[TR] Un RTW, una penisola,un branco di matti!


Bravo Gian, belle foto. Non queste, quelle altre.

Di queste, però, mi soffermerei sulla seguente:

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"VOLATILE"? Lol :D

DaV
 
Gian e Un mitico! Un eroe Di altri tempi. Per chi mi conosce sa che mi vivo e opero da clandestino percio la storia della machina come in Tanti altri posti e frontiere gha fatto cagar solo l'amico che gaveva Paura Di accendere la sigaretta. Mi gero passa nello stesso punto con un altra machina e un altro passaporto 3 giorni fa

Cosa sta faccendo Sokol una volta partito tu! Xe anda trova Denisa al suo bar, amica Di tanta gente qua sul forum, poi so anda da mi mamma e poi boh niente, forse gho Mena' la brocca tutto il tempo finche in aeroporto a TIA mi vedo Sabrina Ferilli e tacco bottom con ea. Tanto bea e carina e gavemo parla per un bel po. Niente aria. Mi son gia inamora de novo per lenprossime due ore.

Volo Turkish e Istanbul che XE un altro matto che mi aspetta con una Effes in mano.
 
Fantastico....come sempre...Sokol non mollare...bellissima Cattaro (Kotor)...peccato non siate andati al museo dei gatti....gestito da un Veneziano che vive li da 20 anni...stranissima Mostar, vista così è diversissima da quella che ho visto io ad agosto, piena di negozi e turisti....con tantissimi ricordi della guerra....avete pure fotografato l'isola di Perasto, dove sotto la chiesetta sono conservati i Gonfaloni della Repubblica di Venezia....bravi bravi....aspetto il seguito....

Antonio
 
Mah, strana sensazione: sarà che su quel cobus che sta passando dietro, mentre mi sto imbarcando sul 737 Turkish per Ist, c’è qualcuno che ha scoperto le gioie della vita? Naaa, ma facciamo finta di crederci, che lo facciamo contento…

Un passo indietro: perché mi faccio traviare sempre, perché? Perché basta che uno mi dica “Pechino”, e io abbocco immediatamente? Forse perché quel “Pechino” è il tragitto meno logico per viaggiare dall’Italia al Canada, questo deve essere il motivo: le cose più allettanti sono le più stupide, è risaputo. E se quel “Pechino” te lo dice un amico caro, bè, la miscela è esplosiva. Per farla breve, durante una sessione skype notturna, stremato dall’eroico ma vano tentativo di difendere le mie miglia, vengo ingolosito dall’amico di cui sopra: “ Per tornar indrio, mi quasi quasi vago per la Cina, xè massa facile pasar per l’Atlantico”. Mi scappa un “vengo anch’io!”” che non ha nessun senso, nessuna logica. E sento la mia voce che dice volando: “Vengo anch’io , ci troviamo a Istanbul, facciamo insieme il viaggio fino a Victoria, mi fermo da te un paio di giorni e torno via Londra, mandami i tuoi biglietti che prendo gli stessi voli”. Fatta! Così, Sokol e io, pur non completamente sugli stessi tragitti, ci facciamo un rtw.
Così, dopo essere tornato dalla due giorni di Lubiana, la settimana successiva dopo mi imbarco da Malpensa con l’amata Turkish.

Desolante, chissà ancora per quanto Mxp dovrà essere così.



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Il volo è il TK 1876 delle 18,55 con arrivo a Ist alle 22,45. Imbarco regolare, non caotico, nonostante gli assistenti di terra decidano di fare entrare tutti senza osservare la divisione in gruppi stampata sulla carta di imbarco. Il 737 è pienissimo in ogni ordine e grado: un’A/V mi conferma che sarà sostituito dall’A330, a breve.
Con l’aereo pieno zeppo inizia il balletto di trolley e borse che qualcuno vorrebbe sfidassero il concetto di impenetrabilità dei corpi, e il gran lavoro degli A/V per riporli.
Lui ad esempio ha tentato l’impossibile, rischiando di sfondare la cappelliera. Sottolineava i suoi sforzi con altissimi grugniti, uno spettacolo d'uomo!








Viene servita la cena, di cui non ho foto, ma è il caprone che si trova su TK con contorno di pseudo patate che ricordano il pellet, come consistenza e temperatura. Come gusto non lo so, non ho ancora assaggiato il pellet. A/V gentili e professionali. Una in particolare, anche se non fosse stata gentile e professionale era lo stesso: Miss Mondo, anzi, assolutamente fuori concorso. Per la foto possiamo metterci d’accordo.

Volo uneventful e arriviamo a Ist in perfetto orario, ma ai remotissimi: il tragitto fino al terminal è infinito, mi godo il panorama di tutta la zona cargo. Scusate per la pessima qualità della foto. Anzi di tutte le foto: mi sono dimenticato la macchinetta a casa, le ho fatte con lo smartphone.







Lo sbarco è comunque molto tranquillo, sono in transito dunque rimango in zona sterile, non devo fare particolari controlli.
Certo che qua siamo su un altro pianeta: pieno, vivace, via vai continuo. Anzi, denuncia il suo sottodimensionamento ogni volta di più che mi capita di passarci. Chissà se il nuovo aeroporto, il 3° della città, sarà veramente pronto per il 2016.







Un’ora dopo arriva Sokol, da Tia: riprendiamo i discorsi interrotti una settimana prima:







Poco tempo per cazzeggiare, andiamo subito al gate, l’imbarco sta aprendo: TK 0020 parte all’1,00 con arrivo stimato per le 16,05 a Pek.







Nella fila da tre abbiamo prenotato un finestrino e un corridoio, nella speranza di viaggiare più comodi con una poltrona vuota in mezzo. Ma quando mai: ci si fionda un simpatico ragazzo cinese, seduto in mezzo a noi non prima di aver divorato un campo d’aglio!
Il 777 è pieno, ma non completamente: solo per spirito di abnegazione mi tuffo alla ricerca di un posto più comodo per il nostro caro amico, lo trovo, ritorno, glielo spiego, glielo indico e lo accompagno. Tutto in apnea. Bene, sono contento, ritorno di fianco a Sokol…







Con le lacrime agli occhi vorrei tornare dal mio bff cinese.
Ci aspettano circa 9 ore di volo, e intanto si è accumulato un po' di traffico: davanti a noi tredici aerei al decollo.







Anche questo tragitto è tranquillo, senza turbolenze intense. Ed anche qua il menù propone caprone, ma viriamo su altro, che non doveva essere memorabile: infatti non ricordo più cosa ho preso. Sokol stramazza in un sonno profondo, ma la medicina nella birra fa i suoi effetti:

dorme







improvvisamente scoppia a ridere







ripiomba nel sonno







riesplode a ridere






con qualche altro intermezzo:






Passa il tempo e siamo qua:






Per inciso, in pratica questa è l’unica funzione che utilizzo dell’Ife: airshow e info sul volo. Raramente guardo un film, mi porto sempre il mio Ife personale:







Circa un’ora e mezza prima dell’arrivo viene servita la colazione







Gustosa, una specie di focaccia, champignons o qualcosa di simile con peperone piccantissimo e pomodoro: a posto!

Siamo arrivati a Pek: questo signore si dimostra come sempre un gran mezzo.







Dobbiamo solo transitare, tra poco più di un’ora abbiamo un altro volo, per Vancouver con Air Canada, motivo per cui cui non abbiamo il visto: per transiti fino a 72 ore non è necessario.







Prima tappa ad un desk per l’emissione della carta d’imbarco, dato che Air Canada non mi consente il check on line: la signorina ci fa perdere una buona mezz’ora, incolpando i pc…

continua…
 
Epico, è un thread epico, tipo uno spaghetti western di Sergio Leone. Sento già la colonna sonora di sottofondo.

Davvero, finora i tre "pezzi" sono divertenti e interessanti. Scanzonato quello di Sokol, cultural-balalaika quello di Dan, quasi boccaccesco quello di Falkux.

DaV
 
Un generale :super: a tutti gli autori e commentatori di questo TR. :wine:
 
Per chi fosse impaziente di sapere come si è concluso questo viaggio, allego una foto trovata nella scheda di memoria della macchina fotografica di Gian.

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Siamo ancora a Pek, ci affrettiamo dopo la perdita di tempo al desk dei transiti. Il tempo rimasto non è molto, e non potremmo contare su un’eventuale riprotezione: i nostri biglietti sono emessi separatamente per ogni tratta.

Arriviamo ad un controllo intermedio



La fila non è disumana. Il tempo dedicato ad ogni passeggero si.
Non capiamo perché qualcuno, dopo esame approfondito, viene rimandato indietro. E’ il nostro turno: l’omino vuole vedere le carte d’imbarco, tutto regolare. Si, ma del volo precedente. Ma come, e se l’avessi gettata? Infatti, annegata tra gli altri documenti non la trovo subito. Non c’è problema, si accontenta di quella di Sokol che fa valere anche per me. Controllo accuratissimo, non c’è che dire.
Andiamo di gran fretta al gate, AC 030 Pek - Yvr è già aperto.

Il 767 non è pieno. Anzi, è mezzo vuoto. Ci spostiamo e ci mettiamo all’uscita di emergenza. Scambiamo due chiacchiere con una simpaticissima A/V, che mossa a compassione dalle nostre condizioni ci riempie di vino. Letteralmente e continuamente senza soluzione di continuità.
Sarà per l’ebbrezza, sarà per la stanchezza, sarà per quel che volete voi, il mio amico si lascia andare a ineffabili racconti di conquiste balcaniche, narra di giovani vergini che si concedono al solo passaggio suo e di quell’altro Rodolfo Valentino dei poveri che lo accompagna, di splendide nonché ricchissime ragazze di ottima famiglia che mollano tutto pur di seguirli in capo al mondo.
Si, insomma:




Vabbè, concentriamoci sull’air show, và…





e su qualche particolare dell’aereo, facendo due passi notturni








Torno al mio posto in tempo per la colazione, che Sokol santifica proseguendo l’ininterrotto rito eucaristico. Come i barboni della stazione.





Anche questo volo liscio come l’olio. Nota di merito per gli AA/VV, oltre che friendly molto professionali e solleciti.
A Vancouver, in transito per Victoria, trovo l’addetta all’Immigration più arrogante della storia, maleducata al limite dell’abuso. Che come di prammatica mi spedisce al Secondary Immigration check, non digerendo che mi fermi in Canada solo tre giorni. Ma non sarò solo: anche Sokol, pur dotato di passaporto canadese, subisce la stessa sorte. Per la cronaca, al Secondary veniamo liquidati in due minuti due.

AC 8069 già aperto da tempo, mentre corriamo sentiamo chiamare i nostri nomi, siamo gli ultimissimi a salire sull’Dash 8 per Victoria, strapieno.
Bene, siamo arrivati a Victoria: come al solito grande accoglienza a casa di Sokol, nota di merito per Carol (per chi non la conosce, la martire che sopporta Sokol), e la sua splendida famiglia.

Il giorno dopo, mentre siamo ancora all’aeroporto di Victoria a fotografare delle persone anziane, si palesa un altro matto che è pronto a sciropparsi qualche ora di volo pur di stare un po’ con gli amici: grande Kenadams!






Sosta ristoratrice





E a casa, dove ancora una volta il comitato d’accoglienza dà il meglio di se stesso:







Si: quel fagotto indistinto lì sotto è Daniel!

Che dire: tutto concentrato in pochi giorni, ma sono soste che fanno tanto bene, momenti potenzialmente da ripetere strappando i quarti d’ora al menage quotidiano per potersi permettere una full immersion tra amici!

Daniel intanto si è trasformato definitivamente in un gommone, con Elia nella parte dello scafista





Il giorno dopo siamo ancora all’aeroporto di Victoria ad accompagnare Daniel che rientra a SFO: alla prossima, chissà dove!




Mentre io proverò il traghetto fino a Vancouver, per poi andare a YVR e da lì fare ritorno in Italia: un’ora e 45 minuti di traversata da Swartz Bay a Tsawwassen.
La giornata non è un granchè, ma questi posti sono sempre uno spettacolo!







Dopo aver fatto qualche foto sul ponte, rientro…ma cosa ci fa qua Malboroli??





Sbarco, autobus fino allo Skytrain, che in meno di dieci minuti mi porta all’aeroporto







dove scopro che il mio volo BA 84 è ritardato di 50 minuti





Va bene lo stesso, YVR è talmente bello che un’oretta in più qua la si passa volentieri, se si è in giro per vacanza.





continua...