Ciao a tutti!
Questo è un TR particolare, due semplici voli nazionali che, in circostanze normali, non avrebbero certo meritato questi "byte rubati all'agricoltura" (cit.)... intramezzati però dal racconto dei giorni trascorsi in quel di Comiso (Ragusa), vissuti per grandissima parte all'interno dell'aeroporto "Vincenzo Magliocco" (CIY), di cui su queste pagine si è tanto parlato... Ma dal quale, se non vado errato, non esisteva ancora un TR. Una prima assoluta per AC, quindi!
Prima di tutto un disclaimer: vorrei evitare, con tutto il cuore, che in questo thread si parlasse dell'opportunità / utilità di questa infrastruttura. Esistono già diversi thread in cui si discute di questi argomenti, e mi piacerebbe che questo ne rimanesse libero. I motivi sono essenzialmente due: uno professionale, di rispetto per un Cliente; e, soprattutto, uno umano/personale, legato al rapporto che inevitabilmente si instaura lavorando fianco a fianco con delle persone per diversi giorni. Quando sei lì, e vedi che l’oggetto delle tue considerazioni fatte dietro una tastiera a 1000 km di distanza non è un “oggetto astratto”, ma sono persone, persone reali, con la loro passione, le loro speranze, la loro vita… sei portato ad affrontare l’argomento in un modo diverso, e con meno sicurezze. Almeno così è stato per me, poi chiaramente ognuno ha diverse sensibilità.
La genesi di questo viaggio è stata tormentata, e lo stesso è stato in dubbio fino all’ultimo: solo il giorno prima della partenza, il capo mi conferma che ho vinto la concorrenza di numerosissimi colleghi (…) per l’agognata trasferta in terra sicula. Si prenota l’albergo, si noleggia la macchina e si cercano i voli che, essendo decisamente sotto-data, non hanno prezzi particolarmente abbordabili. Ovviamente non si potrà arrivare a CIY in volo, la naturale alternativa è CTA; partendo da Venezia, sulla rotta si scannano da diversi mesi Volotea e Air One. I prezzi sono veramente molto simili, dunque l’orario diventa il fattore determinante: considerando anche il tempo di trasferimento da Catania a Comiso, scelgo Air One per l’andata e Volotea per il ritorno. In questo modo potrò anche confrontare le due compagnie, che non ho avuto modo di provare finora.
E’ ora di partire! Il volo è alle 8.45, ho anche un bagaglio da imbarcare, ma non sono particolarmente in anticipo. L’estate sembra ormai un ricordo in questi giorni.. 14°
La notte prima c’è stato un gran temporale, e come spesso accade in queste occasioni, l’aria è particolarmente limpida; le Dolomiti sembrano a un passo.
E anche Venezia e la laguna si mostrano in tutta la loro spettacolarità.
Piccolo inciso: indovinate, secondo voi ho potuto fare il check-in online per il mio volo Air One? Non è una domanda difficile, vero? Come potete immaginare, la risposta è no: e quello che lascia sconvolti è la varietà di messaggi di errore che si possono ricevere nel tentativo. Ho provato, nell’ordine: a) sul sito Air One, b) sul sito Alitalia inserendo il numero di biglietto, c) sul sito Alitalia inserendo il codice di prenotazione. Ogni volta, o “nessuna prenotazione corrispondente con i dati inseriti”, o “il check-in online è disponibile a partire dal giorno precedente il volo” (e infatti era il giorno precedente!!). Sarò troppo esigente io, ma credo che questo sia un problema particolarmente grave a cui Alitalia dovrebbe cercare di mettere una pezza. Altrimenti che lo dicano chiaro e tondo, niente check-in online, almeno uno si mette il cuore in pace e non ci perde tempo. Ovviamente il biglietto Volotea, acquistato tramite lo stesso canale di prenotazione, ha funzionato a meraviglia: una LC riesce a fare meglio di un’azienda che, comunque, ha struttura da Major. Fine digressione.
Avendo comunque un bagaglio da imbarcare, la mancanza del check-in online non mi è pesata particolarmente; anche se mi avrebbe fatto piacere poter scegliere il posto a bordo. L’agente al check-in, credo pensando di fare una cosa a me gradita, mi piazza nella penultima fila: una volta a bordo, scoprirò di avere la sezione di 3 posti tutta per me.
In dieci minuti, il bagaglio è imbarcato, controlli di sicurezza fatti e sono airside:
Partire da VCE, per qualcuno che ha trascorso qui la maggior parte dei giorni da 3 anni a questa parte, è comunque un’esperienza diversa dalla routine quotidiana. Quando parto come passeggero, cerco di non utilizzare (se il tempo lo consente) i “benefit” riservati ai dipendenti (varchi di sicurezza, bagni, ecc) per vedere l’aeroporto da una prospettiva diversa e portare, se possibile, qualche consiglio di miglioramento.
Si imbarca dal gate 10, questa qui sotto è un’opera “artistica” installata sulle vetrate proprio di fronte. Ogni fiorellino ha un micro pannello solare sul retro, e l’energia prodotta lo fa ondeggiare a destra e sinistra. Dopo qualche minuto, il tutto diventa vagamente ipnotico.
Dopo pochi minuti di attesa, inizia l’imbarco. La fila è molto lunga e, non dovendo mettere niente nelle cappelliere, mi presento al banco fra gli ultimi.
Questa è la nuova baia BHS provvisoria, installata nel maggio di quest’anno.
L’imbarco avviene via bus, come usuale per tutti i voli AZ/AP da VCE. Aspetteremo 20 minuti buoni all’interno del bus per attendere l’arrivo di due minori non accompagnati. Tuttavia, una volta a bordo, l’imbarco avviene abbastanza speditamente, e siamo off block con pochi minuti di ritardo.
Taxing…
E si parte!
Voglio spendere due parole sul servizio Air One, visto che ci siamo. L’aereo è EI-DSR, che mi risulta avere circa 5 anni: ok, non sarà fresco di fabbrica, ma lo possiamo considerare un esemplare “giovane”, giusto? Purtroppo lo stato degli interni suggeriva un’età decisamente maggiore: i sedili erano per la maggior parte rovinati, le tasche sgualcite, una cappelliera era tenuta chiusa con il nastro adesivo. Sia come stato generale, sia come pulizia, ho dovuto constatare come l’aeromobile fosse in condizioni peggiori di molti dei 738 Ryanair su cui ho posato le mie terga.
Vorrei dire due parole anche sull’equipaggio, ma lo faro più avanti, per confrontarlo con i colleghi di Volotea.
Nel frattempo siamo quasi arrivati: l’Etna…
Sorvoliamo Fontanarossa dirigendoci verso il mare
The other side of Etna
Infine, atterriamo per Runway 26, con 15 minuti di anticipo (sottolineati con enfasi durante il messaggio di benvenuto dell’AV).
L’A320-216 che ci ha portato fin qui:
Buono il servizio di handling per AP a CTA (fornito da GK): due bus e scale ad attenderci appena bloccati, e riconsegna bagagli già iniziata al nostro arrivo nel terminal. Peccato che fosse solo una parte della totalità dei bagagli e che, terminata quella, sugli schermi comparisse un trionfante “riconsegna terminata” che immagino vada ad abbellire le statistiche dell’handling, mentre ancora più della metà dei passeggeri attendeva al nastro. A tal proposito, a quanti di voi non è capitato quell’attimo di estasi mistica, di trionfante giubilo, di orgoglio e soddisfazione, vedendo la propria valigia comparire, prima fra tutte, da quel pertugio che proviene dal mondo, segreto e nascosto ai più, del BHS? Ecco, a me non è mai capitato. Ma io dico, perché non provare la stessa estasi, lo stesso giubilo, quando la propria valigia, come in questo caso, esce per ULTIMA, quasi che se la fossero dimenticata sul carrello della riconsegna? E’ pur sempre un primato, e anche questo va apprezzato.
Ritirata la valigia ritardataria, pausa nei bagni non esattamente asettici di CTA, orienteering spinto per trovare il desk della Hertz, ed ecco la mia compagna di viaggio:
Praticamente nuova… e che differenza di temperatura!
Visto che si è dibattuto molto sul tema, affronto anche la questione della distanza CTA – CIY. Credo che 90 minuti siano una stima ragionevole in condizioni di traffico “normali”. Gran parte del percorso avviene su una strada statale, con una corsia per senso di marcia; non è una brutta strada, e rispetto all’idea di SS che abbiamo al nord (penso alle nostre SS13 e SS14 qui in Veneto, ad esempio) è molto più “veloce”, nel senso che perlomeno non attraversa paesini, non ci sono semafori o rotonde, insomma in genere si può correre. Certo rimane una strada ad una corsia, ed attraversa una zona collinare (con diverse salite e discese), quindi se ti trovi davanti un camion, come è successo a me per gli ultimi 20 km fino a Comiso, stai buono e fai i 60 km/h (a meno di adattarti subito allo stile di guida isolano, cosa per la quale non mi sentivo ancora preparato). Inoltre, alcuni ragazzi a Comiso mi hanno spiegato che la strada è soggetta a nebbie fittissime e d’inverno non è raro che nevichi, come testimonia questo cartello che io inizialmente ho trovato assurdo:
In generale direi che, per stare sicuri, bisogna considerare almeno due ore di viaggio.
Quando siamo quasi arrivati, il navigatore mi manda per di qua, e non mi sembra un gran biglietto da visita…
… ma finalmente ci siamo!
Siete curiosi vero?! Prossima puntata con il reportage da CIY e il ritorno CTA-VCE con Volotea.
Questo è un TR particolare, due semplici voli nazionali che, in circostanze normali, non avrebbero certo meritato questi "byte rubati all'agricoltura" (cit.)... intramezzati però dal racconto dei giorni trascorsi in quel di Comiso (Ragusa), vissuti per grandissima parte all'interno dell'aeroporto "Vincenzo Magliocco" (CIY), di cui su queste pagine si è tanto parlato... Ma dal quale, se non vado errato, non esisteva ancora un TR. Una prima assoluta per AC, quindi!
Prima di tutto un disclaimer: vorrei evitare, con tutto il cuore, che in questo thread si parlasse dell'opportunità / utilità di questa infrastruttura. Esistono già diversi thread in cui si discute di questi argomenti, e mi piacerebbe che questo ne rimanesse libero. I motivi sono essenzialmente due: uno professionale, di rispetto per un Cliente; e, soprattutto, uno umano/personale, legato al rapporto che inevitabilmente si instaura lavorando fianco a fianco con delle persone per diversi giorni. Quando sei lì, e vedi che l’oggetto delle tue considerazioni fatte dietro una tastiera a 1000 km di distanza non è un “oggetto astratto”, ma sono persone, persone reali, con la loro passione, le loro speranze, la loro vita… sei portato ad affrontare l’argomento in un modo diverso, e con meno sicurezze. Almeno così è stato per me, poi chiaramente ognuno ha diverse sensibilità.
La genesi di questo viaggio è stata tormentata, e lo stesso è stato in dubbio fino all’ultimo: solo il giorno prima della partenza, il capo mi conferma che ho vinto la concorrenza di numerosissimi colleghi (…) per l’agognata trasferta in terra sicula. Si prenota l’albergo, si noleggia la macchina e si cercano i voli che, essendo decisamente sotto-data, non hanno prezzi particolarmente abbordabili. Ovviamente non si potrà arrivare a CIY in volo, la naturale alternativa è CTA; partendo da Venezia, sulla rotta si scannano da diversi mesi Volotea e Air One. I prezzi sono veramente molto simili, dunque l’orario diventa il fattore determinante: considerando anche il tempo di trasferimento da Catania a Comiso, scelgo Air One per l’andata e Volotea per il ritorno. In questo modo potrò anche confrontare le due compagnie, che non ho avuto modo di provare finora.
E’ ora di partire! Il volo è alle 8.45, ho anche un bagaglio da imbarcare, ma non sono particolarmente in anticipo. L’estate sembra ormai un ricordo in questi giorni.. 14°
La notte prima c’è stato un gran temporale, e come spesso accade in queste occasioni, l’aria è particolarmente limpida; le Dolomiti sembrano a un passo.
E anche Venezia e la laguna si mostrano in tutta la loro spettacolarità.
Piccolo inciso: indovinate, secondo voi ho potuto fare il check-in online per il mio volo Air One? Non è una domanda difficile, vero? Come potete immaginare, la risposta è no: e quello che lascia sconvolti è la varietà di messaggi di errore che si possono ricevere nel tentativo. Ho provato, nell’ordine: a) sul sito Air One, b) sul sito Alitalia inserendo il numero di biglietto, c) sul sito Alitalia inserendo il codice di prenotazione. Ogni volta, o “nessuna prenotazione corrispondente con i dati inseriti”, o “il check-in online è disponibile a partire dal giorno precedente il volo” (e infatti era il giorno precedente!!). Sarò troppo esigente io, ma credo che questo sia un problema particolarmente grave a cui Alitalia dovrebbe cercare di mettere una pezza. Altrimenti che lo dicano chiaro e tondo, niente check-in online, almeno uno si mette il cuore in pace e non ci perde tempo. Ovviamente il biglietto Volotea, acquistato tramite lo stesso canale di prenotazione, ha funzionato a meraviglia: una LC riesce a fare meglio di un’azienda che, comunque, ha struttura da Major. Fine digressione.
Avendo comunque un bagaglio da imbarcare, la mancanza del check-in online non mi è pesata particolarmente; anche se mi avrebbe fatto piacere poter scegliere il posto a bordo. L’agente al check-in, credo pensando di fare una cosa a me gradita, mi piazza nella penultima fila: una volta a bordo, scoprirò di avere la sezione di 3 posti tutta per me.
In dieci minuti, il bagaglio è imbarcato, controlli di sicurezza fatti e sono airside:
Partire da VCE, per qualcuno che ha trascorso qui la maggior parte dei giorni da 3 anni a questa parte, è comunque un’esperienza diversa dalla routine quotidiana. Quando parto come passeggero, cerco di non utilizzare (se il tempo lo consente) i “benefit” riservati ai dipendenti (varchi di sicurezza, bagni, ecc) per vedere l’aeroporto da una prospettiva diversa e portare, se possibile, qualche consiglio di miglioramento.
Si imbarca dal gate 10, questa qui sotto è un’opera “artistica” installata sulle vetrate proprio di fronte. Ogni fiorellino ha un micro pannello solare sul retro, e l’energia prodotta lo fa ondeggiare a destra e sinistra. Dopo qualche minuto, il tutto diventa vagamente ipnotico.
Dopo pochi minuti di attesa, inizia l’imbarco. La fila è molto lunga e, non dovendo mettere niente nelle cappelliere, mi presento al banco fra gli ultimi.
Questa è la nuova baia BHS provvisoria, installata nel maggio di quest’anno.
L’imbarco avviene via bus, come usuale per tutti i voli AZ/AP da VCE. Aspetteremo 20 minuti buoni all’interno del bus per attendere l’arrivo di due minori non accompagnati. Tuttavia, una volta a bordo, l’imbarco avviene abbastanza speditamente, e siamo off block con pochi minuti di ritardo.
Taxing…
E si parte!
Voglio spendere due parole sul servizio Air One, visto che ci siamo. L’aereo è EI-DSR, che mi risulta avere circa 5 anni: ok, non sarà fresco di fabbrica, ma lo possiamo considerare un esemplare “giovane”, giusto? Purtroppo lo stato degli interni suggeriva un’età decisamente maggiore: i sedili erano per la maggior parte rovinati, le tasche sgualcite, una cappelliera era tenuta chiusa con il nastro adesivo. Sia come stato generale, sia come pulizia, ho dovuto constatare come l’aeromobile fosse in condizioni peggiori di molti dei 738 Ryanair su cui ho posato le mie terga.
Vorrei dire due parole anche sull’equipaggio, ma lo faro più avanti, per confrontarlo con i colleghi di Volotea.
Nel frattempo siamo quasi arrivati: l’Etna…
Sorvoliamo Fontanarossa dirigendoci verso il mare
The other side of Etna
Infine, atterriamo per Runway 26, con 15 minuti di anticipo (sottolineati con enfasi durante il messaggio di benvenuto dell’AV).
L’A320-216 che ci ha portato fin qui:
Buono il servizio di handling per AP a CTA (fornito da GK): due bus e scale ad attenderci appena bloccati, e riconsegna bagagli già iniziata al nostro arrivo nel terminal. Peccato che fosse solo una parte della totalità dei bagagli e che, terminata quella, sugli schermi comparisse un trionfante “riconsegna terminata” che immagino vada ad abbellire le statistiche dell’handling, mentre ancora più della metà dei passeggeri attendeva al nastro. A tal proposito, a quanti di voi non è capitato quell’attimo di estasi mistica, di trionfante giubilo, di orgoglio e soddisfazione, vedendo la propria valigia comparire, prima fra tutte, da quel pertugio che proviene dal mondo, segreto e nascosto ai più, del BHS? Ecco, a me non è mai capitato. Ma io dico, perché non provare la stessa estasi, lo stesso giubilo, quando la propria valigia, come in questo caso, esce per ULTIMA, quasi che se la fossero dimenticata sul carrello della riconsegna? E’ pur sempre un primato, e anche questo va apprezzato.
Ritirata la valigia ritardataria, pausa nei bagni non esattamente asettici di CTA, orienteering spinto per trovare il desk della Hertz, ed ecco la mia compagna di viaggio:
Praticamente nuova… e che differenza di temperatura!
Visto che si è dibattuto molto sul tema, affronto anche la questione della distanza CTA – CIY. Credo che 90 minuti siano una stima ragionevole in condizioni di traffico “normali”. Gran parte del percorso avviene su una strada statale, con una corsia per senso di marcia; non è una brutta strada, e rispetto all’idea di SS che abbiamo al nord (penso alle nostre SS13 e SS14 qui in Veneto, ad esempio) è molto più “veloce”, nel senso che perlomeno non attraversa paesini, non ci sono semafori o rotonde, insomma in genere si può correre. Certo rimane una strada ad una corsia, ed attraversa una zona collinare (con diverse salite e discese), quindi se ti trovi davanti un camion, come è successo a me per gli ultimi 20 km fino a Comiso, stai buono e fai i 60 km/h (a meno di adattarti subito allo stile di guida isolano, cosa per la quale non mi sentivo ancora preparato). Inoltre, alcuni ragazzi a Comiso mi hanno spiegato che la strada è soggetta a nebbie fittissime e d’inverno non è raro che nevichi, come testimonia questo cartello che io inizialmente ho trovato assurdo:
In generale direi che, per stare sicuri, bisogna considerare almeno due ore di viaggio.
Quando siamo quasi arrivati, il navigatore mi manda per di qua, e non mi sembra un gran biglietto da visita…
… ma finalmente ci siamo!
Siete curiosi vero?! Prossima puntata con il reportage da CIY e il ritorno CTA-VCE con Volotea.
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