Cortina, piano per riaprire l’aeroporto
I fondi da una cordata di imprenditori
Il governatore Zaia: «Favorevole»
Costituito il comitato, la richiesta è stata già presentata all’Enac. Il sindaco: «Attendiamo la risposta»
CORTINA D’AMPEZZO (Belluno) Un aeroporto a Cortina per velivoli turboelica da una trentina di posti, che arrivino e ripartano rapidamente fino a cinque volte al giorno e che trasformino di fatto l’epicentro del turismo dolomitico d’élite in una destinazione a portata di weekend dalle città italiane e dalle capitali europee. E’ tornata in superficie da alcune settimane un’idea famosa per il suo andamento carsico ma che questa volta pare sostenuta da basi più solide. Ne ha accennato Roberto Napoletano, direttore del Sole 24 Ore, l’altra sera, dal palco di «Una montagna di libri», e lo ha confermato ieri Fabrizio Carbonera, pilota civile e promotore di un comitato che si è formato da pochi mesi e che va sotto il nome di «Cortinairport». Al suo interno vi sono soprattutto imprenditori veneti di varia estrazione che sulla base di un faldone già pronto, ricco di rendering e studi tecnici in attesa di approvazione da parte dell’Enac, sembra abbiano già dato disponibilità ad investire e stiano pensandoci seriamente. Carte top secret, naturalmente, ma con un perimetro progettuale già abbastanza definito.
Si tratta, in sintesi, di ripristinare i 1.290 metri della pista di Fiames, chiusa negli anni Settanta dopo un paio di tragici incidenti («ma dovuti ad errori dei piloti», si affretta a ricordare Carbonera), ed allungarla fino a 1.600 metri. «Le caratteristiche degli aerei di oggi non sono quelle di quarant’anni fa, per decollare ed atterrare bastano 500 metri – aggiunge – il resto sono tutti margini di sicurezza ». Del resto la piattaforma originaria è già autorizzata per un carico di sedici tonnellate per ruota, dal punto di vista meccanico basterebbe soltanto rattoppare le buche. Cortinairport, tuttavia, intende andare oltre. Ad esempio creando dei sottopassaggi per garantire la continuità delle piste di fondo, ed ispirarsi al modello dei molti piccoli scali fra le valli innevate della Norvegia. Agili, rapidi e sicuri grazie a sistemi di avvicinamento radio molto sofisticati. «Abbiamo intenzione di usare tecniche messe a punto da studi della Nasa e dell’università del Nebraska e che dovrebbero consentire una normale fruizione della pista nelle condizioni meteo tipiche di Cortina». L’Enac non si è ancora pronunciata ma pare vi siano buone possibilità di un assenso. E poi sulle carte aeronautiche la pista di Fiames, nome in codice «Lidi», c’è ancora, pure se con l’indicazione «abbandonata».
I promotori sognano una Cortina, l’unica fra le città del circuito mondiale, finalmente dotata di un aeroporto per i campionati di sci del 2021, con giocatori di golf che giungono in volo giusto per prendere parte ad un torneo, oppure sciatori che, come accade a Courchevel, in Francia, planano su una striscia con una pendenza del quindici per cento, aggrappata ad un fianco della montagna, e trovano subito, appena oltre l’aerostazione, uno skilift che li attende. Il sogno, appunto. Ma facendo due conti? A spanne l’investimento vale una decina di milioni, cifra che, detta così, non pare impossibile. Poi c’è la gestione, e qui, a regime, si prevede l’operatività di quaranta neoassunti. In quanto ai tempi, il comitato è certo che se domani il Comune, proprietario della pista, e l’Enac dessero il via libera, già nella prossima estate ci sarebbe traffico aereo. «Avete idea – prosegue Carbonera - cosa vorrebbe dire partire da Milano ed essere a Cortina in quaranta minuti, invece che in sei ore di automobile? O da Roma, Parigi o Londra?». «A me pare del tutto fuori bersaglio», è però il giudizio senza appello di Enrico Marchi, presidente di Save, cioè uno che di aeroporti ne capisce. «Non nascondo che circa otto anni fa anche noi avevamo fatto un pensierino alla pista di Cortina ma economicamente l’impresa non regge, al di sotto del milione di passeggeri l’anno un aeroporto fallisce. Basta vedere, senza far troppa strada, la storia del «San Giacomo di Bolzano».
Dunque la Perla delle Dolomiti è destinata a rimanere prigioniera dei limiti della rete stradale che c’è? «Non necessariamente. A Fiames – conclude Marchi – io vedrei bene una elisuperficie molto tecnologica in grado di gestire i voli anche in notturna». Va detto comunque che se il tema del servizio aereo su Cortina questa volta prende corpo in modo più deciso è anche per la necessità di riposizionamento dell’offerta turistica. «In questi ultimi anni è cambiato qualcosa – riconosce Gherardo Manaigo, presidente dell’associazione albergatori – e abbiamo capito che dobbiamo essere molto più rivolti all’Europa». Anche il sindaco di Cortina, Andrea Franceschi, conferma che la fase del chiacchiericcio è stata superata e attende una risposta tecnica dall’Enac per il prossimo autunno. «Aspettiamo di vederla e poi ragioniamo. Sistemare la pista è qualcosa di semplice che possiamo fare con le nostra forze ma per la gestione occorre un bando europeo. Nella speranza che, come spesso accade nelle gare pubbliche, su Cortina non scendano degli avventurieri».
Il presidente del Veneto, Luca Zaia, si dice «assolutamente favorevole» alla realizzazione di un aeroporto a Cortina d’Ampezzo. «Vista la bella esperienza di Asiago - spiega - che adesso può contare su uno scalo aeroportuale da diporto attrattivo, che dà ossigeno all’Altipiano, penso che effettuare un analogo intervento a Cortina, dove non sarebbe necessario buttare giù nessuna montagna, potrebbe dar vita ad un più ampio progetto di rivitalizzazione: sia perché avremmo un target di clientela più elevato, sia per realizzare un network di piccoli aeroporti in Veneto, in grado di innescare un circolo virtuoso di tour sul territorio. E poi, con la candidatura ai Mondiali di sci del 2021, potremmo avere un elemento di forza in più». Riguardo aa Cortina, Zaia intanto anticipa:«Vi stupiremo con effetti speciali, con il nostro treno delle Dolomiti. Il progetto va avanti, sulla falsariga di quanto fatto in Val Venosta: voglio valorizzare la tratta in termini di intermodalità, tra treno, auto, bici, infrastrutture e interconnessione tra piste ciclabili e trasporto su gomma - spiega -. Faremo una garetta stralciata solo per questo tratto, con il tracciato che non verrà modificato, ma migliorato. Elettrificarlo sarà difficile, ma si va verso una locomozione non inquinante, per cui, magari, saranno possibili altre alternative»
25 agosto 2015
© RIPRODUZIONE RISERVATA
a questo link c'è anche un video "storico"
http://corrieredelveneto.corriere.i...-una-cordata-imprenditori-2301829834506.shtml
Credo sia questa la pista del Fu aeroporto delle Dolomiti.https://www.google.it/maps/@46.5715...4!1stHgIqIt9Ap9qZacnlnCizA!2e0!7i13312!8i6656
Certo la posizione orografica non è che sia agevolissima, anche ipotizzando lavori importanti.
I fondi da una cordata di imprenditori
Il governatore Zaia: «Favorevole»
Costituito il comitato, la richiesta è stata già presentata all’Enac. Il sindaco: «Attendiamo la risposta»
CORTINA D’AMPEZZO (Belluno) Un aeroporto a Cortina per velivoli turboelica da una trentina di posti, che arrivino e ripartano rapidamente fino a cinque volte al giorno e che trasformino di fatto l’epicentro del turismo dolomitico d’élite in una destinazione a portata di weekend dalle città italiane e dalle capitali europee. E’ tornata in superficie da alcune settimane un’idea famosa per il suo andamento carsico ma che questa volta pare sostenuta da basi più solide. Ne ha accennato Roberto Napoletano, direttore del Sole 24 Ore, l’altra sera, dal palco di «Una montagna di libri», e lo ha confermato ieri Fabrizio Carbonera, pilota civile e promotore di un comitato che si è formato da pochi mesi e che va sotto il nome di «Cortinairport». Al suo interno vi sono soprattutto imprenditori veneti di varia estrazione che sulla base di un faldone già pronto, ricco di rendering e studi tecnici in attesa di approvazione da parte dell’Enac, sembra abbiano già dato disponibilità ad investire e stiano pensandoci seriamente. Carte top secret, naturalmente, ma con un perimetro progettuale già abbastanza definito.
Si tratta, in sintesi, di ripristinare i 1.290 metri della pista di Fiames, chiusa negli anni Settanta dopo un paio di tragici incidenti («ma dovuti ad errori dei piloti», si affretta a ricordare Carbonera), ed allungarla fino a 1.600 metri. «Le caratteristiche degli aerei di oggi non sono quelle di quarant’anni fa, per decollare ed atterrare bastano 500 metri – aggiunge – il resto sono tutti margini di sicurezza ». Del resto la piattaforma originaria è già autorizzata per un carico di sedici tonnellate per ruota, dal punto di vista meccanico basterebbe soltanto rattoppare le buche. Cortinairport, tuttavia, intende andare oltre. Ad esempio creando dei sottopassaggi per garantire la continuità delle piste di fondo, ed ispirarsi al modello dei molti piccoli scali fra le valli innevate della Norvegia. Agili, rapidi e sicuri grazie a sistemi di avvicinamento radio molto sofisticati. «Abbiamo intenzione di usare tecniche messe a punto da studi della Nasa e dell’università del Nebraska e che dovrebbero consentire una normale fruizione della pista nelle condizioni meteo tipiche di Cortina». L’Enac non si è ancora pronunciata ma pare vi siano buone possibilità di un assenso. E poi sulle carte aeronautiche la pista di Fiames, nome in codice «Lidi», c’è ancora, pure se con l’indicazione «abbandonata».
I promotori sognano una Cortina, l’unica fra le città del circuito mondiale, finalmente dotata di un aeroporto per i campionati di sci del 2021, con giocatori di golf che giungono in volo giusto per prendere parte ad un torneo, oppure sciatori che, come accade a Courchevel, in Francia, planano su una striscia con una pendenza del quindici per cento, aggrappata ad un fianco della montagna, e trovano subito, appena oltre l’aerostazione, uno skilift che li attende. Il sogno, appunto. Ma facendo due conti? A spanne l’investimento vale una decina di milioni, cifra che, detta così, non pare impossibile. Poi c’è la gestione, e qui, a regime, si prevede l’operatività di quaranta neoassunti. In quanto ai tempi, il comitato è certo che se domani il Comune, proprietario della pista, e l’Enac dessero il via libera, già nella prossima estate ci sarebbe traffico aereo. «Avete idea – prosegue Carbonera - cosa vorrebbe dire partire da Milano ed essere a Cortina in quaranta minuti, invece che in sei ore di automobile? O da Roma, Parigi o Londra?». «A me pare del tutto fuori bersaglio», è però il giudizio senza appello di Enrico Marchi, presidente di Save, cioè uno che di aeroporti ne capisce. «Non nascondo che circa otto anni fa anche noi avevamo fatto un pensierino alla pista di Cortina ma economicamente l’impresa non regge, al di sotto del milione di passeggeri l’anno un aeroporto fallisce. Basta vedere, senza far troppa strada, la storia del «San Giacomo di Bolzano».
Dunque la Perla delle Dolomiti è destinata a rimanere prigioniera dei limiti della rete stradale che c’è? «Non necessariamente. A Fiames – conclude Marchi – io vedrei bene una elisuperficie molto tecnologica in grado di gestire i voli anche in notturna». Va detto comunque che se il tema del servizio aereo su Cortina questa volta prende corpo in modo più deciso è anche per la necessità di riposizionamento dell’offerta turistica. «In questi ultimi anni è cambiato qualcosa – riconosce Gherardo Manaigo, presidente dell’associazione albergatori – e abbiamo capito che dobbiamo essere molto più rivolti all’Europa». Anche il sindaco di Cortina, Andrea Franceschi, conferma che la fase del chiacchiericcio è stata superata e attende una risposta tecnica dall’Enac per il prossimo autunno. «Aspettiamo di vederla e poi ragioniamo. Sistemare la pista è qualcosa di semplice che possiamo fare con le nostra forze ma per la gestione occorre un bando europeo. Nella speranza che, come spesso accade nelle gare pubbliche, su Cortina non scendano degli avventurieri».
Il presidente del Veneto, Luca Zaia, si dice «assolutamente favorevole» alla realizzazione di un aeroporto a Cortina d’Ampezzo. «Vista la bella esperienza di Asiago - spiega - che adesso può contare su uno scalo aeroportuale da diporto attrattivo, che dà ossigeno all’Altipiano, penso che effettuare un analogo intervento a Cortina, dove non sarebbe necessario buttare giù nessuna montagna, potrebbe dar vita ad un più ampio progetto di rivitalizzazione: sia perché avremmo un target di clientela più elevato, sia per realizzare un network di piccoli aeroporti in Veneto, in grado di innescare un circolo virtuoso di tour sul territorio. E poi, con la candidatura ai Mondiali di sci del 2021, potremmo avere un elemento di forza in più». Riguardo aa Cortina, Zaia intanto anticipa:«Vi stupiremo con effetti speciali, con il nostro treno delle Dolomiti. Il progetto va avanti, sulla falsariga di quanto fatto in Val Venosta: voglio valorizzare la tratta in termini di intermodalità, tra treno, auto, bici, infrastrutture e interconnessione tra piste ciclabili e trasporto su gomma - spiega -. Faremo una garetta stralciata solo per questo tratto, con il tracciato che non verrà modificato, ma migliorato. Elettrificarlo sarà difficile, ma si va verso una locomozione non inquinante, per cui, magari, saranno possibili altre alternative»
25 agosto 2015
© RIPRODUZIONE RISERVATA
a questo link c'è anche un video "storico"
http://corrieredelveneto.corriere.i...-una-cordata-imprenditori-2301829834506.shtml
Credo sia questa la pista del Fu aeroporto delle Dolomiti.https://www.google.it/maps/@46.5715...4!1stHgIqIt9Ap9qZacnlnCizA!2e0!7i13312!8i6656
Certo la posizione orografica non è che sia agevolissima, anche ipotizzando lavori importanti.
