Fiumicino, test dopo i roghi ma per i passeggeri è record
IL SISTEMA AEROPORTUALE CRESCE PIÙ DELLA MEDIA NAZIONALE E ANCHE CIAMPINO VANTA RISULTATI DI ECCELLENZA. IN ARRIVO FORTI INVESTIMENTI PER INCREMENTARE I VOLUMI, MENTRE SI GUARDA CON INTERESSE ALL’EFFETTO GIUBILEO CHE NELLA PRECEDENTE EDIZIONE REGISTRÒ UN PRIMATO Oliviero Baccelli* Roma G li ultimi mesi hanno messo a dura prova il sistema aeroportuale della capitale, ma in realtà saranno i prossimi quelli delle effettive prove di maturità. Infatti, Fiumicino è stato vittima sia di un incendio al molo D, che ha comportato la chiusura per cinquanta giorni di una parte vitale dello scalo nel periodo di alta stagione fra giugno e luglio, sia di una serie di roghi al di fuori del perimetro dello scalo. Il risultato è stato un coro di proteste da parte delle compagnie aeree. Alcune di queste come Ryanair hanno temporaneamente dovuto riallocare parte dei voli su Ciampino, mentre altre, come Easyjet, il secondo vettore per numero di passeggeri a Fiumicino, hanno deciso di modificare le proprie strategie di medio periodo annunciando la chiusura della base sullo scalo, che a partire da aprile 2016 sarà servito solo con voli in partenza dal altre basi nazionali ed internazionali e accusando l’organizzazione dell’aeroporto di non offrire un’adeguata esperienza di viaggio ai propri passeggeri. Alitalia, per voce dell’amministratore delegato, recentemente dimissionario, ha quan-tificato in oltre 80 milioni di euro il danno subito a causa della necessità di riproteggere i passeggeri su altri
voli e per le riconsegne dei bagagli non effettuate in aeroporto bensì con corrieri. In questo contesto così difficoltoso, in realtà nei primi otto mesi dell’anno il traffico ha continuato a crescere in maniera superiore rispetto alla media nazionale (+4,4%) sia a Fiumicino (+5,2%) sia a Ciampino (+ 21,8%), raggiungendo punte di traffico che per il “primario hub internazionale”, definizione del Piano Nazionale degli Aeroporti varato dal Consiglio dei Ministri a fine agosto, hanno significato valori di oltre 155.000 passeggeri al giorno e la previsione di superare i 40,5 milioni di passeggeri per l’anno in corso. Gli investimenti in atto per l’ammodernamento dello scalo sono particolarmente consistenti e mirano a completare un piano di sviluppo previsto sin dal 1994, ma attuato a gran rilento sino alla firma della Convenzione fra la società concessionaria e i diversi Enti vigilanti del dicembre 2012. L’obiettivo è di arrivare al 2021 ad una capacità di gestire sino a 50 milioni di passeggeri, grazie alla realizzazione di nuove aree di imbarco (A, E, F, J), al completamento del nuovo Terminal 4, all’estensione del Terminal 1 e alla riqualifica del Terminal 3 con un nuovo avancorpo. Entro la fine di quest’anno si prevede anche che sia completato un nuovo sistema di smistamento bagagli al T1, in grado di gestire sino ad 11.000 valigie l’ora, una nuova viabilità di accesso all’area arrivi e la riqualifica della pista di volo numero 3, per un investimento di circa 315 milioni di euro, al netto dei costi della ricostruzione del Molo D. In sintesi, i cantieri sono attivi in ogni angolo dello scalo, ma se anche nel prossimo quinquennio dovessero esser confermati i tassi di crescita del 2014 (+6,4%) e quelli previsti per il 2015 (oltre il +5%) potrebbero non esser sufficienti a rispondere alle esigenze di sviluppo del traffico, soprattutto tenendo conto della importante stagionalità e delle punte di traffico giornaliere che caratterizzano lo scalo in coincidenza con i grandi eventi, come quelli previsti nei prossimi mesi del Giubileo. E’ bene ricordare come nel 2000, anno del Giubileo proclamato da Giovanni Paolo II, il traffico crebbe del 9,4% a Fiumicino e del 20,9% a Ciampino. Inoltre, l’attuale percentuale dei passeggeri che utilizzano il principale scalo quale hub di transito in coincidenza fra un volo e l’altro è limitata al 25%, ma è chiaramente un obiettivo strategico per il vero rilancio di Alitalia, di incrementare in modo significativo questo valore. * Direttore Certet Bocconi I cantieri sono attivi in ogni angolo dello scalo di Fiumicino, ma potrebbero non esser sufficienti a rispondere alle esigenze di sviluppo del traffico
(28 settembre 2015)
http://www.repubblica.it/economia/a...i_roghi_ma_per_i_passeggeri_record-123898557/
Fiumicino, arrivano nuovi soci il raddoppio ancora un rebus
LE TRATTATIVE CON IL FONDO SOVRANO DI ABU DHABI E CON I CINESI DI GINGKO POTREBBERO ARRIVARE AL CLOSING ENTRO L’ANNO MA ORA TORNA NEL MIRINO IL MEGAINVESTIMENTO PER PORTARE LA CAPIENZA DI FIUMICINO A 100 MILIONI: OCCHIO AL TRAFFICO Luca Iezzi Roma S orpresa. Niente tracollo, anzi è andata bene. Per l’aeroporto di Fiumicino l’estate degli incendi, dei black out, dei terminal che funzionavano a singhiozzo e della lite con Alitalia con annessa richiesta di danni per 80 milioni, si chiude con un aumento del 4,7% dei passeggeri (a cui si aggiunge un +25% di Ciampino favorito dagli spostamenti di voli di luglio dallo scalo principale). Un traffico che continua a salire nonostante tutto tanto da confermare una crescita del 7% nel numero dei passeggeri per il secondo anno consecutivo, portando il totale stimato a fine 2015 tra i 47 e i 48 milioni. Rimane il fatto che l’incendio scoppiato nel terminal 3 la notte tra il 6 e il 7 maggio oltre ad aver menomato l’attività del principale scalo nazionale per tre mesi, riesce ancora a produrre effetti finanziari pesanti, se non sul bilancio 2015, di certo sulle prospettive future dell’intero gruppo Adr. Sta tornando alla normalità il rapporto con il principale cliente- partner, Alitalia, dopo il minimo storico vissuto a fine luglio quando l’ad Silvano Cassano minacciò di abbandonare lo scalo e quantificò in 80 milioni i danni subiti dalla compagnia. Proprio l’uscita dell’ad ha calmato le acque e l’ipotesi di regolare i conti con Adr
in tribunale è passata abbastanza in fondo alla lista delle priorità. La presenza di Luca Cordero di Montezemolo è considerata importante anche dai soci italiani rimasti nel capitale per chiudere la parentesi della contrapposizione. Almeno è su questa convinzione che Atlantia, controllore di Adr e tuttora azionista di Alitalia, sta continuando la sua ricerca di partner per assicurare capitali e visibilità internazionali alla società. D’altronde se la crescita del traffico e delle opportunità arrivano quasi tutte dall’Asia (vicina e lontana) anche gli interlocutori finanziari mostrano le stesse caratteristiche. Il programma di cedere il 30% del capitale è confermato e senza “l’estate troppo calda” i fondi infrastrutturali avrebbero già chiuso. Su tutti resta in campo l’ipotesi di un ingresso di Adia, il fondo sovrano di Abu Dhabi che controlla Etihad è ancora in corsa per il 15%, mentre per l’altra quota resta alto l’interesse dei capitali cinesi di Gingko. Sono in corso gli incontri decisivi e nel giro di uno-due mesi si arriverà al closing. Adr, nei colloqui dei mesi scorsi, è stata presentata agli investitori extra-Ue anche come il veicolo ideale per aggredire altri aeroporti in Europa, anche se adesso il focus è più sul recupero del terreno perduto a Roma: il piano d’investimenti per il miglioramento delle strutture esistenti procede, ma il vero scoglio è il master plan da 11 miliardi che dovrebbe portare a Fiumicino del futuro ad una ricettività potenziale di 100 milioni di passeggeri l’anno, raddoppiandosi a Nord dell’attuale infrastruttura. L’Enac ha ricevuto la documentazione a fine giugno, il presidente Vito Riggio giovedì scorso ha ribadito di considerare il progetto indispensabile: «Nel 2017 alla fine dell’intero ciclo di interventi su Fiumicino sud avremo una capacità di 55 milioni di passeggeri. A quel punto il Paese dovrà decidere: si ferma a 55 milioni o, vista la concorrenza che abbiamo di aeroporti come Madrid o Istanbul, decidiamo di avere un altro aeroporto a nord di Fiumicino ». In realtà il Paese, tramite lo sblocca-Italia di Monti del 2012 ha già deciso, però il fronte anti raddoppio è molto ampio. Abbraccia a livello locale e nazionale associazioni ambientaliste, gli agricoltori locali e gli abitanti che già ora lamentano i disagi per continui decolli e atterraggi. La polemica ha subito assunto toni arroventati: oltre costi ambientali e paesaggistici (dove l’Enac sta appena iniziando le valutazioni) si aggiungono gli interessi economici con il sindaco Pd di Fiumicino, Esterino Montino che ha attaccato anche i Benetton, azionisti di Atlantia, accusandoli di voler speculare sui terreni del comune laziale. Una grana già esplosa per il Partito democratico nazionale e la maggioranza di governo in generale che per il momento aspetta l’evolversi della situazione. Anche perché ci sono ragioni industriali che non necessariamente spingono per un via libera immediato al raddoppio. L’evoluzione del business, con le compagnie low cost che rappresentano la maggioranza dei clienti del gestore romano anche a Fiumicino, ormai hanno reso obsoleta l’ipotesi di un terzo scalo della capitale dove concentrare questa domanda aggiuntiva. Ipotesi non del tutto scartata dalla politica locale. Resta il fatto che Adr non ha interesse a imbarcarsi in un’opera costosa sulla semplice speranza che il traffico si materializzi solo perché esiste l’infrastruttura. Uno sforzo eccessivo metterebbe fuori mercato le tariffe praticate agli operatori. Piuttosto deve succedere il contrario, rispondendo con gli investimenti ad una domanda che cresce. Il trend del +7% del traffico di questi due anni sono destinati a ridursi gradatamente e la sola razionalizzazione della Fiumicino esistente, frutto di un patchwork di 40 anni d’interventi stratificati garantisce margini di potenziamento adeguati per altri 5 anni. Poi bisognerà farsi trovare pronti ed aver già deciso quanto e dove si può crescere. Con i soliti punti critici: la ricettività turistica, l’impegno possibile delle Olimpiadi del 2024 e il gap nei collegamenti dei mezzi pubblici tra la capitale e l’aeroporto. Con il sospetto che la politica possa fare più danni del fuoco
(28 settembre 2015)
http://www.repubblica.it/economia/a..._soci_il_raddoppio_ancora_un_rebus-123898798/