Alitalia: Air France pronta a salire al 50%


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Una cosa che non capisco, ipotizziamo che il debito di AZ venga "sanato" ridotto il personale cancellate un numero x di rotte deficitarie e AZ messa su un piatto d'argento ad AF, i francesi
mettono una navetta dall'Italia su CDG e AMS e cosa succede tutti volano via CDG o AMS ?
Già adesso non mi pare che succeda cosi', per andare verso oriente la gente continuerà a prendere EK, CX , SQ ecc ecc , a mio modo di vedere sarebbe un accordo lose-lose
pero' non sono un francese .....
chiudono subito malpensa e fiuimicino e tutti i voli vanno a CDG
a AMS si va solo a vedere i musei (si fa per dire...)
 
Una cosa che non capisco, ipotizziamo che il debito di AZ venga "sanato" ridotto il personale cancellate un numero x di rotte deficitarie e AZ messa su un piatto d'argento ad AF, i francesi
mettono una navetta dall'Italia su CDG e AMS e cosa succede tutti volano via CDG o AMS ?
Già adesso non mi pare che succeda cosi', per andare verso oriente la gente continuerà a prendere EK, CX , SQ ecc ecc , a mio modo di vedere sarebbe un accordo lose-lose
pero' non sono un francese .....
Chiudono tutte le rotte (o quasi) che non fanno capo a FCO. Eliminano AirOne, che ha prezzi da LC ma struttura di costo più o meno da major. Il LR probabilmente rimane simile all'attuale, vuoi come contentino per gli italiani, vuoi perché guadagna, vuoi perché in quella misura danneggia poco CDG e AMS.
Ne conseguirebbe una minore necessità di aerei e personale, ma i conti probabilmente migliorerebbero. Una rinegoziazione dei leasing ed una ristrutturazione del debito darebbero un certo respiro all'azienda, che seppur ridimensionata, sarebbe comunque più vicina ad una sostenibilità di quanto non sia ora.
Come poi scrissi qualche tempo fa, secondo me AFKL ha un guadagno tale dal federaggio e dai CS AZ, che potrebbe trovare conveniente accettare una piccola perdita sistematica da parte di AZ, pur di mantenere intatto l'attuale "aiuto" che gli italiani stanno dando nel riempire i WB franco-olandesi.
 
Chiudono tutte le rotte (o quasi) che non fanno capo a FCO. Eliminano AirOne, che ha prezzi da LC ma struttura di costo più o meno da major. Il LR probabilmente rimane simile all'attuale, vuoi come contentino per gli italiani, vuoi perché guadagna, vuoi perché in quella misura danneggia poco CDG e AMS.
Ne conseguirebbe una minore necessità di aerei e personale, ma i conti probabilmente migliorerebbero. Una rinegoziazione dei leasing ed una ristrutturazione del debito darebbero un certo respiro all'azienda, che seppur ridimensionata, sarebbe comunque più vicina ad una sostenibilità di quanto non sia ora.
Come poi scrissi qualche tempo fa, secondo me AFKL ha un guadagno tale dal federaggio e dai CS AZ, che potrebbe trovare conveniente accettare una piccola perdita sistematica da parte di AZ, pur di mantenere intatto l'attuale "aiuto" che gli italiani stanno dando nel riempire i WB franco-olandesi.
se non fosse per tutti i passeggeri che Alitalia gli passa sul LR AF klm sarebbe gia' fallita!
 
intanto cominciano i tagli:

Air France projette de supprimer 104 emplois à Nice en 2014.Publié le jeudi 03 octobre 2013 à 13h29

Un plan de restructuration national prévoit la réorganisation des personnels aux sol, pilotes, hôtesses et stewards d'Air France. 104 emplois pourraient être supprimés à Nice en 2014.

La direction d'Air France a annoncé la suppression de 2.800 postes en 2014 dans le cadre de nouvelles mesures de restructuration visant à redresser le groupe, en luttant notamment contre le sureffectif.

Ce sureffectif concerne au niveau national environ 350 pilotes, 700 hôtesses et stewards et 1.700 à 1.800 personnels au sol, selon les éléments fournis aux syndicats par la direction. Ces 2.800 nouvelles suppressions de postes viendront s'ajouter aux 5.122 déjà intervenues chez Air France entre 2012 et fin 2013.

Dans le détail, 104 emplois devraient être supprimés à Nice, et 188 à Marseille.

Une réunion avec les syndicats vendredi permettra d'examiner les modalités précises de ce plan entre les personnels (sol, pilotes, hôtesses et stewards) et leurs modalités (départs volontaires, non-remplacement des départs naturels, temps partiels, congés sans solde).

Selon la direction, la restructuration entamée en 2012 s'est déjà traduite par une nette amélioration des résultats au deuxième trimestre 2013.

D'avril à juin, Air France-KLM, 4e compagnie aérienne mondiale en chiffre d'affaires, a divisé par cinq sa perte nette, à moins 163 millions d'euros
 
Le banche hanno detto che metteranno i soldi solo se c'è un serio programma di investimento e sviluppo.
Se invece AF entra, di fatto AZ verrà ridotta a una piccola compagnia destinata a "servire" Parigi e Amsterdam.
Umilmente vedo le due posizioni in netto contrasto.
Secondo me a questo giro i soldi li mettono le banche italiane (magari attraverso qualche giro strano, tipo cartolarizzazioni o fondi di private equity. Scommessa difficile, ma non del tutto insensata.
 
Chiudono tutte le rotte (o quasi) che non fanno capo a FCO. Eliminano AirOne, che ha prezzi da LC ma struttura di costo più o meno da major. Il LR probabilmente rimane simile all'attuale, vuoi come contentino per gli italiani, vuoi perché guadagna, vuoi perché in quella misura danneggia poco CDG e AMS.
Ne conseguirebbe una minore necessità di aerei e personale, ma i conti probabilmente migliorerebbero. Una rinegoziazione dei leasing ed una ristrutturazione del debito darebbero un certo respiro all'azienda, che seppur ridimensionata, sarebbe comunque più vicina ad una sostenibilità di quanto non sia ora.
Come poi scrissi qualche tempo fa, secondo me AFKL ha un guadagno tale dal federaggio e dai CS AZ, che potrebbe trovare conveniente accettare una piccola perdita sistematica da parte di AZ, pur di mantenere intatto l'attuale "aiuto" che gli italiani stanno dando nel riempire i WB franco-olandesi.

E' proprio l'obiettivo che i ns patrioti stanno cercando di raggiungere invano da oramai 5 anni: raggiungere l'equilibrio dei conti per tenere per le palle i francesi.
Sarà la volta buona?
 
Alitalia, la storia si ripete

Bloccata sul nascere l'ipotesi d'aiuto da parte di una partecipata pubblica, come nel caso di Valtur


Sembra già di sentire il grido di allarme di Michael O’Leary: “Ue, attenzione, tornano gli aiuti di Stato per Alitalia!”. Da un momento all’altro il ceo di Ryanair potrebbe veicolare alle redazioni dei giornali uno di quei comunicati stampa che fanno trasalire il settore aereo e sono spunto di infinite repliche e contro-repliche. Per ora, comunque, si tratta di un falso allarme. L’ipotesi emersa oggi dai quotidiani su un potenziale intervento dello Stato tramite la Cassa depositi e prestiti (Cdp) sembra sia stata subito respinta dai vertici di quest'ultima. E’ una storia che si ripete, come quando, in occasione della crisi Valtur e in concomitanza con la procedura di amministrazione straordinaria, era stato tentato il passaggio del brand villaggistico sotto l’ala di Invitalia, partecipata pubblica. Anche in quel caso era stato lo stesso vertice della società a respingere la proposta al mittente. Curioso che politica e Alitalia siano, ancora una volta, così strettamente legati: ieri, al culmine della crisi di Governo, il premier Letta ha incontrato azionisti e banche per dirimere la delicata vicenda Alitalia prima di salire al Colle ed è tornato al tavolo nel pomeriggio per cercare una mediazione e convincere banche e fornitori a sostenere il vettore. Resta l’amarezza per quel risanamento della vecchia Alitalia, con la scissione tra bad e good company, inutile e non adeguato a far ripartire Cai. Un’amarezza che riguarda anche i numeri della compagnia aerea: la nuova Alitalia con un centinaio di aerei in meno della vecchia Az ha aumentato considerevolmente le perdite giornaliere, anziché contenerle. l.d.

(Guidaviaggi.it)
 
Mi sembra un'opinione (auspicio) personale della redazione di guidaviaggi piuttosto che un articolo che riporta fatti, come di solito fanno.
Mi chiederei come mai si schierano apertamente in questa maniera. Per carità è del tutto legittimo, solo pura curiosità la mia.
 
Non sono certo che l'ultima frase "la nuova Alitalia con un centinaio di aerei in meno della vecchia Az ha aumentato considerevolmente le perdite giornaliere, anziché contenerle" sia corretta, ma correggetemi se sbaglio.

Di certo, prima del 2009 vi era una compagnia sfaldata, con una flotta obsoleta e senza standards, personale demotivato, immagine fiacchissima e mission aziendale introvabile. Con CAI perlomeno gli standard di servizio sono migliorati, e cosi l'immagine della compagnia e l'organizzazione di molti fattori. Purtroppo, la sostenibilita' economica ancora manca, e questo alla fine pero' e' quello che conta. Puoi avere un servizio migliorato ma se non stai sul mercato, signori, sono dolori per tutti.
 
Sì ma cosa ci vorrebbe perché alitalia fosse competitiva? Ci sono ancora sprechi nella gestione del personale? O è più un problema di strategie relative a rotte e/ o gestione aeromobili?

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Non sono certo che l'ultima frase "la nuova Alitalia con un centinaio di aerei in meno della vecchia Az ha aumentato considerevolmente le perdite giornaliere, anziché contenerle" sia corretta, ma correggetemi se sbaglio.

Di certo, prima del 2009 vi era una compagnia sfaldata, con una flotta obsoleta e senza standards, personale demotivato, immagine fiacchissima e mission aziendale introvabile....

Per la prima parte, parlano i numeri.

Per la seconda, puoi dirmi, per favore, se ripeti un trito ritornello o hai dei dati da concreti da citare?
In particolare, sulla mancanza di standards, sei fuori strada. Continuare a fare di tutta l'erba un fascio e ripetere frasi fatte, non mi pare il massimo. E ti ricordo che si parla di standard anche per il PNT.
 
Da Il Messaggero di oggi, pag. 21

Alitalia, ecco il piano Air France: 4.000 tagli e Fiumicino dimezzato. Dopo la fumata nera nel summit da Letta Parigi prepara l’affondo

ROMA Air France affila le armi per il controllo di Alitalia. Sempre più convinta che il governo - dopo la fumata nera scaturita dal vertice a Palazzo Chigi con i principali soci italiani, i fornitori, le banche e la Cassa Depositi e Prestiti che si è opposta all’intervento - sia pronto a cedere le armi. Incapace di gestire o solo immaginare un’operazione per impedire che Alitalia diventi di fatto un vettore regionale e Fiumicino un hub di serie B. Sanno bene a Parigi che il tempo gioca a loro favore e che il 14 dicembre, quando si svolgerà l’assemblea per l’aumento di capitale, il fronte italiano, lasciato solo dallo Stato, non potrà opporsi. In cassa ci sono pochi milioni di euro, la continuità aziendale è a rischio e al momento l’atteso cavaliere bianco non si è materializzato.
NESSUNA DIFESA

Per questo Air France, che gioca sulla confusione politica di questi giorni e sulla storica debolezza del nostro sistema, ha già pronto un piano «lacrime e sangue» da varare contestualmente all’acquisizione dell’ex compagnia di bandiera, cioè subito dopo la ricapitalizzazione. Le cifre dell’intervento sono emerse proprio durante il summit da Letta. «Air France taglierà fino a 4.000 posti, dimezzerà la flotta e chiuderà Alitalia handling per i servizi di pista», si è lasciato sfuggire un azionista di spicco della compagnia italiana. Non solo. Nei piani dei francesi c’è il trasferimento a Parigi delle funzioni aziendali chiave e, vista la scontata decurtazione dei voli, il ridimensionamento dell’aeroporto romano, che verrebbe messo al servizio dell’aeroporto parigino Charles De Gaulle perdendo quindi lo status di hub internazionale. Andrebbero in fumo miliardi d’investimento (12 per la precisione) e migliaia di posti di lavoro visto che la crescita dell’aeroporto immaginata da Adr è legata allo sviluppo del vettore nazionale. Trasferendo il centro a Parigi, il declino sarebbe inevitabile, la marginalizzazione sicura.
Per la verità, anche il piano presentato dal presidente Colaninno e dall’amministratore delegato Del Torchio punta su un robusto taglio di organici (circa 900) e sullo spostamento dei voli sul lungo raggio, là dove i profitti sono più alti. Proposte ovviamente bocciate da Air France perché ritenute insufficienti e strategicamente sbagliate. Parigi vuole una cura più drastica. Certamente più dura di quella che sta facendo in casa propria, dove gli esuberi attualmente sul tavolo sono 2.800. Soprattutto concepisce Alitalia come una compagnia satellite il cui unico obiettivo deve essere portare fatturato, cioè passeggeri, negli scali francesi. Air France, che è controllata dallo Stato francese ed è partecipata dalla Caisse de Depots, ha dietro tutto il sistema Paese, e non esiterà ad approfittare dello disgrazie italiane. Del resto, le preoccupazioni dal premier Letta, condivise dai ministri Zanonato e Lupi, sono cadute nel vuoto quando si è cercato di far scendere in campo la Cdp a fianco delle banche e dei soci italiani. Il presidente Franco Bassanini e l’amministratore delegato Giovanni Gorno Tempini si sono infatti tirati indietro precisando che nè il Fondo Strategico nè la Cassa possono intervenire anche se l’investimento fosse di soli 100 milioni.
Di qui l’irritazione del presidente del Consiglio che, dopo il gran rifiuto, sta pensando di tornare alla carica in queste ore. Appare infatti poco comprensibile - di là dei vincoli statutari, peraltro superabili agevolmente visto che la richiesta viene dal governo (il Tesoro possiede l’80% circa del capitale di Cdp) - che non venga considerato strategico il sistema del trasporto aereo nazionale.
Un sistema che comprende il principale aeroporto del Paese, le infrastrutture connesse e tutto l’indotto legato al turismo, al business che Alitalia può significare per l’economia nazionale. Durante il vertice c’è chi ha anche fatto notare come Cdp abbia investito oltre 1,5 miliardi nella Brebemi, l’autostrada Milano-Brescia, che certo non è così strategica per il Paese. Insomma, il no è stato giudicato uno schiaffo inaccettabile. Anche perché tutti i protagonisti riuniti intorno al tavolo, dagli esponenti delle banche (Federico Ghizzoni, ad di Unicredit e Gaetano Miccichè, dg di Intesa Sanpaolo) fino ai rappresentanti dei creditori (tra cui l’Eni e Adr) avevano condiviso il discorso del premier sulla necessità di non perdere un asset centrale - compagnia e aeroporto - per la politica dei trasporti e lo sviluppo del Paese.
INTERVENTO DIRETTO

Se Cdp si fosse esposta, nessuno, dai soci alle banche, si sarebbe tirato indietro. Così però non è andata ed ora i margini sono davvero stretti. Da Palazzo Chigi si fa capire che c’è ancora tempo per trovare una soluzione.
Ma un intervento in sede di aumento di capitale per circa 300 milioni, come vorrebbe Parigi, non sarà facile. Air France punta ad avere poco meno del 50%, appena sotto la soglia del consolidamento, per poter disporre della cloche della compagnia e decidere la rotta. Lo Stato italiano ha poche ore per rilanciare o almeno ottenere garanzie sull’integrità di Alitalia. Da parte loro le banche stanno lavorando a un’ipotesi che coinvolga anche il governo. Ma il fatto che ieri sera il vertice già convocato da Palazzo Chigi per lunedì 7 sia stato cancellato, non viene certo letto come un segnale di buon auspicio.
 
Mi pare evidente che l'indecente proposta francese sia fatta per essere rifiutata . Buongiorno.
di sicuro se stanno gia' tagliando in casa loro non vengono a regalare soldi qui.
anche se possibilmente veri , articoli basati sul "si dice" quando si tratta di centinaia di milioni hanno affidabilità bassa
se c'e' un piano che venga fuori
ma a sto punto non so nemmeno se gli conviene impelagarsi in un'ennesima ristrutturazione quando i conti in casa sono pessimi

A meno che non ci sia qualcosa nei Patti Parasociali che non sappiamo....
 
L'articolo pubblicato sul su Messaggero pare un insulto all'intelligenza delle persone. E' impensabile che i francesi siano così ingenui da aver lasciato trapelare un piano di distruzione di alitalia prima ancora di averla comprata confidando sul fatto che l'ottava potenza del mondo non riesca a trovare miseri 150 mln.

E' ovvio che le cose stanno diversamente, forse addirittura i due governi hanno già definito i rapporti di forza nella futura holding comune e hanno studiato assieme la strategia comunicativa per far sì che lo stato italiano metta dei soldi senza urtare l'opinione pubblica.
 
E quale sarebbe la decente controproposta? Ci compriamo noi AF?

E' ovvio che nelle condizioni in cui siamo (come Paese intendo) AF in assenza di altri interlocutori possa decidere di scendere in campo un po' come vuole. Però voglio sperare che Del Torchio stia continuando il suo lavoro di ricerca di possibili partner per poter trattare condizioni più favorevoli.
 
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