Alitalia: Air France pronta a salire al 50%


Stato
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Intervista. Il ministro dello Sviluppo: per Telecom servono garanzie sugli investimenti
«Stop ai francesi su Alitalia» "
"Zanonato: ora una soluzione ponte con le banche, poi altri soci


«L'aumento di capitale di Air FranceKlm per Alitalia? Credo che da quest'operazione alla fine Alitalia verrebbe fortemente ridimensionata. Lavoriamo a una
soluzione ponte con il coinvolgimento di alcune banche: poi la ristrutturazione aziendale e la ricerca di altri partner». Lo dice in un'intervista il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato. Su Telecom, spiega, «il governo è preoccupato per gli investimenti: Telefonica ha difficoltà a realizzarli, ma noi chiediamo garanzie».


Telecom Italia, Alitalia,Finmeccanica, Riva. Forse mai come in questi giorni al ministero dello Sviluppo economico si è avuto il polso della fragilità dei nostri campioni nazionali. «Stiamo vedendo i risultati di scelte assunte parecchi anni fa e che oggi producono effetti in larga misura prevedibili. È evidente che a vendere una società si determina tutta una serie di conseguenze. Nonsi può pensare di vendere una società e contemporaneamente pensare di non averla venduta» sentenzia Flavio Zanonato, ministro dello Sviluppo economico, nel giorno in cui incontra i vertici di Alitalia, Roberto C olaninno e Gabriele
Del Torchio. Per Alitalia ormai è una corsa contro il tempo: lo sa che tutti gli occhi sono puntati sul Governo? Un altro errore sarebbe imperdonabile. La mia opinione è che in questa fase bisogna assolutamente evitare che Alitalia sia preda di acquirenti che possano avere interessi strategici diversi da quelli del nostro Paese. Non si possono avere due negozi simili, uno accanto all'altro, perché quando uno compra l'altro tenderà naturalmente a limitarne l'azione. L'Italia vuole restare uno dei grandi hub europei del trasporto intercontinentale e ciò avviene se si tutela l'azienda in quanto tale e non la si trasforma in un'ancella di un'altra società, che opera a breve distanza: Alitalia verrebbe fortemente ridimensionata. Mi preoccupa l'ipotesi che una compagnia sposti tutto l'asse del trasporto aereo centrale in Francia, con l'Italia marginalizzata. Ma il tempo stringe: senza il rafforzamento dei francesi l'azienda va verso il default. Non è detto che solo í francesi possano immettere capitale. Stiamo lavorando a una soluzione ponte con il coinvolgimento di alcune banche. Oggi l'azienda deve essere difesa finanziariamente, in modo che possa attuare tutto il piano di ristrutturazione del management e tornare con la capacità di fare alleanze da una posizione di forza. Si guarda a partner extra Ue come Etihad?
Ripeto: si possono trovare soluzioni alternative, cí stiamo lavorando proprio in queste ore. Il tentativo è coinvolgere il mondo bancario per provare a superare le difficoltà finanziarie di Alitalia e poi negoziare con altri partner.


il Sole 24 Ore
 
Il docente del Politecnico Marco Ponti: le soluzioni politiche e i capitani coraggiosi si sono rivelati fragili
"Fusione unica alternativa al fallimento"


MILANO -L'alternativa per Alitalia a un matrimonio con Air France-Klm? E' il fallimento. Interpellato sulla crisi della compagnia aerea, che oggi riunisce un consiglio di amministrazione decisivo che potrebbe sancire il passaggio del controllo in mano al gruppo francese, Marco Ponti, docente di Economia dei Trasporti al Politecnico di Milano, ha le idee chiare: «Sicco - me in questo momento per Alitalia l'alternativa è il fallimento, non si può che accettare la proposta di Air France», già socia della compagnia tricolore con una partecipazione del 25% che salirebbe intorno al 50
per cento. Non crede che, in difesa dell'italianità, possano tornare di attualità le varie soluzioni, in passato ventilate, di un intervento delle Ferrovie dello Stato o della Cdp?
«Per carità, abbiamo già dato! Sarebbe come ripubblicizzare Alitalia. E siccome nei vari salvataggi sono già stati spesi 5 miliardi, direi
che può bastare. Comunque al momento la proposta di Air France,, ancorché non chiara, sembra l'unica sul tavolo».
Insomma, per parafrasare Giuseppe Garibaldi, o sifail matrimonio con Air France osi muore...
«Direi di sì. Ed è chiaro che se i francesi prenderanno il controllo manterranno solo le rotte che a loro interessano. Salvano Alitalia, di
cui sono diretti concorrenti, e fanno logicamente il loro tornaconto. Certo, avrebbe avuto molto più senso accettare la precedente proposta di Air France, che nel 2008, quando era meno indebitata di oggi, aveva messo sul piatto fino a 3 miliardi per rilevare la compagnia di bandiera».
Ma non fu possibile perché i «Capitani coraggiosi», sotto la regia dell'ex premier Silvio Berlusconiedell'examministratore delegato di Intesa Corrado Passera, ebbero la meglio. Cosa pensa di quel progetto?
«Il piano dei Capitani coraggiosi, che prevedeva l'espansione su tre mercati, era troppo ambizioso fin dall'inizio. La crisi che è arrivata dopo non ha certo aiutato, ma quel progetto, tra l'altro sostenuto dai sindacati, era più politico che industriale e proprio per questo era fragile». Un altro possibile partner di Alitalia, a un certo punto, sembrava potesse essere la compagnia aerea araba Etihad. Come avrebbe valutato un'integrazione?
«Premesso che il matrimonio sembra ormai sfumato e che la compagnia degli Emirati Arabi, essendo extra-comunitaria, non avrebbe potuto rilevare che una quota di minoranza di Alitalia, devo ammettere che il loro piano non era poi così male. Non essendo concorrente diretta della compagnia italiana, Etihad avrebbe forse privilegiato l'intercontinentale, puntando a un dimagrimento negli altri due mercati. Ma le cose sembra stiano andando in maniera diversa».




Repubblica
 
Piano lacrime e sangue targato Parigi pronto il taglio di oltre 2000 posti Coinvolti piloti, hostesse personalediterra Stop anche a 30 aerei


ROMA-Nei corridoi di Alitalia la tensione è palpabile. Le voci di una pesante ristrutturazione in arrivo iniziano a girare, i sussurri dei dipendenti sono sempre più preoccupati. Come nel 2008, anno del fallimento, Air France, l'alleato di una vita, forte oggi del suo 25% di azioni della società e parte integrante delle scelte della compagnia con base a Fiumicino, ha già in tasca un piano per "salvare" Alitalia. Come 5 anni fa i transalpini hanno preparato un dossier lacrime e sangue per les italiens volanti che ambiscono, ancora, a restare nel ristretto club delle compagnie che contano. Secondo le prime indiscrezioni si tratterà di un colpo secco di machete alla struttura aziendale, più che una carezza. Nei computer dei manager francesi ci sono piani che puntano ad alleggerire, e di molto, il peso di uomini e mezzi oltre che a dimezzare il fardello dei debiti. Se le acrobazie diplomatiche dei due governi non arriveranno ad un punto di equilibrio oggi durante il bilaterale Italia-Francia, che ha già il sapore di una finale di calcio, l'ex azienda pubblica (privatizzata nel 2008 dal governo Berlusconi spalmando perdite per 3,5 miliardi sugli italiani) verrà rimpicciolita al ruolo di Mini Alitalia. Una modesta compagnia regionale che fornirà passeggeri all'assetato hub parigino di Roissy Charles de Gaulle. Alitalia muterà pelle e subirà un taglio secco de114% della forza lavoro, una riduzione del 21% della flotta. E tanto per restare con i piedi per terra verrà cassato
per sempre l'ambizioso piano di espansione su rotte di lungo raggio presentato di recente dall'ad Gabriele Del Torchio. Ecco i numeri che circolano in queste ore frenetiche: si parla di 300 piloti in meno, 650 tra hostess e steward a casa, oltre a 1.150 dipendenti di terra fuori dall'azienda. Totale: 2.100 unità. Le cattive notizie non finiscono però qui. Prima dei lavoratori rimarranno a motori spenti ben 30 Airbus A320, usati oggi sul medió raggio, mentre resteranno fuori dalla flotta un pugno di macchine di lungo raggio (6 aerei). La dura realtà di una pesante ristrutturazione fa tornare alla mente il 2008, il commissariamento, gli scioperi, i colpi di cesoia al personale, gli aerei che si fermavano o venivano bloccati negli scali di mezzo mondo e tenuti lì senza kerosene fin quando non venivano onorati i debiti, contanti alla mano. Quei tempi bui per la compagnia di bandiera potrebbero bussare di nuovo se non si riporteranno le casse del vettore ai livelli richiesti dal codice civile grazie anche alle "concessioni" dei francesi. Ma per farlo, per permettere al mito dell'italianità di volare ancora alto tra le nubi, Air France mette sul tavolo un bo ccone molto amaro. Condizioni pesanti visto che, di problemi, anche a Parigi non ne mancano e la ristrutturazione lì è iniziata dallo scorso anno con 5.100 dip endenti in meno e altri 2.800 esuberi e tagli alla flotta annunciati soltanto pochi giorni fa. E quindi, per poter far digerire al governo francese, ma soprattutto all'opinione pubblica e ai dipendenti il boccone Alitalia (forum e blog di mezza Francia sono pieni di commenti poco onorevoli nei confronti degli amati-odiati cugini da salvare a tutti i costi), les italiens dovranno sudare ancora unavolta lacrime e sangue. E i passeggeri dovranno abituarsi a fare scalo a Parigi.


Il sole 24 ore
 
La posizione di Zanonato mi sembra tutto sommato comprensibie: escludiamo l'intervento di Stato, sia perché non ce lo possiamo permettere, sia perché il governo è appeso ad un filo, ma agiremo in collaborazione con le banche per trovare le risorse di cui AZ ha bisogno per poter scegliere un partner commerciale adatto alle sue esigenze, senza la necessità di accettare la prima proposta presentata solo perché si è con l'acqua alla gola.
 
per le ovvie dinamiche finanziarie oltre alle scadenze societarie, che ad ottobre sarebbe successo questo lo si sapeva almeno da inizio anno , credo che a roma abbiano comunque pianificato piu' di qualche soluzione.
sarebbe folle il contrario , e lo escluderei , la politica per mille ragioni vuole tenere in piedi sto popo' di aziende e lo farà ancora,
coi soldi delle nostre tasse, magari mascherati da finanziamento tramite le solite banche
 
In questo momento si gioca di tattica, ed anche di rumors messi in giro ad arte. Vedremo.
 
Non è che "a volte si finisce ai remoti", è una cosa che accade sistematicamente, indipendentemente dalla destinazione o dalla macchina utilizzata. Inutile dire che trovo tutto cio abominevole e perfettamente in linea con il trattamento riservato ad AZ da ADR negli ultimi anni.
In ogni caso io, hub carrier, trasporto tramite te, società di gestione aeroportuale, tot passeggeri l'anno, dunque è lapalissiano che per incentivarti ad usare i miei servizi (comunque pessimi, a partire dai piccioni al satellite) pratichi delle agevolazioni; non mi sembra ci sia nulla di strano e nessuno verso cui puntare il dito!

infatti, e' quel che dicevo; PUR avendo agevolazioni, AZ non riesce minimamente a sfruttarle, vedi anche la questione del Fast Track MI-RO....avevano il varco dedicato e o non lo pagavano o non gli andava bene il prezzo, fino a spostarlo e renderlo di fatto un tool poco vantaggioso visto l'assurdo giro che devi fare ora!
 
infatti, e' quel che dicevo; PUR avendo agevolazioni, AZ non riesce minimamente a sfruttarle, vedi anche la questione del Fast Track MI-RO....avevano il varco dedicato e o non lo pagavano o non gli andava bene il prezzo, fino a spostarlo e renderlo di fatto un tool poco vantaggioso visto l'assurdo giro che devi fare ora!

Abbi pazienza. Quel fast track era una pena. Su due varchi uno era spesso chiuso. Nell'altro si formavano code. Gli spazi erano angusti ed inadatti. Spesso le persone erano ammassate, anche perché a Fiumicino i controlli sono molto più stringenti che a Linate; questo porta a una maggiore lentezza nei controlli in sè. Spesso vengono fatte togliere anche le scarpe, e gli spazi erano inadeguati. A Linate è raro che ti vengano fatte togliere le scarpe, così come è raro che ti si faccia rifare il controllo perché non hai messo il PC in un contenitore differente.
Infine, io non entro nelle questioni economiche, non mi interessa: io sono un passeggero premium e voglio efficienza, velocità e standard qualitativi.
E noto che se un gestore aeroportuale ed il suo principale cliente ce la mettono tutta (entrambi) per farsi i dispettucci anziché collaborare, non si va da nessuna parte.
 
La posizione di Zanonato mi sembra tutto sommato comprensibie: escludiamo l'intervento di Stato, sia perché non ce lo possiamo permettere, sia perché il governo è appeso ad un filo, ma agiremo in collaborazione con le banche per trovare le risorse di cui AZ ha bisogno per poter scegliere un partner commerciale adatto alle sue esigenze, senza la necessità di accettare la prima proposta presentata solo perché si è con l'acqua alla gola.

comprensibile e probabilmente anche avvallata da quella parte del PDL che aveva varato l'operazione dei capitani coraggiosi a cui di fatto è riconducibile , giusto o sbagliato che sia , la situazione odierna
cioè con il primo no ai francesi e con i tanti soldi rimessi
vedrem
 
comprensibile e probabilmente anche avvallata da quella parte del PDL che aveva varato l'operazione dei capitani coraggiosi a cui di fatto è riconducibile , giusto o sbagliato che sia , la situazione odierna
cioè con il primo no ai francesi e con i tanti soldi rimessi
vedrem

Sull'Huffington Post di oggi si legge che FS sarebbe pronta ad entrare in AZ
 
La posizione di Zanonato mi sembra tutto sommato comprensibie: escludiamo l'intervento di Stato, sia perché non ce lo possiamo permettere, sia perché il governo è appeso ad un filo, ma agiremo in collaborazione con le banche per trovare le risorse di cui AZ ha bisogno per poter scegliere un partner commerciale adatto alle sue esigenze, senza la necessità di accettare la prima proposta presentata solo perché si è con l'acqua alla gola.

l'intervento dello stato e' l'unico possibile, anche se mascherato da qualche operazione di finanziamento collaterale
nessuno in questo ambiente, sano di mente, comnprerebbe una piccola regional come AZ che opera in un paese a pil negativo in una situazione economica continentale ancora pesante.

l'unica soluzione e' quella statale purtroppo, sia in modo diretto, o piu' facilmente indiretto , cosi' da evitare imbarazzi elettorali e comunitari
in modo, come dici tu molto giustamente, da non operarescelte con l'acqua alla gola(a dirla tutta lo sapevano da anni che sarebbe andata cosi')

tanto il modo per rifinan ziare le banche o le aziende che "presteranno " i soldi lo troveranno tramite mille dettagli o acccorgimenti
alla fine pagiamo noi con le nostre tasse, che sia chiaro
 
Sull'Huffington Post di oggi si legge che FS sarebbe pronta ad entrare in AZ

Qui l'articolo: http://www.huffingtonpost.it/2013/09/25/alitalia-integrazione-fs_n_3990488.html?utm_hp_ref=italy

Alitalia, torna in campo l'opzione integrazione con Fs. Air France pronta a salire rinegoziando il debito

Ci sono i soldi e c'è la volontà. Serve la sponda politica. Tra Alitalia e i partner stranieri torna in campo una vecchia opzione che il governo potrebbe giocare per salvare in extremis la compagnia aerea dalla svendita: l'ingresso di Ferrovie dello Stato nel capitale.

L'ipotesi è antica, rispolverata a fase alterne. Ma secondo quanto risulta ad Huffpost, il gruppo guidato da Moretti sarebbe ancora disponibile ad entrare nella partita. Con 34 miliardi di patrimonio e 10 di debito, Fs ha dalla sua una solidità che la stessa Air France non può vantare. Numeri incoraggianti a cui si aggiungono 380 milioni di utile nel 2012, e dati del primo semestre ancora con il segno più.

Si può fare, insomma. Lo schema è quello di sempre. Per Alitalia un'accelerazione sulle linee di medio e lungo raggio, che accontenterebbe anche i sindacati, per le Ferrovie la possibilità di perdere un concorrente importante, ma in difficoltà, su alcune tratte interne. Su tutte, la Roma-Milano a cui la compagnia potrebbe persino rinunciare. Mantenendo e investendo al contempo su scali come Palermo, Torino e Trieste, dove la rete ferroviaria ancora non può competere.

Fassina: "Serve partnership, non necessariamente Air France". Per il momento il governo non si sbilancia. Mentre domani il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi sarà a Parigi per parlare con il collega francese Frederic Cuviller, oggi il viceministro Fassina ha tenuto aperte tutte le porte. La vicenda, ha detto, "è un punto delicato: il governo vuole capire bene, perché non si deve svendere alitalia". Secondo Fassina "vanno costruite le condizioni per una soluzione con una partnership che non necessariamente deve essere Air France, ma una partnership che possa valorizzare le attività in Italia".

L'attesa di Air France verso il cda di giovedì. Certo, tutto dipende da quello che accadrà domani. Quando nel corso del Cda dell'azienda Air France scoprirà finalmente le sue carte, confermando o meno quanto emerso negli ultimi giorni. Vale a dire la volontà di ricapitalizzare, salendo appena sotto il 50% (per evitare di mettersi in pancia il debito della compagnia italiana) cercando di ottenere condizioni favorevoli per la ristrutturazione dello stesso. Dietro a tanta prudenza, ha riferito oggi il quotidiano economico francese Les Echos, ci sarebbe la volontà di capire prima il costo che l'azienda si troverebbe ad affrontare: "se avessimo voluto dire di no ad Alitalia lo avremmo già fatto, - ha spiegato al quotidiano - una fonte vicina al dossier ma abbiamo bisogno di capire l'esatto prezzo dell'operazione per decidere".
 
Comunque l'opzione FdS, quantomeno in un paese normale, non sarebbe per nulla peregrina.

Il problema è, secondo me, duplice:
- meno pubblico c'è in AZ e meglio è, tanto per la compagnia quanto per il contribuente;
- più che "salvare" AZ, credo che si finirebbe per "sfasciare" FdS. Che al momento è una delle poche aziende 100% MEF che funziona.
 
Comunque l'opzione FdS, quantomeno in un paese normale, non sarebbe per nulla peregrina.

Il problema è, secondo me, duplice:
- meno pubblico c'è in AZ e meglio è, tanto per la compagnia quanto per il contribuente;
- più che "salvare" AZ, credo che si finirebbe per "sfasciare" FdS. Che al momento è una delle poche aziende 100% MEF che funziona.

Concordo anche se mi pare che l'opzione sia francolandesi o FSI (ora si chiamano cosi: Ferrovie dello Stato Italiane).

Magari peró si metteranno assieme. Questa telenovela dura dal 1998 ormai...
 
Stato
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