Meridiana blocca le prenotazioni da/per la Sardegna dopo il 27/10/2013


Dove hai letto critiche ad KAK?
Non mi sembra che siano parole di riconoscenza...

OLBIA. «L’avevamo detto, nessuno ci ha ascoltato». Ecco, verrebbe da dire, quelli della Cgil sono sempre i soliti: vogliono fare i primi della classe. Il guaio è che, trattandosi delle cose di Meridiana, con annessi e connessi, zero piano industriale e nuova continuità territoriale indigesta, un po’ di ragione ce l’hanno.
Perché - insieme agli altri sindacati, autonomi compresi - le cose hanno provate a dirle sia al mondo della politica sia ai vertici della compagnia. Inascoltati. Ora, centinaia di comunicati dopo, la «tragedia possibile», per usare le parole del segretario nazionale della Cgil trasporti, Mauro Rossi, è più di un concetto solo abbozzato, è qualcosa che sta assumendo forme reali, concrete.
Meridiana non ha un piano di sviluppo al di là del giugno 2015, mese in cui i 1350 cassaintegrati della compagnia (il 70% della forza lavoro, per lo più composta da dipendenti sardi) potrebbero diventare altrettanti disoccupati perché «l’Aga Khan, inutile girarci intorno, non ha voluto né vuole fare chiarezza sul futuro di Meridiana, soprattutto se un futuro ci sarà» attacca Rossi.
E perché nel bel mezzo del percorso di risanamento della compagnia di Olbia - fatto di cassa e meno aerei nella flotta e in volo - è piombata dall’alto la nuova continuità territoriale, «un male perché è solo propaganda politica e perché nessuno ha voluto discutere alternative» tuona il leader della Cgil. Un realismo che, in teoria, lascerebbe pochi spazi di manovra. Ma, dall’aeroporto di Olbia in cui la Cgil ieri ha riunito i propri dirigenti, un messaggio di speranza viene fuori. Da applicare in extremis, sempre che l’Aga Khan da una parte e le istituzioni dall’altra vogliano raccoglierlo.
La Cgil, prima di tutto, critica la nuova continuità. Su basi politiche e giuridiche. «La Regione e lo Stato devono prendere atto che la continuità è un diritto dei sardi, che è l’unico modo per garantire loro una mobilità simile agli italiani della penisola - spiega Rossi -. E allora, bisogna essere conseguenti: la continuità ha un costo, e questo costo se lo devono dividere Cagliari e Roma».
I soldi per l’attuale continuità, come hanno detto le compagnie, sono insufficienti a coprire i costi: e per questo Meridiana ha rinunciato a Cagliari e Alghero. «La continuità va rivista radicalmente» detta Rossi, altrimenti muore.
In questa «presa di coscienza» lo Stato non può non essere partecipe: «Un governo serio, come nel resto d’Europa, dovrebbe gestire il piano dei trasporti. Dovrebbe per esempio impedire che le low cost abbiano la maggior parte dei voli tra aeroporti italiani. È bene scandirlo: Francia, Germania, Inghilterra le hanno già bloccate. Ryanair sta lucrando solo in Italia, ormai, incassando soldi che gli enti locali le danno e che sottraggono ai servizi sociali. È intollerabile».
Meno soldi alle low cost, più soldi alla continuità. Una scelta prettamente politica. Ma la Cgil non risparmia il privato. «È vero, l’Aga Khan ha speso 600 milioni in pochi anni, ma la sua è, sia detto con rispetto, un’elemosina per far sopravvivere la compagnia dopo tante scelte errate. Noi pretendiamo di sapere, a nome di tutti i dipendenti, se l’Aga Khan ha intenzione di spendere, finalmente, per avere un piano di crescita, o per fare una fusione. Chiediamo di capire che intenzioni ha verso Meridiana. È un nostro diritto» chiude Rossi
 
Se viene un Gentile che esordisce con un "o con me o vi spazzo via", beh, mi dispiace ma rivendico il diritto di pensare con la mia testa e se le cose che fai non mi piacciono perchè vedo che predichi bene e razzoli male allora cerco di buttartela al culo proprio come tu stai facendo con me

In che modo cerchi di buttarglierla in culo?
 
Ma la Cgil non risparmia il privato. «È vero, l’Aga Khan ha speso 600 milioni in pochi anni, ma la sua è, sia detto con rispetto, un’elemosina per far sopravvivere la compagnia dopo tante scelte errate. Noi pretendiamo di sapere, a nome di tutti i dipendenti, se l’Aga Khan ha intenzione di spendere, finalmente, per avere un piano di crescita, o per fare una fusione. Chiediamo di capire che intenzioni ha verso Meridiana. È un nostro diritto» chiude Rossi
In effetti spendere solo 600 milioni per IG e' da barbone. KAK smettesse di fare il pezzente e cominciasse ad investire seriamente.
Un bel "piano di crescita", termine che piace tanto ai sindacati, oppure "una fusione"...con chi non si sa', basta che si fa.
Evviva la cgil - veri esperti di management aziendale.
 
In effetti spendere solo 600 milioni per IG e' da barbone. KAK smettesse di fare il pezzente e cominciasse ad investire seriamente.
Un bel "piano di crescita", termine che piace tanto ai sindacati, oppure "una fusione"...con chi non si sa', basta che si fa.
Evviva la cgil - veri esperti di management aziendale.
A forza di tirare la corda finisce che si spezza, prima la colpa era di Gentile e KAK l'ha liquidato e sostituito con un manager di sua fiducia direttamente dall'interno del suo gruppo, ora le scuse su Gentile e sulla sua predilizione per la sua Air Italy non reggono più e allora le colpe passano a KAK.
Fossi KAK non metterei più un cent in IG e se volessi togliermi la voglia della compagnia aerea in Italia andrei da AF ed EY e mi proporrei per diventare loro socio rilevando le quote dei capitani in uscita visto lo status di socio UE che potrebbe fornire KAK unito ad una disponibilità finanziaria ed affidabilità per investire.
Avrebbe ben altre prospettive sia di business che di tranquillità sulla gestione visti due soci come AF e EY. Inoltre sarebbe ben difficile attaccarlo sulla questione del servizio di collegamento della Sardegna visto che AZ potrebbe benissimo mantenere un buon livello di collegamenti come dimostra la partecipazione alla continuità territoriale.
 
Non mi sembra che siano parole di riconoscenza...

OLBIA. «L’avevamo detto, nessuno ci ha ascoltato». Ecco, verrebbe da dire, quelli della Cgil sono sempre i soliti: vogliono fare i primi della classe. Il guaio è che, trattandosi delle cose di Meridiana, con annessi e connessi, zero piano industriale e nuova continuità territoriale indigesta, un po’ di ragione ce l’hanno.
Perché - insieme agli altri sindacati, autonomi compresi - le cose hanno provate a dirle sia al mondo della politica sia ai vertici della compagnia. Inascoltati. Ora, centinaia di comunicati dopo, la «tragedia possibile», per usare le parole del segretario nazionale della Cgil trasporti, Mauro Rossi, è più di un concetto solo abbozzato, è qualcosa che sta assumendo forme reali, concrete.
Meridiana non ha un piano di sviluppo al di là del giugno 2015, mese in cui i 1350 cassaintegrati della compagnia (il 70% della forza lavoro, per lo più composta da dipendenti sardi) potrebbero diventare altrettanti disoccupati perché «l’Aga Khan, inutile girarci intorno, non ha voluto né vuole fare chiarezza sul futuro di Meridiana, soprattutto se un futuro ci sarà» attacca Rossi.
E perché nel bel mezzo del percorso di risanamento della compagnia di Olbia - fatto di cassa e meno aerei nella flotta e in volo - è piombata dall’alto la nuova continuità territoriale, «un male perché è solo propaganda politica e perché nessuno ha voluto discutere alternative» tuona il leader della Cgil. Un realismo che, in teoria, lascerebbe pochi spazi di manovra. Ma, dall’aeroporto di Olbia in cui la Cgil ieri ha riunito i propri dirigenti, un messaggio di speranza viene fuori. Da applicare in extremis, sempre che l’Aga Khan da una parte e le istituzioni dall’altra vogliano raccoglierlo.
La Cgil, prima di tutto, critica la nuova continuità. Su basi politiche e giuridiche. «La Regione e lo Stato devono prendere atto che la continuità è un diritto dei sardi, che è l’unico modo per garantire loro una mobilità simile agli italiani della penisola - spiega Rossi -. E allora, bisogna essere conseguenti: la continuità ha un costo, e questo costo se lo devono dividere Cagliari e Roma».
I soldi per l’attuale continuità, come hanno detto le compagnie, sono insufficienti a coprire i costi: e per questo Meridiana ha rinunciato a Cagliari e Alghero. «La continuità va rivista radicalmente» detta Rossi, altrimenti muore.
In questa «presa di coscienza» lo Stato non può non essere partecipe: «Un governo serio, come nel resto d’Europa, dovrebbe gestire il piano dei trasporti. Dovrebbe per esempio impedire che le low cost abbiano la maggior parte dei voli tra aeroporti italiani. È bene scandirlo: Francia, Germania, Inghilterra le hanno già bloccate. Ryanair sta lucrando solo in Italia, ormai, incassando soldi che gli enti locali le danno e che sottraggono ai servizi sociali. È intollerabile».
Meno soldi alle low cost, più soldi alla continuità. Una scelta prettamente politica. Ma la Cgil non risparmia il privato. «È vero, l’Aga Khan ha speso 600 milioni in pochi anni, ma la sua è, sia detto con rispetto, un’elemosina per far sopravvivere la compagnia dopo tante scelte errate. Noi pretendiamo di sapere, a nome di tutti i dipendenti, se l’Aga Khan ha intenzione di spendere, finalmente, per avere un piano di crescita, o per fare una fusione. Chiediamo di capire che intenzioni ha verso Meridiana. È un nostro diritto» chiude Rossi

Perdonami ma citare la CGIL in IG è come ascoltare 50 persone su 2000. E' morta, non rappresenta nessuno, non fa elezioni rsa (le rsa sono fidanzata e amico) e l'ultimo cooptato rsa ha lasciato dopo aver volato di riposo su uno sciopero.....
Sicuramente ci sarà anche qualcuno che tifa per il Crystal Palace ma non significa che tutta IG tifi per il CP
 
Fossi KAK non metterei più un cent in IG e se volessi togliermi la voglia della compagnia aerea in Italia andrei da AF ed EY e mi proporrei per diventare loro socio rilevando le quote dei capitani in uscita visto lo status di socio UE che potrebbe fornire KAK unito ad una disponibilità finanziaria ed affidabilità per investire.

Ma non sei KAK quindi rilassati.

ps. Ti piacerebbe avere KAK come azionista eh? :D Tieniti i patrioti intanto
 
Sei cosi' gentile da menzionarmi la fonte di questa minchiata?

Guarda, già citarla minchiata tout court solo perchè non l'hai letta la dice lunga su come ti consideri; cmq lo lessi su un quotidiano all'epoca del premio Audi. Ovviamente non l'ho sottomano e dovrei googlare un po'. Ma se vuoi posso cambiare in "non mi pare Fiat abbia fatto la stessa cosa"....va meglio?

non ho voglia adesso accontentati di questo, se sei capace di afferrare il nocciolo di un ragionamente

http://www.wallstreetitalia.com/art...ai-dipendenti-delle-case-tedesche-e-fiat.aspx
 
Re: Meridiana

I
- se il bando CT non è conveniente, perché AZ e LM hanno comunque fatto offerte? Pazzi?
Quoto al 1000 per 1000.
Alitalia non nuota nell'oro, ma ha partecipato senza problemi.
New Livingstone sta tentando di entrare nei voli di linea e non è guidata da un pazzo.

La verità è che Meridiana ha costi troppo alti. Ci sono due soluzioni:
- affrontare pesanti sacrifici, mettersi a lavorare a capofitto e salvare la compagnia major;
- abbandonare la major e diventare una low cost modello Air Italy.
La mia impressione è che stiano adottando la seconda soluzione.
 
Sei cosi' gentile da menzionarmi la fonte di questa minchiata?


Beato lui...

Si possono perdere quote di mercato e contemporaneamente vedersi aumentare lo "stipendio" a dismisura? Si può, se ci si chiama Sergio Marchionne, si fa l'amministratore delegato del gruppo Fiat-Chrysler e si è considerati uno dei manager migliori al mondo. Il paradosso vale 7,4 milioni di euro, la "retribuzione" complessiva - fisso più incentivi - guadagnata dall'ad italo-canadese nel 2012 e resa nota ieri dalla relazione sulle remunerazioni del gruppo.

A questa vanno aggiunte però altre voci più o meno comprensibili a un comune lettore visto che sono nascoste nel bilancio. In particolare le stock options che ammontano a 16,9 milioni di azioni Fiat e che Marchionne ha diritto ad acquistare a un prezzo prefissato. Poi ci sono le "stock grants", azioni gratuite del gruppo che gli sono state devolute come "premio" dall'azienda: nel 2012 sono state 4 milioni per Fiat Group e 4 milioni per Fiat Industrial, anche se di queste ne ha dovute vendere 980 mila per pagare le tasse relative (e, come ha scritto Vittorio Malagutti sul Fatto, con una tassazione favorevole al 30 per cento).


Ai valori azionari di ieri, si tratta di un bonus di quasi 45 milioni di euro (equivalente a denaro liquido da subito) che vanno ad aggiungersi alla paga ordinaria (oltre ai compensi ricevuti dalla Philip Morris, l'unica compagnia esterna al mondo Fiat in cui Marchionne siede nel consiglio direttivo).

La "busta paga" di colui che si è definito un "metalmeccanico" è comprensiva di svariate voci. Da FiatGroup, Marchionne ha incassato lo scorso anno 4,5 milioni di euro di cui 1,4 provenienti da società controllate e collegate. Di questi, 2,3 milioni sono relativi a compensi fissi mentre altri 2 milioni da "bonus e altri incentivi" mentre 226 milioni provengono da benefici non monetari. Il compenso percepito da Fiat Industrial, invece, ammonta a circa 2,9 milioni di euro: 1,25 proviene da compensi fissi mentre 1,58 da bonus e incentivi. In totale 7,387 milioni contro i cinque del 2011. Un aumento secco di 2,4 milioni di euro, circa il 50% in un anno mentre ai suoi dipendenti la Fiat ha corrisposto 40 euro di aumento mensili.


La differenza dipende dai circa 2 milioni di bonus e incentivi avuti dalla società automobilistica e dagli oltre 300 mila euro di "aumento" ricevuti da Fiat Industrial. Benefici che riguardano il solo Marchionne e non le altre figure apicali del gruppo come il presidente John Elkann e il presidente Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo.


Il primo ha ricevuto un compenso di 1,46 milioni di euro contro l'1,34 del 2011 (cui occorre aggiungere circa 2 milioni percepiti in qualità di presidente della Exor, la finanziaria della famiglia Agnelli). Leggero calo di stipendio anche per Montezemolo che passa da 5,55 milioni del 2011 ai 5,53 dello scorso anno: una piccola spending review per chi ha deciso di dedicarsi, sia pure marginalmente, alla politica.


A queste cifre, come abbiamo visto, occorre aggiungere la montagna di stock options che fa affluire nelle tasche dell'amministratore delegato del gruppo svariate decine di milioni di euro.

Anche l'attività di amministratore della Chrysler, contrariamente alle apparenze, prevede una retribuzione, sia pure sotto forma di diritti azionari, Unit appreciate rights, che saranno esigibili solo alla scadenza della carica. Si tratta in ogni caso di 1,1 milioni di dollari che si aggiungono a tutto il resto.


Non male per chi, a febbraio del 2013, ha visto la propria azienda scontare in Europa una perdita del 14% relativamente ai primi due mesi dell'anno. Una tendenza negativa che prosegue l'andamento del 2012, anno in cui la Fiat, sempre nei paesi europei, aveva perso il 16% del mercato passando da 948 mila vetture a 798 mila (unico dato in controtendenza, la Jeep Chrysler).

Ieri Marchionne non ha commentato i dati limitandosi a ribadire che i "target del 2013 sono tutti confermati" anche se il primo trimestre di quest'anno non sarà "eccezionale". Sicuramente non come la sua busta paga.
 
Ecco un altro pezzo di marzo 2013


Marchionne, stipendio da 7,4 mln
tra fisso e bonus sale del 47,7%
Il manager italocanadese di Fiat ha ricevuto 7,387 milioni sotto forma di salario (+47,7% sul 2011) e se resterà in carica per tutto il triennio 2013-2015 altri 7 milioni di azioni valutate 14,8 milioni. Entro il 2014 può esercitare anche opzioni con una plusvalenza di 71 milioni
di GIULIANO BALESTRERI

Marchionne, stipendio da 7,4 mln tra fisso e bonus sale del 47,7%


Auto, nuovo record negativo in Europa. Scende anche la Fiat, giù del 15%



MILANO - Le vendite di Fiat continuano a calare, colpa della crisi e - soprattutto - del mercato italiano che pesa "sul risultato di Fiat Group Automobiles in Europa" spiega il Lingotto. Di più: al netto dell'impatto positivo di Chrysler il gruppo ha chiuso il 2012 con un rosso di un miliardo contro profitti per un miliardo nel 2011. Numeri che, tuttavia, non hanno influenzato la remunerazione del capoazienda Sergio Marchionne che lo scorso anno ha incassato 7,4 milioni di euro contro i 5 milioni del 2011 (+47,7%).

A fare la differenza sullo stipendio del manager italocanadese (che per il suo incarico al vertice di Chrysler non percepisce nulla) sono stati sono stati i premi: tra Fiat Spa e Fiat Industrial, infatti, Marchionne ha ricevuto 7,387 milioni di euro (3,787 milioni come bonus) con un aumento del 47,74% sul 2011 (quando l'aumento era stato del 42%). A febbraio 2012, inoltre, al manager - a seguito del raggiungimento degli obiettivi anni 2009-2011 - sono stati assegnati 4 milioni di azioni Fiat e 4 milioni di azioni Fiat Industrial, mentre l'assemblea degli azionisti ha approvato un nuovo piano di incentivazione in base al quale l'ad potrà ricevere, per il triennio 2013-2015, 7 milioni di azioni Fiat e 2,1 milioni Fiat Industrial (entrambe per un terzo in ciascun anno), a condizione che rimanga in carica in ognuno dei tre esercizi. Il fair value delle azioni assegnate al manager è pari a 14,885 milioni.

Numeri che fanno di Marchionne uno dei manager più pagati sul mercato delle auto. Il suo collega di Volkswagen, Martin Winterkorn, ha guadagnato 14,5 milioni contro i 17 dell'anno precedente e ha chiesto al cda del gruppo di ridurre i suoi emolumenti: "Con i risultati che abbiamo raggiunto - ha detto - quest'anno avrei superato i 20 milioni e la gente non avrebbe capito". Al manager, non spettano neppure le stock option, mentre Marchionne, oltre allo stipendio e alle azioni gia percepite, ha ancora 10,67 milioni di opzioni da esercitare a 6,583 euro l'una entro gennaio 2016 e 6,25 milioni di opzioni a 13,37 euro entro novembre 2014. Nel primo caso, se le incassasse oggi, la plusvalenza sarebbe di 71 milioni, nel secondo ci sarebbe una minusvalenza di 793mila euro.
 
Noi non vogliamo il protezionismo ma vogliamo che TUTTI operino secondo un sistema di regole che tiene conto della dignità umana.

Secondo te, la gestione della forza lavoro all'interno di quella che suppongo essere la tua azienda ha oltrepassato o intende oltrepassare la dignità umana?
 
Secondo te, la gestione della forza lavoro all'interno di quella che suppongo essere la tua azienda ha oltrepassato o intende oltrepassare la dignità umana?

per me, per quel che conta, il giro macchina la oltrepassava.
Ma quì si parla di confronto col cosiddetto "best practise", frase inutile coniata da manager incapaci di innovare perchè ogni giorni la "best practise" cambia perchè c'è sempre un vietnamita o un irlandese che si inventa qualcosa
 
per me, per quel che conta, il giro macchina la oltrepassava.
Ma quì si parla di confronto col cosiddetto "best practise", frase inutile coniata da manager incapaci di innovare perchè ogni giorni la "best practise" cambia perchè c'è sempre un vietnamita o un irlandese che si inventa qualcosa

Best practiCe
 
per me, per quel che conta, il giro macchina la oltrepassava.
Ma quì si parla di confronto col cosiddetto "best practise", frase inutile coniata da manager incapaci di innovare perchè ogni giorni la "best practise" cambia perchè c'è sempre un vietnamita o un irlandese che si inventa qualcosa

E comunque, quindi col vietnamita e con l'irlandese ci vuoi competere o no?
 
E comunque, quindi col vietnamita e con l'irlandese ci vuoi competere o no?

dipende. Non estrapolare le frasi dal contesto. Si diceva che NON si vuole il protezionismo ma un insieme di regole che rispettino la dignità.
So bene che ti fa comodo comprare una TV, fatta in cina da bambini pagati 1 dollaro al mese, a 100 euro, ma se fra quei bambini ci fosse tuo figlio FORSE ragioneresti diversamente