Ciao a tutti, qualcuno ha nel suo archivio immagini dell'incidente in oggetto o sa di qualche sito che ne contenga?
Un saluto!
Un saluto!
Dell'aereo in questione e dell'incidente parla (per una decina di pagine e diverse foto in b/n) il libro "Trasporto - 18" della serie "Dimensione Cielo - Aerei italiani del dopoguerra" di Emilio Brotzu e Giancarlo Garello, Edizioni dell'Ateneo & Bizzarri, Roma, ma non ci sono foto dell'incidente. Il libro è del 1979, forse in qualche libreria specializzata si trova ancora.
Aviolibri?
Il Breda BZ 308... Fecero di tutto, soprattutto gli americani, per ostacolare questo grandioso progetto e alla fine l'unico esemplare fini' i suoi giorni su di un rullo compressore lasciato in pista a Mogadiscio.. Nel film " Vacanze Romane" c'e' una scena dove si vede per qualche istante il BZ 308.. Bel bestione in tutti i casi!
Vero. Ma non dimentichiamo che mentre l'industria aeronautica statunitense stava procedendo a tutta velocità sull'onda lunga della produzione bellica, l'Italia - specie gli stabilimenti industriali del nord - era un cumulo di rovine. Inoltre, le pesanti limitazioni imposte dopo l'armistizio hanno impedito il risorgere di qualunque tipo di industria aeronautica nazionale nel dopoguerra, consegnandoci di fatto nelle braccia di statunitensi e britannici. Per fare un esempio, la fornitura dei motori Bristol Centaurus destinati al BZ 308 arriverà con grande ritardo dopo che la cellula del prototipo era ormai pronta. Questa una foto del velivolo in attesa dei motori inglesi:fu la Breda a fare di tutto per non renderlo appetibile al mercato, non essendo l'aereo pressurizzato.
"Le ragioni del fallimento, però, non furono dovute soltanto agli interessi dell’industria aeronautica americana, ma alla crisi di riconversione e ristrutturazione della Breda nel suo insieme. La carenza di materie prime, di energia elettrica, di macchine utensili moderne e speciali per una produzione in grande serie, collegata alla mancanza di crediti che durante la guerra venivano dallo Stato, furono una parte importante dei fattori di crisi. Gli altri risiedevano nell’improduttiva dilatazione delle maestranze, nell’obsolescenza tecnologica e nella disorganizzazione di una produzione che aveva prosperato principalmente grazie alla protezione e alle commesse belliche del fascismo. La compagnia di bandiera italiana, finanziata da capitali anglo-americani, non ordinò l’aereo."
Sul "totalmente privo di fondamento" avrei più di un dubbio, se consideri la situazione nel suo insieme. Ti ricordo infatti che nello stesso periodo sia in Francia che in Gran Bretagna i rispettivi governi appoggiavano in maniera plateale le locali industrie aeronautiche, imponendo ad Air France e a BEA/BOAC delle schifezze di aeroplani che se non avessero potuto disporre di ricche sovvenzioni statali non avrebbero mai potuto lasciare nemmeno il tavolo dei progettisti...facendo credere che il progetto fallì per il mancato ordine di Alitalia o Lai. Cosa assolutamente priva di fondamento. (p.s. le compagnie di bandiera, se così possono essere chiamate, erano poi in realtà due all'epoca del Bz 308).
Sul "totalmente privo di fondamento" avrei più di un dubbio, se consideri la situazione nel suo insieme. Ti ricordo infatti che nello stesso periodo sia in Francia che in Gran Bretagna i rispettivi governi appoggiavano in maniera plateale le locali industrie aeronautiche, imponendo ad Air France e a BEA/BOAC delle schifezze di aeroplani che se non avessero potuto disporre di ricche sovvenzioni statali non avrebbero mai potuto lasciare nemmeno il tavolo dei progettisti...
È un dato di fatto poi che sia Alitalia che LAI fossero finanziate da ingenti capitali USA e britannici - le stesse nazioni che non solo erano uscite vincitrici dal conflitto mondiale, ma che potevano contare su importanti appoggi politici nel governo italiano dell'epoca.
Se il nostro governo avesse potuto godere di un minimo di autonomia in più - ma il periodo storico non lo consentiva - e se si fossero applicate le stesse azioni protezionistiche (giuste o sbagliate) nei confronti delle industrie locali, il BZ 308 avrebbe potuto tranquillamente volare per LAI o Alitalia, come dimostra anche questo modellino dell'epoca (in realtà un ibrido tra un Constellation e il BZ 308):
Detto questo, il DC-6 era comunque un aereo dalle caratteristiche tecniche e dalla commerciabilità assolutamente superiori a qualunque progetto o produzione italiana di quegli anni. E il resto è storia...