MILANO - La trattativa tra Alitalia e sindacati confederali al ministero dei Trasporti su contratto collettivo nazionale e riduzione del costo del lavoro in azienda è stata interrotta alle 2.00 di stanotte senza essere conclusa. Lo riferiscono fonti sindacali, aggiungendo che al momento non è stata fissata una convocazione. Inoltre, le associazioni di categoria che rappresentano il personale navigante, Anpac, Anpav, Avia, parlano di una "situazione di stallo su tutti i tavoli".
E' così sospeso il rush finale per il matrimonio tra Alitalia ed Etihad, che deve passare prima da un accordo tra sindacati, compagnia e governo sul nodo degli esuberi, del costo del lavoro e dell'applicazione del contratto nazionale. Una notizia inattesa nel giorno in cui il ceo della compagnia di Abu Dhabi, James Hogan, è atteso a una conferenza stampa a Roma; il motivo è la presentazione del nuovo volo tra la Capitale e la città emiratina, ma il supermanager è pronto a prestarsi all'assalto dei cronisti. Secondo quanto riporta il Messaggero, intanto, ci sarebbe anche una data per firmare il contratto fra Alitalia e Etihad: venerdì 25 luglio, prima dell'assemblea di Cai che dovrà varare l'aumento di capitale da 250 milioni. Un'operazione nella quale le Poste, secondo socio con il 19,48%, potrebbero investire meno della quota di pertinenza (30 milioni sui 49 dovuti), mentre Intesa, Unicredit e probabilmente Atlantia potrebbero dover versare di più: circa 200 milioni per coprire l'inoptato, rispetto ai 102,4 a loro spettanti.
Ieri sembrava che si potesse arrivare a un'intesa rapida sul contratto collettivo nazionale e il taglio dei costi del lavoro, tanto che gli stessi sindacati avevano lasciato intendere che nella serata di ieri si firmasse un documento congiunti, che già nelle prime ore della giornata restava "solo da limare". "Sono stati affrontati tutti i temi", si diceva dopo gli incontri proseguiti tra la notte di lunedì e martedì sul piano di riduzione delle spese per il personale, dal quale Alitalia si attende risparmi per 31 milioni di euro per gli ultimi sei mesi del 2014. L'appuntamento doveva essere per il pomeriggio, quando sarebbe stata affrontata "la rilettura dei testi, una verifica e la stesura finale". Ma all'ultimo momento, c'è stato lo stop. Non è ancora chiaro il perché di questo blocco.
Il fronte dei lavoratori si era spaccato già, con la posizione critica della Cgil, sul nodo dell'accordo quadro per gli esuberi: l'ultima soluzione del governo sul punto prevede, su 2251 dipendenti in eccedenza, che 616 siano ricollocati nel perimetro aziendale, 681 esternalizzati entro il 31 dicembre prossimo, 954 posti in mobilità ma con la sperimentazione dei contratti di ricollocamento. Il sindacato guidato da Susanna Camusso è atteso proprio oggi a un chiarimento sulla sua posizione. Dovrebbe invece proseguire ancora a partire dalla tarda mattinata, dopo la sospensione decretata questa notte, il confronto tra azienda e piloti rappresentati dalle associazioni di categoria Anpac, Anpav, Avia, anche in questo caso sul costo del lavoro.
La soluzione tra le parti sociali sarebbe il passo definitivo dopo l'accordo raggiunto tra le banche e Alitalia sul nodo del debito. "Tra le banche c'è accordo unanime, siamo a posto", ha dichiarato lunedì sera l'amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni, lasciando il vertice tra la compagnia e gli istituti di credito a Milano. La soluzione sulla quale si è lavorato per la rinegoziazione dei 565 milioni di debito ha riguardato la cancellazione di un terzo dell'esposizione e la conversione in azioni dei restanti due terzi.
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