Io temo che la facciate un po’ troppo semplice: non si può privatizzare solo un pezzo del sistema, quando la mano pubblica ha modo di entrare in tanti modi diversi (e perversi), non solo attraverso la detenzione diretta o indiretta delle quote delle società di gestione aeroportuale.
Faccio un esempio. Immaginiamo, come auspicato da Paolo, che la società di gestione dell’aeroporto X venga interamente e realmente – come giustamente sottolinea Paolo – privatizzata.
Immaginiamo che, nel giro di qualche tempo, la società si trovi in difficoltà economiche. Cosa succede a questo punto, in genere? Succede che si invoca la cassa integrazione, l’intervento della mano pubblica, che, uscita dalla proprietà, rientra successivamente in gioco sotto spoglie diverse.
Questo non è una critica verso lo strumento della cassa integrazione (sebbene abbia precise opinioni in merito), ma è solo uno dei modi che mi vengono in mente per esemplificare come gli intrecci fra pubblico e privato siano molti di più di quelli che si svolgono riguardo ai soli assetti proprietari e gestionali.
Una soluzione? Non ce l’ho. Perché è un intero e intricato sistema che andrebbe riformato, ben più ampio di quanto si possa pensare in prima battuta. Ed è forse anche per questo che è difficile avere un vero processo di privatizzazione.
Confesso di essere pessimista.