Re: Ministro dei Trasporti: "il trasporto aereo italiano gioca " una partita truccata
Io sono d'accordo (In tutto o in parte) con tante delle affermazioni che ho letto nei messaggi precedenti ma credo che tutto crolli se si pensa all'imprenditorialita' italiana. Al di la' delle rimostranze emotive. Perche' le Low Cost Italiane sono finite a catafascio? Perche' non esiste una compagnia gestita in modo decente (a parte forse Neos)? Non credo che sia solo una questione di sovvenzioni a FR e compagnia bella (d'altra parte voi li avete visti certi prezzi di FR sotto data?). Manca un'imprenditoria aeronautica che sappia il fatto suo, finanziata in modo sufficiente e che non dipenda dai favori di qualche politico (locale e nazionale che sia).
Risolvetemi questo e il resto si risolve da solo, dopo tutto non tutti i voli FR sono a €10, non tutte le rotte sono Cuneo-Kaunas (sperando con questo di non aver dato un idea a nessuno) e non tutti pagano Easy Jet per avere una base o un volo.
Posto che mi trovi concorde nel tuo ragionamento, forse (e lo scrivo facendo i debiti scongiuri, seguendo diligentemente i consigli di Seneca che affermava "grattatio pallorum fugatio malorum"), siamo arrivati al punto in cui ci si sta rendendo conto che il sistema è imploso e non può reggere in questo modo.
Nel piccolo non si è giunti a tale consapevolezza relativamente al Sistema Aeroportuale milanese, e più in generale lombardo, ma forse ci si sta arrivando a livello nazionale.
Una imprenditoria aeronautica va costruita, non c'è dubbio.
In che modo?
In primo luogo attraverso un controllo di AZ costruito su attori che abbiano almeno interesse (oserei dire anche competenza, ma non vorrei esagerare) sull'Azienda che controllano, e non solo sul rendiconto che possono trarne a latere nel loro settore core.
In secondo luogo attraverso attori che dotino l'Azienda di liquidità adeguata.
In terzo luogo attraverso attori che impostino un piano di discontinuità con il passato non per voler cambiare a prescindere, ma piuttosto per trarre insegnamento e vantaggio dagli errori che sono stati fatti.
Per i punti 1 e 3 credo ci stiamo arrivando. Sul secondo punto invece ho parecchi dubbi (e, si badi bene, senza "danè" non si va da nessuna parte).
Relativamente alla politica, sono dell'avviso che essa stessa si sia resa conto che il fallimento della Nuova Alitalia corrisponda al fallimento della politica stessa che l'ha fatta nascere e che è responsabile in prima persona dei risultati a dir poco pessimi. Complice la crisi ed i pochi spiccioli disponibili, credo si sia inoltre resa conto che gli Enti Pubblici non possono più elargire finanziamenti a pioggia. Il passaggio che manca, al di là dei recenti proclami, è come se ne esca salvando capre e cavoli, ovvero rafforzando AZ senza però andare a gamba tesa contro FR e di conseguenza contro tutti gli interessi locali di comuni, province e regioni che per certo attizzerebbero sommosse popolari.
Prova ad andare in Sardegna e dire a chicchessia che bisogna togliere la Continuità. Secondo me non torni in buona salute in Continente (provare per credere...).
Così come prova ad andare a Trapani e dire che da domani non si elargisce più un euro a FR. Te la caverai forse con un benevolo e benaugurante colpo di lupara alle spalle.
Vengo al punto: la politica ha inquadrato il problema, sicuramente anche a seguito delle pressioni di AZ, inutile negarlo. Essa deve trovare le modalità per coniugare i legittimi interessi di AZ e quelli delle low cost. Come farlo lo scriveva Belumosi oggi, non ricordo se qui o in un altro TR: nessun aiuto pubblico ad AZ per la necessaria ricapitalizzazione, ma nessun aiuto pubblico (anzi, nessun contributo di comarketing, dato che in Italia nessun Ente Pubblico elargisce contributi) a qualsiasi compagnia aerea.