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Alitalia, terminato il cda decisivo per le sorti della compagnia
Dopo sei ore di lavori si ferma il board che ha sul tavolo l'approvazione della perdita semestrale - almeno 300 milioni - e il rafforzamento patrimoniale. A breve nuova riunione. Snodo decisivo per capire le future mosse di Air France e il riassetto dell'azionariato. Ma Zanonato stoppa i francesi: "Al lavoro per soluzione ponte con le banche"
MILANO - E' terminato pochi minuti dopo le 16 il consiglio di amministrazione dell'Alitalia, dopo sei ore abbondanti di lavori. Antonio Orsero, componente del board in rappresentanza di Gfmc, che possiede l'1,77 di Alitalia, ha confermato che si è discusso dell'aumento di capitale e a breve ci sarà un nuovo consiglio di amministrazione, precisamente il 3 ottobre.
E' stato un "consiglio bellissimo e produttivo", ha commentato il vicepresidente di Alitalia, Salvatore Mancuso, al termine della riunione del board. Rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano conferma sulla data del prossimo cda che sarebbe previsto per il 3 ottobre, il rappresentante di Equinox (3,8% del capitale di Alitalia) ha detto: "Faremo i consigli di amministrazione che servono, noi lavoriamo sempre".
Oggi è stato indicato da più parti come il "giorno più lungo" dell'Alitalia dei "capitani coraggiosi", nata nel gennaio del 2009 dalle ceneri della "vecchia" Alitalia controllata dallo Stato grazie al progetto "Fenice". Operazione concepita per salvare l'italianità della compagnia di bandiera messa a punto da Corrado Passera, allora amministratore delegato di Intesa Sanpaolo (e dal direttore generale responsabile Corporate Gaetano Miccichè) e sponsorizzata dal candidato premier dell'epoca, Silvio Berlusconi, con il sostegno dei sindacati che bloccarono la generosa proposta del gruppo Air France-Klm.
La prima tappa di questo "D-day" è la riunione del consiglio di amministrazione dell'ex compagnia di bandiera che ha iniziato ad esaminare i conti del primo semestre, previsti in perdita per 300 milioni. Nella riunione del board saranno anche rese note le prime valutazioni di Banca Leonardo sul reperimento del credito necessario a finanziare il nuovo piano industriale messo a punto dal nuovo amministratore delegato, Gabriele Del Torchio. Molto probabilmente, si parlerà anche dell'ipotesi di un aumento di capitale (si dice per 200 milioni) che dovrebbe permettere al gruppo Air France-Klm, con un esborso di 150 milioni, di assumere il controllo dell'ex compagnia di bandiera, salendo dall'attuale 25%.
Un'opzione finora ritenuta la più percorribile, ma stoppata in qualche modo dal ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, che in un'intervista al Sole 24 Ore ha spiegato: "Non è detto che solo i francesi possano immettere capitale" nella compagnia, aggiungendo la propria preoccupazione all'idea "che una compagnia sposti tutto l'asse del trasporto aereo centrale in Francia, con l'Italia marginalizzata". Si possono, invece, "trovare soluzioni alternative, ci stiamo lavorando proprio in queste ore" annuncia il ministro, spiegando che "il tentativo è coinvolgere il mondo bancario per provare a superare le difficoltà di alitalia e poi negoziare con altri partner". "Stiamo lavorando - aggiunge ancora - a una soluzione ponte con il coinvolgimento di alcune banche".
http://www.repubblica.it/economia/finanza/2013/09/26/news/alitalia_parte_il_cda_decisivo-67306960/
Ma quindi, kenya, fammi capire.
Da profano mi sembra che siamo sempre al solito livello di AZ-LAI: Alitalia, più vola e più gente trasporta ... e più perde.
Ora, non voglio pensare che la struttura dei costi sia fotocopia della precedente azienda. Sicuramente non lo è. Indubbiamente la AZ-Cai è migliorata in molti aspetti rispetto la AZ-Lai. Pare capire che il personale costi globalmente di meno, i costi aziendali per unità di passeggeri siano più bassi, ecc..
Allora ha ragione qualcuno appena sopra che dice che sotto c'è qualche cosa che non torna ... puzza!
O sbaglio? Staremo a vedere l'evolversi della vicenda. A sto punto non ho la più pallida idea di cosa pensare.
GrazieCaro Alessandro 80 ricorda che augurare il male ti torna tutto e poi da quello che ho visto in questo forum c e gente che lavora in az e magari adesso sta un po' giù, quindi un po' di educazione dialettica non guasterebbe.
Confermo il sottolineatoAlitalia, più vola e più gente trasporta ... e più perde.
Ora, non voglio pensare che la struttura dei costi sia fotocopia della precedente azienda. Sicuramente non lo è. Indubbiamente la AZ-Cai è migliorata in molti aspetti rispetto la AZ-Lai. Pare capire che il personale costi globalmente di meno, i costi aziendali per unità di passeggeri siano più bassi, ecc..
Allora ha ragione qualcuno appena sopra che dice che sotto c'è qualche cosa che non torna ... puzza!
Il suo mi sembra un parere sensato.Willie Walsh pensi alla sua Iberia e ai 997 milioni di perdita dell'esercizio 2012 invece di lanciarsi in valutazioni che non gli competono.
ROMA – “L’aumento di capitale conviene ad Alitalia, ma non è nell’interesse di Air France-Klm”. Willie Walsh, Ceo di International Airlines Group che controlla British Airways, Iberia e Vueling, in un’intervista al Corriere della Sera spiega che la compagnia francese è impegnata con la propria ristrutturazione del debito e ristrutturare anche la compagnia italiana è “una grande sfida”.
Walsh spiega al Corriere della Sera:
“Un intervento di Air France-Klm per salire nel capitale di Alitalia conviene al vettore italiano, ma non è nell’interesse di Air France. Il gruppo è impegnato con la propria ristrutturazione. Alexandre de Juniac sta prendendo le misure giuste, ma è una grande sfida, che diventa più difficile vincere mentre si assiste un partner a ristrutturare a sua volta. Se fossi nei suoi panni mi concentrerei su Air France, che è la priorità”.
Inoltre secondo il ceo di International Airlines Group trovare i fondi non sarà sufficiente:
“Trovare 300 milioni di euro entro la fine dell’anno non sarà sufficiente: Alitalia deve dimostrare che l’iniezione di liquidità avrà un ritorno economico. La compagnia ha bisogno di una ristrutturazione fondamentale, in modo simile a quanto sta facendo Iberia”.
Alitalia, per Walsh, “è un capitolo chiuso”:
“Non credo che i cittadini di un Paese abbiano necessariamente bisogno di un vettore nazionale. Nell’eurozona, che resta l’area più debole, vediamo un certo numero di compagnie aeree che lottano per sopravvivere. Il consolidamento ci sarà e tra gennaio e febbraio porterà molti piccoli vettori con cattivi bilanci in bancarotta. Avremo meno compagnie, ma economicamente più forti”
“Non credo che i cittadini di un Paese abbiano necessariamente bisogno di un vettore nazionale. Nell’eurozona, che resta l’area più debole, vediamo un certo numero di compagnie aeree che lottano per sopravvivere. Il consolidamento ci sarà e tra gennaio e febbraio porterà molti piccoli vettori con cattivi bilanci in bancarotta. Avremo meno compagnie, ma economicamente più forti”
Il suo mi sembra un parere sensato.
Ci sono diverse compagnie Europee in sofferenza, non mi sembra azzardato pronosticare che da qui a 6 mesi qualcuna salti.Definire "capitolo chiuso" una compagnia che attualmente vola mi sembra quantomeno eccessivo
Ci sono diverse compagnie Europee in sofferenza, non mi sembra azzardato pronosticare che da qui a 6 mesi qualcuna salti.
Anche Az-Lai volava ma era un capitolo chiuso da aprile ed è andata avanti fino al gennaio dell'anno dopo, quando le è subentrata CAI.Definire "capitolo chiuso" una compagnia che attualmente vola mi sembra quantomeno eccessivo
Player indipendente forse no ma mai vassalli di AF. Personalmente coltivo ancora la speranza di un intervento di Aeroflot.