M
mauro.
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Magari lo sapevate già, ma se non lo sapevate, preparatevi a stropicciarvi gli occhi. Nel sito della Faa - l’equivalente americano del nostro Enac, l’ente per la sicurezza dei voli - si legge che in aereo l’uso dei telefonini è un problema perché «un cellulare ha un raggio di trasmissione molto più ampio che a terra (per via della quota elevata, ndr) e potrebbe interferire con più celle», cioè con più ripetitori a terra.
Solo in un paragrafo successivo la Faa aggiunge che il divieto ha anche «altre ragioni» (sic!) come la «potenziale interferenza con i sistemi dell’aereo». Traduzione: quando la hostess a bordo vi chiede di spegnere il cellulare, vi racconta che lo fa per ragioni di sicurezza, ma in realtà il motivo vero potrebbe essere che non si vuol disturbare la rete mobile al suolo (forse sarebbero pochi a dar retta alla hostess se lei fornisse una motivazione così prosaica). Solo in seconda battuta c’è anche da evitare «potenziali» interferenze con i sistemi di bordo.
Per carità, se queste interferenze potenziali riguardano anche solo un caso su un miliardo, viva il principio di prudenza. Con la sicurezza non si scherza. Però sul sito della Faa compare un rapporto di due ispettori che scrivevano (stigmatizzando): abbiamo sentito suonare un cellulare in cabina di pilotaggio durante un decollo, il comandante lo aveva dimenticato acceso; e «lo squillo ha causato una distrazione fra i componenti dell’equipaggio nella fase di decollo».
Tutto qui? Il trillo è pericoloso perché distrae i piloti? E l’interferenza con le apparecchiature di bordo? I due ispettori non la citano. Zero.
Ripetiamo: non vogliamo indurre la gente a infischiarsi delle regole, ma una volta che il genio del dubbio esce dalla bottiglia non ci rientra più, e diventa lecito chiedersi se i presunti divieti di sicurezza siano (magari) solo bugie a fin di bene. Nel frattempo le norme su cellulari, smartphone, iPad eccetera si stanno sbriciolando, con modalità differenti da compagnia a compagnia. Ma come si spiegano queste differenze? Non si scappa: i cellulari rischiano di far precipitare gli aerei o no?
L’ingegner Carmine Cifaldi, direttore della Regolazione Navigabilità dell’Enac, osserva che «tutti gli studi dicono che l’uso dei telefonini sugli aerei non è pericoloso. Però non esiste garanzia al 100% che gli schermi non vengano saturati da qualunque livello di emissioni dei nuovi smartphone o tablet che escono sul mercato. Quindi, per prudenza, su molti velivoli il comandante ordina di spegnere gli apparecchi».
Spiega ancora Cifaldi: «Il problema è che il telefonino in quota deve usare molta potenza per agganciare la cella a terra. Se invece c’è un ripetitore a bordo, i cellulari possono usare una bassa potenza, e così non disturbano. Dal dicembre 2013 la Faa, imitata dagli enti europei, ha autorizzato l’uso dei cellulari, purché le loro emissioni siano molto basse». Però futuri super-smartphone con immagini in 3D o scarico ultraveloce di materiali multimediali rimetterebbero tutto in discussione.
Dal La Stampa 27/8/14
Solo in un paragrafo successivo la Faa aggiunge che il divieto ha anche «altre ragioni» (sic!) come la «potenziale interferenza con i sistemi dell’aereo». Traduzione: quando la hostess a bordo vi chiede di spegnere il cellulare, vi racconta che lo fa per ragioni di sicurezza, ma in realtà il motivo vero potrebbe essere che non si vuol disturbare la rete mobile al suolo (forse sarebbero pochi a dar retta alla hostess se lei fornisse una motivazione così prosaica). Solo in seconda battuta c’è anche da evitare «potenziali» interferenze con i sistemi di bordo.
Per carità, se queste interferenze potenziali riguardano anche solo un caso su un miliardo, viva il principio di prudenza. Con la sicurezza non si scherza. Però sul sito della Faa compare un rapporto di due ispettori che scrivevano (stigmatizzando): abbiamo sentito suonare un cellulare in cabina di pilotaggio durante un decollo, il comandante lo aveva dimenticato acceso; e «lo squillo ha causato una distrazione fra i componenti dell’equipaggio nella fase di decollo».
Tutto qui? Il trillo è pericoloso perché distrae i piloti? E l’interferenza con le apparecchiature di bordo? I due ispettori non la citano. Zero.
Ripetiamo: non vogliamo indurre la gente a infischiarsi delle regole, ma una volta che il genio del dubbio esce dalla bottiglia non ci rientra più, e diventa lecito chiedersi se i presunti divieti di sicurezza siano (magari) solo bugie a fin di bene. Nel frattempo le norme su cellulari, smartphone, iPad eccetera si stanno sbriciolando, con modalità differenti da compagnia a compagnia. Ma come si spiegano queste differenze? Non si scappa: i cellulari rischiano di far precipitare gli aerei o no?
L’ingegner Carmine Cifaldi, direttore della Regolazione Navigabilità dell’Enac, osserva che «tutti gli studi dicono che l’uso dei telefonini sugli aerei non è pericoloso. Però non esiste garanzia al 100% che gli schermi non vengano saturati da qualunque livello di emissioni dei nuovi smartphone o tablet che escono sul mercato. Quindi, per prudenza, su molti velivoli il comandante ordina di spegnere gli apparecchi».
Spiega ancora Cifaldi: «Il problema è che il telefonino in quota deve usare molta potenza per agganciare la cella a terra. Se invece c’è un ripetitore a bordo, i cellulari possono usare una bassa potenza, e così non disturbano. Dal dicembre 2013 la Faa, imitata dagli enti europei, ha autorizzato l’uso dei cellulari, purché le loro emissioni siano molto basse». Però futuri super-smartphone con immagini in 3D o scarico ultraveloce di materiali multimediali rimetterebbero tutto in discussione.
Dal La Stampa 27/8/14