Eccoci all’OT. Questa è la hall dell’albergo.
E ci attende un goloso benvenuto in stanza.
Vista della città dalla mia stanza al 37° piano.
Abu Dhabi è molto diversa rispetto a Dubai.
Andiamo in spiaggia. Sullo sfondo vedete i due grattacieli del nostro hotel, situato alla Corniche.
Questa è la spiaggia.
Questo il mare.
Era strapieno di italiani e di famiglie con tanti nanerottoli al seguito, che per fortuna stavano in piscina. In spiaggia c’era solo il rumore della musica house mixata real time dal diggéi.
Questa è la città vera e propria. Assolutamente anonima. Devo dire che, avevdo visitato in passato Dubai, è stata una delusione. Non c’è proprio confronto!
Facciamo un’escursione pomeridiana nel deserto, con cena.
In Sardegna ti sbarra la strada sovente un gregge di pecore, qui di dromedari.
Eccoli in fila.
Arriviamo alle dune.
Se non s’è capito, io adoro i deserti
.
Arriviamo al campo. Il cuoco prepara la cena.
E questa è la tavolata.
Vista dall’alto.
Se magna?
Intanto fa buio e ci godiamo lo spettacolo.
In giro per Abu Dhabi.
Emirates Palace, l’hotel per chi ha da spendere un po’ di fiches vinte giocando a tombola con la nonna il giorno di Natale.
Questo è l’ingresso ufficiale.
Qui i semafori durano una vita!
Pubblicità Etihad. Qui usano molto fare i coundown.
L’Emirates Palace dal mio hotel.
Vista al tramonto dalla terrazza dell’hotel.
Unici grattacieli un po’ interessanti architettonicamente, benché di notte non vi sia alcun gioco di luci. Dubai, ripeto, è altra cosa.
Un giretto all’isola di Yas. Il Famoso Ferrari World da lontano.
Porticciolo di Yas.
Il circuito di F1.
Siamo sulla rotta degli atterraggio. L’aeroporto è qui vicino.
L’Hotel Viceroy in fondo a destra. Molto carino.
Al ritorno scatto al volo questa foto: sulla sinistra vedete l’HQ di Etihad, sulla destra gli edifici dove vivono gli equipaggi. Le costruzioni sono tutte nei pressi dell’aeroporto, che è vicino all’isola di Yas e a circa 30/40 minuti dalla città.
Andiamo a visitare la moschea.
Eccola dall’esterno.
E’ molto moderna, costruita negli anni ’60 del 900, ma comunque interessante da vedere.
Ingresso.
Può contenere fino a 45.000 persone.
Entriamo all’interno. Non hanno badato a spese: i marmi vengono da Carrara, i lampadari da Venezia, la lana con cui sono stati fatti i tappeti dalla Nuova Zelanda.
E questo è l’orologio che indica gli orari precisi in cui bisogna pregare. Si prega 5 volte al dì. Solo al mattino c’è flessibilità e si prega non ad un orario specifico ma in un range temporale (nello specifico 4:46 – 6:09).
Interni.
Andiamo al mercato dei datteri.
E poi facciamo un giro nel porticciolo dei pescatori (50 anni fa AUH era davvero un villaggetto di pescatori).
Le nasse per pescare.
Vista panoramica.
Questa è la coniche, strada a 4 corsie per senso di marcia, realizzata 10 anni fa con promenade per passeggiare (si riempie solo la sera quando scende la temperatura). Per costruirla hanno dovuto sottrarre spazio a mare e spiaggia, rifatta importando sabbia dall’Algeria.
Questo è tutto. Come scritto, mi aspettavo un po’ di più. Sarei voluto andare ad Al Ain, ma non c’è stato il tempo.
..... Aspettiamo ansiosi la nuova configurazione ...!!! Complimenti ancora!!
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