Alitalia: Air France pronta a salire al 50%


Stato
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ADR ha grosse responsabilita'. Parliamoci chiaro, si e' adagiata sugli allori negli ultimi 5 anni contando sul re-hub di AZ non effettuando pero' alcun investimento per migliorare le singergie con Alitalia per farlo minimamente funzionare sto hub.
Ora rischia di vedere seriamente ridimensionata (se non peggio) la presenza (e quindi investimento) di Alitalia sul proprio scalo e cominciano a farsela sotto.

Concordo con te andrea nel sottolineare ironicamente l'esempio di lungimiranza massima che ha dimostrato (ahime' per l'ennesima volta) Aeroporti di Roma.
non e' mancanza di lungimiranza ,e' che proprio non sono in grado
non ci arrivano, non e' cattiveria e' che per loro va bene cosi' pazienza se il resto d'europa va avanti , non c'e' nemmeno la testa figurati la mentalita'
 
Dipende molto dalle ragioni per cui si sceglie di volare con una determinata compagnia.
In molti casi è il fattore determinante è prezzo, e vedi "pazzi" cha fanno GOA - IST - NYC. In altri casi è la durata complessiva del viaggio, e allora le alternative dove non esistono i diretti sono la più varie. Poi ci sono quelli che scelgono in base alla qualità del prodotto e del servizio. E per finire ci sono quelli che scelgono una determinata compagnia per partito preso, anche se spendono di più e vengono trattati peggio.
Aggiungerei accordi aziendali e programmi fedeltà.
 
Alitalia, Calavia: Cda è andato bene, notizie su piano sono menzogne

Milano, 4 ott. (LaPresse) - Le indiscrezioni apparse su 'Il Messaggero' secondo le quali Air France avrebbe imposto un piano di ristrutturazione drastico in cambio di una sua partecipazione all'aumento di capitale di Alitalia sono "menzogne". A dirlo è stato il cfo di Air France Philippe Calavia lasciando il Cda di Alitalia a Milano accompagnato da Bruno Matheu. Ai giornalisti, Calavia ha detto che si tratta di una "smentita ufficiale". Quanto all'incontro di oggi, Calavia si è limitato a dire che "è andata bene". Secondo indiscrezioni di stampa, Air France-Klm, che detiene il 25% di Alitalia, sarebbe intenzionata a investire per salire nel capitale, ma chiederebbe anche il taglio di 4.000 posti di lavoro e un ridimensionamento di Fiumicino.
 

21:18 04/10/2013
*** Alitalia: Air France apre ad aumento capitale ma non sostituira' soci italiani

Lunedi' nuovo incontro con Governo Milano, 04 ott - Air France e' disponibile a crescere in Alitalia tramite l'apporto di mezzi freschi a vantaggio nella societa' e quindi non con operazioni che si riducano alla liquidazione delle quote dei soci italiani. E' l'indicazione raccolta da Radiocor da ambienti della compagnia d'Oltralpe, al termine dell'odierno cda Alitalia che si e' tenuto a Milano. Nel corso della riunione - a quanto si apprende da fonti vicine al consiglio - il cfo di Air France-Klm Philippe Calavia ha sottolineato che il gruppo franco-olandese non vuole essere considerato un'insidia per la compagnia italiana, di cui e' primo socio con il 25% e si e' detto dispiaciuto per le indiscrezioni di stampa su drastici tagli in quanto non veritiere (le ha poi bollato come "menzogne" parlando con i cronisti). Quindi, i consiglieri francesi abbiano votato contro l'aumento di capitale da 100 milioni di euro approvato dal cda lo scorso 26 settembre perche' lo ritengono insufficiente, ma questo non implica che la compagnia franco-olandese non intenda parteciparvi. Anzi, l'impressione data nel board e' che il socio francese possa fare la propria parte. Nell'opinione della fonte, inoltre, alcuni soci italiani potrebbero incrementare la propria quota in sede di ricapitalizzazione e un aiuto sull'inoptato potrebbe venire dalle banche. Di questo e degli altri aspetti legati al piano finanziario di Alitalia, il board tornera' a discuterne l'8 ottobre, martedi' prossimo, in attesa anche dell'esito della nuova riunione con il Governo, lunedi' 7 ottobre. L'auspicio e' quello di un intervento dell'esecutivo che agevoli una maggiore elasticita' nella gestione del debito con i fornitori, tra cui - come principale creditore - vi e' l'Eni. gli-mau 04-10-13 21:18:24

Corriere

 
Dunque, scusate, fatemi capire.
Sono dieci anni che AF tiene sotto scacco AZ, ci mette i soldi, fa il diavolo a quattro per prendersela e poi, non ha un piano?
Ci penseranno a cose fatte?
Un vero insulto all'intelligenza!
 
Dunque, scusate, fatemi capire.
Sono dieci anni che AF tiene sotto scacco AZ, ci mette i soldi, fa il diavolo a quattro per prendersela e poi, non ha un piano?
Ci penseranno a cose fatte?
Un vero insulto all'intelligenza!

Forse quello vero non si poteva rendere noto esplicitamente....
 
Alitalia, soci italiani tentati da resa a Stato, ma non sarà facile

giovedì 3 ottobre 2013 19:25

ROMA (Reuters) - Domani probabilmente sarà una giornata di analisi della situazione presso lo studio legale Erede e Bonelli.
Soci e amministratori di Alitalia [CAITLA.UL] dovranno discutere la difficile situazione della compagnia aerea, in crisi di liquidità e valutare fra le tante ipotesi che si stanno facendo a bassa voce - ricapitalizzazione con banche, concordato in attività, ingresso dello Stato - quale possa essere perseguita e quale offra una qualche prospettiva ai soci.
Roberto Colaninno, Atlantia, Banca Intesa oltre ai soci più piccoli dovranno anche valutare la complessa realtà dei rapporti che li legano con l'azionista francese. Gli accordi minuziosamente descritti nello statuto della compagnia aerea comunque li si guardi, nell'attuale situazione, consegnano il bastone di comando al socio finanziariamente più forte - malgrado le difficoltà del momento e la ristrutturazione in corso - e industrialmente più motivato: Air France-Klm.
INTENSE SETTIMANE
Sono già due settimane che i problemi della compagnia aerea sono tornati alla ribalta della cronaca dopo che il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi ha cercato di strappare impegni ai francesi anche nel corso di un incontro con il suo omologo d'oltralpe. Poi ci sono stati i cda di Air France e Alitalia. Si è infine aperto il tavolo con il ministero dello Sviluppo economico esteso poi al ministero dell'Economia e si è infine giunti a palazzo Chigi.
A tutto questo lavorio va aggiunto l'operato degli adviser finanziari, Banca Leonardo, e di Mediobanca che sta conducendo una due diligenze per conto dei francesi. Il tutto ha portato ad una serie di risultati che però vanno tutti in una direzione.
L'azienda ha stimato in circa 300 milioni il fabbisogno per riconvertirsi sull'intercontinentale. In realtà, secondo alcune fonti a conoscenza del dossier, il fabbisogno reale arriverebbe almeno a 500 milioni. Si potrebbe ridurre se Eni e Aeroporti di Roma decidessero di dilazionare i crediti alla compagnia aerea: il debito di Alitalia è stimato in circa 120 milioni contro una disponibilità di 128 milioni in cassa. Ma per il momento le due società non ci sentono. Si vedrà lunedì durante il prossimo incontro a Palazzo Chigi se avranno cambiato idea.
INCERTEZZA SOCIALE
Ma con le titubanze degli azionisti - che non hanno neanche sottoscritto per intero il prestito ponte e che devono ancora superare l'ostacolo dell'aumento di capitale deliberato di almeno 100 milioni e che va in assemblea il 14 ottobre - la strada del risanamento interno al momento non pare percorribile. Questo anche se Air France facesse la sua parte, sotto il profilo finaziario. E se si aggiungesse il contributo di Sace che potrebbe garantire dei crediti, circa 80 milioni, che la compagnia vanta da clienti venezuelani e e che sono per ora in attesa dell'ok dell'autorità locale che vigila sui trasferimenti di valuta. La garanzia Sace consentirebbe alle banche il finanziamento.
Così si è incominciato a pensare al chapter 11 all'italiana approvato lo scorso anno.
Ma a chiunque si parli di questa ipotesi risponde che "i tempi della procedura voluta dall'allora ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, appaiono troppo lunghi e comporterebbero rinunce troppo importanti, al momento, per i creditori che con uno slittamento dei pagamenti sopporterebbero perdite minori", come dice una fonte vicina agli azionisti italiani.
Lungaggini e costi al momento rendono impercorribile la strada anche perché probabilmente non tutti sono disposti ad avviare una procedura concorsuale, sia pure in attività. Ne potrebbero risentire anche gli affari principali degli azionisti.
I LIMITI DELLO STATUTO
Si è tornati così alla soluzione di sempre. L'intervento dello Stato, secondo formule e strumenti più vari: Cassa depositi e prestiti (Cdp) o i suoi fondi (il Fondo strategico o il Fondo infrastrutture). Qualcuno ha previsto anche l'intervento di Sace nel capitale, così come ha scritto questa mattina il Sole 24 Ore: alla compagnia pubblica di assicurazione per l'export non vogliono nemmeno commentar questa possibilità.
Ogni intervento sul capitale poi deve fare i conti con i limiti esistenti nello statuto e che presuppongono l'accordo di Air France e che - secondo quanto ha riferito un'altra fonte, anche questa coinvolta nella vicenda - "invece non guarda di buon occhio al piano di rilancio firmato dall'Ad Gabriele Del Torchio e prefigura un futuro per Alitalia da compagnia regionale".
Come in tutte le società, gli aumenti di capitale vanno in opzione e prelazione ai vecchi soci. Lo statuto di Alitalia prevede anche gli aumenti in deroga, ovvero per aumenti di capitale destinati esclusivamente ai nuovi soci. Ma per questi "è tuttavia necessario il voto favorevole di tanti soci che rappresentino almeno l'80% del capitale sociale", recita l'articolo 13. E Air France di Alitalia ha il 25%.
(Paola Arosio e Alberto Sisto)

http://borsaitaliana.it.reuters.com/article/businessNews/idITMIE99203L20131003?sp=true

Trovo assai rilevante la parte evidenziata. Senza il consenso di AF, non possono essere emesse nuove azioni in capo ad un nuovo socio entrante.
Significa che quest'ultimo prima deve rilevare (e pagare) le quote a qualcuno dei capitani, quindi fare approvare dal CDA una eventuale ricapitalizzazione che però immagino sarebbe pro-quota.
Credo che questo "dettaglio" chiuda la partita a favore dei francesi.




 
Ma in caso di mera cessione delle quote a soggetto subentrante dopo il 28, questa clausola non sarebbe violata.

Inoltre, questa clausola è riferita (in deroga), ad aumenti di capitale destinati esclusivamente ai nuovi soci.
 
Ma in caso di mera cessione delle quote a soggetto subentrante dopo il 28, questa clausola non sarebbe violata.
Infatti. Però significa che il subentrante innanzitutto deve comprare quote già esistenti (quindi c'è un esborso supplementare che con l'emissione di nuove azioni dedicate non ci sarebbe), in secondo luogo un eventuale ricapitalizzazione per la compagnia viene definita a posteriori dal CDA e non quantificata appunto da una eventuale emissione di nuove azioni dedicate al neo socio.
In soldoni, prendendo a valore di AZ l'attuale capitale sociale, se la Herzog spa volesse acquistare il 25% di AZ dovrebbe prima sborsare intorno a 170 M€ per l'acquisto dai soci, poi rimettersi alle decisioni del CDA per quanto riguarda un eventuale aumento di capitale. E siccome non credo che gli altri soci siano disponibili a raddoppiare o triplicare l'attuale capitalizzazione di AZ (come pure a veder drasticamente diluita la propria quota), ecco che il nuovo socio ha le mani parzialmente legate.
Chi si prenderebbe a mano una situazione del genere?
 

21:18 04/10/2013
*** Alitalia: Air France apre ad aumento capitale ma non sostituira' soci italiani

Lunedi' nuovo incontro con Governo Milano, 04 ott - Air France e' disponibile a crescere in Alitalia tramite l'apporto di mezzi freschi a vantaggio nella societa' e quindi non con operazioni che si riducano alla liquidazione delle quote dei soci italiani. E' l'indicazione raccolta da Radiocor da ambienti della compagnia d'Oltralpe, al termine dell'odierno cda Alitalia che si e' tenuto a Milano. Nel corso della riunione - a quanto si apprende da fonti vicine al consiglio - il cfo di Air France-Klm Philippe Calavia ha sottolineato che il gruppo franco-olandese non vuole essere considerato un'insidia per la compagnia italiana, di cui e' primo socio con il 25% e si e' detto dispiaciuto per le indiscrezioni di stampa su drastici tagli in quanto non veritiere (le ha poi bollato come "menzogne" parlando con i cronisti). Quindi, i consiglieri francesi abbiano votato contro l'aumento di capitale da 100 milioni di euro approvato dal cda lo scorso 26 settembre perche' lo ritengono insufficiente, ma questo non implica che la compagnia franco-olandese non intenda parteciparvi. Anzi, l'impressione data nel board e' che il socio francese possa fare la propria parte. Nell'opinione della fonte, inoltre, alcuni soci italiani potrebbero incrementare la propria quota in sede di ricapitalizzazione e un aiuto sull'inoptato potrebbe venire dalle banche. Di questo e degli altri aspetti legati al piano finanziario di Alitalia, il board tornera' a discuterne l'8 ottobre, martedi' prossimo, in attesa anche dell'esito della nuova riunione con il Governo, lunedi' 7 ottobre. L'auspicio e' quello di un intervento dell'esecutivo che agevoli una maggiore elasticita' nella gestione del debito con i fornitori, tra cui - come principale creditore - vi e' l'Eni. gli-mau 04-10-13 21:18:24

Corriere



è un periodo in cui le inversioni a u vanno molto di moda:)
 
Mi sa che che c'e un bel po di confusione

qui non e' che i francoolandesi vogliono rubarci la compagnia di bandiera e gli italiani difendono l'onore il tricolore e la pizza, visto che nessuno dei soci si sbraccia per prosciugare i conti in banca e ricapitalizzarla

Qui l'unico pretendente pronto a rilevarla , che avrebbe dovuto farlo a giorni, ha piu' di qualche problemino in casa, quindi si tratta di creare un ponte per fare in modo che ci sia continuita' e magari ripresa nei conti con la crescita del GDP e poi cederla, visto che nessun'altro a mezza intenzione di metterci soldi , dato che investire in italia e' tutt'altro che un affare

Giornali e tv fanno solo casino, per non parlare della politica da cui dipendono
 
Alitalia è sulla via del fallimento (e per alcuni è considerata già tale).

La precedente operazione di salvataggio è costata (allo stato) quasi 5 miliardi. Ora andrà, salvo novità, ai francesi per pochi spiccioli (e dovremo pure ringraziarli).

(Purtroppo) ci aspettano tempi duri.
 
è un periodo in cui le inversioni a u vanno molto di moda:)

Non e' un'inversione ad U.

In pratica hanno detto che se gli altri soci aumentano il capitale aggiungendo altre risorse, loro partecipano. Ben sapendo che e' improbabile. E anche se fosse gli altri soci butterebbero nel cesso il 75% dei nuovi capitali immessi, mentre loro investirebbero solo il 25% per poter continuare a succhiare i pax italiani prolungando l'agonia, impedendo ancora per un po' di tempo che in Italia possano formarsi/basarsi altri attori che gli diano fastidio e scaricando il 75% delle perdite ad altri. Probabilmente gli conviene.
 
Dopo le dichiarazioni del ns presidente del consiglio pare di intuire che la fusione coi francesi sia moolto vicina.
Resta da capire quanti quattrini dovranno versare gli italiani per avere una quota accettabile nella futura holding comune.
Caz deve abbattere circa 500 mln di debiti, e vediamo dove e come troveranno le risorse.
 
Mah.
Io so solo che in questo Paese un cavillo si trova per tutto. Anche per gli statuti capestro. Ne abbiamo viste di ben più complicate.

Non so come facciate a vedere come partners industriali corretti dei soggetti che negli ultimi 5 anni hanno forse taciuto eventuali scelte sbagliate che avrebbero portato dove volevano loro.
So, ma sono voci, che qualcuno, in caso di tagli pesanti al personale si è già andato ad informare se questa condotta sia lecita, dimostrabile e se ci si possa mettere su un giudizio.

Inoltre, anche se ci fossero differenze di vedute sullo statuto, converrebbe ad Af andare per le vie legali? Sai che perdita di immagine e come in futuro altri partners ci penserebbero due volte.

Dagli articoli dei link odierni, sembrerebbe che le disponibilità di FS siano maggiori di quelle di AF. E il Messaggero riporta le stesse notizie di Rainews.

Per la cronaca, dal Sole24ore di oggi: pare che il Fondo strategico, ad acquisizione di Ansaldo energia avvenuta, abbia affermato che si andrà verso una progressiva riduzione della sua presenza, a favore di Doohan.

http://www.ilmessaggero.it/ECONOMIA/alitalia_fs_air_france_zanonato_lupi/notizie/335238.shtml
 
Inoltre, anche se ci fossero differenze di vedute sullo statuto...
Lo statuto è chiarissimo e dice che serve almeno l'80% dell'azionariato per emettere strumenti finanziari. Termine che viene accuratamente definito e comprende azioni, obbligazioni convertibili e qualsiasi altra forma similare.
L'80 % delle quote serve anche per svariate altre operazioni.
Dulcis in fundo, aggiungo che c'è un articolo che sostanzialmente dice che le deliberazioni che possono pregiudicare i diritti dei possessori di azioni di categoria B (quelle di AF), devono essere approvate dall'assemblea speciale dei possessori di azioni di categoria B. Cioè da AF in persona.
Non sto scherzando...
 
Lo statuto è chiarissimo e dice che serve almeno l'80% dell'azionariato per emettere strumenti finanziari. Termine che viene accuratamente definito e comprende azioni, obbligazioni convertibili e qualsiasi altra forma similare.
L'80 % delle quote serve anche per svariate altre operazioni.
Dulcis in fundo, aggiungo che c'è un articolo che sostanzialmente dice che le deliberazioni che possono pregiudicare i diritti dei possessori di azioni di categoria B (quelle di AF), devono essere approvate dall'assemblea speciale dei possessori di azioni di categoria B. Cioè da AF in persona.
Non sto scherzando...

Non lo metto in dubbio.

Quindi in caso il governo avviasse il coinvolgimento FS rischierebbe una solenne brutta figura?
 
Stato
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