax per imbarcare a TPS (non di tasse o diritti, ma proprio di gabelle addizionali e imposte su tasse e diritti, cose per cui al pax non ritorna indietro alcuna controprestazione).

Domanda, perché i 6-8 Euro scontati a FR hanno un effetto (1,4-1,8 mln di pax aggiuntivi) e i 9 Euro aggiunti dallo stato non dovrebbero avere l'effetto opposto (ridurre il potenziale di traffico)?

Ed ovviamente, TPS è esemplificativo, in tutti i piccoli aeroporti regionali l'effetto di quel macigno fiscale sarà esattamente lo stesso, e cioè comprimere la domanda di traffico, ridurre i fattori di riempimento, rendere alcune rotte, se non tutte, ingiustificabili economicamente, e quindi la chiusura del piccolo aeroporto in questione.

Ripeto, se io volessi fare chiudere tutti i piccoli aeroporti, diciamo quelli da meno di 2 mln di pax annui, alzerei l'addizionale a 20 Euro a pax, da domani chiuderebbero tutti.

Continui a perorare la tua opinione personale spacciandola per verità. Ogni frase ha un se o una supposizione o una domanda. Non un dato concreto su flussi e/o bilanci.
Vale anche per i post successivi a quello qui sopra che ho quotato.

Le tasse aeroportuali sono spiccioli, non cambiano affatto né le scelte di Ryanair, né quelle dei passeggeri.
Relativamente a Ryanair: come già ti ho scritto sopra, basta che incassi i suoi milioni di euro e delle tasse dei pax non gliene può fregare di meno.
Relativamente ai passeggeri: fatti un giro ad Ibiza la prossima estate; vedi che tipo di servizi vengono offerti e quanta fxxa gira. Prova a prenderti un bicchiere di sangria in spiaggia e vedi quanto costa (e osserva quante ne vendono!!!!).
Poi dopo una settimana prendi un bel volo per Trapani, e vedi se c'è differenza.

Se poi verrai ancora a scrivere che qualche euro di tassa d'imbarco è determinante per il turismo siciliano, giuro che alzo bandiera bianca.
 
Ultima modifica da un moderatore:
Se poi verrai ancora a scrivere che qualche euro di tassa d'imbarco è determinante per il turismo siciliano, giuro che alzo bandiera bianca.
Non ti abbattere cosi' facilmente.
La tesi di aledeniz che TPS non e' ai livelli di AGP e PMI per colpa di Roma e Palermo la porta avanti da parecchio ormai. Secondo lui tutto e' dovuto in nome di una non meglio precisata enorme potenzialita' che viene tarpata dai cattivoni al governo. TPS e' un investimento a fondo perduto che ha il dovere di essere sostenuto in eterno. Ora l'addizionale sulla tassa d'imbarco e' l'ultimo cavallo di battaglia.
Ovviamente anche le decine e decine di milioni che gli italiani hanno gia regalato ad Airgest negli ultimi anni sono giustificati in nome di tutto cio'.
Anzi, come ci ha gentilmente fatto notare, dovremo anche alzare le tasse ai Romani, Milanesi e Veneziani per permettere ad Airgest di poter continuare a regalare milioni agli irlandesi.
 
Non ti abbattere cosi' facilmente.
La tesi di aledeniz che TPS non e' ai livelli di AGP e PMI

PMO e CTA non sono ai livelli di AGP e PMI anche per via delle politiche fiscale sbagliate del governo italiano (e di quello siciliano che spesso fa pure peggio). Ho sottolineato anche.

Non ho mai affermato che Palermo, o figurarsi Trapani, non sia, turisticamente parlando, Malaga, o Palma, o Ibiza, perché per un paio d'anni le tasse aeroportuali di PMO o TPS sono state più alte di quelle di AGP, PMI o IBZ, ma invece noto, come ad esempio fanno anche i ricercato di DBR citati sopra, che a lungo andare la divergenza tra la pressione fiscale di aeroporti concorrenti nel settore turistico causa necessariamente un impatto strutturale. Non ho mai affermato che se il settore turistico della Sicilia Occidentale non è paragonabile a quello delle Baleari o della Costa del Sol, il 100% del problema, e la sua soluzione, sia da ricercarsi nella divergenza fiscale aeroportuale, ma ho invece notato che questa divergenza fiscale è una delle ragioni del differenziale di sviluppo turistico.

Se si vuole competere nel settore turistico, una delle cose che bisogna fare, una delle tante, è mantenere i costi aeroportuali inferiori a quelli dei concorrenti, che nel caso Siciliano (o Sardo, o Pugliese, o Calabrese, o Campano) sono appunto Baleari, Costa del Sol, Creta, Antalya, Dalaman, Rodi e via discorrendo. Non è ovviamente l'unico intervento che si dovrebbe fare, ce ne saranno altri, ma è una cosa a cui bisogna pensare. Altrimenti i politici, e la classe dirigente in generale, dovrebbero spiegare alla popolazione che l'intenzione del governo non è quella di incentivare il settore turistico.

Non possiamo avere politici che parlano di turismo come "petrolio del mezzogiorno" da un lato, e dall'altro che aumentano l'addizionale HB a €9 a pax imbarcato. È un comportamento schizofrenico.

Diverso sarebbe un discorso per cui si decidesse che in alcuni aeroporti addizionali da €20 o €200 a pax non hanno fondamentalmente un effetto negativo per l'economia locale (vedi il caso Australiano, come anche Londra o i principali aeroporti tedeschi), mentre per altri, che competono per un diverso tipo di traffico, questo tipo di addizionale non venisse previsto. Il problema è però come distinguere tra i diversi tipi di aeroporti.
 
Il problema é che mantenere un aeroporto ha dei costi, e sarebbe interessante sapere chi questi costi li deve sostenere.
 
Mi sembra un articolo un po vago e confuso ma vista la testata lo metto
http://vincenzochierchia.blog.ilsol...regione-puglia-blocca-i-contributi-a-ryanair/

Perchè Emiliano (Regione Puglia) blocca i contributi a Ryanair

Michele Emiliano, governatore-sceriffo. Già magistrato antimafia in prima linea in Sicilia, Emiliano ha bloccato la delibera che avrebbe dovuto dare i via libera ai contributi per l’attività Ryanair nella regione, ovvero più di 30 voli tra Bari e Brindisi e 3 milioni di passeggeri l’anno. L’accordo di finanziamento marketing a Ryanair, peraltro da tempo sotto la lente dei magistrati baresi, era stato uno dei cardini del programma di rilancio del turismo della Giunta di Niki Vendola. La delibera all’esame della Giunta regionale a fine anno è stato così messa nel congelatore da Emiliano che avrebbe pure espresso di suo disappunto per essere stato scarsamente informato. E’ probabile che la prima tranche dei fondi, poco più di 13 milioni per l’attività Ryanair da ottobre 2014 a dicembre 2015 venga versata alla compagnia ma per il futuro Emiliano ha detto che occorrerà una gara per i servizi di marketing che vedono il concorso diretto della società Aeroporti di Puglia. Verrà così rimodulato un accordo pluriennale stimato in circa 60 milioni? Probabile un contenzioso legale in vista con la compagnia low cost irlandese che sta valutando il da farsi. Intanto a Bari si fanno varie ipotesi. Tra le altre ci sarebbe la presunta volontà di Emiliano di appoggiare una alleanza strategica con lo scalo di Napoli-Capodichino e con il fondo F2i a far da protagonista visto l’intreccio anche con Sea (Malpensa, Linate e una quota di Orio al serio-Bergamo). In Lombardia i rapporti con Ryanair, in posizioni leader nel trasporto aereo nazionale, sono molto buoni. Ma Emiliano potrebbe giocare una importante partita a Sud. In vista di Matera 2019 sono stati rinsaldati i legami con la città lucana e Paolo Verri dirige sia l’operazione Matera che Pugliapromozione. In Basilicata è poi previsto un nuovo scalo aereo. La Campania deve rilanciare l’aeroporto di Salerno-Pontecagnano che dista poco da Potenza. La Puglia, dal canto suo, potrebbe investire anche sugli scali aerei di Foggia e Taranto. Occorre quindi un cambio di strategia che sostenga una strategia di importanti investimenti nel business turistico su ampia scala. Una inversione di tendenza per quella via pugliese allo sviluppo turistico che ha fatto tanto parlare dei sè? Più che di inversione di tendenza potremmo parlare di una fase due, di un salto di qualità, che ha come protagonisti investitori importanti. Senza dimenticare che il ruolo di dirigente del settore turismo del Mibact è toccato a Francesco Palumbo per anni cardine delle politiche turistiche della Regione Puglia.



 
invece noto, come ad esempio fanno anche i ricercato di DBR citati sopra

Questa frase sintetizza perfettamente la ragione per cui ogni tanto sembra che ce l'abbiamo con te: i ricercatori di Deutsche Bank non dicono che la fiscalità aeroportuale causa uno squilibrio competitivo tra aeroporti concorrenti nel settore turistico, ma tra aeroporti maggiori e scali regionali. Hai cioè storpiato quanto detto da qualcuno in modo tale da corroborare le tue tesi. Se non sbaglio vivi in Inghilterra, sono sicuro tu conosca quindi la gravità di una simile condotta (da quelle parti si viene espulsi dalle università per molto meno).

Che questo avvenga per superficialità o per malafede non lo so, ma ti ripeto che non è la prima volta che succede e che la cosa non è accettabile. Se scrivi sul tuo blog puoi scrivere quel che ti pare, ma se scrivi qui ti devi adeguare a degli standard qualitativi minimi.

Tra l'altro nello stesso intervento escludi poi la possibilità di confrontare il caso italiano con quello australiano, quando invece quest'ultimo è molto più adatto ad indagare il fenomeno di cui parli visto che lì il succo del discorso ruota attorno al trasferimento dal settore turistico a quello non turistico della pressione fiscale.

E' infine bizzarro come nei tuoi copia-incolla caserecci sfuggano documenti molto più interessanti ad indagare il ruolo della fiscalità aeroportuale, come per esempio l'analisi del Ministero delle Infrastrutture olandese sul tema della Air Passenger Tax (http://www.kimnet.nl/sites/kimnet.nl/files/effects-of-the-air-passenger-tax.pdf) o lo studio di PwC commissionato dalle compagnie aeree britanniche sulla Air Passenger Duty (http://corporate.easyjet.com/~/media/Files/E/Easyjet-Plc-V2/pdf/content/APD-study-full.pdf).
 
Non ti abbattere cosi' facilmente.
La tesi di aledeniz che TPS non e' ai livelli di AGP e PMI

PMO e CTA non sono ai livelli di AGP e PMI anche per via delle politiche fiscale sbagliate del governo italiano (e di quello siciliano che spesso fa pure peggio). Ho sottolineato anche.

Non ho mai affermato che Palermo, o figurarsi Trapani, non sia, turisticamente parlando, Malaga, o Palma, o Ibiza, perché per un paio d'anni le tasse aeroportuali di PMO o TPS sono state più alte di quelle di AGP, PMI o IBZ, ma invece noto, come ad esempio fanno anche i ricercato di DBR citati sopra, che a lungo andare la divergenza tra la pressione fiscale di aeroporti concorrenti nel settore turistico causa necessariamente un impatto strutturale. Non ho mai affermato che se il settore turistico della Sicilia Occidentale non è paragonabile a quello delle Baleari o della Costa del Sol, il 100% del problema, e la sua soluzione, sia da ricercarsi nella divergenza fiscale aeroportuale, ma ho invece notato che questa divergenza fiscale è una delle ragioni del differenziale di sviluppo turistico.

Se si vuole competere nel settore turistico, una delle cose che bisogna fare, una delle tante, è mantenere i costi aeroportuali inferiori a quelli dei concorrenti, che nel caso Siciliano (o Sardo, o Pugliese, o Calabrese, o Campano) sono appunto Baleari, Costa del Sol, Creta, Antalya, Dalaman, Rodi e via discorrendo. Non è ovviamente l'unico intervento che si dovrebbe fare, ce ne saranno altri, ma è una cosa a cui bisogna pensare. Altrimenti i politici, e la classe dirigente in generale, dovrebbero spiegare alla popolazione che l'intenzione del governo non è quella di incentivare il settore turistico.

Non possiamo avere politici che parlano di turismo come "petrolio del mezzogiorno" da un lato, e dall'altro che aumentano l'addizionale HB a €9 a pax imbarcato. È un comportamento schizofrenico.

Diverso sarebbe un discorso per cui si decidesse che in alcuni aeroporti addizionali da €20 o €200 a pax non hanno fondamentalmente un effetto negativo per l'economia locale (vedi il caso Australiano, come anche Londra o i principali aeroporti tedeschi), mentre per altri, che competono per un diverso tipo di traffico, questo tipo di addizionale non venisse previsto. Il problema è però come distinguere tra i diversi tipi di aeroporti.
 
classic289, sono tutti numeri che supportano la tesi generale che piu' voli=piu' passeggeri=piu' spesa nel territorio di arrivo.
Credo che questo non lo nega nessuno. E' evidente che i voli Ryanair portano piu' persone (sia outbound che incoming) da/per lo scalo su cui opera.
Quello che invece mi risulta meno chiaro sia il motivo per il quale vadano sovvenzionati a senso unico e sensa alcuna trasparenza decine di milioni di soldi pubblici in nome di una 'promozione turistica' che in realta' sovvenziona per la gran parte la possibilita', diventata diritto divino, (in questo caso) dei pugliesi di volare a €19.99.
Oltretutto se il gestore (di proprieta' pubblica) dello scalo, come nel caso di TPS, perde continuamente vagonate di milioni, allora lo trovo semplicemente inaccettabile.
Se si vuole accentuare il grande impatto economico 'sul territorio', allora che venissero sovvenzionati da chi ne trarrebbe questo enorme beneficio, e cioe' da quello che sostieni, i privati.

Sulla prima parte sono d'accordo con te. Potrebbe (e dico potrebbe) essere opportuno fare una gara pubblica. Tuttavia credo possano sorgere alcuni problemi:

1) E' difficile trovare una compagnia che abbia una tariffa media di 46€ (e quindi un basso costo del viaggio per i turisti). Gia Easy ha prezzi medi del 75% più alti (80 eur prezzo medio bagaglio escluso *bilancio 2014). Per non parlare delle major. E maggiori sono i prezzi dei trasporti minore è l'incentivo ad andarci in vacanza o a spenderci.
2)La notorietà della compagnia finanziata aumenta l'efficacia dell'offerta turistica. E' più facile che un turista sappia dell'esistenza di un volo di una compagnia nota che di una compagnia nata da 3 mesi.
3) (conseguenza di 1 e 2) E' necessario trovare una compagnia che riesca a garantire certi volumi.

sulla seconda parte:

Il grosso problema degli italiani (checco zalone docet) è che certe spese pubbliche sono accettate solo se c'è un diretto tornaconto personale (ovviamente non mi riferisco a te AZ209, ma in generale).
Il turismo estero certamente non arricchisce direttamente le tasche di tutti i pugliesi, indirettamente però lo fa, eccome. Ma la limitatezza mentale di certe persone non permette di capire che ogni euro in più speso da uno "straniero" (estero o italiano non pugliese) va ad aumentare il pil regionale e la bilancia commerciale della regione. Più lo "straniero" spende, più le strutture ricettive guadagnano, e a loro volta spendono sul territorio. Inoltre l'incasso regionale tramite tasse aumenta. Insomma un bel circolo vizioso che dopo tanti giri finisce nelle tasche di tutti.
Quanto detto sopra cozza con quanto affermi:
Se si vuole accentuare il grande impatto economico 'sul territorio', allora che venissero sovvenzionati da chi ne trarrebbe questo enorme beneficio, e cioe' da quello che sostieni, i privati.

Posto che alla fine la situazione migliora (indirettamente) per tutti allora se il principio è questo allora togliamo:

1)gli incentivi alle rinnovabili
2)gli incentivi alle ristrutturazioni edilizie
3)gli incentivi alle biomasse
4)gli incentivi sui mobili della casa
5)gli incentivi agli infissi
6)gli incentivi alle rottamazione dei veicoli (ora non ci sono più)
7)i fondi perduti per i viticoltori
8)i fondi perduti per gli agriturismi
9)ecc ecc ecc

e facciamolo pagare ai privati tramite aumento della loro specifica tassazione. Soprattutto pechè in questo caso parliamo di diverse decine di MILIARDI e non di poche decine di MILIONI.

Per concludere: il mio pensiero personale è che tante polemiche (prive di fondamento) vengono fatte solo perchè non c'è un beneficio personale.
Per di più se c'è uno studio di qualche istituzione che certifica il beneficio per la comunità (non l'ho letto ma sembra che la regione ne disponga) viene addirittura rifiutato senza addurre qualche altra campana che dimostri il contrario.
 
Questa frase sintetizza perfettamente la ragione per cui ogni tanto sembra che ce l'abbiamo con te: i ricercatori di Deutsche Bank non dicono che la fiscalità aeroportuale causa uno squilibrio competitivo tra aeroporti concorrenti nel settore turistico, ma tra aeroporti maggiori e scali regionali. Hai cioè storpiato quanto detto da qualcuno in modo tale da corroborare le tue tesi. Se non sbaglio vivi in Inghilterra, sono sicuro tu conosca quindi la gravità di una simile condotta (da quelle parti si viene espulsi dalle università per molto meno).

"Although the aviation tax was a one-off measure, the after-effects are still being felt at the regional airports."

A me pare chiarissimo che i ricercatori della DBR affermino esattamente quanto io congetturi, e cioè che l'eccessiva imposizione fiscale abbia un impatto strutturale sullo sviluppo del traffico aereo, addirittura anche quando queste misure sono una tantum.

Tutta questa malafede o superficialità non la vedo.
 
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Per concludere: il mio pensiero personale è che tante polemiche (prive di fondamento) vengono fatte solo perchè non c'è un beneficio personale.
Per di più se c'è uno studio di qualche istituzione che certifica il beneficio per la comunità (non l'ho letto ma sembra che la regione ne disponga) viene addirittura rifiutato senza addurre qualche altra campana che dimostri il contrario.

Secondo me, e ne discuto da almeno 6 anni, il problema è un altro: quando si parla di piccoli aeroporti, molti naturalmente pensano ad esempi magari geograficamente vicini a loro, che so PMF, ALL, BZO, VBS, FRL, che sono effettivamente difficili da giustificare. Il fatto che senza rotte internazionali i turisti a BRI/BDS come AHO/OLB, a PMO/TPS, a CTA/CIY e via di questo passo, e nei rispettivi bacini non ci arrivano, a mio avviso non viene sufficientemente considerato.

Tra l'altro, non è detto che si debba per forza fare turismo. Si possono sviluppare altri settori, ma a quel punto bisogna che la classe dirigente ce lo dica chiaro e tondo. Quello che hanno detto in Sicilia Occidentale invece è stato: "vi apriamo l'aeroporto, arriveranno turisti, investite nel turismo e nell'ospitalità". Migliaia di persone hanno investito tutti i loro averi, hanno fatto debiti per i prossimi decenni, ora è sinceramente difficile comprendere un Crocetta che eventualmente venga a raccontare "abbiamo scherzato" e si metta a bastonare i pax per fare cassa.
 
@classic
Mi fermo alla prima parte del tuo post. Vorrei che ti fosse chiaro un concetto, che è quello della OBBLIGATORIETÀ della gara pubblica se si vogliono elargire contributi. Lo impone una direttiva europea.
Sul discorso prezzo medio di 46€, questo non vuol dire nulla: si devono rendere note le condizioni e permettere a tutti gli interessati di partecipare. Tra le condizioni, c'è l'importo che si elargisce e la richiesta dei numeri che si vogliono fare. Sta al vettore garantire i numeri se vuole vedere i soldi. Banalmente, il meccanismo è questo. E non è detto che non possano partecipare altri attori.
Così non fosse, diciamo chiaramente che la collettività deve pagare per fare in modo di fare viaggiare i propri concittadini a quattro spiccioli, ma non meniamo il can per l'aia del contributo al turismo.
 
Stato
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