Thread Alitalia da marzo 2013

  • Autore Discussione Autore Discussione Dr Gio
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Torniamo un attimo al nuova sala al T1. Direi una mezza delusione. Materiali non fono assorbenti e disposizione delle sedie veramente allucinante.
Bello però il concept.

Allora non era un'impressione.
Dalle foto mi è sempre sembrato che gli spazi fossero stati utilizzati in maniera diciamo "poco efficiente", ma nessuno ne aveva mai fatto menzione..
 
Allora non era un'impressione.
Dalle foto mi è sempre sembrato che gli spazi fossero stati utilizzati in maniera diciamo "poco efficiente", ma nessuno ne aveva mai fatto menzione..

Io l'avevo scritto subito nel TR di GioAZ. In realtà più che di spazi utilizzati in modo poco efficiente, a mio avviso il problema è che la sala, pur essendo più grande rispetto alla precedente, è ancora troppo piccola. Tant'è che al pomeriggio, ad esempio, non è infrequente trovarla piena e con persone in piedi. Di qui la necessità di avere un'ampia superficie calpestabile.
Per contro il catering è davvero ottimo!
 
http://www.primapaginamolise.com/detail.php?news_ID=51248&goback_link=index.php

Il bilancio di Rocco Sabelli: "La mia esperienza in Alitalia? Un insuccesso"

L'ex amministratore delegato di Alitalia, Rocco Sabelli.
«Personalmente considero la mia esperienza in Alitalia un insuccesso». Rocco Sabelli parla così del periodo trascorso al vertice della compagnia aerea. Lo fa a Campobasso, nella sua regione, dove è tornato per partecipare alla presentazione del libro «Scacchi e strategie aziendali», scritto da Luca Desiata proprio insieme al manager agnonese (ma c'è anche la collaborazione del campione di scacchi Anatolij Karpov).

«L'azienda - spiega l'ex amministratore delegato - dopo i tre anni durante i quali ho gestito quella responsabilità, si può dire che è certamente migliorata, è più affidabile, efficiente, con una buona reputazione. Ma non siamo riusciti, non sono riuscito, a garantire l'obiettivo fondamentale che è quello della sostenibilità economica. E questo è un caso di insuccesso. Io lo ritengo tale perché continuo a dire che l'unica metrica che va adottata per valutare il proprio lavoro sono i risultati, quindi potrei anche pensare e dire che ci sono dei motivi che hanno impedito di raggiungere quell'obiettivo. Però - chiude su questo tema - sempre di un insuccesso si tratta».

Il volume presentato nella sede dell'Associazione degli industriali è un libro di strategie aziendali - come ha spiegato l'autore - adatto a tutti i manager, da quelli all'inizio della carriera e fino agli amministratori delegati. Viene utilizzata la metafora del gioco degli scacchi come filo conduttore sul quale snodare le varie strategie.

Sabelli e Luca Desiata durante la presentazione del libro nella sede dell'Associazione Industriali a Campobasso.

Ma quale è stato il contributo di Sabelli? «Sono racconti di partite che sono state fatte - spiega l'ex Ad di Alitalia e Piaggio -, si tratta di casi aziendali che sono stati trattati, individuati, con l'unico scopo di portare degli elementi a supporto delle tesi del libro. Ciascuna di queste storie ha una sua rilevanza industriale. Non c'è niente di aneddotico, di personale. Sono, in alcuni casi, casi di successo, in altri casi di parziale successo. E quindi vanno letti con questa logica: quella di sostenere questa metafora intelligente, che io condivido, e che è la tesi del libro di Luca Desiata. Questa analogia - aggiunge Sabelli - che c'è tra le strategie aziendali, la gestione aziendale e il gioco degli scacchi. Per alcune convergenze di metodo, di logica e uso della logica, che possono avere un significato comune e dei parallelismi interessanti».

Parlando poi durante la presentazione del libro il manager agnonese ha detto la sua anche sulla situazione molisana alla luce delle recenti elezioni regionali: «I molisani - ha sottolineato - hanno voluto girare pagina e lo hanno fatto in maniera significativa. Il voto ha marcato la discontinuità con il passato, ora chi è stato eletto deve avere un approccio diverso e deve marcare subito la differenza».
Infine ha indicato ai nuovi vertici della regione quelle che secondo lui devono essere le priorità: «Vincere la burocrazia, avere stile affinché ogni molisano si riconosca in chi lo amministra e non mettere in campo una oligarchia potente che alimenti il potere. Usare il merito come criterio di riferimento. Lasciare fuori dalla porta quel vizio meschino e avvilente delle clientele. Bisogna mettere in campo e offrire l'uguaglianza delle opportunità». (EL)
 
«L'azienda - spiega l'ex amministratore delegato - dopo i tre anni durante i quali ho gestito quella responsabilità, si può dire che è certamente migliorata, è più affidabile, efficiente, con una buona reputazione. Ma non siamo riusciti, non sono riuscito, a garantire l'obiettivo fondamentale che è quello della sostenibilità economica. E questo è un caso di insuccesso. Io lo ritengo tale perché continuo a dire che l'unica metrica che va adottata per valutare il proprio lavoro sono i risultati, quindi potrei anche pensare e dire che ci sono dei motivi che hanno impedito di raggiungere quell'obiettivo. Però - chiude su questo tema - sempre di un insuccesso si tratta».

Innegabile.
 
Non si sentono tutti i giorni parole del genere.
Ammettere un insuccesso in italia è una rarità assoluta.
Chapeau, Sabelli.
Quoto in toto. A dimostrazione che anche in Italia abbiamo manager capaci di assumersi le proprie responsabilità.
 
Non si sentono tutti i giorni parole del genere.
Ammettere un insuccesso in italia è una rarità assoluta.
Chapeau, Sabelli.

Vero. Resta il fatto che sarebbe bello che raccontasse i motivi dell'insuccesso, ovvero cosa non è stato potuto fare e cosa andrebbe fatto per invertire il conto economico. Sono certo che qualche idea ce l'ha. Sono altrettanto certo che non lo sapremo mai pubblicamente.
 
Vero. Resta il fatto che sarebbe bello che raccontasse i motivi dell'insuccesso, ovvero cosa non è stato potuto fare e cosa andrebbe fatto per invertire il conto economico. Sono certo che qualche idea ce l'ha. Sono altrettanto certo che non lo sapremo mai pubblicamente.
Diciamo che un bravo manager è anche quello che non sputa nel piatto in cui ha mangiato per tre anni. Esperienza personale, ma una volta ad un colloquio di lavoro hanno cercato di farmi dire che l'azienda per cui lavoravo all'epoca era "''na chiavica". Mi sono alzato, ho salutato e me ne sono andato.
 
Diciamo che un bravo manager è anche quello che non sputa nel piatto in cui ha mangiato per tre anni. Esperienza personale, ma una volta ad un colloquio di lavoro hanno cercato di farmi dire che l'azienda per cui lavoravo all'epoca era "''na chiavica". Mi sono alzato, ho salutato e me ne sono andato.

Si vede che ti offrivano troppo poco.:D
 
Quoto in toto. A dimostrazione che anche in Italia abbiamo manager capaci di assumersi le proprie responsabilità.

ahahahahaha ti ricordo che se ne e` andato!! che responsabilita si è preso? quella morale a campobasso?! dai per favore un minimo di obiettività!
 
E' anche vero che in Alitalia negli ultimi 20 anni i dipendenti abbiano sempre fatto mea culpa, ammettendo puntualmente i loro numerosi insuccessi.
Esistono migliaia di esempi in giro, specie tra i sindacati.
 
E' anche vero che in Alitalia negli ultimi 20 anni i dipendenti abbiano sempre fatto mea culpa, ammettendo puntualmente i loro numerosi insuccessi.
Esistono migliaia di esempi in giro, specie tra i sindacati.

vai a rivedere l`intervista di cempella che secondo me per quanto dal contenuto estremamente semplice non l`hai capita proprio bene!:)
 
ahahahahaha ti ricordo che se ne e` andato!! che responsabilita si è preso? quella morale a campobasso?! dai per favore un minimo di obiettività!

Si è preso la responsabilità di dire: "Cari signori, non sono stato in grado di garantire gli obiettivi che l'Azienda si è posta, ma soprattutto, non sono in grado di garantirli in un medio periodo futuro".

Ti sembra poco?
E poi che c'entra la responsabilità morale?
Oppure vuoi dirmi che doveva restare, pur avendo maturato la consapevolezza di non poter fare nulla di più per far sopravvivere l'Azienda?

Se fosse restato, visto come sta andando il conto economico AZ, tu saresti il primo ad andargli addosso e attribuirgli la colpa del risultato negativo.

Il punto tragico è che in questo momento vi manca un capro espiatorio cui aizzarvi.
 
vai a rivedere l`intervista di cempella che secondo me per quanto dal contenuto estremamente semplice non l`hai capita proprio bene!:)

Quindi i dipendenti non hanno mai sbagliato nulla? Si sono sempre comportati in modo esemplare?

Cempella dice che va bene ridurre i costi ma devi anche aumentare i ricavi. Non dice che ridurre i costi non serve a niente. Nuance.
 
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